“Sono sicuro che se mi sforzassi potrei batterti in uno scontro a braccio di ferro” disse Bulma, grattandosi il petto, e tenendo il braccio destro intorno al collo della moglie.

“Perderesti il braccio. Te lo posso assicurare” affermò lei sicura.

Vegeta strinse la mano del marito che ricadeva sul suo seno.

Alzò lo sguardo dal televisore e lo poggiò su quello di Bulma.

Era inespressivo, non dava indizi. La stretta si faceva però sempre più forte.

Poi, ad un tratto, un ghigno perfido, di quelli che sapeva fare così bene, che lo facevano ancora impallidire, ed infatti Bulma ritrasse il braccio terrorizzato.

Vegeta emise un risolino. Era così dolce quando lo faceva.

Incredibile.

“Nessuno direbbe che sei capace di uccidere interi popoli con il solo movimento di un dito,

quando ridi” le disse.

“..quindi cosa intendi dire? Che sembro solo un’amichevole ed innocua mogliettina?”

“Beh..sì”

Vegeta emise un sonoro “Umpf”.

Si era offesa, e non poco.

“Ecco, vedi cosa succede a dare troppa confidenza a voi umani.

Qualche bacetto, e subito pensano che ti sei rammolita”

“So bene che non lo sei. Soprattutto amichevole”

“Ecco” precisò lei, e si alzò in piedi. “Ricordatelo bene”

Bulma pensò divertito ai molti litigi inutili con Yamcha.

Una frase così onesta avrebbe rovinato la loro serata.

“Adesso dove vai?” le chiese, abbracciandole le gambe e trascinandola a sé, facendola sedere sulle sue ginocchia.

“Vorrei dell’acqua”

“Ve lo prendo io, Vostra Altezza”

Vegeta era comprata. Gli ricambiò un sorriso orgoglioso, che però cercò di nascondere girandosi dall’altra parte ed alzandosi, per poi risistemarsi al suo fianco.

Bulma si alzò a sua volta e si diresse verso la cucina.

Vegeta potè ammirare la schiena meravigliosa del marito.

Quelle dei guerrieri che aveva avuto la possibilità di osservare sulla nave di Freezer erano cento volte più muscolose, sudate, ma anche sgraziate e alla lunga tutte uguali.

Quella di Bulma era robusta, prestante, ma dalle forme a suo modo leggere, che davano un certo fascino a tutto il corpo. E poi, Bulma aveva una figura elegante, che rispecchiava il suo stesso cervello. Così raffinato, così attraente. Era vero, il cervello in alcuni casi poteva essere sexy.

Di ritorno, Bulma le pose il bicchiere nelle mani, per poi inginocchiarsi e baciarle i piedi.

“Sai come conquistarmi, vero?” chiese lei, che ormai era persa per la attenzioni del suo terrestre.

“Sì” disse lui, che le afferrò le gambe da sotto le ginocchia e gliele allargò, per poi posizionarvisi in mezzo, ed abbracciarla. Vegeta alzò le braccia, per non far cadere l’acqua. “lo so bene, mia stella”

Mia stella.

Era così che l’aveva chiamata il giorno del loro matrimonio, durante il suo discorso.

Tu non sei arrivata dallo spazio per conquistare questo pianeta,

tu sei caduta dal cielo come una stella per conquistare il mio cuore.

Ti amo, mia stella.

Certo, un po' smielato. Infatti più di qualcuno aveva scherzosamente fischiato.

Ma chi può capirli due innamorati, chi può capire cosa c’è tra loro?

Vegeta aveva finto serietà, come al suo solito. Ma il suo cuore si era sciolto.

E non era più tornato di ghiaccio, come prima.

E non poteva.

“Posso baciarvi, Vostra Maestà?”

Non poteva più.