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Autore: Fefy94    28/06/2018    1 recensioni
‹‹Per la maggior parte si manifesta sotto forma di un tatuaggio. Il tipo di tatuaggio differisce molto – a volte è un simbolo o una citazione o un nome. Ma ci sono anche altri segni. A volte le persone non vedono a colori fino a quando non incontrano la loro anima gemella. Altre volte le anime gemelle condividono i pensieri.››
Sua madre allunga le braccia per prendere la mano di Megumi.
‹‹E’ raro, ma a volte le anime gemelle condividono il dolore››
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Megumi Tadokoro, Souma Yukihira, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pas de deux
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Traduzione di “pas de deux” di towine (snippetcee)
 

 

A cinque anni Megumi si taglia un dito.
La cosa strana è che non ha alcun coltello in mano quando succede. Non ha un paio di forbici in mano né un foglio di carta né alcuna altra cosa con cui potrebbe tagliarsi. Sta soltanto aiutando sua madre a fare delle palline con l’impasto per i biscotti e a posizionarle sulla teglia, tuttavia, mentre ne sta appallottolando una, sente un dolore acuto e rapido sull’indice.
Sconvolta, Megumi guarda una densa goccia di sangue scorrere dalla ferita.
Si mette a piangere.
Sua madre è subito accanto a lei e nel panico le chiede, ‹‹Cosa succede Megumi-chan? ››
‹‹Il mio dito,›› grida, con gli occhi offuscati dalle lacrime.
La madre le prende la mano con delicatezza e aggrotta le sopracciglia mentre le esamina il dito.
‹‹Megumi-chan, non…non vedo niente. Cosa c’è che non va? ››
‹‹Ma me lo sono tagliato! ››
Megumi indica con l’altra mano libera il dito ferito.
La ferita è sparita. Sulla sua pelle non è rimasto nemmeno un singolo segno.
La paura che aveva provato, tuttavia, non scompare. La confonde soltanto di più e lei piange ancora più forte.
Sua madre sospira. Le dà un veloce bacio sul dito e le chiede, ‹‹Megumi-chan, ti sentiresti meglio con un cerotto sul dito? ››
Megumi annuisce triste e si lascia trasportare dalla cucina al bagno, dove la madre cerca la scatola dei cerotti nello sportello delle medicine. Dopo che il cerotto è stato applicato con cura e sua madre, per sicurezza, ha dato un altro bacio al dito della figlia, le due ritornano in cucina e finiscono di infornare i biscotti, e Megumi si dimentica completamente dell’incidente.

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A dieci anni il sopracciglio le fa male.
E’ sera e sta facendo i compiti per l’indomani, quando, alle prese con un problema di matematica, il suo sopracciglio brucia di dolore.
Sussulta e porta subito le mani sul volto, premendo dove sente il sangue gocciolare. Gli occhi le si riempiono di lacrime e si alza di scatto, correndo maldestramente verso il bagno.
Si precipita verso il lavandino con le mani alla ricerca del rubinetto. Quando porta le mani sotto l’acqua si aspetta che essa diventi rosa, ma non succede. Non c’è alcuna traccia di sangue sulle sue mani come invece pensava.
Megumi si guarda agitata allo specchio.
Il suo sopracciglio non è ferito.
‹‹Cosa?›› sussurra, mentre si tocca il viso e con le dita si massaggia il punto in cui fino a nemmeno un minuto fa provava un dolore pungente. Ma tutto nel suo aspetto sembra normale, non c’è alcuna ferita sul suo viso. Nella foga del momento non aveva considerato che le sarebbe stato impossibile ferirsi mentre stava facendo i compiti. Aveva reagito istintivamente al dolore. Però era così sicura che si fosse tagliata e che, quando si sarebbe guardata allo specchio, avrebbe visto il suo sopracciglio sanguinare a causa di una ferita che molto probabilmente, una volta guarita, le avrebbe lasciato una cicatrice permanente.
Fece di nuovo male, per un breve momento. Non male quanto all’inizio, ma abbastanza da assicurare a Megumi che, no, il dolore non era immaginario. Ricorda la volta in cui pensò di essersi tagliata il dito anni fa, come il dolore sembrò reale e come vide il sangue sgocciolare dal suo dito – e come tutto quanto scomparve in un battito di ciglia.
