Serie TV > Questo nostro amore
Segui la storia  |       
Autore: Lellaofgreengables    30/06/2018    1 recensioni
Marina e Domenico
Torino 1981.Marina è una giovane archeologa che vive la vita con estremo impegno, mentre Domenico fa del disimpegno la sua bandiera e dopo aver lavorato come animatore sulle navi crociere e nei villaggi vacanze , sogna il successo in una delle televisioni private emergenti dei primi anni '80.
Marina si divide tra il ricordo di un bambino che le aveva donato un cuore di metallo e che era stato uno dei suoi due migliori amici, e il dolore per una storia d'amore finita male con il suo ex professore.
L'amore può unire due poli apparentemente opposti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Ovviamente sta male, ma quando  ci siamo salutati mi è sembrato più tranquillo. Voi stategli vicino in questi giorni." Disse Benedetta sedendosi sul letto accanto a Marina e Clara.

"Certo" annuì Marina.

Clara, però, era già presa da altro che non fosse Vittorio Costa: "Però che figata Londra" disse la ragazza, riferendosi al viaggio di lavoro che avrebbe fatto la sorella maggiore.  "Mi porti con te?" le domandò.

"Per farti scambiare per una punk?" la rimproverò Marina. "Fai tanto la disperata per papà e poi vuoi partire."  Clara le lanciò il cuscino con stampata la bandiera americana, che Ettore e Anna avevano regalato alle ragazze e si difese: "I primi tre giorni  con papà te li farai tu." 

Marina gettò il cuscino di nuovo verso Clara e le due sorelle si lanciarono degli sguardi assassini. Marina non sopportava l'egoismo della piccola della famiglia Ferraris. 

L'archeologa però si rese ben presto conto che non era solo Clara a creare problemi e rimase a bocca aperta quando Benedetta annunciò: "Di Londra lo sapete solo voi."

Persino Clara restò sbalordita e domandò : "Che vuol dire che lo sappiamo solo noi?"

"Significa che non ne ho parlato con Bernardo. Lui penserà che sono ancora a Milano." disse Benedetta come se non stesse rovinando la sua relazione con il compagno.

  "Milano o Londra, cosa cambia?" domandò stupita Marina, che pensava che le sue sorelle fossero decisamente troppo abili a rovinarsi la vita.   

"Il lavoro milanese era una prova e non vorrei che pensasse che ho deciso di riprendere a lavorare senza consultarlo." spiegò Benedetta. 

"E non è così?" domandò Marina, che non poteva fare a meno di analizzare le situazioni con maturità.

"Si, però per il momento è inutile parlarne." le fece notare Benedetta. 

"Secondo me è meglio dirglielo. Quando si iniziano a dire bugie in una coppia è finita." sentenziò la saggia archeologa. 

"Glielo ha insegnato il suo professore." ribatté Clara. Marina per tutta risposta le gettò contro il famoso cuscino americano. 

"Comunque da noi non saprà nulla" affermò la minore delle tre sorelle. Marina e Clara mimarono una bocca cucita e Benedetta le strinse a sé. "Le mie piccine" mormorò la maggiore della Ferraris. 

Ma Marina non era la sola ad avere dei fratelli problematici, anche Domenico non era da meno. Quella sera in casa Strano, infatti, c'era un'ospite d'eccezione: Caterina. La ragazza era stata invitata da Fortunato a salire in casa a causa di un malore che la giovane aveva avuto in strada. Salvatore era felice: finalmente il figlio scienziato aveva mostrato un'interesse per una femmina e non solo per gli elettroni. L'uomo aveva quindi insistito per avere la giovane a cena e ora erano tutti seduti a tavola in adorazione di Caterina. Tutti l'adoravano tranne Domenico, che vedeva in lei un'ottima imitatrice della classica brava ragazza. "Fortunato è un genio. A cinque anni conosceva tutte le tabelline. Domenico, che è il gemello, invece non le sa nemmeno ora." affermò Salvatore Strano, riferendosi a Caterina, offendendo uno dei suoi figli. Non era vero: nei primi dieci anni di vita entrambi i gemelli erano stati piuttosto asini a scuola. Erano riusciti a prendere la licenza elementare solo grazie agli sforzi di Marina, che era il vero genio tra i tre. 

