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Autore: DesiKookie93    24/06/2018    2 recensioni
Scopri una verità che i tuoi genitori ti hanno nascosto fin da quando eri piccola... pensando di farlo per il tuo bene...
Come la prenderai?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PoV You


Non appena tornai a casa, portai subito la mia valigia in camera, e mi chiusi dentro.

Non volevo parlare con mia madre in quel momento, perchè parlare con lei, mi avrebbe ricordato nostro padre, e il fatto che se n'era andato chissà dove con Jungkook.

Mi sdraiai sul letto, chiudendo gli occhi per qualche minuto, poi li riaprii, con l'intenzione di prendere il telefono, ma spalancai gli occhi sorpresa.

Infatti, non avevo nemmeno fatto in tempo a prenderlo, che questo si mise a suonare, e guardando lo schermo, vidi che era una chiamata da parte di Yoongi.

- P-Pronto? - dissi, e per un attimo mi tremò la voce, ancora sorpresa.
- Y/N. Va tutto bene? - chiese lui, e percepii una nota preoccupata nella voce.
- Sì, certo. Come mai mi hai chiamata? - dissi, non me la sentivo di parlare di quello che era successo al telefono.
- Jimin mi ha chiamato poco fa dicendomi che aveva appena sentito Jungkook e gli era sembrato strano... è successo qualcosa tra voi due? - mi disse.

Io a quel punto non risposi, mi si bloccò il respiro in gola mentre tutto quello successo con mio padre durante quei pochi giorni tornava alla mente.

- Y/N...? - mi chiamò Yoongi, dopo qualche minuto in cui non rispondevo.
- Yoongi... Posso... Venire a casa tua...? - chiesi con voce tremante, mentre sentivo gli occhi diventare lucidi.

Non volevo mettermi a piangere, ma le lacrime stavano iniziando ad uscire incontrollate.

- Sono in giro. Se mi dai due minuti sono a casa tua. - disse lui, e sentii che la sua voce ora era molto preoccupata.
- Mmh... - risposi, asciugandomi il viso con il dorso della mano.

Lui riattaccò qualche secondo dopo, così io cercai di riprendermi almeno un po' prima di uscire dalla mia camera e scendere al piano di sotto.

Non volevo farmi vedere da mia madre con le lacrime agli occhi, o ancor meno da Yoongi non appena mi venne a prendere.

Non appena scesi l'ultimo scalino, il campanello suonò, ed io andai ad aprire, trovandomi lo sguardo di Yoongi a fissarmi.

- Chi... Oh, ciao Yoongi. - disse mia madre uscendo dalla cucina, curiosa di sapere chi avesse suonato.
- Buongiorno signora. - salutò Yoongi, per poi tornare a guardarmi.
- Mamma, vado a casa di Yoongi, non sò per che ora torno. - dissi, girandomi verso di lei per avvisarla.
- Certo, vai pure. - disse lei, rivolgendomi un sorriso, per poi salutare di nuovo Yoongi e tornare in cucina.
- Andiamo? - mi chiese Yoongi, senza togliere lo sguardo da me.

Io annuii semplicemente, così uscimmo dalla casa, ed io mi chiusi la porta alle spalle.


Arrivati a casa sua, appena entrammo in casa e lui chiuse la porta dietro di sè...

- Ha combinato qualcosa Jungkook? - chiese, facendomi bloccare sul posto e girarmi verso di lui.
- In... che senso... ha combinato qualcosa lui? - chiesi, leggermente spaesata dalla sua domanda.
- Non mi sembra di averlo visto a casa tua... era come se ci foste solo tu e tua madre... e con Jimin non è di sicuro, dato che lui mi ha chiamato. - spiegò, guardandomi fisso.

Quando mi guardava in quel modo, era per capire cosa avessi, e per essere sicuro che non gli dicessi qualcosa di falso, qualsiasi cosa fosse.

Era il suo modo per farmi parlare, per poi cercare di aiutarmi, se poteva fare qualcosa.

Io iniziai a torturarmi le mani, abbassando lo sguardo, e mordendomi nervosamente il labbro inferiore.

Quel suo sguardo mi metteva sempre un po' in soggezione, a disagio.

Ovviamente, io non gli avrei mai mentito, con lui non ce l'avrei mai fatta.

- Y/N... non voglio forzarti a parlare, lo sai. Ma sai anche che non mi piace per niente vederti così. Se è successo qualcosa, sai che con me ne puoi parlare. - mi disse avvicinandosi a me, parlando con un tono basso, e accarezzandomi la guancia, come per rassicurarmi.

Io rimasi per un po' a bearmi di quel suo tocco, perchè era in grado di calmarmi, poi lentamente, alzai lo sguardo su di lui.

- È tutta colpa di mio padre. - dissi con un filo di voce.



PoV Jungkook


Quando seguii mio padre fuori dall'aeroporto, salimmo su un taxi, e non sentii nemmeno dove saremmo andati.

L'unica cosa a cui stavo pensando in quel momento era Y/N.

Non sopportavo il fatto di starle lontano, e di vederla così triste, soprattutto se la colpa della sua tristezza in parte ero io.

Dopotutto, se non provassi questi sentimenti per lei, sarei solo un fratellino normale, e nostro padre adesso non ci starebbe separando... di nuovo.

Non appena arrivammo al luogo che mio padre disse al tassista, io scesi dalla macchina, rimanendo senza parole.

Quella che mi ritrovai davanti era una villa, non molto grande, ma la più bella che avessi mai visto.

