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Autore: Black Nana    01/07/2018    2 recensioni
Tratta dalla canzone di bruno mars questa storia ha come protagonista la luna, silenziosa testimone dell'amore mai espresso tra Gerard ed Erza. All'astro brillante i due amanti rivolgono preghiere silenziose per la salvezza l'uno dell'altra con la speranza che un giorno possano vivere alla luce del sole. Tuttavia una notte la luna assisterà a qualcosa di diverso dalle solite preghiere.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gerard
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Talking to the moon

 

Lunghi capelli scarlatti vengono mossi dal vento d’estate che pare ravvivare una placida notte d’estate. Due iridi scure velate da una malcelata malinconia sembrano rivolgere una silenziosa preghiera alla luna piena che illumina l’oscurità del cielo nero contornato di piccole flebili stelle. Lei sembra pregare una divinità sconosciuta ma senza successo. Se qualcuno la vedesse penserebbe che la bella Titania sia impazzita, ma non è affatto così. Lei parla alla luna sperando che le sue preghiere giungano a colui che domina il suo cuore. L’astro argenteo che riflette il sole ascolta tacitamente le paure di Erza. Lei prega che il suo amore lontano sia salvo. Davanti ad altri non aprirebbe mai il suo cuore perché sa che non capirebbero. Lui è tutto ciò che le resta. Lui è la speranza di un futuro migliore che la rassicurava nei giorni di prigionia alla Torre del Paradiso. Titania sa che la notte avvolge quei capelli color cobalto celati dallo scuro mantello simbolo della gilda che ha creato per espiare i suoi peccati. Il terrore di perderlo è forte. Troppo forte. Ogni notte parla alla luna sapendo che lei la ascolta e custodirà il suo segreto. Ogni notte le chiede di proteggere Gerard perché sa che senza di lui morirebbe. A lui deve la vita e in suo nome combatterà fino a quando lui non si sarà perdonato e il consiglio non lo considererà un assassino da abbattere. Per fortuna Ultear e Meredy condividono il peso di quella difficile crociata contro l’oscurità. Erza prega con tutto il cuore affinché l’astro brillante faccia giungere al mago del firmamento il suo messaggio d’amore.

Un luogo lontano dal mondo dove la natura regna sovrana la luna si staglia più lucente che mai nel cielo stellato fonte della sua magia. Il vento scompiglia la già poco docile capigliatura cobalto del master di Crime Sorcier. Pensa al giorno in cui si è lasciato sfuggire la felicità dalle mani rifiutando le morbide labbra della sua dea scarlatta. Per lui Erza non è solo il suo grande amore ma la sua eterna dannazione. La ama più della sua vita che ha protetto anche a costo della sua anima. Nemmeno la possessione della sua ex nemica e ora alleata aveva scalfito il desiderio e la passione che lo spingevano a vivere nella speranza di espiare le sue colpe. Se fosse riuscito nel suo intento avrebbe potuto amarla alla luce del sole senza macchiarla con i suoi peccati. Vorrebbe urlare alla luna il suo amore celato per la sua luce, ma preferisce pregare silenziosamente per la sua salvezza ignaro che lei faccia esattamente lo stesso ogni dannata notte. Vorrebbe accarezzare la sua chioma scarlatta guardandola negli occhi senza lasciarla mai, invece il suo è il sentiero di un criminale pentito.

“Sai Titania c’è stato un tempo in cui ti ho amata più di ogni altra cosa, ma quei giorni sono ormai morti.” Quelle parole sputate fuori durante il duello alla torre del paradiso erano state la punta di un iceberg costituito da veleni e malvagità, apice di una follia alimentata dal falso Zeref ovvero Ultear. Poco dopo Simon suo ex amico d’infanzia e rivale d’amore lo aveva guardato carico d’odio mentre si apprestava a sacrificare la propria vita per salvare quella della donna che entrambi amavano. Lui aveva sempre saputo quanto fosse profondo il loro legame. Il cuore di Erza sarebbe sempre appartenuto a Gerard Fernandez ed alla gilda di Fairy Tail. Per loro avrebbe dato anche la vita, ma lui le avrebbe sempre impedito di farlo. Sacrificarsi era il suo compito non quello della regina delle fate.