Solo in seguito Fortunato aveva potuto studiare e dimostrare tutto il suo valore. Domenico era felice per i successi di suo fratello ma non poteva fare a meno di pensare all'anno in cui era stato costretto ad andare a lavorare. Forse anche lui avrebbe potuto diventare uno scienziato, se avesse avuto le stesse possibilità del fratello, se solo i suoi genitori avessero fatto una scelta diversa e avessero inviato Fortunato in officina. 

"Che ci vuoi fare. Il cervello tutto lui lo ha preso. Io però ho dei sogni. Il mio sogno è che quando una persona torna a casa dopo una giornata di merda, accende la tv e boom... Ci sono io. Una barzelletta, una canzone o un'imitazione e gli rallegro la serata." Spiegò Domenico, profondamente offeso dalle parole del padre. Scoprire un talento per la danza e la recitazione era stata la salvezza di Domenico, che si era sempre considerato un incapace a causa degli insuccessi scolastici. 

"Minchia, che gran benefattore! Che bravo! Domenico sei proprio bravo!" Salvatore iniziò a deridere suo figlio, senza lesinare qualche espressione dialettale un po' volgare. 

Espressione dialettale un po' volgare che Rosa pensò bene di ripetere,  per esprimere invece della sincera ammirazione per Domenico. "Minchia, se è bravo" disse la bambina, mentre Ciccio le tagliava la carne.

"Amore, queste parole non si dicono." la rimproverò bonariamente Teresa, che poi si rivolse a Caterina. "Il fatto è che queste parole le sente in giro." La signora Strano lanciò un'occhiata carica di rimprovero al marito. 

"Posso andare in bagno?" domandò Caterina. E Domenico comprese cosa non gli piaceva in lei: Caterina era completamente disinteressata non solo alla famiglia Strano e ai suoi discorsi, ma soprattutto a Fortunato. Era a cena con loro ma si mostrava spesso sgarbata e quasi seccata per le attenzioni che tutti le riservavano, quasi come se si trovasse lì con ben altre intenzioni, che cenare con la famiglia di un amico. "Vieni, gioia. Ti accompagno" si offrì Teresa. "No, grazie. Vado da sola." Il tono secco di tale risposta colpì Domenico, che si domandò perché nessun altro in famiglia si rendesse conto di quanto quella giovane fosse finta. 

"Va bene, gioia. Il bagno è in fondo al corridoio a sinistra." le spiegò Teresa, sorridendole. 

Quando Caterina scomparve inghiottita dal corridoio, Teresa e Salvatore si complimentarono con il figlio per la ragazza che aveva scelto. Domenico invece raggelò tutti dicendo quello che pensava, senza freni, del resto stavano parlando della vita del suo gemello.

"A me non piace." disse improvvisamente serio. 

"A me si." annunciò Rosa. "Anche a me" ripeterono insieme Teresa, Ciccio e Salvatore.

Sotto lo sguardo carico di rimprovero del padre, Domenico chiese: "Che c'è? Non posso dire che non mi piace?"

"Certo, perché sei in minoranza" gli fece notare Salvatore, che poi si rivolse a Fortunato: "Lascialo perdere. È solo invidioso." 

Purtroppo Domenico aveva ragione. Invece di raggiungere il bagno, Caterina entrò nella stanza di Rosa e nascose tra i giocattoli della bambina, uno zaino contenente dei volantini che inneggiavano l'attentato a Marchisio. Uno zaino che avrebbe causato molti problemi alla famiglia Strano. 

Domenico non fumava più una sigaretta da molti anni eppure quella sera, con una scusa scese in cortile con una sigaretta di Salvatore in mano e iniziò a fumare, mentre in casa il resto della famiglia continuava a venerare Caterina.  Proprio in quel momento Marina scese anche lei in cortile.

