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Autore: Enchalott    21/06/2018    7 recensioni
Zamasu è stato sconfitto e il capriccioso Zen-Oh-sama non ha ancora dato il via al Budokai Uchuichi. Non c'è mai pace, neppure in questo intermezzo che ho creato. Una storia che dovrebbe far sorridere e commuovere contemporaneamente.
"Bulma osservò a distanza i due Saiyan, ammantati di un fulgore straordinario, mutare occhi e capelli da neri in azzurri e sorrise. Goku era diventato un uomo. Aveva mantenuto la spensieratezza dell’infanzia e la candida ingenuità, che spesso lo faceva apparire uno sprovveduto. Ma la sua espressione, soprattutto quando si concentrava ed era nel suo elemento, rivelava una natura ben diversa, decisa e fiera. L’ultima immagine che aveva dell’amico era quella di lui che, giovanissimo, le presentava il piccolo Gohan. Poi, solo frammenti. Una voragine buia che le aveva rubato la storia d’amore con suo marito Vegeta".
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Penultimo capitolo della storia! ^^ Innanzitutto, grazie a chi non si è perso neppure una riga, lasciandomi un commento pubblico o privato. In particolare, a Old Fashioned, Misatona, Shanley, Elema e Cinzia! Ma anche a chi è passato a lasciare un pensiero più sporadico, sempre molto gradito! :)
Per chi ama le sequenze movimentate, ecco l'esito (o quasi) del duello con Lord Beerus... e per chi ama più le sequenze romantiche, ecco una fondamentale interazione tra Bulma e Vegeta. I Saiyan sono guerrieri, troppo miele sarebbe stonato! ;)

Exitium
 
Il guerriero nato dalla fusione metamor dei due Saiyan rivolse uno sguardo straordinariamente arrogante al dio della Distruzione, incrociando le braccia sul petto muscoloso, a malapena coperto da un corto gilet nero e arancio. La stretta fascia azzurra che gli circondava la vita oscillò leggera lungo i morbidi pantaloni candidi; piantò un piede sul vicino frammento di un macigno, con atteggiamento provocatorio.
“E questo…” rincarò con un sorriso altezzoso “E’ super Gogeta!”
I capelli scuri divennero di un biondo splendente e gli occhi neri sfolgorarono di furia verde: il devastante ki dorato si riverberò a distanza, mandando in frantumi il pietrone su cui la creatura aveva trovato appoggio.
“Oh, sono terrorizzato…” commentò caustico l’Hakaishin, scuotendo il capo.
Gogeta partì all’attacco a velocità doppia e raggiunse l’avversario, ingaggiando immediata battaglia: la trasformazione era destinata a durare solo trenta minuti, forse meno, se fosse riuscito a raggiungere nuovamente la forma Blue, che consumava molta energia spirituale. Era essenziale gestire l’esiguo tempo a disposizione ed era certo che non ci sarebbe stata una seconda occasione per ripetere la fusione: il problema principale era quello di prendere confidenza con la nuova forma fisica, che comprendeva i pregi di Goku e di Vegeta, ma anche le loro carenze. Socchiuse le palpebre, osservando attentamente le mosse del rivale: adattarsi allo scontro era una peculiarità dei Saiyan.
 
“Interessante” commentò Whis “Ma anche rischioso…”
“Che cosa intende?” domandò Bulma, affascinata dal singolare e potentissimo essere.
“Un’idea di tuo marito, ritengo. Fondersi per sfruttare i punti di forza di entrambi è una strategia geniale, ma allo stesso tempo anche le loro debolezze potrebbero uscire allo scoperto. Sarebbe un guaio se fosse questo lato “difettoso” a prevalere”.
“Si conoscono” replicò la ragazza fiduciosa “Non accadrà”.
“Speriamo!” esclamò il tenshi con un’espressione soddisfatta.
“Non ho ancora capito per chi sta facendo il tifo lei, maestro!” borbottò la scienziata.
“Noi angeli siamo neutrali…”
 