Quella notte Titania aveva chiesto alla luna qualcosa di diverso. La sua richiesta era stata di vederlo, anche solo per un istante. Voleva riaverlo al suo fianco proprio come nei tempi ormai andati. Le sarebbero bastati pochi attimi per lenire le ferite del suo cuore e del suo corpo. La battaglia era stata dura, ma nonostante le difficoltà aveva vinto di nuovo. Finiva sempre per cacciarsi nei casini e farsi più male del necessario. Più passava il tempo a proteggersi con le sue armature e più si indeboliva. Le era bastato ricorrere alla più estrema delle sue armature, quella del cuore puro. I seni sodi e prosperosi erano ricoperte da una fascia composta di bende bianche e sotto indossava dei pantaloni larghi con un motivo di fiamme. Le fiamme erano l’ardore del suo coraggio misto alla rabbia che provava contro il nemico. La sua arma era una katana indistruttibile che soltanto chi possedeva un cuore puro poteva brandire. L’arma l’aveva scelta e lei ne era profondamente orgogliosa. Mentre sputava sangue dal lato destro della bocca due mani calde e forti dal tocco delicato, ma allo stesso tempo deciso, avevano provveduto a sorreggerla. La sua preghiera era stata esaudita.

Vederla in quello stato lo feriva. La sua era stata una sensazione momentanea e da lì aveva percepito il pericolo in cui versava la donna a cui erano rivolte le preghiere che consegnava alla luna, affinchè nessuno potesse intercettarle e giungessero dritte a lei. Gerard era furioso. Ancora una volta si era maledetto perché non era intervenuto prima mettendo a rischio la sua Scarlett. Gli sarebbe bastato un solo colpo per proteggerla, ma a causa della sua cocciutaggine lei aveva corso l’ennesimo rischio. Nuovamente era stato incapace di difendere ciò che di più prezioso aveva. I rimpianti servivano a poco soprattutto se la dragon slayer del cielo non era lì nei paraggi a poter curare la giovane donna che sorreggeva tra le sue braccia.

I lunghi capelli scarlatti erano sciolti e lievemente impolverati. Il volto pieno di graffi e le labbra tumefatte provocavano in lui una forte rabbia. Nessuno doveva osare ridurre la SUA Titania in quel modo. Ciò che attirò la sua attenzione furono i seni turgidi e prorompenti che le fasce logore un tempo preposte a coprirli, lasciavano intravedere. Due sfere perfette su un corpo dalle forme sinuose e slanciate. Quella visuale lo rendeva alquanto distratto. Quanto avrebbe desiderato farla sua ed unirsi completamente a lei, lo sapeva soltanto la luna alla quale spesso aveva confessato di desiderare Titania. Alla vigilia dei giochi magici, a causa delle sue paure, aveva rifiutato i suoi sentimenti con una scusa idiota. Le aveva mentito dicendo di avere una fidanzata. Non voleva farla soffrire più di quanto non avesse già fatto. Persino senza memoria il suo nome e i suoi capelli scarlatti erano stati il suo chiodo fisso. Peccato che al Ryusetsu Island la sua malcelata attrazione per lei lo avesse ridotto a uno zombie. Era rimasta quasi nuda a causa della sfrenata corsa e del costume lacero. Non solo le aveva toccato i seni per sbaglio provocando imbarazzo in entrambi, ma se l’era anche ritrovata aggrappata al suo petto a causa della corsa accidentale su quel dannatissimo scivolo. Lì si era reso conto di quanto quelle rotondità fossero perfette. Si era maledetto perché l’aveva desiderata nel momento in cui era rimasta quasi nuda stretta nelle sue braccia. Gerard non si era certo immaginato una cosa del genere quando aveva pensato a come sarebbe stato amarla sul serio. Fortunatamente la rossa non si era accorta del suo stato fisico ma aveva notato solo l’epistassi credendo avesse battuto il volto coperto dalla maschera di Mistgun, la quale gli era stata fornita come copertura per partecipare alla gara nelle fila di Fairy Tail, affinché potesse svolgere in sicurezza la sua missione.  

Si tolse il mantello delicatamente, mentre grazie alla sua magia la ragazza che fino ad un attimo prima era stata tra le sue braccia fluttuava in aria. Poggiò l’indumento sul terreno per poi depositarci delicatamente la fanciulla esanime. Probabilmente era svenuta e di lì a poco avrebbe ripreso conoscenza o almeno così credeva. La luce della luna però mostrò a Gerard qualcos’altro. Il respiro di lei era flebile e il suo incarnato ancor più niveo del solito. Il corpo carico di ferite lo fece impensierire maggiormente. Fu allora che ebbe come un’illuminazione. Dischiuse lievemente le labbra della fanciulla per poi appoggiarvi le sue e donarle la sua aria. Ripeté l’operazione diverse volte senza successo. Fu allora che un urlo squarciò la quiete della notte: “ERZAAAAAAA! SCARLET PER AMOR DI MAVIS RIPRENDITI! SENZA LA TUA LUCE… io sono un uomo perso nelle tenebre della notte.” Fu solo un sussurro, ma sembrava aver scosso la coscienza della rossa che giaceva ancora sulle sue ginocchia priva di conoscenza.