- Vuoi restare lì imbambolato per sempre, o vuoi entrare? - la voce di mio padre arrivò dura alle mie orecchie, e mi riscosse dai miei pensieri.
- Non avevate i soldi per mantenere me e Y/N insieme, e poi hai questa casa? - risposi, guardandolo storto.
- È la casa di un mio collega. Lui non la usa mai, così me l'ha data, ma sapendo la mia situazione finanziaria, non gliel'ho comprata, ma gli dò qualcosa ogni mese. E comunque non sono affari tuoi. - disse, per poi girarsi e dirigersi verso la porta d'entrata.

Stavo per rispondere di nuovo, tanto ormai era inutile non farlo, quando il mio telefono prese a suonare.

- Pronto? - dissi, e il mio tono risultò brusco.
- Jungkook! Sono Jimin, che succede? - chiese, e notai una nota sorpresa nella voce.
- Scusa, hyung, non è un buon momento adesso. - dissi, passandomi la mano libera tra i capelli, scompigliandoli leggermente, mentre sospiravo per cercare di calmarmi.
- Oh, mi dispiace. Siete tornati? -
- Sì... adesso... - risposi, mordendomi il labbro inferiore.
- Ti va se ci vediamo tra un'oretta? Balliamo un po' e poi mi racconti com'è andata. - disse Jimin, e capii che aveva intuito che qualcosa non andasse.

Dopotutto era pur sempre il mio migliore amico, e la persona che mi capiva di più.

Oltre a Y/N.

- Mi dispiace, hyung, oggi non ho proprio voglia. Facciamo un'altra volta? - dissi, sperando che non ci rimanesse troppo male.
- Oh... va bene, non preoccuparti. Allora ci vediamo a scuola domani. - disse lui.

Dopo averlo salutato, spensi la chiamata, ed entrai in casa.

Anche se avessi voluto andare da Jimin, non sapendo dove mi trovassi in quel momento, non avrei nemmeno saputo da che parte andare per raggiungerlo.
Non volevo che sapesse che non ero più a casa con Y/N, almeno non per il momento, o avrebbe iniziato a riempirmi di domande, ed io in quel momento non volevo pensarci.

Mio padre mi mostrò la camera che avrei dovuto occupare, così entrai subito, chiudendomi la porta alle spalle.

Non sarei uscito da quella camera per nessun motivo al mondo, se non lo stretto necessario.
Nonostante fossi curioso di vedere il resto della casa, non volevo rischiare di incrociare anche solo di striscio mio padre, preferivo stare in camera.

La mia stanza era poco più grande di quella che avevo nella nostra casa, ma dato che aveva pochi mobili, sembrava molto più grande.

Mi avvicinai alla finestra, e notai che dava sul piccolo giardino dietro casa.

Non era molto grande, ma notai che in un angolo di quel giardino, c'era quella che doveva essere una piccola serra, e mi chiesi se il proprietario la usasse.
Mi piacevano i fiori, e adoravo il loro profumo, quindi decisi che dopo aver sistemato un po' le mie valigie, sarei andato a darci un'occhiata.

Era quasi il tramonto quando scesi al piano di sotto.

Avevo volutamente saltato il pranzo, non volendo vedere mio padre, quindi nemmeno mangiare insieme a lui.

Questo mi fece pensare a Y/N quella volta che andai a chiamarla per cena, e la trovai addormentata.
Non volendo svegliarla, ero rimasto a coccolarla, e poi era stata lei ad aprire gli occhi, e notare che l'ora di cena era passata da un po'.

Ricordo ancora come si era affrettata a scendere al piano di sotto, scusandosi di avermi fatto saltare la cena, quando in fondo lei non c'entrava nulla.
Ero stato io a restare lì con lei, quindi perchè scusarsi?

Quel pensiero mi fece scappare un sorriso.
Chissà cosa stava facendo in quel momento...

Controllando che mio padre non fosse nei paraggi, uscii di casa, dirigendomi alla piccola serra nel giardino dietro di essa.

Appena entrai, vidi che non era così piccola come poteva sembrare da fuori, ma comunque non era nemmeno enorme.
Quel posto mi fece sentire tranquillo, mi donava pace.

Iniziai a girare, guardando tutte le piante che c'erano, finchè non notai un piccolo buco.
Era una piccola zolla di terra dove non c'era piantato assolutamente nulla, ed essendo posizionata in fondo alla serra, era anche un po' nascosto.

Mi chiesi se avrei potuto piantare qualcosa io in quel punto...

Ma sarei riuscito a trovare i fiori che volevo piantare?


Tornai in casa quando il sole ormai era quasi scomparso completamente, continuando a pensare a quei fiori.

- Dove sei stato? - chiese mio padre, uscendo dalla cucina non appena varcai la porta di casa.
- Nella serra in giardino. Credevi che fossi scappato di casa? - gli risposi, guardandolo storto.

Solo lui riusciva a cambiarmi l'umore nel giro di due secondi.

- Come se potessi. Non sai nemmeno dove ci troviamo. - disse lui, facendo un sorrisetto strafottente.
- Mi accontenterei di qualsiasi posto, basta che sia lontano da te. - risposi, iniziando ad avviarmi verso le scale.

Avrei saltato anche la cena quel giorno.