"Pensavo che avessi smesso quando avevi quattordici anni." gli fece notare lei. 

"Si, ma questa sera stranamente non riesco a far riferimento al mio solito lato allegro." rispose lui.

"Cioè non riesci a ridere e a fare battute sciocche. Non capisco il motivo di tanta depressione, però. Non sembri nemmeno tu." si preoccupò la giovane. 

"Caterina è a cena a casa mia." le spiegò lui.

"Che bello. Sono felice per Fortunato." si rallegrò Marina, che poi chiese: "Perché tu non lo sei?"

"Per il semplice fatto che quella ragazza non mi piace. Mi sembra così finta, falsa e decisamente poco interessata a mio fratello." le rispose lui.

"E solo per questo sei così triste?" domandò Marina. 

"No, anche per il fatto che mio padre mi considera un buono a nulla. Un giullare sciocco che non combina mai nulla di buono mentre Fortunato è lo scienziato della famiglia. Non è nemmeno vero che a cinque anni era il genio delle tabelline." si lamentò lui.

"In effetti quando vi ho conosciuto eravate pessimi in matematica. Però poi lui si è impegnato davvero tanto per diventare quello che è oggi." gli spiegò Marina. 

"E io ne sono felice. Ma questo non dovrebbe impedirmi di dire quello che penso su Caterina. Non la disprezzo perché sono invidioso di mio fratello e sono stufo di essere sempre trattato come uno stupido pagliaccio. Ma cosa ci fai qui, a quest'ora?" le chiese. 

"Sono parecchio agitata anche io. Non volevo farmi vedere in questo stato da mia nonna, che del resto è ancora in trance dopo la notizia che le ha dato mia madre. Gironzola per la casa urlando "Mia figlia si sposa" e poi ride e piange per la felicità." spiegò Marina. 

"E tu invece non sei felice per questo matrimonio" proseguì lui.

"Io sono felice per questo matrimonio ma non sopporto vedere mio padre soffrire. Inoltre temo che le mie sorelle si mettano in situazioni senza via di uscita." si lasciò sfuggire lei.

"Ti riferisci per caso a Benedetta? Ho visto che è tornata a Torino. Ci sono problemi tra lei e mio fratello?" domandò.

"Benedetta era a Torino per parlare con nostro padre. Clara le ha prestato il suo motorino e credo che ora sia al casale, tra le braccia di Bernardo. Sono preoccupata per Clara. Lei non accetta le nozze della mamma e augura il peggio a Ettore." mentì Marina, che era decisamente più preoccupata per Benedetta. 

"Sono contento di sentirlo. Voglio dire, mi dispiace per Clara ma sono felice di non dovermi preoccupare anche di Bernardo. Mi bastano i problemi di Fortunato." le spiegò.

Proprio in quel momento Fortunato e Caterina uscirono dal portone. Il ricercatore presentò la ragazza a Marina e poi andò via, perché doveva accompagnare la giovane a casa. 

"A me sembra davvero carina. Non capisco cosa ti dia tanto fastidio in lei." sussurrò Marina a Domenico, quando l'altro gemello e Caterina andarono via. 

"Ma posso dire che non mi piace oppure solo voi intelligenti avete il diritto di esprimere un giudizio?" le chiese, irato. 

"Il fatto è che tu di amore non ne sai molto." 

"E voi non conoscete bene le persone che avete accanto. Caterina e Leopoldo non sono quello che voi credete e vi ostinate a non vederlo." urlò Domenico, attirando l'attenzione del portiere, che stava affacciato alla finestra. 

"Abbassa la voce. Ma come ti permetti? Perché devi sempre rovinare tutto nominando Leopoldo? Non ti sopporto." si lamentò Marina, dirigendosi verso il portone e lasciando Domenico solo, sotto lo sguardo attento del nipote di Gobbino. 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Questo nostro amore / Vai alla pagina dell'autore: Lellaofgreengables