Le mosse di Gogeta si fecero più serrate, più precise, più scaltre via via che il duello procedeva.
Lord Beerus si sentì sfiorare pericolosamente dalla sua energia e incrementò a sua volta il ki, raggiungendo quasi il suo massimo. Ma non era ancora al cento per cento dell’impegno e l’avversario talvolta mostrava inequivocabili segni di stanchezza.
“Tutto qui quello che sai fare, Go... come cavolo ti chiami?”
Il Saiyan sogghignò sfacciato e trattenne l’aura a livello interiore, rallentando la respirazione. Un’onda fiammeggiante blu mare lo avvolse implacabile e dirompente, mentre la chioma si raddrizzava ulteriormente, assumendo lo stesso colore oceanico e le iridi spudorate scintillavano più azzurre che mai.
“Gogeta… Blue!!!” gridò di rimando, avvitando l’assalto e costringendo l’antagonista a prendere sul serio la nuova trasformazione.
Alcuni colpi andarono a segno e il dio fu costretto ad arretrare, digrignando i denti per la collera, perché nessuno era mai riuscito a danneggiarlo, ma quel guerriero ostinato ci era andato vicino. Pericolosamente rasente.
“Ti piace giocare, eh!” sbraitò, sollevando entrambe le braccia e producendo una sfera di immane potenza.
La scagliò contro Gogeta, che la arrestò con ambo le mani, spingendo indietro con pari ostinazione, sentendo le forze calare inesorabilmente e il tempo scorrere tiranno.
“Non ho tempo per giocare, gattaccio!” urlò impudente, allontanando il globo violaceo, ansimando nello sforzo di mantenere la forma ultima.
Lord Beerus osservò ad occhi sgranati uno dei suoi colpi migliori andare a vuoto, trapassare l’atmosfera e disperdersi nello spazio. Lo sbarbatello arrogante aveva del talento, dopotutto. Divertente. Si grattò un orecchio con l’artiglio e puntò uno sguardo letale sull’avversario.
“Come mi hai chiamato, piccolo impudente?” ringhiò.
Gogeta grondava e aveva il fiato corto, ma il momento che attendeva non era ancora arrivato. Avrebbe dovuto resistere. Tornò a fronteggiare il nemico, tergendosi le gocce di sudore che gli colavano dalla fronte.
Il dio della Distruzione concentrò il ki su un dito e fece girare sul palmo il grumo di energia scura, raccogliendo in un movimento rapido tutto il suo devastante potere.
“Ferma questo, se riesci…” minacciò.
Gogeta sorrise beffardo.
L’onda luminosa si abbatté fulminea sul Saiyan, che restò in guardia, contenendo tutta l’aura residua, facendola rientrare e non disperdendola. Frenò il colpo e sollevò lo sguardo orgoglioso: gli occhi blu si schiarirono improvvisamente, diventando quasi trasparenti.
“C-che cosa!?” esclamò Lord Beerus scorgendo incredulo il mutamento lieve ma percettibile “Questo non è possibile! Che cosa stai…”
I due avversari si fissarono per un lungo istante: una delle divinità più potenti dell’universo e un guerriero irriducibile, nato dalla fusione di due esseri mortali.
Gogeta sogghignò senza tremare, le iridi che viravano al grigio argento, e il felino ricambiò la smorfia, appagato.
Ma poi divenne sentenza.
Hakai!” pronunciò senza scomporsi, allungando la mano tesa verso il rivale. Distruzione.
 
Ohia!” esclamò Whis, spalancando gli occhi e perdendo per un secondo il suo aplomb “Lord Beerus ha raggiunto il cento per cento del potere, non è praticamente mai successo! Ha lanciato l’attacco riservato all’Hakaishin!”
“Cosa!?!” strillò Bulma “Moriranno! Whis! Deve fermarli!”
L’angelo impugnò il bastone e fece un passo in avanti, ma poi si fermò sorpreso”.
 
