Quella notte non riuscivo a prendere sonno, mi sentivo a pezzi, le ultime giornate erano state molto dure e la tensione per l'imminente battaglia che stava per coinvolgere il Santuario, unita alla stanchezza, mi impediva di raggiungere il giusto stato d'animo per riposare adeguatamente. Mi ero inoltrato nella macchia mediterranea per cercare Aiolia, mi avevano detto infatti che si era allontanato per rilassarsi un po', immaginai che, per lui, gli ultimi giorni fossero stati ancora più duri che per me.

Aveva da poco smesso di piovere anche se le ultime gocce, rimaste imprigionate fra gli arbusti, cadevano tutt'intorno come stille d'argento illuminate dalla timida luce di un'acerba luna di Primavera.

Trovai Aiolia in una piccola radura, era inginocchiato ai piedi di un albero, teneva le mani sulle ginocchia con i palmi rivolti verso l'alto come il viso che era alzato e con gli occhi chiusi. Sorrisi tra me, non pensavo fosse il tipo che si dava alla meditazione, ma probabilmente gli avvenimenti degli ultimi giorni l'avevano turbato più di quanto volesse.

Indossava un chitone da combattimento di lino grezzo e i capelli scompigliati ondeggiavano lievemente. Provai il desiderio di rivelargli la mia presenza e anche se sapevo che non si dovrebbe mai disturbare una persona mentre medita, mi avvicinai a lui.

Si voltò verso di me e sorrise.

 “Γεια σας Σούλα -Geia sas Soúla - Ciao Shura...”

Il suo era un sorriso vuoto... stanco, provai l'impulso di offrirgli il mio sostegno, alzai una mano e spostai le ciocche che gli cadevano pesanti sul volto. I suoi occhi azzurri mi fissavano intensamente e sembravano volersi fondere con i miei, sostenni il suo sguardo anche se sentivo il cuore accelerare i suoi battiti e il sangue ardermi nelle vene.

Gli tenevo la mano appoggiata alla guancia e i suoi capelli attorcigliati fra le mie dita mi stuzzicavano morbidamente il braccio nudo. Alzò la mano per sfiorare la mia, ma quando stava per abbassarla nuovamente non potei fare a meno di trattenerla per il polso. Sentii i suoi muscoli irrigidirsi sotto le dita. Non smetteva di guardarmi, in silenzio, gli occhi azzurri che brillavano tra le ciocche di capelli biondi.

Intensificai la stretta sul polso, dove sentivo il suo cuore battere forte, un ritmo inebriante…

Mi avvicinai di più mentre continuava a guardarmi, le labbra socchiuse. Con l'altra mano gli cinsi la vita, sentivo la compatta muscolatura del suo corpo attraverso il tessuto.

Non si oppose ma si abbandonò fra le mie braccia, lasciando che lo adagiassi sulla terra umida, imprigionandolo nel mio abbraccio, mentre lui teneva stretto il mio cuore con l'azzurro limpido dei suoi occhi.

Ero completamente rapito dagli occhi di Shura, neri come la notte, erano attraversati da scintille di luce così intensa da essere abbagliante. I capelli corvini gli accarezzanano la nuca, confondendosi con il cielo notturno dietro di lui, il calore della sua mano sembrava fondersi con quello della mia che teneva fermamente stretta.

Sentivo la schiena a contatto con la terra umida e il profumo dell'erba avvolgermi completamente, alzai la mano libera per passarla fra i suoi capelli... le stelle sembravano imprigionate in essi.

Chiusi gli occhi quando Shura si chinò su di me e sentii le sue labbra posarsi sulla mia guancia per poi scendere delicatamente lungo il collo dove il mio cuore accelerava i suoi battiti. Le nostre dita si intrecciarono, immerse nell'erba bagnata.

Sospirai in un flebile sussurro prima che le sue labbra rapissero il mio respiro con un bacio. Un bacio che aveva il sapore di notti di nera pioggia e sguardi celati nel buio, un bacio che sapeva di colpa e del peso del destino di un Saint di Athena che sempre alla Sacra Legge deve ubbidire, un bacio dolcissimo... reso amaro solo dal gusto salato delle mie lacrime.