So far away
Still I felt the music near
Like the first time we were ever here
You’re so far away so
far away
You left me
You told me you would stay
You never said goodbye and
I keep wondering why…
(“So far away” – Roxette)
Inadu
era stata distrutta.
Il
suo spirito era stato imprigionato tramite gli incantesimi di un’antica strega
dentro un pendaglio di onice nera, racchiuso poi in una scatola d’argento e
consegnato da Vincent nel piano ancestrale al capo degli Anziani.
Le
quattro ossa che di lei erano rimaste per secoli adesso non esistevano più: i
quattro custodi, Rebekah, Tristan, Klaus e Kol si erano recati presso il
vulcano Kilauea, in piena eruzione, per gettarvele
dentro e consumarle fino in fondo, in modo che, di lei, non restasse traccia
alcuna. Non era stata una cosa così semplice, però: affinché il sortilegio
fosse efficace e Inadu venisse davvero eliminata una volta per tutte non
bastava bruciare le ossa. I quattro custodi erano infatti stati accompagnati da
Vincent e Davina e, prima di gettare le ossa nella lava ribollente, avevano
dovuto trascorrere sette notti insieme a loro e seguire con attenzione tutti
gli incantesimi che vi avevano lanciato. Anche per questo era stato molto utile
il diario dell’antenata della strega Selene, nel quale non erano scritte solo
le formule magiche, ma anche le indicazioni particolareggiate di tutto ciò che
doveva essere fatto. I quattro custodi, Davina e Vincent avevano dovuto
attendere l’ultimo quarto di luna calante prima di dare inizio ai sortilegi e
poi attendere ancora una delle eruzioni più violente prima di buttare le ossa
nella lava.
Tutto
ciò era stato indispensabile affinché l’eliminazione di Inadu fosse davvero
definitiva, ma aveva richiesto molto tempo e pazienza e, alla fine, Tristan e
gli altri erano dovuti rimanere lontani da New Orleans per più di tre
settimane.
Nel
frattempo, a villa Mikaelson era rimasta solo Freya. Klaus e Cami si erano
recati a Mystic Falls insieme a Elijah per salutare Hayley, raccontarle le
ultime belle novità e rivedere finalmente Hope, che adesso aveva quasi nove
anni e frequentava con entusiasmo la scuola per giovani streghe creata da
Alaric e Caroline. Almeno per un paio di settimane, almeno, tutti loro
avrebbero potuto fingere di essere una famiglia come tutte le altre.
Tristan
non era stato affatto contento di lasciar andare Elijah a trovare Hayley e
tanto meno che restasse a Mystic Falls tanto tempo: quella squallida lupa
avrebbe sicuramente usato tutte le sue moine e smorfie per cercare di
riconquistarlo e, chissà? Approfittando della presenza di Hope e del legame di
Elijah con la bambina avrebbe anche potuto riuscirci.
“Sei
assurdo e infantile, Tristan” gli aveva detto Elijah in tono severo, il giorno
prima della partenza. “Inoltre mi infastidisce molto che tu abbia questa bassa
opinione di Hayley. Se, come pensi tu, avesse voluto sedurmi, avrebbe potuto
farlo senza aspettare che io, per caso, avessi delle giornate libere da
trascorrere a Mystic Falls. Devi smetterla di pensare sempre male di lei.”
Tristan
non aveva insistito e si era chiuso in un mutismo risentito e ostinato. Certo,
come al solito Elijah difendeva la sua principessina dei lupi… già questo
dimostrava quanto lui avesse ragione a temerla. Ma ormai cosa poteva farci? A
quanto pareva Elijah aveva già archiviato i mesi passati con lui a Marsiglia
come una specie di vacanza e adesso voleva tornare a occuparsi a tempo pieno
della sua famiglia, magari proprio con Hayley. Tristan cominciava a pensare che
fosse inutile combattere, era stanco e sempre più sfiduciato…
Eppure
a Mystic Falls il problema non fu affatto Hayley, che anzi si era ritrovata con
vecchi amici e sembrava quasi non nutrire più grande interesse per Elijah. A
Mystic Falls erano accadute due cose che, unite insieme e crescendo a poco a
poco, avrebbero provocato nuovi e distruttivi conflitti tra Elijah e Tristan e
immense sofferenze per entrambi.
Nella
notte in cui, alle Hawaii, i quattro custodi con Vincent e Davina erano pronti
per gettare le ossa di Inadu nella lava incandescente, eliminandola per sempre,
la malefica creatura si era ancora una volta infiltrata nei sogni di Elijah per
avvelenare la sua mente. Gli era apparsa con il manto nero ormai quasi
trasparente, segno del fatto che stava perdendo ogni energia, ma aveva
pronunciato poche frasi che avrebbero rappresentato la sua vendetta.
“Hai
scelto di sfidarmi, Elijah Mikaelson, e forse ora credi anche di aver vinto”
aveva detto lei. La sua voce sembrava provenire da una distanza abissale. “Sì,
io sarò distrutta, ma la mia vendetta sarà talmente terribile che nessuno di
voi potrà mai dimenticarmi. Ciò che è accaduto finora è niente e la tua
famiglia sarà comunque distrutta, non da me, ma da colui del quale hai iniziato
sciaguratamente a fidarti: Tristan De Martel.”
