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Autore: pokepony10    21/06/2018    1 recensioni
Dal capitoll 5
《 - è mai successo che un furry facesse da dominatore?-
- sarebbe impossibile,  ogni furry è destinato dalla nascita a diventare sottomesso,  se diventasse un dominatore sarebbe ricercato e poi condannato-
-e se fosse un furry che non ha ne coda ne orecchie ma che può trasformarsi nel suo animale senza problemi e lo facesse solo quando nessuno lo vede? -
- sarebbe un furry perfetto e non esisterebbero più i furry come lui,  verrebbero eliminati perché sono imperfetti.  I furry infatti sono esperimenti mal riusciti venduti come giocattoli sessuali per malati pervertiti o animali da compagnia-.》
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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POV Sara 
Mi vestì e andai in soggiorno.  Sul divano vi era seduta una ragazza dal caschetto castano che con un sorriso si presentò col nome di Mirka.  Simpatica a primo impatto e probabilmente una buona amica.  Mi parlò in generale del ruolo di mommy e a quel punto la tempestai di domande.  Il mio principale dubbio era quello di prendere un esame un furry come dominatore,  ma lei disse che era reato,  poi misi in mezzo la possibilità di una trasformazione completa e a quel punto si scurí in volto.  Mi raccontò la tragica e al quanto depravata storia dei furry,  umani che dopo aver subito un esperimento che li avrebbe cambiati per sempre, essendo imperfetti, venivano venduti. 

Accettai di fare da mommy ad Alexander e poi Accettai anche il lavoro da babysitter offerto da Mirka.  Lei se ne andò dopo aver compilato i documenti e mi raccomandò di badare al doggy.  - bhe,  sbaglio o ieri ti avevo promesso che saremmo andati a fare compere? Ti va di farci un giro? - gli chiesi e lui rispose scodinsolando.  Uscimmo e passammo in vari negozi, prima di tutto servivano vestiti. - come mi sta mommy?- chiese Alexander uscendo dal camerino con una maglietta a maniche corte e un jeans - vanno bene,  trova altre cose di queste taglie e avrai come me l'armadio per l'intera settimana- dissi. Prese 3 pantaloni e 5 magliette e io gli comprai un berretto per coprire le orecchie.  Il commesso a vedere me che cacciavo i soldi si sorprese e a me appena uscita mi scappò una risata che trattenni nascondendo il viso sul braccio di Alexander, lui mi fissò e mi sorrise divertito.  Passammo anche a comprare delle scarpe e per pranzo lo portai nella migliore pizzeria che conoscevo. 

-buona!  Non ne avevo mai mangiato una prima sai?- mi disse leccandosi le mani - si nota che ti piace- ridaacchia io pulendogli con un tovagliolo la bocca sporca di pomodoro.  Decidemmo di farci un giro in centro e rimanemmo a girare per le strade fino a che dal celo grigio non cadde qualche goccia di pioggia.  Dopo poco iniziò a piovere e noi ci ripsrammo sotto una fermata di bus. 

- guarda che pioggia!  Dobbiamo per forza aspettare che spiove - esclamai sbuffando. - a me invece non dispiace... - bisbigliò Alexander - perché? -  chiesi curiosa - perché è la stessa fermata dove ci siamo incontrati- mi disse Poggiardo la mano sulla mia. - sei fredda,  sicura che va tutto bene? -  disse stringendomi per riscaldarmi.  La mia testa poggiava sul suo petto e sentivo il suo cuore battere veloce - ora va di certo meglio- dissi alzando la testa per guardarlo negli occhi.  Dolci e lucidi,  mi persi in quel color nocciola tanto da rimanere incantata - c... Come mai mi guardi così mommy? -  mi chiese - hai dei begli occhi- dissi -  e il blu è il mio colore preferito- disse.  

Lentamente diventammo entrambi rossi e le nostre labbra si sfiorarono per poi perdersi in un dolce bacio.  Era tutto perfetto,  romantico e intimo,  poi uno sparo e Alexander cadde tra le mie braccia in un urlo di dolore.

POV Alexander 
Salutata Mirka, Sara propose di farci un giro, passammo per negozi vari come vestiario,  calzature e poi anche in una pizzeria.  Facemmo anche un giro in centro quando all'improvviso iniziò a piovere.  Ci riparammo sotto una stazione del bus,  quella dove l'incontrai per la prima volta.  La sentì lamentarsi della pioggia mentre io continuavo a pensare al giorno prima.  Era stato solo un puri caso e in 24 ore una ragazza era riuscita a farmi innamorare di se.  Amavo di lei il carattere deciso e allo stesso tempo dolce,  vendicativa e protettiva,  semplice ma a suo modo elegante,  tentatrice ma piena di pudore. Volevo parlare, volevo dirle tutto,  volevo ringraziarla e chiederle scusa per quei sentimenti improvvisi e forse inadatti per un sottomesso come me,  ma nulla,  nessuna parola uscì allora provai in altri modi. 