- Allora perchè non vai? Non hai nulla da perdere ad andartene lontano da noi, no? - disse lui, guardandomi.
- Y/N. - dissi semplicemente.
- Cosa? - chiese lui, iniziando ad alzare la voce.
- Chi mi assicura che se me ne vado non farai qualcosa a Y/N? Tipo tenerla relegata in casa senza farla uscire, solo per evitare che mi veda? E poi, perchè proprio tu mi dici di uscire da questa casa? È vero, non ho la più pallida idea di dove siamo, ma sei così sicuro che se uscissi da qui, non ne approfitterei per tornare da Y/N? Non c'hai pensato? - dissi, con un ghigno soddisfatto.

Sapevo che quello che stavo dicendo era solo la verità, e probabilmente, lui era sicuro che non sarei tornato da Y/N, non dopo il casino che stava succedendo per colpa mia.

- Non lo faresti. - disse lui infatti.
- Perchè non dovrei? -
- Torneresti da lei come se nulla fosse? Dopo il casino che hai combinato? -
- Sei tu la colpa di questo casino. Se ti interessasse di più quello che pensano e provano i tuoi figli, invece di pensare a cosa penserebbero gli altri per il tuo stupido orgoglio, non saremmo in questa situazione. - dissi, per poi salire le scale e dirigermi in camera, non volendo parlare ancora con lui.



PoV You


Io e Yoongi eravamo nel suo studio, seduti davanti alla sua scrivania.

Gli avevo raccontato tutto quello che era successo da quando eravamo partiti.
Il cambiamento d'umore di mio padre già dal primo giorno, la scenata che aveva fatto quando ero tornata dal centro commerciale con mia madre e avevo visto il labbro spaccato di Jungkook, quando eravamo scappati di casa e abbiamo passato i giorni fino a capodanno senza vedere i nostri genitori, a quando siamo tornati a casa e lui aveva detto che saremmo stati divisi non appena scesi dall'aereo, e quando tornai a casa.

Il tutto lo avevo raccontato con le lacrime agli occhi.
Il solo pensiero di quello che era successo faceva male, quindi raccontarlo addirittura ad alta voce, era anche peggio.

Yoongi mi ascoltò in silenzio, senza interrompermi nemmeno una volta, sapendo quanto mi facesse male quella situazione, e per tutto il tempo, mi aveva tenuto una mano tra le sue, accarezzandola.

- Certo che non pensavo che tuo padre fosse così attaccato all'orgoglio, da ignorare completamente quello che provano i figli. - disse qualche minuto dopo che finii di parlare.

Io non risposi, non sapendo cosa dire, e tenni lo sguardo basso.

- Quindi adesso Jungkook vive in un'altra casa? - chiese lui, parlando sottovoce.

Io annuii, mordendomi il labbro inferiore.

- Hai idea di dove possa averlo portato tuo padre? Sai se ha un'altra casa da qualche parte? - chiese ancora lui.

Io negai, continuando a non parlare.

Non avevo la più pallida idea di dove mio padre lo avesse portato, ma ero sicura che fosse lontano da qui, non avrebbe avuto senso altrimenti allontanarlo se era ancora qui vicino.

- Non credo sia una cosa tanto facile da far accettare a tuo padre. Ma prima o poi dovrà farlo, che lo voglia o meno. Non può tenervi lontano a vita, e se crede che i vostri sentimenti cambieranno tenendovi lontano l'uno dall'altra, beh, si sbaglia di grosso. Sai come si dice no? La distanza aiuta a rafforzare i rapporti. E quello che provate tu e Jungkook l'uno per l'altra, è un sentimento troppo forte per cancellarlo con una semplice distanza. - disse dopo qualche minuto, stringendo la mia mano tra le sue.

Io alzai lo sguardo su di lui, quelle sue parole erano bastate a calmarmi, e tirarmi un po' su di morale.
Anche se per il momento non potevano cambiare le cose.

Quelle parole non bastavano a far tornare Jungkook da me.
Quelle parole non bastavano a far cambiare idea a nostro padre, a fargli accettare quello che proviamo.

- Ti prometto che cercherò un modo per aiutarti a sistemare le cose. Sai che farei qualsiasi cosa per vederti sorridere di nuovo. - disse ancora lui, rivolgendomi il suo sorriso più caloroso.

Io ricambiai finalmente il sorriso, anche se ovviamente non ero poi così felice da sorridere, ma almeno lo ero un po' di più rispetto a prima.

- Ti va se pensiamo ad altro adesso? O vogliamo stare qui a deprimerci tutto il tempo? - disse lui sorridendo, cercando di sdrammatizzare.
- Scusa se sono così, non volevo rovinarti la giornata. - risposi io, fingendo di essere imbronciata.
- Ya! Lo sai che stavo scherzando. - rispose lui, pizzicandomi teneramente la guancia e sorridendo.

Io gonfiai le guance, ma non riuscii a nascondere un sorriso.

- Che vorresti fare allora? - chiesi, chiedendomi se avesse già preparato qualcosa.
- Hai dimenticato di avere un testo da scrivere? - disse lui, guardandomi alzando un sopracciglio.
- Un-Un testo? - chiesi, leggermente confusa dalla domanda.
- Ricordi il mixtape che avevi creato, e che io ti ho migliorato? Ti avevo detto di pensare ad un testo da scriverci, ma a quanto pare te ne sei completamente dimenticata. Anche se, dopo quello che è successo in questi mesi, non mi sorprende molto che non c'hai pensato. - disse, scompigliandomi i capelli con una mano.
- Scusa... - dissi, abbassando lo sguardo.
- Non scusarti. Non ti volevo mica obbligare a scrivere. Però, sai, potresti usare la situazione in cui sei adesso per scrivere... - disse, guardandomi fisso.
- In che senso? - chiesi, guardandolo.
- Beh, potresti scrivere qualcosa su quello che provi in questo momento. Sfogati. - disse lui semplicemente, girandosi verso il suo computer.