“Dovrei
credere alle parole di un mostro come te e dubitare di Tristan, che in questi
anni ha fatto di tutto per salvare me e la mia famiglia? Per molto tempo non ho
avuto fiducia in lui e adesso me ne pento, perché così facendo l’ho fatto
soffrire. Non commetterò mai più lo stesso errore” aveva replicato Elijah,
deciso e indignato.
Inadu
aveva riso, ancora la sua risata spaventosa da ragazzina, ma stavolta sempre
più debole.
“Chiami
me mostro, ma fino a qualche tempo fa
il mostro era Tristan, secondo te” aveva risposto. “E forse avevi ragione a
pensarlo… Dici che lui ti ha salvato? Certo, perché sapeva benissimo che, se tu
fossi morto, sarebbe morto anche lui e non avrebbe potuto fare ciò che si era
proposto, ciò che ha sempre desiderato fare da quando è tornato a New Orleans.”
“Tu
non sai niente di Tristan, vuoi solo metterci l’uno contro l’altro per
indebolirci, ma ormai è troppo tardi, non ti servirà a niente, tra pochi giorni
sarai distrutta per sempre!”
“Certo,
so di non potermi salvare. Quindi che ragione avrei per mentirti? Sappi
soltanto che Tristan De Martel vuole corrompere e portare nella Strix coloro
che ritiene più forti e meritevoli: Marcel, probabilmente Hayley e… Hope. Hope
sarà la punta di diamante della nuova Strix, la più potente… e la più malvagia,
sotto la guida del tuo prezioso Tristan.”
“Non
è vero! Tu menti!” aveva gridato Elijah, e poi si era svegliato, sudato e
ansante.
La
mattina dopo, però, aveva dimenticato quel sogno e, assieme al sogno, aveva
dimenticato anche i momenti più felici e teneri trascorsi con Tristan a
Marsiglia. Quando si era incontrato con Klaus, Cami e Hayley per andare a
trovare Hope, gli era venuto spontaneo un pensiero, senza che sapesse da dove
si fosse originato: doveva tenere al sicuro sua nipote e anche Hayley. Anzi,
era un bene che loro vivessero a Mystic Falls, lontane da Tristan, almeno lui
non avrebbe potuto far loro del male.
Inadu,
prima di essere eliminata, aveva voluto vendicarsi di coloro che l’avevano
sconfitta con la forza del loro amore e aveva lanciato un sortilegio su Elijah
per distruggere quell’amore a poco a poco. Non ci sarebbe più stato bisogno di
lei, Elijah e Tristan si sarebbero straziati e lacerati a vicenda fino a morirne…
e lei sarebbe stata vendicata.
La
seconda cosa accaduta a Elijah a Mystic Falls era stato l’incontro con una
vampira di nome Antoinette. Si erano conosciuti una sera in un locale dove
Elijah era andato per festeggiare con Klaus, Cami e Hayley la definitiva
scomparsa di Inadu. In realtà Antoinette e Elijah si erano già conosciuti,
molti anni prima, ma il sortilegio di Inadu non gli permetteva di rammentarlo. Antoinette
si era avvicinata al gruppetto dei Mikaelson e aveva iniziato a parlare con
loro, sulle prime congratulandosi perché la loro famiglia era famosa tra tutti
i vampiri e adesso aveva guadagnato ancora maggior prestigio grazie
all’eliminazione di una strega millenaria… poi, nel corso della serata, aveva
parlato sempre di più con Elijah, allontanandolo dal resto del gruppo e
affascinandolo con molti argomenti e interessi che avevano in comune.
A
fine serata, si erano lasciati ripromettendosi di incontrarsi di nuovo molto
presto. Antoinette aveva spiegato a Elijah di aver scelto il modo di vivere dei
vampiri puristi, ossia aveva
rinunciato all’anello solare e viveva di notte. Per Elijah questo non era un
problema, anzi, avrebbe così potuto trascorrere tutto il tempo che voleva di
notte con lei per poi tornare ad essere disponibile per la sua famiglia, senza
togliere niente a nessuno. Gli era sembrata la soluzione migliore per tutti e,
più il tempo passava, più sentiva di avere molte cose in comune con Antoinette
e di essere sempre più legato a lei. Dopo che si era riunito con la sua
famiglia, aveva progettato di riprendere i rapporti con Hayley per il bene
della famiglia e di Hope e adesso l’incontro con Antoinette gli pareva un dono
del destino, la persona giusta al momento giusto. Non avrebbe mai dovuto
scegliere tra lei e la famiglia, perché avrebbe dedicato le sere e le notti a
lei e il resto della giornata a Hope e ai suoi fratelli e sorelle.
Sentiva
di aver finalmente trovato la pace.
Erano
trascorsi tre mesi e Tristan sedeva di nuovo al tavolino della pasticceria,
quel luogo che racchiudeva tanti ricordi di lui ed Elijah insieme, nel bene e
nel male. Adesso però era solo e sbocconcellava svogliatamente un croissant,
ripensando a tutto ciò che era accaduto e a come le cose fossero andate ancora
peggio di quanto aveva temuto il giorno del suo ritorno a New Orleans.