Non sa cosa le sta succedendo, ma è costante e non è ancora andato via.
Fissando il suo riflesso con gli occhi spalancati, Megumi dice, ‹‹… sto impazzendo. ››

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Col passare del tempo Megumi ci si abitua.
A parte l’incidente al sopracciglio, la maggior parte dei suoi “dolori onirici” ricorrono sulle sue mani. Ha passato così tanto tempo in cucina con sua madre per imparare a cucinare con tutta se stessa, che è ormai abituata ai tagli occasionali provocati da un coltello affilato o al pizzicore dell’olio scoppiettante. Anche se i dolori onirici sono fastidiosi, almeno a questo ci è abituata – è come ricevere il doppio delle ferite che di solito si provoca.
Ogni tanto ci sono anche altri dolori onirici – a volte sente come se il suo ginocchio si fosse ammaccato dal nulla o come se avesse sbattuto il mignolo contro una sedia invisibile.
Non è che tutto questo le piaccia, ma non sa come spiegare il problema a sua madre. E anche se lo sapesse, probabilmente nessuno saprebbe cosa fare. Così non dice niente. Ha imparato a convivere con questi dolori onirici e ad andare avanti con la sua vita.
Il suo sbaglio è stato sottovalutare quanto sia perspicace sua madre.
Un pomeriggio stanno preparando una zuppa. Sua madre le sta spiegando le difficoltà della ricetta e Megumi sta seguendo attentamente le sue istruzioni, quando sente qualcosa bruciarle il braccio come un marchio.
Il bruciore è rapido, ma intenso. Megumi urla e si allontana barcollando dal ripiano sul quale stava tagliando le verdure.
‹‹Megumi!››
Sua madre si precipita da lei.
‹‹Non… non è niente!›› assicura Megumi tremando e sbattendo le palpebre per scacciare via le lacrime. ‹‹Io, uhm, mi sono fatta un piccolo taglio. ››
‹‹Non mi è sembrato che fosse piccolo›› insiste sua madre, con un tono di voce preoccupato. ‹‹Fammi vedere. ››
‹‹No, è tutto apposto…››
Sua madre le prende il braccio controllandolo attentamente, alla ricerca di ferite. E’ confusa. Megumi invece sa bene cosa è successo. Un altro dolore onirico.
Sua madre le massaggia preoccupata il braccio.
‹‹… Questa non è la prima volta che succede›› dice alla fine.
Megumi vorrebbe negarlo, ma il suo braccio ancora le fa male a causa del dolore onirico e la stanca. Così annuisce rassegnandosi.
‹‹Quella volta quando eri piccola,›› continua sua madre “e ultimamente ti stai facendo male più spesso. Non sono sempre reali, giusto? ››
 ‹‹Non so cosa sono›› ammette Megumi piano, ‹‹ma… mi stanno capitando da un po’. ››
Sua madre la osserva per un attimo in silenzio, dunque sospira.
Avvolge Megumi in un abbraccio improvviso. Megumi, sopraffatta, si aggrappa al maglione della madre e lotta per non far uscire le lacrime che minacciano di cadere sulle sue guance.
‹‹Megumi-chan,›› dice sua madre ‹‹puoi dirmi tutto. Lo sai.››
‹‹Sì.›› Megumi tira su col naso ‹‹Mi dispiace››
‹‹Shh, va tutto bene›› Sua madre le passa una mano attraverso i capelli. Si allontana un po’ per guardare   Megumi negli occhi. ‹‹Penso di sapere cosa sta succedendo. ››
‹‹Da…davvero?››
Lei sorride e accarezza di nuovo i capelli di Megumi. ‹‹Sì. Sediamoci››
Si spostano nel salone e sua madre lascia Megumi sul divano per un attimo per preparare del tè e porta una coperta per avvolgerla attorno alle sue spalle. Dopodiché si siedono l’una accanto all’altra e Megumi aspetta tranquillamente mentre sua madre prende un respiro profondo.
