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Autore: Yellow Daffodil    17/06/2018    2 recensioni
Questa raccolta contiene tutte le One-Shot relative a "Io e te è semplicemente complicato", ovvero "Io e te 3", di cui il link: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3696063&i=1
Dalla OS 1:
Alessandro mi bacia di nuovo, appassionatamente e si insinua attorno alle mie forme con bramosia. So perché lo sta facendo: percepisce il mio momento di sconforto e cerca in tutti i modi, con tutti i mezzi che ha, di farmi stare meglio.
È così semplice e ingenuo, ma se non ci fosse lui, sarei persa.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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OS - Niente di che
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Niente di che

"Zingaretti e Argenti." gli occhi castani del professore fissano prima l'uno e poi l'altra. Ci scruta con la palpebra socchiusa, come a voler escludere dal suo raggio visivo tutti gli elementi inutili. Vuole avere nel mirino solo noi due; Mattia e me.

Infatti, ci punta, si assicura che il suo colpo arrivi a segno e poi spara: "Fuori dalla classe."

Tre parole, una pausa un po' troppo lunga tra ognuna di esse, l'inizio ufficiale della tragedia.

Ecco. 

Sapevo che l'avrebbe detto.

Lo sapevo.

Pensavo di essere psicologicamente preparata a questo rischio, invece la mia reazione fisica è tutto il contrario di rassegnata o consapevole. Sono terrificata. E decisamente non pronta per affrontare ciò che si trova fuori dall'aula.

Sento gli occhi di Mattia su di me e vorrei davvero voltarmi, ma ho paura persino di questo gesto.

Mi limito ad alzarmi in piedi, ingessata come mia nonna al risveglio dalla pennichella pomeridiana. Afferro la penna nera, avvito bene la bottiglia d'acqua ed esco dalla mia fila di banchi. Sto tremando.

Mattia e io non siamo né interrogati, né in punizione; siamo solo davanti al momento del giudizio. Del tipo che se questa va bene, siamo graziati per tutto l'anno, altrimenti finiamo direttamente in una lista nera da cui sarà quasi impossibile uscire.

E il bello è che non abbiamo fatto niente di male, eccetto ammalarci prima delle vacanze di Natale e saltare il compito di italiano. Per quanto si consideri un avvenimento normale e, soprattutto, umano, il nostro professore lo fa sembrare l'affronto più grande della storia.

Mattia in italiano non va molto bene; ha la media del sei risicato e questa verifica può rappresentare per lui la salvezza o la condanna al debito di metà quadrimestre. Per questo motivo Spilli ha ritenuto la malattia di Zinagretti un indubbio tentativo di temporeggiare, oltre che una grave mancanza di rispetto nei suoi confronti.

Spilli è montatissimo. Dice di aver scritto dei trattati sulla linguistica che si fanno studiare agli universitari, ma io sono solo in prima superiore e non me ne frega assolutamente niente della fama dei miei prof. Voglio imparare a scrivere bene e che me lo spieghi qualcuno che sappia davvero insegnare.

Cosa di cui Spilli non sembra molto capace.

Proprio per questo, il superuomo Spilli deve aver fiutato la mia antipatia nell'aria. Ormai sono passati quattro mesi dall'inizio della scuola e lui sta conoscendo meglio i suoi alunni. Quanto a me, sono certa di avergli fatto una cattiva impressione sin dall'inizio, ma poi per il resto del tempo gli ho solo dato altri motivi per non stargli simpatica. E viceversa.

Ecco perché pure io oggi mi trovo nell'occhio del ciclone: non avrei dovuto mancare al compito scritto. Era il primo del suo genere, dato che fino a Natale c'erano state solo interrogazioni, quindi Spilli non è stato affatto contento di non vedermi in aula. Me lo aspettavo, più che altro, Argenti, ripeto nella mia testa, con la sua voce sprezzante.

Cosa volete, pover'uomo... è un quarantenne calvo e brutto che crede che per farsi piacere si debba essere temuti. Guarda caso, in classe, va d'accordo solo con Alessandra Gruccia. E con le sue scollature da meretrice.

La mia classe è un gruppo davvero particolare. Non è da molto che conosco i miei compagni e siamo ancora decisamente troppo all'inizio per poter dire di aver sviluppato delle dinamiche, ma quello che so con certezza è che siamo tutti strani. Forse la preside ci ha selezionato apposta, leggendo i pareri lasciati dai nostri insegnanti delle medie, il che sarebbe davvero figo, il che per un istante mi porta a fantasticare su come un domani, tutti trentenni e stranamente ancora amici, ci ritroveremmo a scoprire che dietro alla nostra convivenza forzata ci sono state delle precise intenzioni.

Che so, magari un esperimento sociale? O un accordo tra i nostri genitori? O addirittura il piano di un professore pazzo che ci ha voluti riunire per poi formare delle coppie intestine da cui generare un determinato tipo di prole. Magari proprio Spilli, dato che tra un libro di linguistica e l'altro, avrà pur bisogno di qualche malata distrazione.

Sono ancora tesa come una corda di violino, ma mi scappa un sorrisetto. Noi divisi in coppie? Non credo proprio che sia possibile. Siamo tutti così diversi. 

E comunque, anche se fosse, spero che non abbia deciso di puntare proprio su di me e Mattia, approfittando del recupero di oggi per osservarci interagire. Non penso davvero che potremmo stare bene assieme, né che uscirebbe una prole sana di mente dalla nostra unione. Tanto per cominciare, lui è un idiota, e in secondo luogo, io mi sa che sono ancora peggio.