La sfera potentissima, circondata da sfrigolanti anelli scuri, anziché disintegrare Gogeta, l’aveva imprigionato e sbattuto a terra, impedendogli qualsiasi contromossa, immobilizzandolo con una formidabile pressione. Non era a piena potenza o l’avrebbe ucciso immediatamente, dissolvendolo.
“Allora, ti arrendi?” sghignazzò Lord Beerus.
Il Saiyan, nella parte di Goku, aveva già subito un colpo simile e sapeva come difendersi. Nella parte di Vegeta, invece, fece scattare il piano che aveva arditamente congegnato sin dall’inizio. Volse lo sguardo al cielo.
La divinità, seccata per aver dovuto ricorrere a una tale tecnica contro un semplice umano, abbassò gli occhi al suolo e vide l’avversario immobile, serrato nella luce violetta, con lo sguardo vitreo e privo di reazioni.
“Beh?” borbottò “Che ti prende? Sei morto in piedi?”
Le onde bluets delle lune sovrastanti agganciarono lo sguardo di Gogeta, che perse in parte la connessione con la realtà, entrando in uno stato di trance. I suoi occhi attenti divennero opachi, riflettendo quella luce delicata, che sul sangue saiyan aveva un effetto sconvolgente. La coda era un’arma di cui il principe della stirpe guerriera aveva tenuto conto.
Un ringhio sordo e cupo fuoriuscì dalla gola del combattente, che iniziò a mutare aspetto con una velocità impressionante: il viso si allungò, assumendo un aspetto ferino e gli occhi divennero due granati fiammeggianti. La creatura iniziò a crescere a dismisura, lacerando i vestiti e coprendosi di folta pelliccia azzurra, dimenando l’enorme coda, travolgendo tutto ciò che si trovava nei pressi e spezzando con le robuste braccia la sfera contenitiva come se fosse vapore. Il grido bestiale che emise squarciò la volta celeste, segnalando la fine del processo inarrestabile. Era diventato un oozaru. Un oozaru Blue.
 
“È impressionante!” esclamò Whis sgomento “Il piano era questo sin dall’inizio, se non mi inganno! Mi chiedo solo se la fusione di Goku e Vegeta riuscirà a mantenere il controllo sulla forma oozaru o se dovremo correre ai ripari in modo drastico!”
Bulma fissò agghiacciata l’enorme scimmione, che era anche suo marito.
“Per tutte le galassie…” mormorò.
Ricordava la prima mutazione di Goku, che aveva ucciso inconsapevolmente il nonno adottivo: quella sembrava molto peggiore.
 
“Maledetti Saiyan!” tuonò Lord Beerus, ponendosi a distanza di sicurezza “Quando vi ho dato degli scimmioni, non pensavo che lo faceste veramente!”
L’oozaru spalancò le fauci e si preparò a caricare il colpo: gli occhi scarlatti seguivano attentamente gli spostamenti velocissimi della divinità, segno che l’essere spaventoso non aveva perso il senno e che tutto era stato perfettamente calcolato dal principe dei Saiyan, che riusciva a governare la mutazione sin da quando era un ragazzino.
Aprì le mani a ventaglio e fece partire un’onda smisurata, che saettò portentosa in direzione dell’avversario e non accennò a spegnersi.
L’Hakaishin decise di non schivare e contrattaccò, rispondendo con un frangente di energia distruttiva che fece tremare il pianeta.
Il globulo incandescente vibrò tra i due contendenti e poi sfuggì al loro controllo, schiantandosi contro un’altra delle lune e facendola esplodere. Le schegge volarono al suolo, piovendo pesantemente sulla barriera creata da Whis, che fissò la scena contrariato.
La belva si lanciò nuovamente all’attacco e Lord Beerus produsse un secondo Hakai, che venne evitato con estrema facilità dal bestione, nonostante la mole. Il colpo si riversò al suolo, spaccando la crosta erbosa e creando un’immane voragine.
Il dio della Distruzione osservò il cratere con una certa inquietudine e rivolse gli occhi dorati all’oozaru, cercando inutilmente un punto debole: l’essere era perfettamente in guardia e non accennava alla resa. Le pupille feline si dilatarono e misero a fuoco l’obiettivo.
“Facciamola finita” disse con un sorriso glaciale.
 
La terra tremava e si spaccava intorno al buco creato dall’energia, minacciando di fagocitare il pianeta in un’implosione inarrestabile.
“Maestro!” gridò Bulma, reggendosi a stento in piedi.
Whis alzò il bastone e la roccia sotto di loro si sollevò, distanziandoli di qualche passo dal suolo scosso dal terremoto, ma non accennò ad intervenire nello scontro.
 
Lord Beerus creò il terzo globo violaceo e lo lanciò contro lo scimmione a velocità supersonica: questi si scostò e fece per reagire, ma la sfera si restrinse, rallentando, e si spezzò in due, prendendo la creatura alla sprovvista.
L’oozaru si spostò, girandosi per evitare le energie gemelle divergenti e il doppio colpo raggiunse il suolo, producendo altri danni.
“Ti aspettavo…” ringhiò il dio della Distruzione tra i denti, fiondandosi implacabile alle spalle del contendente.
 