‹‹Allora,›› inizia ‹‹ti ho già parlato delle anime gemelle, giusto?››
Megumi non capisce cosa c’entri, ma porta le ginocchia sotto il mento e le circonda con le sue braccia mentre borbotta ‹‹del fatto che i segni di un’anima gemella si manifestano diversamente per ogni persona?››
‹‹Sì. Per la maggior parte si manifesta sotto forma di un tatuaggio. Il tipo di tatuaggio differisce molto – a volte è un simbolo o una citazione o un nome. Ma ci sono anche altri segni. A volte le persone non vedono a colori fino a quando non incontrano la loro anima gemella. Altre volte le anime gemelle condividono i pensieri.››
Sua madre allunga le braccia per prendere la mano di Megumi.
‹‹E’ raro, ma a volte le anime gemelle condividono il dolore››
Il cuore di Megumi smette di battere.
‹‹Non deve essere facile, sopportare il dolore di un’altra persona insieme al tuo.›› Sua madre stringe le sue mani attorno a quelle di Megumi. ‹‹Ma là fuori c’è un’altra persona che lo sta sopportando con te. Te lo prometto››
Megumi la fissa, troppo sconvolta per sapere cosa dire.
‹‹… Oh›› dice piano.
‹‹Stai bene?›› le chiede sua madre esitante.
‹‹Sì…›› annuisce Megumi persa nei suoi pensieri.
‹‹Cosa è stato questa volta?›› chiede sua madre.
‹‹E’ stata, uhm, una bruciatura. Credo.›› Megumi porta la mano sul suo braccio mentre ricorda. ‹‹Questa persona si ferisce spesso pure alla sua mano, come succede a me quando cucino. A volte sento olio caldo che schizza da una padella.››
Da sua madre proviene un verso divertito. ‹‹Siete davvero delle anime gemelle. Sembra che anche questa persona sia uno chef››
Megumi arrossisce e nasconde la faccia nella coperta che la avvolge. Sua madre ride, mentre la abbraccia.
Fa prendere a Megumi una pausa dalla cucina per la giornata, per farla riposare mentre assimila questa nuova informazione. Megumi fissa il tetto della sua stanza sdraiata sul suo letto. Si tocca il dito, il sopracciglio, il braccio, tutti i posti in cui ha pensato di essersi ferita, ma che invece erano di un’altra persona.
Pone una mano sul suo cuore, chiedendosi se la sua anima gemella può sentire quanto rapidamente il suo cuore stia battendo. Chiunque essa sia, sembra che si ferisca molto. Megumi spera che stia bene.

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Megumi ha quindici anni quando incontra Yukihira Souma.
Quando si incontrano, lei è sul punto di diventare la nuova aggiunta sulla lunga, lunga lista degli espulsi della Tootsuki, ed essere associati a Souma è l’ultima cosa di cui ha bisogno per la sua già instabile reputazione accademica. Ma dopo la loro prima lezione insieme, durante la quale il loro piatto è quasi del tutto rovinato e Megumi è già pronta a fare i bagagli e tornarsene a casa, Souma le dimostra che si sbagliava. La tenacia e la reattività del ragazzo lo spronano ad andare oltre, non si arrende, né con il piatto né con lei. Insieme, ricevono la prima A che lei non riceveva più da molto tempo.
Yukihira Souma diventa il suo più caro amico a scuola, dove lei si era sentita così sola a lungo, e ogni giorno è grata per averlo. Dà molto valore alla loro amicizia, ed è soltanto dopo l’Elezione Autunnale che si rende conto di qualcosa di davvero importante.
Souma le dice su quel balcone ‹‹Mi piace il tuo modo di cucinare››
La rende euforica, la fa risplendere dentro, come se stesse emanando luce stellare proprio come il luccicante cielo notturno sopra di loro.
E allora capisce che forse Souma le piace molto di più di quanto pensasse all’inizio.
L’argomento ‘anime gemelle’ non salta fuori spesso durante le conversazioni -  è un argomento intimo e privato e di solito le persone con un po’ di tatto non chiedono apertamente di parlarne. Nonostante gli inquilini della Polar Star non sappiano affatto cosa significhi la parola “tatto” (l’abitudine di Isshiki di sbirciare nelle loro stanze attraverso il soffitto ne è una prova), non hanno mai trattato l’argomento sulle anime gemelle. Forse è perché alla Tootsuki c’è sempre così tanto da fare, che le anime gemelle sono l’ultimo pensiero di tutti quanti.
