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Autore: Love00    15/06/2018    4 recensioni
Lottie è una ragazza che si trasferisce a Verona per lavoro. Sognatrice, amante di libri, cd e di tutto ciò che riguarda la bellezza della piccole cose, si ritroverà a scontrarsi con uno dei suoi amori liceali. Come reagirà la nostra protagonista?
Si riaccenderá quel sentimento che sembrava spento?
Cosa succederà a questi due ragazzi che per la volontà di forze innaturali si ritrovano ancora una volta a dover camminare sulla stessa strada?
Dalla storia:
"Dai Mirko, balla con me" dissi strusciandomi su di lui.
Mirko tentava invano di farmi tornare alla ragione.
"Lottie sei ubriaca fradicia e non farò ciò che se fossi in te non vorresti." continuava a ripetere.
"Che c'è Mirko, sei cambiato, eh? Non sei più quello di una volta. Prima non ti saresti fatto problemi. Sbaglio o avevi la reputazione di esserti fatto mezza città da ragazzo?" lo provocai guardandolo negli occhi. Il suo sguardo adesso era duro, ma potevo vedere anche delusione, tristezza in esso che mi lasciò spiazzata.
"Se almeno non vuoi tu, lasciami fare quello che voglio." dissi notando che un ragazzo continuava a guardarmi.
"Ripeto Lottie, non ti farò fare niente che tu non voglia veramente."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ancora una volta ero finita per comportarmi come una bambina.
Ancora una volta lasciavo che gli altri distruggessero la mia vita.
Ancora una volta non riuscivo a gestire le mie emozioni.
Ancora una volta mi sentivo estranea dal mondo.
Ancora una volta non sapevo affrontare la vita.
Con questi pensieri diedi il buongiorno ad un nuovo giorno. E che buongiorno era quello! Sembravo una depressa, tant'è che mi chiesi se non avessi problemi di personalità.
Addirittura, mi ritrovai ad immaginarmi nel futuro rinchiusa in qualche ospedale psichiatrico.
Mi trascinai in ufficio con tutta la buona volontà e con tutta la voglia di vivere che la notte mi aveva donato. Avevo passato tutta la notte a maledirmi e a sentirmi una fallita. Capivo che le mie emozioni erano esagerate, ma capivo anche che a volte, le delusioni erano devastanti. Le delusioni ammalavano la vita. Che cosa brutta da pensare. Non volevo che la mia vita fosse ammalata, eppure in quel momento risultava così. Ed io non sapevo come rimediare, come colmare quel dolore che mi stringeva il petto in una morsa. Mi sentivo inutile per questo: non riuscivo ancora una volta a prendere in mano la mia vita.
Fortunatamente a lavoro filava tutto liscio. Avevo dato poca confidenza ai miei colleghi rinchiudendomi nel mio silenzio fatto di pensieri e autocommiserazione.
"Oggi è depressa la pazza che non conosce le buone maniere?" sentii una voce provenire da dietro. Mi trovavo in pausa e per quel giorno avevo deciso di prendere solamente un caffè. Non avevo fame.
"Ciao Daniele. Anche oggi simpatico tu, eh?" chiesi retoricamente all'uomo che adesso guardavo in viso. Non volevo avere una discussione con lui. Ma non volevo nemmeno che mi ridicolizzasse. Non era per nulla la giornata adatta per litigare con Mr perfezione.
"Ovviamente, cara. Potresti spostarti? Ti sei piazzata davanti la macchinetta del caffè da un quarto d'ora e sai, la mia pausa non dura a vita."
Il suo commento mi fece alzare gli occhi al cielo. Tuttavia non volevo assolutamente litigare con un tipo del genere per quel giorno e per questo motivo uscii dalla stanza ignorandolo.
Evidentemente la cosa lo toccò molto, perché preso il suo amato caffè mi raggiunse e continuò a parlarmi.
"Sai, mi sono ricordato solo ieri dopo l'incidente che un giorno eri stata la mia segretaria, il mio braccio destro per 24h. Mi stavo chiedendo però..." si prese una breve pausa al fine che le comprendessi a pieno le sue parole. Eccome se le comprendevo, avrei potuto staccargli la testa a morsi se solo avessi perso la calma.
"Di cosa ti occupi principalmente?" mi chiese alla fine.
Ero in quell'ufficio da quasi un anno, il contratto scadeva a breve nei mesi successivi e questo tizio si accorgeva di me e della mia esistenza, ma soprattutto del mio lavoro solo in quel momento?
