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Autore: PathosforaBeast    21/06/2018    2 recensioni
Ogni passo diventa una tortura e cercare di respirare normalmente diventa sempre più difficile.
Quando ti stendi c’è un vuoto accanto a te e sai di non poter cambiare nulla.
Non riesci a nascondere i singhiozzi.
[Mystrade]
[Questa storia partecipa alla challenge del gruppo: "Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart".]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lestrade, Mycroft Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Some nights.
 
 
 
A chi cade ma continua a puntare alle stelle.
 
Dai un’occhiata all’orologio. Sono passate le due già da un pezzo e non fai altro che girare per casa.
Lanci nel cestino la bustina di tè e vai a farti una doccia. L’aria è davvero irrespirabile.
Hai sempre amato l’estate. Anni fa avresti già imbracciato il borsone con un’abbronzatura che ti rendeva irriconoscibile. Non avresti mai lontanamente immaginato che ti saresti lasciato sfuggire tutto quel sole, tutto quel mare per restare rinchiuso in casa tra lavoro e ventilatore, pregando che arrivi Natale o qualche ora di pioggia. Tutto per lavare via quest’afa che non ha fine.
La pila di asciugamani non fa altro che aumentare e non perdi neanche tempo cercando di rivestirti. Sarebbe da pazzi tenersi anche un solo strato di stoffa addosso.
Attraversi il corridoio e ti appoggi allo stipite della porta.
Le lenzuola sono sfatte e i vestiti sono delle macchie disordinate sul pavimento.
Ogni passo diventa una tortura e cercare di respirare normalmente diventa sempre più difficile.
Quando ti stendi c’è un vuoto accanto a te e sai di non poter cambiare nulla. Vorresti correre, uscire ed urlare quanto tutto sia ingiusto ma ti ritrovi ad occupare la sua parte del letto affondando il viso nel cuscino che porta ancora il suo profumo.
Non riesci a nascondere i singhiozzi.
 

Non avresti mai pensato di prendere questa lontananza così male. Più di due settimane fa, Mycroft ti diceva che avrebbe dovuto lasciare il paese “per questioni lavorative” e tu rispondevi ad ogni sua stretta tremante, ad ogni sguardo preoccupato con un bacio ed un sorriso. Avete fatto l’amore e vi siete promessi che nessun chilometro a questo mondo avrebbe annullato ciò che provate.
Tu appartieni a lui e lui appartiene a te.
 
 
Prendi il cellulare, picchiettando le dita sullo schermo.
Non sai se è già in piedi, a qualche riunione o è impazzito pensando a che cosa tu stessi facendo. Lì, seduto nella sua camera d’hotel a fissare una porta che non è la tua, stretto nella fragile speranza di rivederti ogni volta che qualcuno bussa e non ritrovarti mai. Per l’ennesima volta non sei tu.
Quante volte l’avrai visto a letto, con il portatile poggiato sulle ginocchia? Riesci quasi a sentire quella ruga che gli si forma sulla fronte distendersi sotto il tuo tocco ogni volta che ti vede. E ora chi sarebbe stato lì a farlo sorridere? Chi lo avrebbe aiutato a togliere quella giacca che deve  nascondere i suoi difetti inesistenti?
Ti mordi il labbro inferiore. Una foto non sarà nulla di scandaloso (non questa, almeno).
Metti a fuoco, le pareti  si illuminano per la luce del flash. Aggiungi una sola, disperata parola.
manchi. xxx
La spunta diventa quasi immediatamente azzurra e i battiti del tuo cuore si triplicano in un solo istante.
Le notti senza di te non sono altro che giorni tappezzati di blu. Ti amo.”
Accarezzi il cellulare e in un momento di pazzia inizi a pensare che se provassi a baciare quel messaggio, il calore delle tue labbra potrebbe arrivargli al cuore. Lo fai.
Un altro messaggio vibra sotto le tue labbra.
Manchi terribilmente anche a me.”
E con un sorriso che spazza via tutte le incertezze, lo chiami.
Myc, recupereremo tutto il tempo che ci è stato rubato, stanne certo”.
Le sue lacrime di gioia ti scaldano il cuore.






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Questa storia partecipa alla challenge del gruppo: "Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart".
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prompt 8/26:    
/sfó-go/  Manifestare con atti o con parole sentimenti o stati d’animo precedentemente repressi o controllati; dare sfogo alle lacrime, alla tristezza, all’allegria; uno sfogo di rabbia, d’ira; avere bisogno di uno sfogo

 
   
 
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