Non può fare a meno di essere curiosa riguardo a Souma. Non ha mai dato molta importanza a quel pensiero che le suggeriva che la sua anima gemella potesse essere lui. Non ha alcuna ragione per sostenere questa supposizione, tranne che per una grande e stupida speranza. Ma allo stesso tempo non ha nemmeno alcun motivo per accantonarla completamente.
C’è questa cicatrice sul sopracciglio di Souma, lo stesso sopracciglio che le ha provocato dolore tanti anni prima.
No, no, non può essere. Megumi scuote la testa per sbarazzarsi di quel pensiero e le sue guance si tingono di rosso. Infine riesce a scacciarlo dalla sua mente e a concentrarsi sui suoi compiti.
Però… sarebbe tutto più semplice da sopportare, se fosse lui.  I battiti del cuore accelerati, le volte in cui quasi si sono toccati, il modo in cui il suo sorriso le provoca le farfalle allo stomaco. Sarebbe tutto così semplice se fosse lui.
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Al Polar Star si sta festeggiando la fine degli esami di metà trimestre.
Quando sono tutti riuniti in questo modo, Megumi realizza quanti nuovi amici hanno trovato nell’ultimo anno. I fratelli Aldini sono qui insieme a Mito e Kurokiba e Alice. Ce ne sono anche altri, come Houjou e Hayama. La casa è piena e il famigerato succo di riso di Ryouko rende il gruppo rumoroso, e Megumi ricorda che nonostante la Tootsuki sia molto esigente, loro sono soltanto degli adolescenti che vogliono divertirsi.
Da dove è seduta Megumi riesce a vedere Takumi sfidare di nuovo Souma a qualcosa che ha inevitabilmente a che fare con la cucina, Kurokiba e Hayama si uniscono alla sfida, che attira l’attenzione di Yuuki, Satou, Aoki e quasi tutti gli altri nella stanza: perché la competitività è la norma nella Tootsuki.
‹‹E’ un ragazzo popolare›› commenta Hisako, seduta accanto a Megumi.
‹‹Souma fa uscire il lato più competitivo di tutti quanti›› ride Megumi.
Hisako annuisce d’accordo. Sta guardando una agitata Erina che tenta vanamente di scoraggiare gli altri dal nominarla giudice per i loro piatti.
‹‹Ad ogni modo,›› dice ‹‹è bello essere tutti insieme così.››
‹‹Sono contenta che tu ed Erina-san siate potute venire.››
Hisako sorride un poco. ‹‹Penso che sia un bene per Erina-sama prendersi una pausa ogni tanto.››
Megumi annuisce. ‹‹Erina-san è molto importante per Hisako-san.››
Hisako sembra agitarsi a quella dichiarazione. ‹‹Sì. E’ davvero molto importante.››
Megumi si rende conto di quello che ha detto e subito si scusa. ‹‹Mi scuso se può essere stato…presuntuoso da parte mia o…››
‹‹No, no›› Hisako alza una mano per fermarla. ‹‹Lo so che per la maggior parte delle persone è…palese che ci tenga molto a Erina-sama.››
‹‹Non sei obbligata a spiegarlo›› insiste Megumi.
‹‹Non mi importa in questo momento. Forse è il succo di riso›› Hisako ride. ‹‹Ma anche perché siamo tutti amici qui, credo. ››
Megumi le rivolge un sorriso incoraggiante.
Hisako prende un respiro. ‹‹Bè, credo che sia dovuto soprattutto al fatto che siamo anime gemelle. ››
Megumi la fissa mentre registra le sue parole.
‹‹…Cosa?!›› sta per mettersi a strillare, ma Hisako le tappa in tempo la bocca con le mani.
‹‹Tadokoro-san! ››
‹‹Scusa, scusa!›› Megumi si affretta a dire quando Hisako lascia cadere le mani. ‹‹Mi dispiace, è solo che non me lo aspettavo.››
‹‹Non fa niente›› dice Hisako, imbarazzata.
