Sweet Home
Eccomi, la cosa normale sarebbe stata sentirmi felice. Avere voglia di correre incontro a mio padre ed abbracciarlo, con lui che mi diceva che gli ero mancata ma invece era tutto diverso, per me. Mi faceva male che per lui ero solo un brutto ricordo, mi scavavano con un coltello dentro ogni volta che vedevo il suo sguardo ma ormai era come se mi ero abituata, non al dolore ma a lui. Cosi tolgo gli occhiali neri e prendo la mia valigia rossa, la borsa in spalla e premo col dito nel citofono cosi in due minuti la servitų mi apre il cancello.
Il giardino... oh ! Quello si che mi dava casa, mi ricordava che mia madre non era andata via con le sue rose di mille colori che amava, i pomeriggi in cui ci sedevamo nella panchina e mi leggeva la mia favola preferita " Biancaneve " e poi mi inondava la stanza con quel profumo raccogliendo mazzi di fiori. Ma persa nei ricordi come se la vedessi ecco lei, Adele. Era stata la mia roccia, la mia compagna di giochi e risate, la dolce governante.. la vedo pių stanca, con i capelli pių bianchi dopo...2 anni che non tornavo. Le rughe erano pių evidenti e il modo di camminare stanco dai diversi anni di lavoro...mi viene un magone ma me lo tengo dentro e poso la valigia gių per correre ad stringerla. Forte, forte.. ritrovando le mie narici quel profumo di gelsomino e cucina..