"Argenti, c'è qualcosa che trovi divertente nel dover recuperare una verifica di italiano?"

"No, certo che no, prof." deglutisco, riportando i miei muscoli facciali alla loro forma da brava studentessa.

"Se posso permettermi, prof..." 

Ed eccolo lì.

Mattia Zingaretti non sa preservare la sua stessa vita; è sempre quello che compie atti suicidi in classe, sempre colui che non teme l'autorità dei professori, sempre il compagno che sai di poter mandare avanti se c'è un'ingiustizia in atto. Sembra che non gli importi di venire punito; se c'è qualcosa che non va, lui semplicemente lo fa presente.

"Volevo sapere perché ci vuol far recuperare il compito proprio oggi." prosegue infatti, con un tono educato e non supponente, ma comunque sicuro. "È il primo giorno di scuola dopo le vacanze... pensavo che avrebbe almeno aspettato mercoledì."

"Non vedo a che cosa possano giovare due giorni in più, Zingaretti." risponde Spilli, premendo il cappuccio della sua penna un paio di volte. "Avete già avuto ben venti giorni di vantaggio rispetto ai vostri compagni. E poi è un tema; non servirà mica aver studiato... a meno che tu non sia abituato a ripassare il vocabolario di italiano prima di scrivere qualcosa."

Dalla fila dove sono sedute Giorgia e Alessandra sale una risatina, mentre Eva annota qualcosa direttamente sul banco, come se il rischio di scordarla le avesse fatto perdere un po' di civilizzazione.

Immagino che quest'ennesima disquisizione tra Spilli e Zingaretti sarà la sua ragione di vita nei prossimi tre o quattro giorni, lasso di tempo che impiegherà questo dialogo a passare dalle mura della 1^A alle orecchie di tutta la scuola. L'ultima notizia ormai sta diventando vecchia: sarà almeno una settimana che si parla di quel Tommaso Fiore di seconda che ha imbrattato una colonna con un murales sconcio.

"Non ho neanche un vocabolario di italiano." risponde allora Mattia, stavolta sì, con un po' di malizia in più.

Spilli si finge per nulla toccato dalle nostre lamentele e apre personalmente la porta dell'aula, per poi invitarci a uscire con un gesto della mano.

Io, come un soldatino, eseguo all'istante, Mattia mi segue più lentamente e strisciando i piedi.

In corridoio la bidella Alfonsa ha già sistemato due banchi, uno di fronte all'altro, separati da circa un metro e mezzo, ovvero dalla porta dell'aula. Fortunatamente, Spilli la chiude non appena ci ha osservati sistemare le nostre cose, ma prima si assicura di averci ritirato i telefoni e di averci consegnato i fogli protocollo con il timbro della scuola.

"Scrivete due pagine di diario su quello che avete fatto durante le vostre vacanze di Natale." ci ordina, prima di dedicarsi alla sua spassosissima lezione sui complementi d'agente. "Avete un'ora e mezza di tempo. Buona verifica."

Tutto 'sto casino per due stupide pagine di diario.

Ma c'è una valida ragione se siamo così agitati: il prof Spilli è davvero stronzo. E non lo dico perché non mi ha ancora dato un voto superiore al sei e mezzo, nonostante io me la cavi da otto, ma perché lo affermano davvero tutti a scuola, ogni singolo studente!

Beh, forse non Gloria Ferrucci, dato che ama tutte le materie, tutti i professori e tutte le verifiche, ma il resto della gente sì.

I ragazzi di seconda non sopportano il suo modo noioso di spiegare Manzoni, quelli di terza odiano la Divina Commedia da quando lui fa sottolineare parole a caso nei canti e quelli di quinta... oh, quelli di quinta sono davvero disperati. Hanno paura che la loro maturità vada a rotoli, perché in italiano non sono pronti, pensate a come sono ridotti!

Io spero davvero che l'anno prossimo ci mandino un altro professore. Già dobbiamo sopportare la malvagità della Bracci e la severità di Visatti; Spilli è davvero solo un boccone di troppo da mandare giù.

"Preoccupata?"

"Cosa?" 

La domanda di Mattia mi colpisce in modo del tutto inaspettato. In primo luogo, mi fa sussultare, dato che stavo da tutta un'altra parte con la testa, e poi non riesco proprio a capacitarmene. Ok, vi ho raccontato le mie opinioni su di lui, ma non vi ho detto che in realtà io e lui non parliamo.

O meglio, sì, abbiamo parlato, ma è stato in occasioni a sé stanti, come il primo giorno di scuola, in cui ha urlato una parolaccia inciampando contro il mio banco, oppure durante un compito di matematica, quando gli ho chiesto se mi prestava il righello, e quella volta alle macchinette in cui mi si è bloccata la Kinder Delice e lui e Pierpaolo sono venuti a prendere a calci l'apparecchio per tirarmela fuori.

Ma un dialogo vero e proprio non l'abbiamo mai avuto.