Stava lottando con tutta se stessa per poter riaffiorare dall’abisso in cui era precipitata. Le sembrò di essere tornata nuovamente alla torre del paradiso quando aveva deciso di fondersi con Etherion. Anche allora come in quella notte di luna piena la voce di Gerard l’aveva guidata verso la libertà. Quella parola associata al mago del firmamento sembrava assurda. Per quanto la inseguisse e la desiderasse non riusciva mai ad afferrarla. Lei ci era riuscita, ma lui no. Era sempre prigioniero. Prima di Ultear, poi del consiglio e infine dei suoi rimpianti. Doveva uscire dalle tenebre e portarlo alla luce. Questa volta ce l’avrebbe fatta a salvarlo. Non si sarebbe arresa e nemmeno rassegnata. Lo amava e glielo avrebbe fatto capire una volta e per sempre. Sapeva di essere ricambiata. Gerard era un pessimo bugiardo per cui uscita da quell’inferno lo avrebbe smascherato e poco le interessava se il ragazzo si sarebbe ribellato, doveva ottenere la verità.

Fu improvviso e del tutto inaspettato. Quelle labbra che le erano state negate tempo addietro ora le si concedevano improvvisamente. Le stava donando la sua aria. Il suo grido disperato e colmo di rabbia giuntole poco prima sembrava averla ridestata da quel sonno forzato in cui versava. Decise di correre il rischio e agire repentinamente. In un secondo accettò l’aria donatale per poi incatenare il donatore in un bacio fatto di speranza e di forza. A dispetto di quanto avrebbe mai potuto pensare Gerard aveva risposto al bacio incatenandosi a lei in una danza carica di attesa e desiderio per quel contatto che si erano preclusi in passato o meglio che lui le aveva negato per colpa della sua cocciutaggine. Lo aveva tirato per i capelli e se lo era spinto addosso con famelica e predatoria decisione. Non aveva alcuna intenzione di lasciarlo fuggire e né tantomeno di replicare con le sue solite lamentele. Questa volta non si sarebbe fatta scappare l’occasione di averlo tutto per sé. Non poteva perdere quella felicità per cui aveva rischiato la vita. Quando si separarono lo sguardo di lui era un misto di perplessità e di stupore.

Titania era tante cose, ma mai avrebbe immaginato che possedesse una sensualità così prorompente. Quel bacio gli aveva trasmesso un senso di urgenza. Mentre erano coinvolti in quella danza così brutalmente sensuale, i loro corpi si erano cercati senza esitazione in turbine di passione e disperazione. La sua attrazione per la regina delle fate era innegabile e il suo corpo glielo aveva tranquillamente testimoniate con una visibile eccitazione. Doveva assolutamente darsi un contegno per evitare di farle del male. “Gerard non parlare più. Questa luna che ci illumina questa notte sarà la sola testimone. Manterremo il segreto. Siamo adulti ormai. Non sono più la bambina sperduta di quei giorni all’inferno. Sono una donna e ti conosco meglio di quanto tu creda. Sai vero di essere un pessimo bugiardo? Continuare a mentirmi mi ferisce così come la tua assenza. Lascia che ti ami con tutta me stessa e non allontanarmi più.” “Erza… mi dispiace..”. Un pugno in pieno volto lo scaraventò disteso sotto di lei. La sua Titania sapeva essere molto dura. “IDIOTA! SMETTI DI NASCONDERTI DIETRO SCUSE E PAURE. GERARD.. torna ad essere quel bambino coraggioso e dal cuore puro che con il suo amore e la sua forza mi protesse nella torre del paradiso.” Senza dire altro lo coinvolse in un altro bacio decisamente bollente al quale non poté resistere. Parlare non serviva a nulla. Mentire a lei ed a sé non serviva a nulla per cui tanto valeva dare ascolto ai loro corpi esprimenti tutto il desiderio che nutrivano nei confronti l’uno dell’altra. Lasciò che le mani di lei gli sfilassero l’armatura prima e la camicia dopo. Sentirla che si appropriava del suo petto donandogli tutto il suo amore lo faceva sentire un re. Del resto se lei era la regina delle fate, lui sarebbe stato il re di quadri delle carte. Ribaltando le posizioni fu lui a privarla delle bende e di tutti gli altri ostacoli che lo dividevano da lei.

Fu così che alla luce della luna che aveva sempre fedelmente ascoltato i loro monologhi i due amanti divennero tutt’uno lasciando da parte i loro ruoli e la guerra che stavano vivendo. Erano solo Erza e Gerard due ragazzi che per troppo tempo erano stati divisi.

 
   
 
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