Io rimasi a fissarlo per qualche minuto, ripensando alle sue parole.

Forse aveva ragione.
Avrei dovuto usare quel testo come sfogo per la situazione in cui mi trovavo in quel momento.


Ero così presa dal pensare a cosa poter scrivere, e aver buttato giù alcune idee su alcuni fogli, che non mi accorsi che era ormai ora di cena, fin quando non me lo disse Yoongi.

- Resti qui a mangiare o vuoi tornare a casa? - mi chiese, posando una mano sulla mia sinistra, per attirare la mia attenzione, dato che ero completamente concentrata sui fogli.
- Cosa? - chiesi spaesata, alzando lo sguardo su di lui.
- Sei completamente concentrata sul testo? - chiese lui, sorridendo.

Io gonfiai le guance, imbronciata, e lui me ne pizzicò piano una, per poi alzarsi e dirigersi verso la porta dello studio.

- Preparo la cena per entrambi? - disse, voltando il viso verso di me prima di uscire.
- Sai cucinare? - chiesi, alzandomi a mia volta e andando verso di lui.
- Ya! Qualcosa sò farlo anche io! - disse lui, assottigliando gli occhi.
- Tipo il cibo già pronto da mettere nel microonde? - chiesi io trattenendo una risata.

Lui non mi rispose e uscì dallo studio, così lo seguii.

- Eddai, stavo scherzando. - dissi, raggiungendolo.
- Lo sò. Ma non ho voglia di perdere troppo tempo ai fornelli. - disse lui, iniziando a guardare il cibo contenuto negli scaffali in cucina.

Io lo guardai rovistare e tirare fuori qualcosa, mentre mormorava tra sè.

- Perchè non cucini qualcosa tu? - mi chiese dopo qualche minuto.
- Cosa? - chiesi, arrossendo leggermente.
- Che c'è? Tu sei brava a cucinare. - mi disse lui, guardandomi.
- Io... -

Mi sentivo in imbarazzo a cucinare a casa di qualcuno, e non avevo mai cucinato per Yoongi, o per un ragazzo in generale.

Beh, per un ragazzo sì.
Jungkook.

Mi morsi il labbro inferiore nervosamente, indecisa, poi decisi di accettare e mi diressi verso Yoongi, guardando gli ingredienti che aveva tirato fuori dalla dispensa e scaffali.

Iniziai così a cucinare, mentre Yoongi rimase a guardarmi tutto il tempo.

- Saresti una moglie perfetta sai? Non sono molte le ragazze della tua età che sanno cucinare. - disse lui, quando portai i piatti pronti al tavolo.
- Cosa? - dissi, avvampando per la sua frase. Ci mancò davvero poco che il piatto che avevo ancora in mano non mi cadesse per terra.
- Rilassati. Ho detto solo la verità. - disse lui, posando poi lo sguardo sul cibo e iniziando a mangiare.

Io rimasi qualche secondo a fissarlo, poi mi sedetti a mia volta, cercando di concentrarmi sul cibo, mentre sentivo ancora le guance in fiamme.

- Come va il testo? - chiese dopo qualche minuto di silenzio.
- Ho buttato giù qualche idea, ma nessuna mi convince completamente... - dissi, ripensando a quello che avevo scritto fino a poco prima.
- Tranquilla, non devi mica finirlo entro oggi. E poi, le cose fatte troppo in fretta sono quelle che escono peggio. - disse, guardandomi.
- Lo sò, ma vorrei pensarci ancora un po'. Ti scoccia se provo ancora a scrivere qualcosa? - chiesi, leggermente imbarazzata.
- Certo che no. Ma per che ora vorresti tornare? Non voglio far preoccupare tua madre. Non mi sembra il caso adesso. - disse, controllando l'orario sul telefono.

Io a quella frase mi zittii.
Stando in compagnia di Yoongi, non avevo più pensato a mia madre, e nemmeno a quello che era successo con mio padre.

È vero che il testo che stavo scrivendo, parlava un po' di quella situazione, ma allo stesso tempo, era come se non stessi parlando della mia situazione, ma di quella di qualcun altro.

Per un po', mi ero estraniata dalla realtà, e questo lo dovevo solo a Yoongi.
Senza di lui, in quel momento sarei stata chiusa in camera mia, probabilmente a piangere pensando a Jungkook, e al fatto di non poterlo vedere o parlarci.

- Non vuoi tornare a casa? - mi chiese lui dopo qualche minuto, dato che non risposi.

Io feci no con la testa, abbassando lo sguardo.

- Non ho problemi se decidi di restare qui a dormire. Ma devi comunque avvertire tua madre. Dato la situazione in cui siete, non voglio che si preoccupi inutilmente. - mi disse, alzandosi a posare i piatti nel lavandino.

Io arrossii sentendo le sue parole.

Non ero mai rimasta a dormire da lui, nemmeno quando ero piccola, quindi mi sentivo in imbarazzo a farlo in quel momento.

- Non dire cose come "sicuro?" o altro! Lo sai che tu non mi disturbi affatto, quindi se vuoi puoi restare tranquillamente. - disse, tornando verso di me.