Qualche volta ho fatto dei tentativi per cercare di far amicizia, ma mi bloccavo sul nascere, sotto lo sguardo di rimprovero dei miei amici Lorenzo e Federica. Dal canto suo, Mattia è uno piuttosto selettivo; affronta a testa alta tutti i professori, ma passa il tempo con pochi coetanei. Certo, è amichevole e anche piuttosto simpatico, con la battuta pronta verso chiunque, ma raramente l'ho visto cercarsi compagnia. Gli bastano i suoi pochi amici della classe, più una gallina dell'altra sezione che gli starnazza sempre attorno. Ma quella è un'altra storia.

Per cui, a conti fatti, questa è proprio la prima volta in cui Mattia si rivolge direttamente a me. Così, senza pretesti per farlo, o secondi fini per una richiesta. Mi ha fatto una semplice domanda, e io, naturalmente, non ho dato una risposta sensata.

"Ti ho chiesto se sei preoccupata." ripete, con tono seccato. "Stai fissando il nulla da quando Spilli ci ha detto di uscire. Sembri uno di quei video, tipo 'Una capra riflette sul suo passato' o 'David Guetta va in trip sul palco'."

Lo preferivo quando non mi parlava.

"Ehm..." arrossisco, abbassando gli occhi sul foglio protocollo. "Sì, ho un po' di paranoie su Spilli." mi discolpo, sentendomi in realtà tremendamente in imbarazzo.

Quando ero all'asilo, le maestre mi beccavano spesso a fissare l'infinito con la bocca aperta e la lingua mezza di fuori. Dicevano che passavo un sacco di tempo nella mia mente, ed è ancora così. Gli altri bambini mi prendevano spesso in giro per questo, ma io mi rintanavo nella mia testa e non mi importava più.

Se me lo fa notare Mattia Zingaretti, invece, lo sento come non mai un difetto di cui vergognarsi.

Il che mi fa incazzare.

Mattia è un vero e proprio idiota, e non capisco perché da quel primo giorno di scuola abbia tutto questo effetto su di me. Lorenzo, che è una suocera, parla di cotta e istinti repressi. Ma io ho quattordici anni; penso che l'unico istinto represso che abbia mai provato sia quello di andare in garage, rubare la motosega di papà e usarla per fare a pezzi mio fratello Davide.

Non so... non so proprio.

Nel profondo del cuore so che c'è qualcosa che non va in tutta questa storia e che non è affatto normale, ma mi fa strano sentir parlare di cotta. Io ne ho già avute a bizzeffe e saprei sicuramente riconoscerla, se l'avessi nei confronti di Mattia. Invece lui, insomma... è un idiota! La prima volta che mi ha rivolto la parola, è stata per esclamare "porca puttana!" e mi ha pure fatto sporcare il registro di classe.

Non l'ho ancora perdonato.

E, in ogni caso, non può essere una cotta. Non mi sentivo così nelle mie cotte precedenti, quindi si tratterà sicuramente di altro. Tipo odio, o che so... istinto represso di picchiare qualcuno con gli occhi verdi e la media bassa in tutte le materie, soprattutto in italiano.

"Che invidia." ribatte Mattia, riferendosi alla mia ultima dichiarazione. "Io non riesco proprio a prenderlo sul serio, Spilli. Mi fa solo ridere." con un'alzata di spalle, prende in mano la sua penna del Milan e inizia a scribacchiare qualcosa con una calligrafia cuneiforme che si era vista l'ultima volta solo in Mesopotamia.

Per forza ha la media del sei risicato.

Anche se penso che sia piuttosto intelligente. Idiota, ma intelligente. 

Va male a scuola perché vuole, non perché è stupido.

Cioè sì, è anche stupido...

Oh, che nervi! Pensare a lui mi dà i nervi.

E comunque invidio un sacco la sua noncuranza. Vorrei essere come lui.

Sforzandomi di troncare il mio ragionamento, cerco anch'io di buttare su carta qualche idea. È meglio che interrompa qui il mio flusso di coscienza e che mi dedichi alla verifica, altrimenti potrei passare un'eternità a partorire stronzate. Almeno ho una fantasia allenatissima: la dovrei usare per scrivere qualcosa.

Mi piace scrivere, ad essere sinceri; mi viene abbastanza bene. Anche se preferisco di gran lunga parlare, e ancor di più pensare. Scrivere ha indubbiamente delle limitazioni: di spazio, di tempo e di forma. Il pensiero invece è libero.

Mi piace questa frase: la scrivo nel tema.

Caro Diario, 

durante queste vacanze di Natale, ho pensato molto. Mi piace davvero pensare, perché il pensiero è libero.

È una bella introduzione. Potrei prendere sette, questa volta.

Motivata, arricchisco il paragrafo e poi ne aggiungo altri due. Proseguo la mia riflessione sviluppando alcuni punti che ritengo molto importanti, su cui in effetti mi era già capitato di elucubrare, da sola, sul letto a una piazza in camera mia, oppure tramite audio di Whatsapp che mandavo a Federica e che lei non ascoltava, oppure faceva partire. Non so se sia la presenza di Mattia, o l'adrenalina per il compito, o il timore nei confronti di Spilli, ma... sono brava. Sono davvero piuttosto brava. 

Le parole fluiscono bene, messe in fila in modo ordinato e con delle congiunzioni che normalmente non mi sarebbero venute. Alla fine di questo mio moto d'ispirazione, ho scritto tre quarti di una pagina e quando la rileggo, tutta d'un fiato, senza rilevare errori, ne vado fierissima.

"Psst." Mattia richiama la mia attenzione adeguandosi al silenzio in cui è piombato tutto il corridoio.

