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Autore: Ciuffettina    27/06/2018    4 recensioni
Siamo proprio sicuri che la super forza di Sansone era dovuta ai suoi lunghi capelli? O era merito di qualcos'altro?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cain, Gabriel, Lucifero, Metatron, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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E finalmente Sansone s’innamorò di una filistea della valle di Sorec di nome Dalila. Certo che il suo Protetto era proprio strano: odiava gli uomini filistei ma andava pazzo per le loro donne…
Gabriel sperò che l’amore per lei e il timore di farle del male potessero essere il giusto incentivo per indurlo a restituire il Marchio. L’arcangelo decise di fare un ultimo tentativo e gli comparve. Lo trovò addormentato e legato al letto con delle funi. “Ma guarda, guarda!” pensò divertito. “Chissà se la sua bella vorrà anche frustarlo?
In quel mentre, entrarono degli uomini e Dalila gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!»
Gabriel si preparò a intervenire in caso di bisogno ma Sansone si svegliò, ruppe le funi, estrasse la Prima Lama e massacrò gli assalitori, mentre Dalila scappava dalla porta.
«Mi spieghi perché eri legato al letto?» gli domandò Gabriel mentre Sansone ripuliva l’arma.
«Dalila vuole scoprire con che cosa mi può domare ed io le ho detto che se mi avesse legato con delle funi nuove non ancora adoperate, mi sarei indebolito. L’altro ieri le ho detto che doveva legarmi con sette corde d’arco fresche, non ancora secche e lei l’ha fatto! A quanto pare, si diverte così.»
«Ma che bel divertimento!» esclamò l’arcangelo, incrociando le braccia e inarcando un sopracciglio. «Non capisci che sta cercando di farti catturare dai Filistei?»
«Ma che cosa dici?» replicò Sansone scandalizzato. «Pensa che mi ha detto: “Come puoi dirmi di amarmi, se il tuo cuore non è con me?” Lei mi ama davvero! È il cuore che me lo dice.»
«Veramente te lo sta dicendo un’altra parte del corpo, un po’ più in basso.»
«I piedi?» domandò Sansone perplesso.
«Sì vabbhé…»
«Comunque anche se fosse come dici tu, meglio no?» disse Sansone lentamente. «Voglio dire: loro pensano di avermi in pugno ed io li faccio secchi fregandoli tutti.»
«Occhio a non rimanere tu fregato.» Sospirò: «Ora più di prima devi restituire il Marchio, prima che ti faccia perdere del tutto la tua umanità. Non vorrai rischiare di fare del male a Dalila, vero? È vero che i Filistei vogliono la tua testa ma sai che posso proteggerti, è il mio compito.»
«Non mi serve la tua protezione» affermò baldanzoso. «Finché ho il Marchio e la Prima Lama, niente e nessuno può farmi del male.»


Dopo un po’ di tempo, Lucifer ricominciò a essere di malumore: possibile che Dio avesse davvero previsto tutto? In tal caso lui stava facendo il Suo gioco… No, se la cosa fosse stata davvero pianificata ai Piani Alti, Gabriel non se la sarebbe presa tanto per quello stupido. Tuttavia era anche vero che il suo fratellino andava pazzo per quei miserabili umani e forse voleva salvare il suo protetto anche contro gli ordini divini. Il pensiero del fratellino nei guai per colpa sua gli provocò una sensazione strana… forse rimorso? Che cosa ridicola! La colpa non era sua ma soltanto di quell’umano e Gabriel avrebbe dovuto imparare a rifiutarsi di fare da servo a quegli insetti. “È sempre stato troppo sensibile” sbuffò Lucifer tra sé. Per che cosa li avevano scambiati gli umani? Per dei cani che obbedivano ai loro ordini? Comunque quello che gli dava fastidio non era che Gabriel si stesse facendo maltrattare da quell’umano, seppur Cavaliere dell’Inferno, (assolutamente no!) ma era il proprio ruolo nel disegno divino.
La storia che Dio aveva previsto tutto era una balla per salvarsi la reputazione oppure Lucifer, senza saperlo, era davvero diventato parte integrante del Suo spettacolino? L’idea che suo Padre lo stesse usando e che avesse trasformato quell’imprevisto in una Sua vittoria, lo faceva ribollire dalla rabbia. Più ci pensava e più la cosa lo faceva imbestialire (oltre che a fargli venire il mal di testa… ammesso che un arcangelo potesse soffrirne).
Inoltre il gioco aveva cominciato ad annoiarlo: Sansone inventava qualche balla per giustificare la sua super forza, Dalila cercava d’indebolirlo, Sansone, che dormiva più profondamente di un orso in letargo, non si accorgeva di niente (nemmeno quando lei gli aveva tessuto quelle stupide treccine nell’ordito e gliele aveva fissate con il pettine del telaio), Dalila chiamava i Filistei, poi svegliava Sansone, Sansone massacrava i Filistei… Sempre il medesimo copione!
«Basta! Sono stufo di avere una parte nella Sua commedia.»

Che incubo! Sansone aveva sognato che Lucifer, a suon di chiacchiere, l’aveva convinto a restituire il Marchio e la Lama al precedente proprietario, ma soltanto per un giorno.
«Un giorno luciferino» aveva specificato sghignazzando. «Comunque se li vorrai indietro prima, puoi sempre chiamarmi» aveva detto sparendo.
Stava per guardarsi il braccio per accertarsi che il Marchio fosse ancora al suo posto, quando Dalila gli diede il consueto buongiorno mattutino: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!»
Era il loro giochetto: lui dormiva e lei invece di svegliarlo con la colazione o un bacio lo faceva con qualche Filisteo da fargli massacrare. Ma stavolta si rese conto che qualcosa non andava: forse aveva bevuto più del solito la sera precedente, fatto stava che si sentiva tutto infiacchito. Ebbe solo il tempo di accertarsi che sia la Lama sia il Marchio erano spariti che si ritrovò legato come un capretto sull’altare. “Oh cavoli!” pensò costernato. “Ho davvero restituito il Marchio!
   
 
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