Io annuii ancora rossa in viso, e insieme tornammo nel suo studio.

Nel frattempo, chiamai mia madre, avvertendola che non sarei tornata a casa, e lei accettò subito la cosa, lasciandomi sorpresa.

Ero convinta infatti che avrebbe fatto storie, soprattutto perchè, anche se lo conosceva ormai da anni, dato che glielo avevo presentato quasi subito poco dopo averlo conosciuto, Yoongi era pur sempre un ragazzo.


Tornai a concentrarmi sul mio testo da scrivere, lasciando tutto il resto lontano dai miei pensieri, almeno per un po', e quando fummo troppo stanchi, io e Yoongi andammo a dormire.

Lui restò a dormire nel suo studio, come faceva sempre, quindi, essendo la sua camera la più vicina a lui, mi lasciò dormire nel suo letto.



PoV Jungkook


Quando mi svegliai il giorno seguente, iniziai a cercare su internet informazioni sul fiore che avrei voluto piantare in quel piccolo punto che avevo trovato nella serra il giorno prima, restando deluso quando lessi che era impossibile da trovare in natura, e che l'unico modo per ottenerlo, era piantare un'altro fiore, e modificarlo una volta cresciuto.

Scesi al piano di sotto, dirigendomi in cucina, dopo aver abbandonato il cellulare sul letto.

Non era mia intenzione scendere a fare colazione, ma il mio stomaco reclamava cibo dato che non ne riceveva dal giorno prima, e stava continuando a brontolare.

Mi preparai qualcosa di veloce, non volendo restare lì troppo tempo, ma non fui abbastanza veloce.

- Siamo mattutini oggi. - disse una voce proveniente dall'entrata della cucina.

Mi girai verso quella voce, sapendo benissimo a chi appartenesse, e lo guardai storto.

- Beh, dovrei andare a scuola oggi, e non ho voglia di arrivare in ritardo. - dissi a denti stretti.
- Muoviti a mangiare allora. Ti accompagno io prima di andare al lavoro. - disse lui, prima di uscire dalla cucina senza aggiungere altro.

Io lo guardai finchè non sparì completamente dalla mia vista, poi mangiai quello che mi ero preparato, e mi preparai per andare a scuola.

Solo quando salii in macchina mi venne in mente una cosa importante.

A scuola, avrei rivisto Y/N.

Papà poteva tenerci lontani quanto voleva, ma a scuola non poteva dividerci.

Questo pensiero fece nascere un sorriso sulle mie labbra, sorriso che però cercai subito di mascherare, per non mostrarlo a lui.
Speravo che lui non avesse pensato a questo piccolo, ma per me importante, dettaglio.

Appena parcheggiò la macchina fuori dal cancello della scuola, feci per scendere subito, ma venni bloccato.

- Dove credi di andare così di corsa? - mi disse lui, con quel suo tono duro.
- A scuola. Dove vuoi che vada? - dissi, fulminandolo con lo sguardo.
- Non prima di avermi dato il tuo telefono. - disse lui, allungando una mano verso di me.
- Cosa? - lo guardai ad occhi spalancati.
- Hai capito bene. Non ti lascerò sentirla nemmeno per telefono. Potrai vederla solo a scuola. E guai a te se ne approfitti di questo. Se scopro che ti avvicini troppo a lei, non verrai nemmeno più a scuola. - disse con tono duro. - E ora dammi il telefono. -

Io lo guardai qualche secondo, incredulo poi, alzando gli occhi al cielo, gli diedi il telefono e uscii dalla macchina, sbattendo così forte la portiera, che alcuni studenti che passavano di lì in quel momento, entrando anche loro a scuola, si girarono a guardarmi.

Iniziai a mormorare tra me e me, maledicendolo per quello che stava facendo.

Prima mi allontana da lei, e adesso mi ritirava anche il telefono e mi minacciava di lasciarmi a casa da scuola.

- Jungkook! - disse una voce non molto distante da me.

Io continuai a camminare, troppo preso dai miei pensieri, per accorgermi di essere stato chiamato, finchè una mano si posò sulla mia spalla.

- Jungkook! Ti vuoi fermare? - disse il proprietario di quella mano, che scoprii essere Jimin.
- Scusa, non ti avevo sentito. - dissi, girandomi verso di lui.
- Tu non avrai sentito me, ma tutta la scuola ha sentito te. - disse lui, sghignazzando leggermente.
- Che vuoi dire? - chiesi, non capendo.
- Abbiamo sentito tutti che hai sbattuto la portiera della macchina di tuo padre. - spiegò Jimin.

Io mi sentii un po' in imbarazzo a quelle parole.
Non volevo attirare l'attenzione.

- Ti va di parlare oggi o... - mi disse Jimin, un po' titubante.
- Sì. Anzi, hyung, ho bisogno del tuo aiuto. - dissi, ricordandomi la ricerca che avevo fatto appena sveglio.
- Tranquillo, non hai che da chiedere. - rispose lui, facendomi l'occhiolino.

Venimmo interrotti dal suono della campana, così ci salutammo, ed io mi diressi verso la mia classe.

- Jungkooooook! Mi sei mancato. - disse una voce non appena entrai in classe.

Non feci in tempo a girarmi verso la voce, che mi ritrovai Yuna con le braccia avvinghiate al mio collo, che mi guardava maliziosamente.