"Che c'è?" faccio, ricordandomi che qui c'è pure lui. Ero talmente presa dalla scrittura che me ne stavo quasi scordando. Quanto sarà passato? Mezz'ora, forse?

Il suo foglio è ancora quasi del tutto bianco.

"Come procede?" s'informa.

"Bene."

"Senti, ma..." Mattia rigira tra le mani la sua penna rosso nera, poi alza gli occhi di scatto e sento uno strano fremito nel petto. Devo dire la verità: Mattia ha due occhi che vorrei solo poter rubare. "Te che hai fatto a Natale?"

Aggrotto le sopracciglia.

Me lo sta chiedendo perché d'improvviso si interessa alla mia vita, oppure per pura disperazione?

"Cose varie..." rispondo guardinga. "Perché?"

"Bah, così." si stringe nelle spalle, non sapendo bene dove fermare lo sguardo, poi lo ferma sulla mia bottiglia d'acqua e finge disinteresse. "Per chiedere."

Deve essere uno bravo a mentire, lo sento. Solo che l'avere davanti un foglio completamente bianco lo penalizza e non poco. È ovvio che sia a corto d'ispirazione.

"Servono idee?" propongo con un sorriso un po' impacciato. Non so nemmeno perché: forse perché mi fa pena, forse perché mi sento un po' Sigmund Freud dopo il mio monologo sul pensiero e su quanto sia importante approfittare della ricorrenza del Natale per pensare.

Mi stimo un sacco per aver scritto certe cose, potrei dare degli ottimi consigli a Mattia per aiutarlo ad alzare la sua media.

Momento modestia.

"Anche." ammette, allora, spingendosi un po' indietro con lo schienale della sedia. "Ma sono comunque curioso di sapere che cosa hai fatto di così interessante per scrivere una pagina intera senza mai staccare la penna."

Ora arrossisco proprio.

Se ha fatto quest'osservazione, significa che mi ha guardato mentre scrivevo e ciò mi mette contemporaneamente a disagio e mi lusinga. Fino a mezz'ora fa non ci parlavamo nemmeno; ora invece mi osserva e vuole addirittura sapere che ho fatto durante le vacanze di Natale.

"Ho pensato." rispondo pentendomene immediatamente dopo.

Perché devo rivelare questo lato di me agli altri? È quello che mi mette sempre nei guai, oltre a farmi sembrare decisamente strana e spesso anche psicopatica.

Mattia infatti alza un sopracciglio, volutamente perplesso: "Pensato? Venti giorni di pensiero?"

"No, intendo..." ecco, ora parte il disagio, quello vero. "Beh, sono una che pensa molto, ma comunque non è che ho solo pensato dalla mattina alla sera."

"Aaah."

Diffida di me e della mia giustificazione. Infatti ha ancora il sopracciglio alzato.

"Voglio dire." deglutisco. "Ho fatto delle attività. Tipo con i miei genitori e con i parenti... cene, feste, l'albero, i fuochi, sai... le solite cose."

"Bello." butta lì, tanto per dire, mentre ha iniziato a fare cerchi sull'angolo del foglio di brutta. In realtà, non sembra aver dato molto peso alla mia affermazione sul pensare. Grazie al cielo. "Sei andata da qualche parte?"

"No, sempre qui a Venezia."

E basta con le domande! Mi sta facendo sentire sotto pressione. Quasi più di Spilli durante le sue terrificanti interrogazioni mangia alunni.

"Anch'io."

Però non è brutto parlare.

In un certo senso, è intrigante: sto morendo internamente per l'imbarazzo, ma sono tentata ad andare oltre, come in un dualismo di contrasti, lo yin e lo yang.

Vi ho detto che sono psicopatica.

Però se già di mio gradisco molto parlare, farlo con lui sembra doppiamente interessante, nonostante mi stia facendo sudare le mani. Non so bene da quale forza, ma sono spinta ad arricchire il mio racconto, a continuare la conversazione: "Il giorno della vigilia ho visto il presepe galleggiante sul Canal Grande. Poi abbiamo preparato il cenone e i miei hanno fatto arrivare Babbo Natale per mio fratello."

"Ci crede ancora?"

"Ha cinque anni." sorrido, con ovvietà.

Mattia prende atto con una smorfia. Chissà quanto preferirebbe saltare da un ponte che restare qui ad ascoltare me. 

"Anche le tue sorelle ci credono ancora?" provo a cambiare il soggetto delle mie chiacchiere, ma mi accorgo subito di averne scelto uno sbagliato. So che Mattia ha due sorelle perché durante le lezioni ne ha parlato, ma ho l'impressione che non sia un argomento di cui voglia discutere. Dalla faccia deduco sia un no categorico.

"Hanno dodici anni." risponde comunque, con la mia stessa ovvietà, ma con meno garbo.

"Capisco." cerco di sviare nuovamente, mentre mordicchio, tesa, il tappo della penna. "A mio fratello comunque non è piaciuto Babbo Natale. Ha capito che era mio zio dopo trenta secondi e si è incazzato con tutti dicendo che non era un bello scherzo e che si sarebbe chiuso nel forno fino a quando non sarebbe arrivato il vero Babbo Natale a tirarlo fuori."

Mattia ha gli occhi bassi, ma ride. Non so se abbia trovato divertente l'aneddoto su mio fratello o la mia quasi parolaccia (in classe non dico mai le parolacce), ma comunque sento di nuovo un altro fremito nel petto. Ha decisamente un sorriso che mi piace e poi adoro quando la gente ride a quello che dico. In senso buono ovviamente.