Avrei potuto veramente staccargli la testa a morsi.
"Principalmente sono un interprete e traduco i contratti. Tuttavia ogni tanto mi è capitato di dover esprimere un opinione su qualche band." illuminai il mio interlocutore.
"Adesso se non ti dispiace tornerei al mio lavoro." provai poi a liquidarlo.
"No, aspetta. Hai detto che ti è capitato di dover esprimere un’opinione?" mi chiese d'un tratto serio. Il tono derisorio di poco prima era svanito.
"Sì, non mi credi?" chiesi retoricamente infastidita. Che voleva questo tizio dalla sottoscritta?
Volevo essere lasciata in pace.
"Non è quello novellina. Se il capo ti ha chiesto un’opinione vuol dire che ti sta osservando. Comportati bene e svolgi bene il tuo lavoro, possibilmente ti farà firmare un contratto indeterminato."
A queste parole le mie orecchie si misero in ascolto per la prima volta da quando quella conversazione era iniziata.
"Di cosa stai parlando?" volevo sapere di più. Se mi fossi sistemata sul piano lavorativo la vita sarebbe stata una figata. Magari non proprio una vera figata eppure sarebbe stata migliore, ecco.
"Sto dicendo solamente che hai ottime possibilità per rimanere qui più di quanto pensi." affermò serio per poi andarsene.
Mi sorprese il comportamento di Daniele, di certo non mi aspettavo che la conversazione sarebbe finita in tono serio. Pensavo avrei dovuto rispondergli a tono per farlo girare a largo e invece a quanto sembrava non era stato così. La cosa mi sorprese non poco.

Finito di lavorare anche per quella settimana decisi di trascorrere il resto della giornata con le mie coinquiline.
"Quindi in poche parole Mr perfezione ti ha fatto capire che hai ottime probabilità di ottenere un contratto indeterminato. Beh, è fantastico." commentò Cristina. Avevo raccontato la mia giornata alle due. In quel momento ci trovavamo sedute su una panchina in un parco mangiando del gelato. In realtà lo mangiavo solamente io, le altre due avevano optato per una bevanda calda.
"Sì, esatto. Non so se credergli veramente, però fa nulla. Io continuo per la mia strada, poi se arriva meglio per me, no? Meglio non farmi illusioni e rimanere delusi." dissi fissando la chioma di un albero di fronte a noi. Le foglie che restavano a quell'albero erano ormai poche, ma nonostante ciò potesse sembrare una fragilità, in realtà lo rendeva stupendo. Feci una foto subito dopo per immortalare quella bellezza naturale.
"Fai bene tesoro." disse la sua Rossella.
"Adesso devo raccontarvi io qualcosa. C'è un mio collega che mi fa il filo..." disse sorprendendoci. Di certo non mi aspettavo una novità così all'improvviso. Dovevo sapere di più. E anche Cristina sembrava avesse avuto lo stesso pensiero.
"Raccontaci." disse infatti facendosi attenta.
"Beh, non è che c'è molto da dire eh..." cominciò la bruna arrossendo.
"In pratica c'è questo tizio, si chiama Mattia, e niente sono alcuni giorni che mi guarda in modo strano. E non me ne sono accorta solamente io. Proprio stamattina, Anna, un'altra mia collega del mio stesso anno di tirocinio, mi ha detto che quel tizio mi fissa un po' troppo spesso per passare inosservato." ci raccontò ridendo imbarazzata.
"Qui la nostra dottoressina ha fatto delle conquiste?" esordì Cris facendomi ridere.
"E' carino?" chiesi subito dopo.
"Sì, è molto carino. Adesso ve lo faccio vedere, aspettate un attimo." disse cominciando a trafficare con il suo smartphone.
Io e Cristina ci guardammo nel frattempo con sguardo complice: sembrava che questo Mattia non era indifferente alla nostra amica.
"Eccolo!" esclamò dopo un poco mostrandoci un'immagine profilo facebook. Era questo Mattia il soggetto della foto. Era bruno come la nostra amica, con un leggero strato di barba, occhi scuri e portava degli occhiali da vista che gli donavano un'aria da intellettuale.
Sorrisi: era carino e a parere mio sarebbe stato bene accanto alla mia amica.
"Beh, niente male, eh" confermò i miei pensieri Cris facendomi annuire.
"E non è tutto." ci rivelò subito dopo Ros incuriosendoci. Infatti vidi Cristina alzare un sopracciglio e avvicinarsi sempre di più a lei mettendosi in ascolto.