- Che vuoi ancora? - dissi, mentre il mio sguardo guardava altrove.
- Cattivo! Non ti sono mancata nemmeno un po'? - disse lei fingendo di essere imbronciata, stringendosi di più a me.
- Neanche un po'. Ora scusami, ma voglio andare al mio posto. - dissi, appoggiando una mano sulla sua spalla, mettendo forse un po' troppa forza, e allontanandola da me.
- Ehi! - esclamò lei, prima di perdere l'equilibrio e finire con il sedere per terra.

Forse avevo davvero messo un po' troppa forza.

Mi diressi verso il mio banco e presi posto, notando quello in parte a me vuoto.

Pochi secondi dopo, sentii la porta della classe aprirsi, così mi girai subito, ma rimasi deluso quando notai che ad entrare era il professore.

Dov'era Y/N?

Iniziai a mordermi nervosamente il labbro, mentre mi passò per la mente l'idea di andare a casa, la mia vera casa, e controllare se ci fosse Y/N, e che stesse bene.
Non volevo restare a scuola senza vederla.

Quando stavo per alzarmi, deciso ad andarmene davvero, la porta si riaprì, mostrando Y/N con il fiatone.

- Mi scusi il ritardo, professore. - disse mentre cercava di riprendere fiato, chiudendosi la porta alle spalle.
- Tranquilla, vai pure al tuo posto. - rispose il professore.

Fortunatamente, era uno di quelli gentili, che qualche minuto di ritardo, purchè non fossero troppi, li perdonava.

Io non staccai un momento gli occhi da lei, nemmeno quando si sedette vicino a me e, sentendosi osservata, alzò lo sguardo su di me.

Quando il suo sguardo incontrò il mio, notai che arrossì, riabbassando subito il suo, e girandosi verso il professore.

Mi scappò un sorriso a quella vista, era sempre tenera quando si comportava così.

- Buongiorno cucciola. - le sussurrai all'orecchio, per poi posarle un bacio sulla guancia.

Lei spalancò gli occhi, arrossendo violentemente, e girandosi verso la finestra, per nascondere il viso.


Passammo le lezioni in silenzio, io cercavo di concentrarmi sui professori e quello che dicevano, anche se il mio sguardo continuava ad andare verso di lei.

Averla vicino a me, e non poterla minimamente stringerla, coccolarla e accarezzarla, era snervante, ma eravamo a scuola, quindi non potevo fare nulla.

Al'intervallo, andammo insieme a chiamare Yoongi, come facevamo di solito, e poco dopo ci raggiunse anche Jimin.

- Allora, cosa avete fatto durante le vacanze? - chiese Jimin, sorridendo.

Era l'unico di noi a sorridere però.

- Io nulla di che. Sono rimasto nel mio studio a lavorare. - disse Yoongi svogliatamente, facendo spallucce.
- Cosa? Non ci credo che non hai festeggiato in nessun modo il Natale. - disse Jimin, sorpreso.
- Di solito lo festeggio perchè Y/N mi obbliga a fare qualcosa. - disse lui.
- Ehi! Io non ti obbligo! - rispose lei, gonfiando le guance.

Quanto avrei voluto baciarla in quel momento.

- Mi piombi in casa dicendo di festeggiare insieme a te, e non mi lasci in pace finchè non accetto. Tu questo come lo chiami? - disse Yoongi, guardandola, ma poi vidi che sorrise.

Ero geloso della loro amicizia, lo ero stato da quando lo avevo conosciuto.

- Tu invece che hai fatto Jimin? - chiese mia sorella.
- Io e la mia famiglia siamo andati in montagna. Da lì si vede benissimo il cielo stellato. - rispose lui, con occhi sognanti.
- Non sapevo ti piacesse il cielo stellato. Piace moltissimo anche a me. - disse lei.
- Davvero? Allora un giorno potremmo vederlo insieme. - disse lui, ma si bloccò perchè gli avevo mollato una gomitata nel fianco.

Non avrei mai lasciato mia sorella da sola con lui, soprattutto di notte.

- Voi due invece che avete fatto? - chiese lui, mentre si massaggiava il fianco.

A quella domanda, io e mia sorella ci guardammo, pensando a quello che era successo.

E ora come dovevamo rispondere?
Non mi andava di raccontare lì quello che era successo.

- Niente di importante. Davvero. - disse mia sorella dopo qualche secondo di silenzio.
- Come niente? Siete andati in Corea. Non potete aver fatto "niente"! - rispose Jimin, girandosi verso di me, sperando gli rispondessi diversamente.

Usando solo lo sguardo, gli feci capire che più tardi gli avrei raccontato tutto, e questo bastò per zittirlo.

Quando finì l'intervallo, tornammo in classe, ed io rimasi tutto il tempo a guardare Y/N di nascosto.


Al suono dell'ultima campana, ci alzammo, e non appena uscimmo dalla classe, presi mia sorella per il polso, lasciandola sorpresa, e mi diressi verso il lato opposto rispetto al cancello della scuola.

- Jungkook, che vuoi fare? - mi chiese lei.

Io non risposi, e camminai fino ad un aula che sapevo era sempre vuota, ed entrai, chiudendo la porta dietro di lei, e facendola appoggiare ad essa con la schiena.

- Scusa... - dissi, avvicinandomi a lei lentamente.
- Jung- - disse, ma le bloccai le parole in bocca, appoggiando le mie labbra sulle sue.

Non volevo farle nulla, volevo solo baciarla, ma non potevo farlo davanti a tutti e, potendo farlo solo a scuola, l'avevo portata in quell'aula.