Tutto ciò mi gasa e non poco, quindi proseguo il mio racconto: "A Natale sono stata al mega pranzo dei nonni. Mia nonna cucina sempre per un esercito e mio nonno trova difetti in ogni piatto, ma poi mio papà stappa il vino di annata e tronano tutti allegri. Anche troppo; dopo pranzo mio nonno ha iniziato una gara di rutti con i miei zii e i cugini maschi. Ti sorprenderesti se ti dicessi che il mio cugino più grande si è scaricato l'app per misurare i decibel dei vari rutti."

Stavolta Mattia ride proprio e finalmente mostra uno sguardo piuttosto interessato: "Chi ha vinto?"

"Mio nonno." allargo le braccia. "È decisamente poco signorile, a volte, ma io lo adoro. Poi a Capodanno papà ha preso i fuochi di artificio e ne ha sparati alcuni tanto per fare baccano. Uno è andato nel giardino della vicina e le ha bruciato i pomodori, così lei ci ha denunciati."

Mattia allarga gli occhi. Sono proprio verdi, ma di un verde unico nel suo genere. Sono bellissimi.

"Non intercorrono buoni rapporti di vicinato." mi giustifico. "Maggiormente per colpa di mio fratello, ma i fuochi di papà sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Così abbiamo passato il resto delle feste con i musi lunghi. Ci siamo ripresi solo il giorno della Befana, perché serviva una tizia brava, onde evitare uno sciopero della fame da parte di Davide, Davide è mio fratello per la cronaca, quindi abbiamo cercato ovunque; mamma ha fatto addirittura dei provini."

"Pure."

"Sì, alla fine è venuta una perpetua di paese e mio fratello ci è cascato in pieno."

"Per fortuna."

"Ma nella sua calza c'era del carbone, quindi si è chiuso nella sua stanza gridando come un pazzo e quando è uscito, si era tagliato metà capelli per protesta."

"Stai scherzando?"

"No." scuoto la testa con aria grave. "Se avessi il telefono ti farei vedere la foto. E poi ha buttato la calza nel water."

"Tranquillo, tuo fratello. Un bambino a modo."

"Ha dei problemi comportamentali." svelo senza troppo riguardo, con un'alzata di spalle. Sì, lo so che sono informazioni solo della famiglia, mamma me lo ricorda sempre, ma sorprendentemente è davvero facile parlare con Mattia. Io sono una persona che potrebbe parlare anche con un sasso, questo è vero, ma c'è qualcosa nell'avere lui come interlocutore che mi rende ancora più fluente nei discorsi, libera da ogni scrupolo.

Un bene per me e un male per lui? Probabilmente sì.

"Figo." sorride, quasi ammirato dal fatto che mio fratello sia uno psicolabile.

"Non tanto." rilancio. "Specialmente se prende i tuoi quaderni e ci disegna sopra la forma del suo piede con le cere. Comunque..." cambio argomento, interessata. "Che hai fatto tu, invece?"

"Oh, niente di che." minimizza, tornando leggermente più freddo e smorzando il mio entusiasmo in letteralmente tre parole.

"Oh."

"Ma immagino che sia il caso di inventare qualcosa, adesso." accenna al suo foglio ancora bianco e poi impugna la penna come a voler dare un termine a questo inaspettato e insolito momento di condivisione.

"Giusto." sorrido forzatamente, pensando che invece avrei di gran lunga preferito rimanere a chiacchierare.

Tzè... queste sono solo le tue solite utopie, Marinella.

In più, mi ricordo del mio super trattato sul pensiero e la scrittura e mi rendo conto che è proprio il caso di darsi una mossa, se voglio finire questo compito in tempo e anche soddisfacendo i requisiti di lunghezza imposti dal professore. 

Curioso, però... prima di iniziare il compito non vedevo nemmeno la luce fuori dal tunnel; ora invece sto cominciando a pensare che sia una delle verifiche più divertenti che io abbia mai svolto. Aldilà del fatto che le mie pagine di diario siano un vero capolavoro filosofico, nemmeno l'occasione di conoscere meglio Mattia Zingaretti è stata del tutto negativa.

Anzi, forse dovrei approfondire il tutto con Federica e Lorenzo.

"...un giorno." nemmeno me n'ero resa conto, ma Mattia ha detto qualcosa. A mezzo tono e con l'espressione tutta concentrata sul suo foglio, ma l'ha detto.

"Come?" chiedo, sperando di non aver fatto figuracce.

"Ho detto..." Mattia lancia uno sguardo fugace verso di me. "Che spero davvero di conoscerlo tuo fratello, un giorno."

"Ah."

Se prima ero solo arrossita, ora divento direttamente una specie di fiammifero con il corpo chiaro e la testa bordeaux. Pure fumante.

"C-certo." balbetto.

Poi abbasso la testa, la ficco nei vari fogli del compito e mi sforzo di pensare a qualsiasi cosa che non sia 'oddio, ho una cotta per Mattia Zingaretti'.


*


"Argenti."

È passata una settimana, il che significa che il prof ha corretto i nostri temi e quindi ora sapremo finalmente qual è il suo giudizio di fine quadrimestre su di noi. Manco fossimo due anime davanti a San Pietro...