"Stamattina mi ha chiesto di prendere un caffè assieme." ci informò alla fine sorprendendoci.
"E io che immaginavo il classico ragazzo timido!" esclamai sorpresa.
"Hai accettato vero?" chiese Cris dopo aver annuito al mio commento.
"Tutt'altro che timido ragazze! E' fin troppo loquace. Comunque sì, ovviamente ho accettato, ma mantenendo sempre le giuste distanze" disse la mora.
"E dunque? Vogliamo sapere i dettagli della discussione!" esclamò Cris facendomi ridere. Osservai le mie due coinquiline e pensai fra me e me che erano stupende quel giorno.
Cristina portava i capelli neri, ma presto ero più che certa che avrebbe cambiato colore facendoci una sorpresa come al suo solito. Tuttavia adoravo i capelli neri su di lei: la rendevano sensuale e adulta. Non tutti quelli che portavano i capelli neri riuscivano a non sembrare la strega di Biancaneve con tanto di verruche. La mia amica inoltre era alta, un po' meno rispetto la sottoscritta, ma abbastanza da sovrastare Rossella che si lamentava sempre dicendo che si sentisse una dei sette nani accanto a noi. Ogni volta che si ritrovava a fare quella battuta, scoppiavo a ridere seguita a ruota da Cristina. Entrambe avevano delle curve molto femminili. Non erano quelle solite ragazze che sembravano uscite da delle riviste, eppure senza che se ne accorgessero sapevano essere sensuali più di quelle stesse modelle. E la cosa mi rendeva fiera delle mie ragazze.
Nel frattempo che Ros ci descriveva la sua conversazione con Mattia, mi soffermai a pensare se anch'io sapevo essere sensuale. Non mettevo molto spesso abiti e tacchi, preferivo dei vestiti molto più comodi e mi domandavo se si potesse essere sensuali anche con addosso quegli stracci.
"E nulla, mi ha chiesto se mi andava di andare a cena con lui domani sera." ci confidò alla fine la nostra amica facendoci saltare dalla gioia.
Speravo che entrambe trovassero l'uomo che le avrebbe meritate.
"Uff, sono invidiosa adesso." affermò Cris ad un certo punto. La guardai con tenerezza, non con compassione, ma con tenerezza. Tenerezza perché si credeva un cesso quanto in realtà era una bomba sexy.
"Tu hai trovato un bel dottorino, mentre qui Lottie vive una storia tormentata con l'eterno fanciullo!" sentire quell'epiteto in riferimento a Mirko mi fece ridere e strozzare allo stesso tempo.
"Io non vivo una storia tormentata con...ma dove ti è uscito questo nome?!" esclamai ridendo.
"Sta' zitta. Stavo facendo una riflessione, quindi ascoltami." disse con fare teatrale facendo ridere Rossella.
"Rimarrò l'unica zitella del gruppo. Mi lascerete i vostri pargoletti un giorno e ve ne andrete a fare baldoria con i vostri maritini, lasciandomi sola." disse facendomi scuotere la testa.
Poi un'idea si fece spazio nella mia mente.
"Scusami Cris...ma tu non ci avevi raccontato di un certo consulente che ti faceva la corte? Che fine ha fatto?" le domandai curiosa. Non che fosse interessata veramente al tizio, ma beh, magari poteva nascere qualcosa con quest'ultimo.
"Boh, non l'ho ancora visto questo mese. Comunque che ci provi pure, a me non va a genio quel tizio. Mi sa di maniacale, pedofilo e viscido." risi per quegli aggettivi attribuiti al suo consulente. Adoravo il suo sarcasmo.
"Comunque sia cara Cris, non vorrei dirtelo, ma è da quando ci siamo sedute che quel tizio lì in fondo a destra ti osserva. Lo conosci?" le domandai pensando che forse era il consulente. Se fosse stato lui, sarei scoppiata a ridere come una pazza.
"Oh mio dio!" esclamò arrossendo e coprendosi la faccia con la sciarpa che indossava.
"Chi è?" domandammo all'unisono io e Ros.
Allora lo conosceva veramente?!
"Quel tizio lì, è un mio compagno del liceo. E ricordo che avevo pure una mezza cotta per quello scemo!" ci spiegò guardandolo di sottecchi. Lo feci anch'io notando che il tizio non la smettesse di osservarla spudoratamente. Da lontano riuscii a comprendere solamente che fosse un bell'uomo.