“Insomma, Beerus-sama!” si spazientì finalmente Whis “Vuole far saltare per aria il suo stesso pianeta?”
 
L’Hakaishin calò, avvolta dall’aura violacea, la mano di taglio sulla belva e le tranciò la coda di netto.
Con un ruggito feroce lo scimmione lanciò un ultimo fascio di ki, che venne respinto verso il basso con un boato assordante. Le dimensioni della creatura, urlante di rabbia, iniziarono a ridursi drasticamente verso un aspetto più umano, che andò rapidamente recuperando le fattezze di Gogeta.
Perse la forma Blue, inequivocabile segnale che la sua energia spirituale era definitivamente esaurita. Poi la fusione si sciolse: Vegeta e Goku si separarono con uno schiocco e vennero catapultati a terra a poca distanza.
Lord Beerus sovrastò i due Saiyan, una nuova sfera distruttiva tra le dita, implacabile, mentre sotto di lui il pianeta piramidale tremava e si contorceva per l’ultima botta ricevuta.
“Maledizione…” esalò il principe, nell’inutile tentativo di rialzarsi, completamente privo di forze, con il sangue che sgorgava dalla ferita alla schiena.
“Vegeta…” rantolò Goku, trascinandosi verso di lui, un’identica macchia rossa che si allargava sotto il bordo dei pantaloni laceri “Non voglio arrendermi…Non…”
“Kakarott…” ribatté lui con il medesimo sguardo invitto “Non riesco più a muovermi…”
“Neppure io…” ammise il primo, faticando anche a dare il fiato “Che dire, ce l’avevamo quasi fatta! È stato un combattimento bellissimo!”
Chi!” sbuffò il compagno “Tu sei felice anche quando perdi?”
Goku rise di gusto, portandosi una mano alle costole, che gli dolevano incredibilmente.
Vegeta sogghignò a sua volta, conoscendo bene la risposta.
“Lo racconteremo a re Enma, Kakarott”.
“Mi spiegate che cosa avete da ridere?!” sbottò Lord Beerus, preparandosi a lanciare l’attacco finale “Siete sconfitti, preparatevi alla fine!”
Il globo scuro e minaccioso si allargò nella loro direzione.
 
“Vegeta!!” gridò Bulma disperata, saltando giù dalla piattaforma di pietra, abbandonando la barriera protettiva, catapultandosi in mezzo al caos di frammenti di roccia, crepacci vibranti ed energie in ebollizione, tentando di raggiungere l’uomo che amava.
“Bulma-san!” esclamò Whis, sgranando gli occhi davanti a quell’atto di incoscienza dettato dal cuore. Poi la sua attenzione fu catturata dall’Hakaishin, che stava per sferrare la sentenza definitiva, condannando a morte i due Saiyan, ma anche il corpo celeste.
Sparì in un battito di ciglia. Riapparì alle spalle della divinità, intralciando il suo colpo ultimo con il bastone piantato di traverso.
“Non le pare di aver esagerato, Lord Beerus? Guardi lo stato pietoso in cui ha ridotto il suo pianeta! Per non parlare delle lune!”
“Mi stai ostacolando, Whis” sibilò lui.
“Non mi costringa a usare la forza”.
Il dio della Distruzione fece rientrare il ki, soffiando, mentre attorno regnava la devastazione e tutto si stava incinerando in polvere cosmica e schegge.
 
Bulma raggiunse il principe e si buttò tra le sue braccia, incurante del mondo che si stava disgregando intorno a lei e degli esseri superiori che confabulavano in aria.
 