A Mattia il compito è appena stato consegnato; è andato super bene, addirittura più di quanto si sperasse... un bel sette! Per lui è sicuramente un voto molto conveniente ai fini della sufficienza in pagella e per il record di Spilli è comunque un punteggio alto, considerato che non va spesso oltre la soglia del sei e mezzo.

Io spero davvero di non essere nuovamente rimasta in quella fascia. Spilli sarà pure brutto e cattivo, ma è comunque un prof di italiano; ci tengo a colpirlo e alzare un po' il mio profitto, oltre che a togliermi da quella zona di antipatia reciproca in cui sono finita con lui.

Infatti, mi alzo per raggiungere la cattedra con una certa ansia, ma allo stesso tempo sentendomi positiva e fiduciosa. Sono orgogliosa del lavoro che ho svolto per questo tema; credo che potrei veramente averlo sorpreso e stavolta aver guadagnato un gran voto.

"Cinque e mezzo."

COOOSA???

Non so nemmeno se lo urlo in mezzo alla classe, o se lo penso e basta.

Giorgia e Alessandra ridono, quindi penso di averlo esternato.

Spilli sporge pirgamente una mano per passarmi il foglio. Lo afferro meccanicamente, ma sono ancora scioccata. Anzi, sconvolta.

Cinque e mezzo? Insufficiente? Come...? Cosa...?

Non può essere.

Non c'è nemmeno un segno rosso; è perfetto!

"Sei andata fuori tema." decreta Spilli, spassionato, quasi annoiato. 

Sicuramente, dall'alto dei suoi studi sulla linguistica e la gestualità, aveva previsto ogni passo della mia reazione. 

"Ma la consegna diceva..."

"La consegna diceva di scrivere due pagine di diario su quello che avete fatto durante le vacanze di Natale, Argenti; non un testo argomentativo sulla psiche umana."

Alcuni miei compagni continuano a ridere e ciò peggiora solamente la situazione. Sono rossa di rabbia e di vergogna.

Non mi contengo abbastanza ed esclamo: "Vengo punita per aver scritto qualcosa di più profondo? Di meno banale rispetto al solito, prevedibile, temino?

Ora capisco veramente quale impulso sente Mattia quando fronteggia così apertamente le ingiustizie.È davvero inaccettabile! I professori non dovrebbero essere così strafottenti e la creatività degli studenti andrebbe incoraggiata!

Spilli mi guarda incredulo; questo nei suoi calcioli non l'aveva di certo preso in considerazione.

"No." mi corregge, calmo, ma per niente amichevole. "Nessuno ti sta punendo. Hai solo il voto che ti meriti per non aver fatto esattamente ciò che ti è stato richiesto. Nella vita reale, quando fai di testa tua, spesso sbagli."

E con ciò, mi toglie tutta la voglia di protesta dal petto e mi spegne definitivamente.

Me ne torno al posto mestamente, ricevendo qualche pacca sulla spalla da Lorenzo e sentendo Federica insultare quel mezzo uomo calvo e appestato dai brufoli post adolescenziali. Dopo un po' chiedo di uscire  e mi rinchiudo mezz'ora in bagno a piangere.

Sì, lo so, piangere per un brutto voto, che mezza pippa.

Ma c'è un insieme di cose che mi ha fatto davvero stare male, stavolta. Non mi sta bene che questo presunto professore abbia una considerazione così mediocre di me, non mi sta bene che mi abbia piazzato un cinque e mezzo al primo compito scritto e alla fine del quadrimestre, non mi sta bene che mi abbia umiliato davanti a tutta la classe e, peggio di tutto, non mi sta bene che Zingaretti sia andato di gran lunga meglio di me.

E sì, pure questo è un pensiero egoista e infantile, però davvero, nel profondo del cuore, sono invidiosa di lui. Vive sereno, non si preoccupa, fa il minimo indispensabile, però si salva sempre per il rotto della cuffia. Ed è bravo; ha un sacco di risorse, i piedi per terra e l'abilità di dire sempre le cose più giuste. Lo ammiro così tanto da darmi fastidio.

A ricreazione esco dal bagno e sono certa di avere ancora i segni rossi sotto le palpebre. Tuttavia, la prossima ora c'è la mia materia preferita, francese, e non ci tengo a farmi vedere in queste condizioni dalla prof. Almeno lei mi sta simpatica, non voglio darle brutte impressioni. Così, scendo fino alle macchinette e mi prendo una cioccolata calda più una Kinder Delice, per essere sicura che la bomba cioccolatosa faccia il suo rispettabile effetto.

Ma ovviamente la merendina si blocca nella macchinetta. 

Odio questa macchinetta.

Mi aggiro per cercare qualche mio nerboruto compagno di classe e purtroppo, o per fortuna, l'unico che trovo nei paraggi è Mattia. Non mi va molto di parlare con lui, ma allo stesso tempo da quando abbiamo fatto il compito, una settimana fa, continuo a pensare alla nostra chiacchierata, a come mi sono sentita bene... al suo sorriso provocato dai miei racconti.

Mattia accetta gentilmente di aiutarmi e molto meno gentilmente placca la macchinetta, facendola addirittura sollevare da un lato e poi ripiombare sul pavimento con un tonfo. A quel punnto la Kinder Delice è bella servita e anche un po' spappolata.

"Grazie." dico, sperando che non noti i miei occhi rossi e allo stesso tempo sperandolo un po'.