‹‹Non è che non sembri che tu ed Erina-sama possiate essere anime gemelle,›› aggiunge Megumi, facendo arrossire ancora di più Hisako. ‹‹Intendevo dire soltanto che siete fortunate a sapere già chi è la vostra anima gemella. ››
‹‹All’inizio non lo sapevo›› ammette Hisako. ‹‹Ho incontrato Erina-sama quando eravamo ancora molto piccole. All’epoca non sapevo molto sulle anime gemelle e penso neanche lei. Però credo che tutti gli adulti lo sapessero. ››
‹‹Allora come lo avete scoperto? ››
‹‹Mi presero da parte e me lo dissero. Il nostro segno è un tatuaggio, come la maggior parte delle persone›› Porta una mano a toccarsi dietro le spalle. ‹‹Sono delle ali. Proprio sulle nostre spalle. ››
‹‹Che cosa stupenda›› dice Megumi piano, meravigliata e un poco commossa.
‹‹La cosa divertente è che›› Hisako continua assorta, ‹‹penso che l’amassi ancora prima di saperlo.››
Rimangono in silenzio per un po’, un silenzio amichevole mentre Hisako si perde fra vecchi ricordi.
Finalmente Megumi chiede esitante. ‹‹Ti ha mai… spaventato? Amarla prima ancora di sapere che fosse lei la tua anima gemella?››
‹‹Inizialmente sì. Ma col tempo ho capito che non mi importava.›› Hisako guarda di nuovo Erina con un tenero sorriso sul volto. ‹‹I tuoi sentimenti sono reali, indipendentemente da quale sia il tatuaggio sulla tua schiena. Immagino di essere stata fortunata, ma con o senza qualche legame arbitrario tra noi due, io amerò Erina-sama in ogni caso. ››
Lo sguardo sereno sul suo volto diede a Megumi speranza.
‹‹Grazie per avermelo detto, Hisako-san›› le dice.
Hisako sgrana gli occhi, poi sorride. ‹‹E’ bello poterlo dire a qualcuno, in realtà. Fa bene essere onesti con qualcuno.››
Onestà. Megumi lancia uno sguardo verso Souma che ride fragorosamente con i loro amici.
‹‹E’ vero›› concorda a bassa voce.

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E’ ancora difficile eliminare la paura che la perseguita, ma Megumi decide che affrontare i suoi sentimenti è di gran lunga migliore che imbottigliarli e spingerli via. Questo non significa che andrà a parlarne con Souma oggi o domani, ma spera presto.
Parlare con lui non l’ha mai spaventata prima. Condivide quasi tutto con lui, ha praticamente messo a nudo la sua anima nelle numerose situazioni di vulnerabilità che hanno affrontato. Shokugekis, espulsioni… hanno affrontato così tanto insieme.
Ma questo… questo sentimento infinitamente più intimidatorio di ogni cosa che lei abbia mai fatto.
Megumi sta cercando di fare i compiti e di non pensare ai suoi sentimenti - fallendo miseramente – quando sente bussare sulla porta aperta della sua stanza.
 ‹‹Ehi, Tadokoro.››
Alza lo sguardo dal suo quaderno e trova Souma sul corridoio con il busto piegato verso l’interno di camera sua. Sta indossando il suo grembiule.
‹‹Sei occupata?›› chiede ‹‹Mi servirebbe una mano con questa ricetta che sto sperimentando.”
‹‹Sì, certo, posso finire più tardi›› Megumi chiude il quaderno e allontana i capelli dal viso legandoli in un coda lenta. Souma fa un gran sorriso e si avvia verso la cucina, e Megumi si sente così stupidamente felice a vedere quel suo sorriso che sorride anche lei.
‹‹Non è uno dei tuoi cattivi esperimenti, vero?››
‹‹Su via, cosa te lo fa pensare?›› dice Souma e il suo sorriso prende una piega minacciosa.
Megumi si limita ad alzare gli occhi al cielo e a prendere il suo grembiule dall’attaccapanni in cucina. ‹‹Lo sai perfettamente. Il primo assaggio spetta a te appena è tutto pronto. ››
‹‹Okay, okay›› cede Souma, ridendo.