Quante volte l’aveva perso e pianto e aveva urlato il suo dolore al vento indifferente, alle stelle lontane, ai Kami… Non lo sapeva. Gli dei non avrebbero dovuto farli incontrare, se il loro destino fosse stato poi quello di essere divisi anche solo per un istante. Sarebbe andata a sputarglielo in faccia! Si sarebbe opposta a quel fato. No, neppure la morte li avrebbe separati, era una condizione che su di loro non aveva potere. Lei avrebbe combattuto, oh, se lo avrebbe fatto, non la conoscevano bene, forse! Non aveva paura, lei, la moglie del principe dei Saiyan, riconosciuta da lui come valorosa, coraggiosa tanto da donargli il un amore immenso, tenace tanto da accettare il suo in cambio.
Il suo sì a Vegeta comprendeva anche i momenti più disperati, ne avrebbe attesi altri, per tutta la vita, soprattutto ora che lui combatteva per amore altrui e non per soddisfazione personale. Al suo fianco, senza timore, in piena fiducia, con amore eterno.
“Vegeta!”
 
Le girava la testa in quell’apocalisse abbagliante che sollevava la polvere in turbini roteanti. Si strinse a lui, la sua certezza, la sua vita.
 
“Bulma…” sussurrò il principe guerriero “Mi dispiace, non sono riuscito a mantenere la promessa che ti ho fatto e ora... ora…di nuovo…”
“Vegeta!”
 
“Io ti sposo, Bulma, consegno la mia anima alle tue mani, il mio cuore al tuo abbraccio, il mio respiro al tuo amore. Non domando, ma offro. Non stringo la vita che mi appartiene, ma accolgo la tua, alla mia la lego da oggi e per sempre…”
“Io ti sposo, Vegeta, affido il mio respiro alle tue labbra, il mio cuore al tuo essere, la mia anima al tuo eterno amore. Non chiedo, ma dono. Non esisto senza di te, a te mi congiungo da oggi e per sempre… Per sempre… Per…”
 
“Vattene da qui, Bulma! Lord Beerus ti risparmierà, non è un assassino!”.
“Vegeta, amore mio…” gli disse lei, sfiorandolo “Ti prego, lasciami morire con te…”
Lui la strinse forte a sé e la baciò, affondando il viso contro il suo collo, sentendola tremare in quell’abbraccio che era l’ultimo soffio di vita loro concesso.
“Ti amo, Bulma… questo va oltre la morte…”
La ragazza sollevò gli occhi pieni di lacrime al viso di suo marito e faticò a metterlo a fuoco attraverso le gocce salate che le offuscavano la vista.
“I ciliegi…” mormorò.
“Come?” fece il Saiyan sorpreso, volgendo lo sguardo al finimondo di frammenti fluttuanti che vorticava nell’aria “Ti inganni, non sono petali, ma particelle di materia celeste”.
“No…” bisbigliò lei, nascondendo il volto contro il suo petto nudo e graffiato “E’ l’hanami… e tu mi hai chiesto di sposarti… io ti ho detto sì, Vegeta, perché ti amo…”
Il principe spalancò gli occhi, folgorato.
I suoi ricordi.
“Bulma…”
“Non ti perderò più, Vegeta, te lo giuro…”
 
“Che aspetti a riavvolgere il tempo, Whis? Un minuto sarà più che sufficiente per evitarci lo scimmione e il suo dirompente colpo finale”.
“Veramente è lei che ha fatto il danno, Lord Beerus, molto prima dei tre minuti di recupero che mi sono concessi!” lo rimproverò il tenshi, impermalito “Non servirebbe!”
“Che nooooia! Cosa suggerisci di fare, allora!?” brontolò la divinità seccata.
L’angelo batté lo scettro a terra e placide onde luminose si allargarono intorno a loro.
 
“Non farlo, Whis!” gridò Goku con tutto il fiato che gli era rimasto “Se riavvolgi il tempo, Bulma perderà nuovamente la memoria! Si è appena ricordata tutto!”
“Cretino, preferisci morire!?” tuonò Lord Beerus esasperato.
Whis rivolse lo sguardo al principe dei Saiyan, che stringeva al cuore la sua donna e lo fissava con quegli occhi fieri, determinati e privi di paura.
“Ah…” sospirò con un sorriso “Sì, loro preferirebbero morire in effetti, piuttosto che perdere… uno scontro, un ricordo o un amore, non importa.”
“Che vai farneticando?” borbottò il felino con le mani sui fianchi.
L’angelo sollevò in aria il lungo bastone.
“Whis! No!!” urlò Goku, battendo i pugni nella polvere “Dannazione! Non riesco a concentrarmi in questo caos e non ho più energie!!”
Troppo tardi per il teletrasporto.
Vegeta si strinse alla donna che amava.
   
 
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