"Ma perché mi guarda?!" esclamò furiosa.
"Sapete che faccio adesso? Vado lì e gliene dico quattro." affermò decisa prendendo la borsa e raggiungendolo. Io e Ros ci guardammo scioccate: non era da Cris perdere così facilmente le staffe.
La vidimo parlare animatamente mentre il tizio la guardava con un ghigno dipinto sul volto. Mi resi conto che sembrava come se volesse spogliare la mia amica con la sola forza del suo sguardo.
Sembrava attratto da Cristina e lei non se ne rendeva conto. Avrei fatto un discorso alla mia amica quella stessa sera.
Dopo pochi minuti la vidimo tornare ancora più infuriata.
"Mi ha chiesto di uscire a cena quest'imbecille!" esclamò infuriata piantandosi davanti a noi.
"Ma seria?" fece Ros stupita.
"Non hai accettato, vero?" chiesi sapendo già la risposta. Ero quasi certa che sotto ci fosse una storia più complicata di quanto ci si aspettasse.
"Ovvio." confermò i miei pensieri.
"E adesso andiamocene vi prego!" continuò dopo trascinandoci fuori dal parco.
Poco prima di uscire definitivamente dal parco mi resi conto che il tizio non smetteva di guardarla.
Cosa sarà mai successo alla mia coinquilina con quel tizio?

Quando la sera mi ritirai in camera dopo aver cenato mi persi ancora una volta nei miei pensieri.
Non vedevo Mirko da un paio di giorni. La cosa mi destabilizzava un po'.
Mi ero abituata a non vederlo per anni, e adesso cosa mi cambiava?
Non riuscivo ad odiarlo.
Decisi di andare sul sito che il fotografo mi aveva dato per dare un'occhiata al concorso e per fermare in qualche modo quella scia di pensieri soffocanti.
Proprio quando sembrava che ci stessi riuscendo la suoneria del mio Iphone attirò la mia attenzione. Era Anita. Che diavolo voleva la mia collega alle dieci di sera?
Non ero in vena di sentire quell'oca giuliva, tuttavia risposi per educazione.
"Devi assolutamente venire al San Patrick Pub! C'è Daniele ubriaco, Mr perfezione come lo chiami tu, che sta dando i numeri!" esclamò Anita prendendomi alla sprovvista.
Cosa poteva mai importarmi di vedere Daniele ubriaco?
"Devi assolutamente venire, davvero Carlotta! Ti perderesti uno spettacolo fantastico. Ti aspetto!" urlò letteralmente l'ultima frase facendomi maledire per averle risposto.
Era assolutamente pazza se credeva che fossi veramente andata. Che poteva fregarmene?
Tuttavia una nuova idea si impossessò della mia testolina bacata.
Perché non sarei dovuta andare? Cosa mi sarebbe cambiato se fossi andata? Al massimo avrei preso qualcosa da bere e poi sarei tornata a casa. Era venerdì sera, il giorno dopo non avevo da lavorare, avevo la bellezza di ventitré anni e dovevo rimanere a casa?
Presa da questa consapevolezza, mi alzai dal letto dove stavo e cominciai a scegliere cosa indossare.
In cuor mio sapevo che stavo andando in quel luogo solo per poter mettere a tacere quei pensieri che non riuscivo a zittire, o meglio scacciare via quella persona che faceva troppo rumore nella mia mente e nel mio cuore.
 
Buon pomeriggio fanciulli! Come state? 
Per noi non ancora maturandi è appena iniziata la stagione estiva!siete contenti anche voi, eh?
Mentre per loro è inizio il periodo forse più stressante dell'anno. 
Bene, chiunque debba affrontare gli esami ha il mio supporto e il mio in bocca al lupo. Andranno bene, vedrete. 
Che ne pensate del capitolo? Personalmente penso che forse avrei potuto fare di meglio, eppure visto che non mi faccio viva da non so quando, l'ho voluto pubblicare ugualmente ahahahah
Fatemi sapere cosa ne pensate. Qui abbiamo un po' l'analisi di altri personaggi che non siano Lottie e Mirko. Quindi ci terrei a capire se vi piacciono o meno ahahah
Io adoro in particolar modo Rossella e Cristina, ma vedrete che la stessa Anita ci sorprenderà. 
Detto ciò vi lascio, spero che il capitolo sia di vostro gradimento e nulla,
vi abbraccio forte forte <3
  
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