Souma le spiega cosa sta cercando di fare, le chiede consigli su quello in cui ha dubbi, e Megumi fa del suo meglio per aiutarlo. Prepara quello che lui le chiede: prende gli ingredienti dal frigo e dalla dispensa, lava e taglia le verdure, macina le spezie. Ci vuole più tempo di quello che aveva immaginato, e lascia a Souma il compito di preparare un piatto ambizioso che richiede già così tanto tempo con due persone, figuriamoci se lo avesse preparato da solo.
Ma è divertente: trascorrere il tempo da sola con lui e fare quello che entrambi amano. Una sensazione di calore si sprigiona dentro di lei ogni volta che è insieme a Souma.
Tutto procede per il meglio, fino a quando Megumi non sbatte contro una bottiglia di salsa di soia in una posizione precaria, il cui contenuto finisce non solo per terra ma anche addosso a Souma.
 ‹‹Oh no!›› Megumi sussultò. ‹‹Souma-kun, mi dispiace! ››
‹‹Aw, non fa niente›› dice Souma tranquillamente mentre prende un panno. ‹‹Eew, ci servirà un mocio. ››
‹‹Oh cielo›› borbotta Megumi. ‹‹Ho fatto un tale disastro. ››
‹‹Ehi, è stato un incidente. Non è una catastrofe. Guarda, almeno la bottiglia non è caduta a terra e non si è rotta.›› Souma poggia la bottiglia di salsa di soia di nuovo sul bancone, dopodiché si slaccia il grembiule e lo appende. ‹‹Ugh, si è bagnato pure il maglione. ››
‹‹Oh no, devi andarti a cambiare? ››
‹‹Nah, non importa. Ho una canottiera sotto››
 Mentre Souma solleva il maglione per toglierlo, la canottiera rimane per un attimo incastrata nel maglione e si solleva, rivelando il suo petto nudo. Megumi è così frastornata e imbarazzata che si tappa gli occhi con le mani.
‹‹Che stai facendo?››
Megumi sbircia attraverso le dita e vede che Souma ha tolto il maglione e adesso la canottiera è tornata al suo posto. Souma sembra divertito.
‹‹Ni…niente›› risponde Megumi, lasciando andare le sue mani dagli occhi.
‹‹Ti dispiace pulire il bancone mentre io prendo il mocio?››
‹‹O…okay.››
‹‹Ottimo, torno subito.››
 Souma si gira per dirigersi verso il camerino e Megumi intravede il braccio nudo del ragazzo.
In alto, sul bicipite che non aveva mai visto prima, c’è una cicatrice.
A Megumi ritorna improvvisamente in mente un ricordo, il dolore fitto di una bruciatura sul suo braccio mentre si trovava nella cucina della madre. Un dolore onirico.
Souma si allontana senza notare nulla, ma lei rimare paralizzata con il cuore che inizia a batterle all’impazzata.
Non può essere.
Lentamente, mentre cerca ancora di riprendersi dallo shock, Megumi prende uno straccio e pulisce il disastro sul bancone, con i suoi pensieri che volano veloci senza essere in grado di comprenderli.
Quando Souma ritorna, con il mocio al seguito, e dice “Sono tornato›› Megumi quasi non salta sorpresa.
Non gli dice niente. Non si fida della sua voce al momento. Anche quando il disastro è stato pulito e loro ritornano a cucinare, lei svolge i suoi compiti in silenzio e efficientemente.
Dopo qualche minuto, Souma infine chiede ‹‹Ehi, stai bene?››
‹‹Sì›› risponde con un tono più squillante di quanto intendesse. Fa una smorfia, prende un respiro e ci riprova. ‹‹Sì, sto bene. Sono…sono solo dispiaciuta per aver fatto rovesciare quella bottiglia. ››
‹‹E’ tutto apposto, credimi. Non devi preoccuparti. ››
Souma ritorna alla pentola sul fuoco e Megumi abbassa lo sguardo sul tagliere davanti a lei. Si morde il labbro, ha una domanda che preme ad uscire.
‹‹Souma-kun.›› dice.
Souma la guarda.
‹‹Non vorrei sembrare una impicciona, ma ti dispiace se ti chiedo come ti sei procurato quella cicatrice sul braccio? ››
Mentre aspetta la sua risposta sente il cuore salirle in gola.