Appoggiai la mano sulla sua e quando sentì un brivido gelido passarmi dalla mano fino alla spalla la strinsi a me.  Era tutta fredda e la preoccupazione prese il posto della necessità di parlare,  iniziai a capire che il silenzio di quel abbraccio era ciò di cui avevo bisogno,  mi sarei accontentato nel silenzio dell'affetto che mi dava.  Lei poi alzò la testa e i nostri sguardi si incrociarono perdendosi a vicenda negli occhi dell'altro.

Quei occhi blu e i capelli platino, tutto ciò che vedevo mi faceva sentire nel posto giusto con la persona giusta, di colpo mi accorsi che la distanza tra di noi divenne nulla e con delicatezza anche le nostre labbra si scontrano in un bacio.  

Il mio cuore batteva veloce e sentì anche il suo battere forte,  all'improvviso un colpo più forte e subito capí che non era il suo cuore. 

 Un proiettile mi colpí la spalla e io in preda al dolore caddi tra le braccia di Sara in cerca di aiuto e protezione - non temere cucciolo,  prendi una maglia dalle buste e usala per fermare il sangue...  Io ti proteggerò-  disse Sara dandomi un'altro bacio rapido e poi si mise davanti a me.

- esci fuori! -  urlò - che coraggio per una ragazzina- disse un uomo uscendo dal nulla - coraggioso per uno che già ho messo KO tornare- disse lei andando gli in contro di corsa.  Io mi nascosi dietro la stazione e chiusi gli occhi perdendo leggermente i sensi.  

Quando li riaprì sentì un'altro sparo e un potente ruggito in risposta.  Curioso mi affacciai e notai in mezzo alla strada una grande e feroce tigre bianca che attaccava Pascal. Cercai con lo sguardo Sara e intravidi i suoi vestiti dietro un cespugno - spero stia bene- pensai mentre la tigre con un balzo saltò addosso a Pascal.  Con le unghie lo bloccò a terra facendolo urlare di dolore mentre le sue costole si spezzavano provocando un forte e secco CRACK.  Le urla di Pascal iniziarono ad essere singhiozzi e quando poi la tigre gli morse il collo, lui simise di agitarsi e la belva si tolse dal cadavere.
 
Il suo muso bianco era sporco di sangue e dopo aver compiuto il suo delitto si girò verso di me e con passo lento si avvicinò. Alzò una zampa e cacciò un grande e affilato artiglio,  io chiusi gli occhi e sentì un graffio dove ero stato scolpito e il suono di qualcosa cadere per terra.  Guardai il braccio,  era lacerato un po ma il proiettile era per terra mi leccò la ferita e poi se ne andò scappando in direzione del cespuglio di Sara.  

Mi tamponai la ferita e corsi verso Sara - Sara! Sara come stai? -  chiesi vedendola uscire da dietro al cespuglio mentre si aggiustava la maglia - sto bene...  Credo... - disse stringendomi a se,  cercai con lo sguardo la tigre ma era come sparita nel nulla - grazie al celo stai bene - dissi io baciandola senza controllarmi - s...  Scusa- dissi rendendomene conto - è tutto ok,  ora andiamo in ospedale che non sembra stare bene il tuo braccio- disse.

 Dopo un po arrivammo ad una clinica veterinaria e il mio sangue non smetteva di scendere - andiamo in clinica- disse Sara - ma sono un umano ora e non ho le forze di trasformarmi...- dissi dispiaciuto - è un'emergenza,  ti aiuteranno-, disse lei fiduciosa. Appena entrati ci venne in contro un'infermiera - posso aiutarvi? -  chiese - si,  è un'emergenza,  il ragazzo ha una ferita sul braccio,  c'è bisogno di disinfettare,  togliere eventuali corpi estranei e una sutura con punti,  se non c'è abbastanza personale posso aiutare nell'operazione- disse sicura di se Sara - venite da questa parte- disse l'infermiera. - ha qualche esperienza? -  chiese poi a Sara - qualche- rispose lei mettendosi i guanti.  Dopo qualche minuto iniziarono a cucire - no,  ti prego l'ago no... - la supplicai io - - non c'è anestetico qui quindi ti dovrai accontentare del ghiaccio -  disse poi l'infermiera, mi spruzzò del ghiaccio che diminuí la sensibilità e Sara mise il primo punto.  Cintinuarono così fino al 4 poi misero un grande cerotto e annunciarono che era tutto concluso.  

Stavamo per uscire quando un uomo entrò nella stanza e cacciò un distintivo - polizia!  Signorina esca,  dobbiamo parlare con i due ragazzi- disse e lei eseguí.
   
 
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