Sentii che trattenne il fiato per qualche secondo, sorpresa dal mio gesto improvviso, poi però iniziò a ricambiare, e portò le sue braccia al mio collo, così io la strinsi di più a me.

Continuammo finchè non restammo senza ossigeno, e quando mi staccai da lei, le sorrisi dolcemente.

- Scusa... - dissi quasi sussurrando.
- N-non fa niente... - disse lei con un filo di voce, avvampando completamente.
- È meglio se adesso andiamo. Prima che nostro padre controlli se ci impieghiamo troppo ad uscire da scuola. - dissi, con una nota di amarezza.

Ora che era di nuovo tra le mie braccia, ero ancora più restio dall'allontanarmi da lei.

- È venuto a prenderti? - chiese lei sempre con la voce bassa, e la sentii tremare leggermente.
- No, almeno, stamattina non mi ha detto nulla. A parte sequestrarmi il telefono. - dissi, l'ultima frase quasi un sussurro.
- Cosa? Ti ha...? - disse lei, guardandomi con occhi spalancati.
- Già, vuole fare tutto quello che può per tenermi lontano da te. Ha anche detto che se viene a sapere che qui ti sto troppo vicina, non mi farà nemmeno più venire a scuola. - dissi, abbassando lo sguardo, mordendomi il labbro inferiore per la rabbia.
- Tranquillo, ieri ne ho parlato con Yoongi di nostro padre, e ha detto che cercherà il modo di aiutarci. - disse lei, prendendomi il viso tra le sue mani.
- Cosa? Ma... ti avevo promesso che avrei trovato io il modo di fargli cambiare idea. - dissi, sporgendo il labbro inferiore.

Non volevo l'aiuto di Yoongi, non se così facendo, io non sarei riuscito a fare nulla.

- Me l'hai promesso, è vero. Ed io ho fiducia in te, lo sai. Ma nemmeno io ho intenzione di rimanere con le mani in mano. Anche io voglio fare qualcosa. Non starò ad aspettare senza fare nulla. Per questo ho chiesto l'aiuto di Yoongi. Perchè è l'unico con cui ne posso parlare. - disse, ed era la prima volta che la vedevo così determinata. - Ti fidi di me? - chiese poi.
- Certo che mi fido di te! Non devi nemmeno chiederlo. - dissi, guardandola fisso negli occhi.

Lei mi posò di nuovo le labbra sulle mie, e poi mi sorrise.

- Riusciremo a sistemare tutto. Te lo prometto. - disse, per poi prendermi per mano ed uscire da quell'aula.


- Dove siete stati? Vi ho cercato dappertutto! - disse Jimin non appena uscimmo dalla scuola.

Lui e Yoongi erano rimasti ad aspettarci.

- Scusate... - disse mia sorella, abbassando lo sguardo dispiaciuta.
- Dai andiamo. - disse Yoongi, rivolto a lei.

Y/N annuì e, voltandosi un'ultima volta verso di me, si allontanò insieme a lui.
Io mi morsi il labbro guardandoli.

Avrei voluto esserci io al posto di Yoongi.

- Non andiamo con loro? - chiese Jimin, guardandomi confuso.
- No. Ricordi che ti ho detto che ho bisogno di te per una cosa? Andiamo, ti spiego tutto. - dissi, dirigendomi dalla parte opposta rispetto a quella in cui era appena andata lei.


- Vostro padre vi ha divisi? E vi ha vietato di sentirvi in qualsiasi modo? - disse Jimin quando gli spiegai tutto.

Non conoscendo un altro posto in cui parlare, andammo all'edificio dove ci esercitavamo a ballare, e gli raccontai la situazione in cui mi trovavo, anche se non entrai troppo nei dettagli.

- Ma è un tiranno! Non può fare una cosa del genere. - disse, pestando un pugno sul pavimento.
- Ma è proprio quello che sta facendo. - dissi io amaramente.
- E perchè non reagisci? Dov'è il Jungkook che conosco? - chiese lui, guardandomi serio.
- Se reagisco come mio solito, peggioro solo la situazione, e dato che l'unico posto in cui posso vederla adesso è la scuola, non voglio rischiare di perdere anche quella. - dissi, mordendomi di nuovo il labbro inferiore.
- E quindi cosa pensi di fare adesso? Sopportare di poterla vedere solo a scuola senza fare nulla? -
- Certo che no! Ma non ho idea di come fare a fargli cambiare idea. - dissi, scompigliandomi i capelli, frustrato.
- Era per questo che mi hai detto che hai bisogno di me? - mi chiese, con tono più calmo.
- Sì, ma anche per un altro motivo... - dissi, alzando lo sguardo su di lui.
- Dimmi tutto. - disse lui, interessato.
- Prima di tutto dobbiamo trovare un fiorista. - dissi, serio.



PoV You


- Jungkook mi è sembrato parecchio irritato stamattina. L'ha presa davvero male questa situazione. - disse Yoongi, mentre camminavamo.
- Papà gli ha ritirato il telefono per evitare che mi scrivesse. - dissi, mordendomi il labbro inferiore.
- Cosa? Ma quell'uomo non ha limiti. - disse lui, guardandomi sorpreso.

Io continuai a camminare, senza rispondere.

Mi irritava pensare a cosa stesse facendo pur di dividerci.
Aveva addirittura minacciato Jungkook dicendo che se si fosse avvicinato troppo a me a scuola, non l'avrebbe più fatto nemmeno venire lì, e questo era davvero troppo.