‹‹Questa?›› chiede Souma guardando il suo braccio destro. ‹‹Oh, un incidente in cucina. Era un momento frenetico e io ero di fretta e non stavo prestando abbastanza attenzione come avrei dovuto.››
‹‹Oh.››
‹‹Già, ero un vero disastro in cucina da piccolo.›› sorride imbarazzato. ‹‹Mi sono fatto graffi e tagli su tutte e due le mani.››
‹‹Ti sei tagliato anche il sopracciglio in cucina?››
‹‹Oh quello è successo quando sono inciampato giocando in cortile.››
Megumi non riesce a trattenersi dal ridere e si copre la bocca con le mani. Souma sembra soddisfatto e si mette a ridere anche lui.
Quando la risata si affievolisce, pensa per un attimo a come dire quello che vuole dirgli. Lo guarda, lui con i suoi capelli appuntiti e il suo sorrisetto, e deglutisce lottando contro l’emozione che cerca di sopraffarla.
‹‹A cinque anni›› dice Megumi ‹‹stavo aiutando mia madre a preparare dei dolci quando mi tagliai per sbaglio un dito. Almeno così pensavo, ma quando guardai di nuovo, il taglio era sparito.››
Souma ascolta in silenzio incuriosito.
‹E a dieci anni, stavo facendo i compiti in camera mia quando sentii un dolore al viso. Era il mio sopracciglio. Pensai di essermelo tagliato in qualche modo, ma quando andai a controllarmi allo specchio non c’era niente.››
Souma spalanca gli occhi, ma Megumi continua.
‹‹E solo qualche anno fa, ero in cucina e sentii questo dolore terribile sul mio braccio. Come se si fosse bruciato.›› Portò una mano sul suo bicipite, proprio dov’era la cicatrice sul braccio di Souma. ‹‹Dopo questo incidente, mia madre capì cosa stava succedendo e mi spiegò ogni cosa.››
Prese un respiro profondo, dunque fissò Souma negli occhi.
‹‹Mi disse che a volte le anime gemelle condividono l’una il dolore dell’altra. Che qualcuno là fuori stava provando questo dolore e che io lo stessi sopportando insieme a questa persona. Ma che questo significava che quest’altra persona stesse sopportando anche il mio dolore.››
Megumi fissa lo sguardo ai suoi piedi mentre tortura con le dita il suo grembiule. ‹‹Io… non posso dire con certezza che sia tu, Souma-kun, ma non potevo continuare a fare finta di niente senza chiedertelo.››
Il silenzio cade su tutta la cucina e Megumi chiude gli occhi, troppo spaventata per guardarlo.
Souma dice ‹‹Quando avevo sei anni mi sembrò come se avessi un livido sul mio ginocchio, nonostante non ci fosse nulla.››
Megumi apre gli occhi.
Souma inclina la testa e porta un dito sul mento mentre ricorda. ‹‹E quando ne avevo nove pensai di essermi fatto male al polso, come se si fosse slogato o qualcosa del genere. Ma il dolore svanì veloce come era apparso.››
La sua memoria riporta Megumi a sette anni fa, quando aveva nove e si slogò il polso cadendo al palaghiaccio.
‹‹E poi quando ne avevo dieci, pensai di essermi tagliato il palmo, ma sparì subito anche quella volta.››
A dieci anni, Megumi accidentalmente si tagliò il palmo cercando di pelare una mela. Ha ancora una lieve cicatrice nei pressi della linea del cuore.
‹‹E un mese fa›› continua Souma ‹‹mi sono venuti questi terribili crampi allo stomaco. Fanno davvero schifo.››
Megumi ride. ‹‹Già, il ciclo fa schifo.››
‹‹Pensavo che sarei impazzito.››
‹‹Anche io.››
‹‹Ma eri tu.››
Souma la guarda e qualcosa nel suo sguardo è cambiato. La sua espressione è più dolce, insopportabilmente sincera e aperta. ‹‹Sei sempre stata tu per tutto questo tempo.››
‹‹E tu pure” dice Megumi debolmente. Sbatte le palpebre e nota che i suoi occhi sono umidi. ‹‹Oh›› allunga una mano per asciugare una lacrima agli angoli degli occhi.