Ma a Mattia non può fregare di meno e una volta finito con la macchinetta, fa ovviamente per andarsene senza nessuna dichiarazione alla stampa.

"Ehi. Aspetta un secondo." lo fermo, sapendo benissimo di risultare solo una seccatura durante la sua ricreazione nei pressi della gallinella di 1^B. Però ho questo impulso di sapere, di chiedergli, o solo... di parlargli.

"Che c'è?" mi domanda, infatti, un po' irritato. 

"Volevo sapere una cosa." spiego, trattenendolo per il braccio come se potesse davvero servire a non farlo andare dai suoi amici.

"Dimmi."

"Che cosa hai scritto nel tuo tema di italiano?"

A sorpresa, Mattia si libera dalla mia mano, ma si fa più vicino, controllando attorno come per essere sicuro che nessun altro ci senta: "Niente di che."

Wow. Che rivelazione.

Mattia non fa mai niente di che.

"Eddai." Lo supplico. "Almeno dimmi cosa devo raccontare a Spilli per farlo contento e prendere un sette."

Mattia sospira, un po' irritato, ma anche un po' dispiaciuto. Sembra che si sia accorto dei miei occhi arrossati.

"È estremamente semplice, in realtà." svela, leggermente in imbarazzo e a voce bassa. "Ho scritto che alla vigilia sono andato a vedere il presepe galleggiante sul Canal Grande, che al cenone è venuto babbo Natale ma non ci ha creduto nessuno, che i fuochi di capodanno hanno fatto arrabbiare i vicini e che nella calza della Befana le mie sorelle hanno ricevuto il carbone e hanno protestato gettando tutto nel water."

Spalanco gli occhi e per un secondo percepisco l'indecisione di Mattia sul farmi fuori prima che scoppi in una scenata isterica o sul costituirsi direttamente in una centrale di polizia per questo crimine.

Poi mette le mani avanti: "Ti prego non urlare o non piangere."

In realtà, non faccio nulla di temibile.

Me ne sto semplicemente impalata di fronte a lui fissandolo dal basso con la bocca aperta e gli occhi sgranati.

"Senti." sospira a disagio. "Alla fine non puoi chiamarlo copiare, perché sul tuo foglio avevi scritto un sacco di roba complicata su altri argomenti. Io ho solo preso spunto dalle storie che mi hai raccontato."

"Non so se sia un sollievo o una bruttissima notizia."

"Sei incazzata con me?"

"No." rispondo istintivamente. Poi mi raccolgo un attimo in riflessione e aggiungo. "Però con me stessa sì. Un sacco."

Tutta la situazione lo mette chiaramente in imbarazzo, eppure sembra dispiacersi davanti alla mia reazione e si trova indeciso se voltarsi di spalle e scappare o rimanere per non peggiorare la situazione.

"A volte penso che..." parla piano, trovando di nuovo difficoltà a posizionare lo sguardo su un punto fermo. "Che forse ti perdi in una goccia d'acqua."

"Solo a volte?" ribatto, tra i denti, furiosa per questa osservazione, ma solo perché è vera.

Mattia non mi sente e continua il suo discorso: "Magari potresti lasciar perdere la fantasia, ogni tanto. Così piaceresti di più a Spilli."

Sì, certo, come se fosse facile.

"Anche se potresti non piacere più ad altre persone." fa mezzo sorriso, un po' insicuro della sua stessa teoria, ma pienamente in modalità incoraggiamento a una psicopatica. "Scegli tu che fare, ma pensa sul serio se ne vale la pena. Tanto te l'ho detto, per me quello è solo un ridicolo e tu... tu sei brava a pensare. No?"

Non so se me lo sogno o se mi fa davvero l'occhiolino, ma prima che me ne possa accertare, si è già voltato per andare via: "Ci becchiamo dopo."

Non mi guarda nemmeno mentre mi saluta e poi raggiunge Silvia Trepalme e il suo gruppetto di amici.

Quanto a me, non riesco a far altro che restarmene qui immobile con la faccia da pesce lesso.

Penso che questa per Mattia Zingaretti non sia affatto una cotta. No, oh no... non può assolutamente essere una cotta. Questo, cari miei, potrebbe essere qualcosa di molto, molto più grave.

Oppure... niente di che.

Seh, ma chi ci crede?

***

Ed eccoci qui!

Questa OS nasce direttamente da un vostro suggerimento e devo dire che è stato proprio carino scriverla... grazie per la dritta :)

Inizialmente l'idea era di farvi vedere 3 o 4 momenti diversi, presi anche dal secondo e terzo anno, insomma... prima dell'inizio di "Io e te". Tuttavia, penso che per questa volta vada bene così. Mi piace come è uscita e spero possa aver fatto sorridere anche voi. Non che avessimo dubbi su come fossero andate le cose tra questi due, ma vederli in azione, per quanto mi riguarda, è sempre curioso.

E comunque, se a qualcuno dovesse interessare, Spilli per fortuna è rimasto solo in prima, poi gli è stata data una cattedra alla facoltà di lettere dell'università più vicina, ma i suoi libri di linguistica vengono tuttora illegalmente fotocopiati e barattati con appunti di altri corsi U.U

Adesso veniamo all'altra parte saliente di questa pubblicazione.

Prima di entrare nel vivo della questione, vi ricordo che il prossimo appuntamento sarà con un capitolo regolare di "Io e te 3", il numero 17, dove proseguiremo con la trama.