Voleva relegarlo in casa ed tenerlo sotto controllo ogni ora del giorno?

- Questa situazione è impossibile. Ma ti prometto che farò qualsiasi cosa per aiutarti. - disse Yoongi non appena arrivammo davanti a casa mia, prima di salutarmi.
- Grazie, davvero. - dissi, per poi abbracciarlo.

Lui rimase sorpreso, come sempre quando lo abbracciavo, poi ricambiò, accarezzandomi la testa.

- Ci vediamo domani. Se succede qualcosa chiamami. - disse, staccandosi da me.
- E se ti chiamassi e tu stessi dormendo come un orso? - risposi, trattenendo una risata.
- Ehi! Non prendermi in giro perchè sono un po' pigro. E poi dormire aiuta a riposare il cervello. - disse, mettendo il broncio.
- Certo, certo. - risposi io sorridendo.
- Visto? Questo pigrone riesce ancora a farti sorridere. - disse, pizzicandomi la guancia.

Dopodichè, se ne andò, ed io entrai in casa.



Dopo quel giorno, passarono circa tre, quattro mesi, avevo quasi perso il conto ormai.
E ancora... io e Jungkook non eravamo riusciti a convincere nostro padre.

In quei mesi ero uscita pochissimo non di casa, ma addirittura dalla mia camera.
Qualche giorno lo passavo da Yoongi, ma non volendo disturbarlo troppo, anche se lui continuava a ripetermi che non davo assolutamente fastidio, passavo i giorni in camera mia, seppellendomi nella lettura di qualche manga.

Non avevo nemmeno voglia di disegnare, o giocare ai videogiochi, perchè erano due cose che mi facevano pensare troppo a Jungkook, e quindi al fatto che non era vicino a me.

Era quasi la fine di aprile ormai, e quindi si stava avvicinando anche il mio compleanno.
Quando era appena arrivato Jungkook, avevo sperato che per una volta, avrei festeggiato con lui il mio compleanno, come da piccoli, invece, adesso, ero sicura che non sarebbe successo nemmeno quest'anno.

- Y/N! -

Stavo per prendere il manga seguente a quello che avevo appena finito di leggere, quando mi sentii chiamare.

- Y/N! -

Mi girai verso la porta, credendo di essermelo immaginato.

- Y/N! Per l'amor del cielo! Vuoi rispondere? - disse mia madre dal piano di sotto.

Subito uscii dalla mia camera, raggiungendola.

- Che succede? - chiesi, quando la raggiunsi.
- Ha appena chiamato tuo padre. - disse, e solo in quel momento, notai il telefono di casa ancora tra le sue mani.
- E allora? Che vuole ancora? - dissi, leggermente irritata.
- Vuole sapere se questo weekend siamo libere... - disse lei, abbassando un po' la voce.

Sapeva quanto mi irritassi parlando di lui.

- Questo weekend...? - ripetei, pensierosa.

Quel weekend ci sarebbe stato il mio compleanno.

Che voleva fare? Festeggiarlo tutti insieme come se niente fosse?

- Digli che sono occupata! Non voglio festeggiare il mio compleanno con lui. - dissi, girandomi per tornare nella mia camera.
- Ha detto che deve parlarti di una cosa importante. Una cosa che riguarda te e Jungkook. - disse mia madre, e quello bastò a bloccarmi sul posto.
- Cosa? - chiesi, girando il viso verso di lei.
- Chiediglielo tu stessa. È ancora al telefono. - disse, allungando il telefono verso di me.

Io guardai il telefono per qualche secondo, senza però muovermi.

- Perchè ne deve parlare proprio questo weekend? Non può venire qui adesso a dirlo? - chiesi, alzando abbastanza la voce da farmi sentire anche dalla persona al telefono.
- Ti prego, Y/N... - disse mia madre, guardandomi.
- E va bene, digli che andremo. Ma se sarà una cosa che non mi piacerà, me ne torno subito a casa. E stavolta porto Jungkook con me, non lo lascio ancora lì con lui. - dissi sospirando, per poi girarmi e dirigermi verso la mia camera.

Mi ero stancata di aspettare e non riuscire a fare nulla.
Anche con l'aiuto di Yoongi, non avevamo ancora trovato il metodo giusto per fargli cambiare idea.
Quindi, se per l'ennesima volta lui avesse tentato di separarci in qualsiasi modo, io sarei scappata insieme a Jungkook, il più lontano possibile da lui.


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- Angolo Autrice -


E siamo ormai al penultimo capitolo di questa storia...
Come avrete notato, è venuto abbastanza lunghetto, perchè volevo mettere alcune cose, e poi dovevo raccontare l'ultima parte assolutamente in questo capitolo e non nel prossimo, altrimenti non mi sarebbe piaciuto, quindi alla fine è uscito così.
Mi scuso se ci sono alcuni errori o è un po' strano come capitolo, ma l'ho scritto tutto oggi, impiegandoci 6/7 ore, e sono venute 15 pagine di word, e dato che io solitamente arrivo al massimo a 11, anche se cerco sempre di stare sulle 7/8, dato che impiego molto a scrivere, sono completamente fusa xD quindi non l'ho nemmeno ricontrollato. (contando che mentre scrivevo, mi arrivavano anche parecchie notifiche di Twitter di una pagina su Jungkook che seguo... vabbè avete capito ^^" )
Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate.

Ringrazio chiunque la legge, e chi lascia anche un piccolo commento.

Alla prossima <3

   
 
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