Souma si avvicina a lei in un istante, preoccupato. ‹‹Tadokoro?››
‹‹Sto bene›› Prende fiato e un’altra lacrima scappa prima che sia in grado di fermarla. ‹‹Io…sono soltanto contenta che sia davvero tu›› Megumi gli sorride tra le lacrime.
Souma allunga la mano e con il pollice asciuga una lacrima sulla guancia della ragazza.
‹‹Sei una persona goffa, vero?›› dice lui e ride “Ero con te durante ogni botta e ferita.››
‹‹Oh, senti chi parla!›› ribatte lei, colpendolo sul braccio mentre lui continua a ridere. ‹‹Ero preoccupata perché tu ti fai male così spesso!››
‹‹Scusa›› dice lui, ancora sorridente. ‹‹Deve essere stato difficile per te.››
Megumi tira su col naso, asciugandosi la faccia con la manica del suo maglione, e alza una spalla.
‹‹Non fa niente›› dice ‹‹Ne è valsa la pena.››
Souma rimane in silenzio per un attimo, poi allunga il braccio per prendere la mano di lei.
‹‹Anche io sono contento che sia tu›› dice dolcemente.
Preme le labbra sulle nocche della mano di lei.
La faccia di Megumi diventa subito rossa e accaldata. Con le mani che le tremano, tocca il viso di Souma, tenendolo fermo lì, così che possa semplicemente guardarlo, senza quella timidezza o apprensione che provava prima di sapere che lui fosse suo.
Poi dice ‹‹Aspetta.››
Souma solleva un sopracciglio.
‹‹Lo stufato›› spiega Megumi.
‹‹Merda!”
 Si separano e si precipitano ai fornelli. Sollevano il coperchio dalla pentola e mescolano per cercare di salvare lo stufato per cui avevano lavorato sodo nell’ultima ora. Nella foga del momento, Souma per sbaglio tocca la pentola ancora calda e entrambi urlano per il bruciore sulle loro dita.
In seguito scoppiano a ridere, perché che strana ma splendida accoppiata che sono. Megumi non riesce a pensare a nessun’altro a cui potesse essere destinata.
Lo stufato, per fortuna, è buono. Il trambusto e il profumo sembra attirare il resto degli inquilini del Polar Star, e ad uno ad uno i loro coinquilini si riuniscono in cucina per assaggiare la loro ultima creazione. La cena è chiassosa e movimentata, con varie persone che suggeriscono diversi miglioramenti al piatto. Megumi non riesce ad avere un attimo da sola con Souma fino a quando tutti i piatti non sono stati lavati e posati. Mentre tornano nelle loro rispettive camere lei lo ferma con una mano sul suo polso.
Quando lui si gira per guardarla, lei si solleva sulle punte dei piedi e gli dà un bacio sulla guancia, veloce e breve. Nonostante fosse un bacio casto, sente che sta arrossendo.
‹‹Buona notte, Souma-kun›› gli dice, sorridendo mentre apre la porta di camera sua.
‹‹Aspetta›› dice lui, piegandosi in avanti.
La bacia sulla bocca.
E’ un bacio dolce e timido. Megumi chiude gli occhi e gli posa una mano sul petto, dove sente il cuore di lui battere sotto il suo palmo. Quando Souma si allontana, lei sporge in avanti per inseguire la bocca di lui. La faccia di Megumi adesso è decisamente di un rosso sgargiante.
‹‹Buona notte›› dice lui con un sorrisetto prima di sparire nella sua stanza.
Megumi si appoggia contro la porta di camera sua non appena è dentro e posa una mano sul suo cuore. Batte rapido proprio come quello di Souma. Sorridendo, immagina che questa deve essere un’altra cosa che le anime gemelle condividono.

 


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Salve ragazz*
Qualche settimana fa ho trovato questa dolcissima OS su AO3 e dato che le ff SouMegu sono poche ho pensato: perché non tradurla e postarla su EFP
Ovviamente ho ottenuto il permesso dall’autrice e se cliccate sul titolo virgolettato vi riporta alla ff originale in inglese! 
Fatemi sapere se ci sono errori e se è piaciuta anche a voi! ^-^
  
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