E ora, miei diletti, il momento della verità.

E' arrivato finalmente il modo di sapere chi siete, dove vi collocate in questa storia e quanto siete simili, o diversi, dai personaggi che odiate (e amate, si spera).

Per questo, vi presento l'unico e irripetibile... TEST "CHE PERSONAGGIO DI IO E TE SEI?"

Prima che vi catapultiate a farlo, vi scrivo una lista di informazioni e regole che vi permetterà di eseguirlo al meglio, così da poter ottenere il risultato più veritiero possibile. So che magari vi annoierà dover leggere tutto, ma fidatevi che ne vale la pena, per un bene superiore. 

Dunque dunque dunque, partiamo con le info di base:

- il test è composto da 40 domande a risposta multipla e chiusa;

- ci sono 12 risultati possibili, ognuno corrispondente a un diverso personaggio di "Io e te". Ho scelto 12 pg che a parer mio rappresentano i più coinvolti nella trama, ciò non toglie che mi dispiace tantissimo non aver inserito certi altri e che in un futuro si può pensare a una soluzione che li includa.

- ad ogni risposta del test sono collegati uno o più pg. Ad esempio:

Qual è il tuo colore preferito?

Rosso - Nelli, Mattia, Lori

Giallo - Fede

Blu - Marco, Eva

ecc...

Naturalmente voi non vedrete a quali e quanti pg è collegata una risposta, ma quando la selezionerete, ai personaggi corrispondenti verrà assegnato un punto. I vari punti si andranno a sommare durante il test; alla fine vedrete la classifica nel vostro risultato. Il pg che avrà accumulato più punti sarà quello che definirà che pg di "Io e te" siete, ma potrete anche vedere in che misura assomigliate agli altri 11 ed eventualmente calcolare la percentuale. Spero di essermi spiegata XD

- se avete domande prima di effettuare il test contattatemi pure nei vari social!

- alla fine del test, se vi va, potete fare uno screen al vostro risultato e condividerlo su fb, instagram, ecc con l'hashtag #iosononomedelpersonaggio. Questo vi permetterà, cercando l'hashtag, di vedere quante altre persone hanno avuto il vostro stesso risultato e, ovviamente, di far sapere a tutti chi siete! Nel gruppo di Facebook sarà sicuramente interessante scambiarci i risultati.

*

Ecco, ora ne sapete sicuramente di più, ma ci sono ancora un po' di regole da chiarire! Io lo scrivo qui, ma nel sito, alla vostra destra, c'è un menù a tendina che potete sempre consultare durante il test nel caso qualcosa non fosse chiaro (in realtà è tutto estremamente semplice e intuitivo, ma io ho sempre paura di lasciare qualcuno con dei dubbi, quindi spiego).

1 - in alcune domande siete obbligati a scegliere una sola opzione, in altre c'è la possibilità di dare risposte multiple e in altre ancora sarete obbligati a darne un determinato numero. Queste istruzioni vi verranno specificate di volta in volta sotto ad ogni domanda del test con la dicitura sottolineata: una risposta, possibilità di risposta multipla, ecc...

2 - per quanto riguarda le domande con l'obbligo di una sola risposta, una volta selezionata, il test proseguirà automaticamente con la domanda successiva. Cambiarla è tuttavia possibile, selezionando la barra al di sotto delle risposte, che vi fa tornare avanti e indietro nel test, oppure cliccando il tasto "show all", collocato sempre nello stesso punto, che vi permette di visualizzare tutte le domande in un'unica pagina, anziché in più diapositive e dunque anche di modificare le risposte precedenti.

3 - per quanto riguarda le domande con possibilità di risposta multipla, potete cliccare quante risposte desiderate, ma per proseguire dovete cliccare il tastino "next" di fianco a una qualsiasi delle risposte selezionate. Non verrà influenzato il punteggio a causa del tasto "next".

4 - per quanto riguarda, invece, le domande a cui dovete dare un numero preciso di risposte, ad esempio 3, starà a voi fare le persone oneste e selezionarne effettivamente 3. Io non vi posso controllare ;)

5 - Indipendentemente da quante risposte avete dato e quante domande avete ancora d afre, se rispondete all'ultima, ovvero la numero 40, il test di concluderà automaticamente senza darvi la possibilità di completare. Quindi se dovete modificare qualcosa, fatelo prima di rispondere alla domanda 40, e allo stesso modo se avete lasciato delle domande senza risposta, completatele prima della fine, oppure, semplicemente, non verranno contate nel punteggio finale.

6 - prima di effettuare il test, vi consiglio di fare la prova! Ho creato un mini test proprio per questo scopo. Vi permetterà di capire le funzionalità del sito e la struttura del test, anche se è velocissimo. Vi lascio qui il link: QUIZ PROVA 

7 - certe domande saranno davvero malvagie, ma vi suggerisco di rispondere con onestà... tanto le vostre risposte non le vede nessuno. Muahahahaha BUON TEST <3

Ecco il collegamento al mio profilo di Quotev, dove trovate sia il test di prova che il test "Che personaggio di Io e te sei?". Dovete cliccare qui: QUOTEV - Test

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*

Con questo, gente, vi lascio al vostro divertimento (almeno spero) e vi saluto alla prossima! Non dimenticate di dirmi cosa ne pensate di questa OS <3

Daffy

   
 
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