Lui
si era preoccupato di Hayley, ma lei, a quanto pareva, non rappresentava più
una minaccia, sembrava addirittura che avesse un certo interesse per qualcun
altro… Tristan non si era informato e non gliene importava nulla; se non era
più un ostacolo per lui, Hayley non significava più niente nel suo universo.
Adesso,
però, c’era Antoinette.
E
lei era diversa, non era una ragazzina viziata e prepotente come Hayley. Era
una donna, una vampira che seguiva l’esempio dei vampiri più antichi, che aveva
classe, cultura, conoscenze, raffinatezza e buon gusto. Era elegante e si
mostrava sempre gentile.
Insomma,
aveva tutte le doti che potevano attrarre veramente Elijah e legarlo a sé per
sempre. Inoltre, cosa che lacerava come una spina il cuore di Tristan,
dimostrava di amarlo sinceramente. Il Conte De Martel l’aveva incontrata solo
un paio di volte, ma non aveva potuto fare a meno di notare lo sguardo di lei:
anche i suoi occhi si illuminavano quando guardava Elijah, esattamente come
accadeva a lui e come invece non era mai successo a Hayley. La piccola cagnetta
guardava Elijah in modo arrogante, da presuntuosa qual era, come un oggetto che
le apparteneva e che doveva mostrarsi esattamente come lei lo voleva; al
contrario, lo sguardo di Antoinette era quello di una donna veramente innamorata,
che comprendeva e accettava il suo uomo e lo voleva così com’era.
Tristan
sospirò malinconicamente e si arrese, posando il croissant sul piattino. Quel
giorno le dolcezze delle migliori pasticcerie di New Orleans non avrebbero
potuto contrastare l’amarezza che sentiva dentro e che cresceva ogni giorno di
più.
Elijah
non gli aveva detto niente di sgarbato, non si era mostrato scortese con lui,
anzi lo aveva invitato a restare nell’appartamento che gli era stato destinato
a villa Mikaelson, come se fosse diventato, all’improvviso, un membro della
famiglia acquisito esattamente come Marcel o Davina. Quando era tornato da
Mystic Falls gli aveva parlato subito di Antoinette e di ciò che cominciava a
significare per lui e, poco tempo dopo, gliel’aveva presentata, come se fossero
stati vecchi amici e non ci fosse mai stato nulla tra loro.
Il
Conte De Martel pagò il conto e uscì dal locale, mesto e silenzioso,
percorrendo senza una meta i viali della città, senza nemmeno vedere le folle
festose che si divertivano e i turisti che ammiravano i palazzi e l’originalità
delle strutture di New Orleans.
Si
chiedeva cosa ne sarebbe stato di lui adesso, cosa avrebbe dovuto fare.
Elijah
sembrava perfettamente felice e appagato con Antoinette, come se avesse
incontrato finalmente la persona giusta per lui… ma c’era qualcosa di strano.
Era come se avesse dimenticato tutto ciò che di più intimo e tenero c’era stato
tra loro, tanto che, quando gli parlava, lo trattava per la prima volta da suo
pari, come se fosse stato Klaus o un altro membro della sua famiglia; da un
lato gli riconosceva la dignità di sua prima Creatura e, quindi, pareva
considerarlo come un fratello acquisito, un po’ come Klaus faceva con Marcel…
dall’altro, però, Tristan credeva di aver notato negli occhi di Elijah un’ombra
che non vedeva più da anni ormai, l’ombra del sospetto e della sfiducia. Certe
volte il giovane Conte si sentiva sorvegliato, come se il suo Sire si
aspettasse una mossa falsa da un momento all’altro, esattamente come accadeva
al suo primo arrivo a New Orleans, ormai sei anni prima. Quei sospetti, quella
sfiducia, quella tendenza a pensare sempre il peggio di lui che, alla fine, lo
avevano fatto finire nel container, in fondo all’oceano, perduto in un’agonia
senza fine.
Tristan
non comprendeva, poiché non poteva sapere che il veleno di Inadu agiva ancora
nella mente di Elijah e lo portava a tenerlo d’occhio, a spiare ogni suo atto,
in attesa del segno che avrebbe rivelato i piani diabolici che aveva
progettato.
Non
poteva nemmeno sapere che Elijah si era confidato con Antoinette proprio a
proposito dei suoi dubbi e sospetti e che lei, ben contenta di poterlo
allontanare dall’unico che riteneva un potenziale pericolo per la sua relazione
con l’Originale, aveva soffiato sul fuoco, sottolineando gli strani
comportamenti di Tristan e consigliando all’amante di tenere continuamente la
situazione sotto controllo, pronto ad agire in caso di bisogno.
La
vendetta di Inadu si stava drammaticamente compiendo e aveva trovato in
Antoinette un’involontaria quanto efficace alleata. Si prospettavano giorni
terribili per Tristan, il suo mondo stava per crollare e lui non poteva nemmeno
immaginare quante sofferenze avrebbe dovuto patire.
FINE