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Autore: InCercadAutore    04/07/2018    0 recensioni
Questa sarà la pagina del diario di un'adolescente che ha assistito a quello che per lei è stato il miglior concerto della sua vita, fino a quel momento almeno. Il concerto in questione ha avuto luogo il 2 luglio 2018, a Barolo, in occasione del Collisioni Festival.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Mentre scrivo sono già passati due giorni da quella sera meravigliosa, ricca di emozioni.
Lunedì 2 luglio 2018, questa è la data del miglior concerto cui io abbia mai assistito.
Quella mattina mi sono alzata presto, verso le 6.30, mi sono preparata e sono uscita per fare delle commissioni per conto di mia madre. Inutile dire che se “il buongiorno si vede dal mattino”, lo stesso vale per il “cattivo giorno”: circa una ventina di persone anziane bloccavano la porta delle poste e io avrei dovuto prendere un treno nel giro di mezz’ora. Fortunatamente però la coda si è mossa velocemente e, una volta fatti i biglietti, ho raggiunto la mia migliore amica per farle da supporto, insieme ad altri tre fidati compagni, all’esame orale di maturità. Dopo averla sostenuta, abbracciata, averle fatto i complimenti e aver realizzato di essere finalmente “mature”, era giunto il momento di prepararsi per andare al concerto che più aspettavo, quello della mia band preferita: i Depeche Mode.
Purtroppo non avendo la patente ho dovuto aspettare che mia madre finisse di lavorare, ma verso le 15 (molto tardi considerando che avevamo i posti in prato e i cancelli sarebbero stati aperti per le 16) siamo finalmente partiti. Alle 16,30 abbiamo trovato parcheggio senza perderci (per miracolo e per le mie modeste capacità da navigatore, per le quali poco ci è mancato a un tamponamento in corrispondenza di un bivio), e dopo aver preso la navetta siamo giunti a destinazione. Passati i cancelli vediamo già una massa infinita di persone davanti al palco, non che la cosa ci stupisse. Allora, fingendo di voler raggiungere ipotetici amici, ci siamo diretti verso le transenne sotto palco, e, sfruttando un corridoio che la gente aveva formato per coloro che dovevano appunto passare, ci siamo avvicinate. Lì abbiamo conosciuto persone molto simpatiche con cui abbiamo stretto amicizia parlando di musica, vita privata e molto altro.
Poco dopo le 19 entra la band di supporto: i Marlene Kunzt, una rock band di Cuneo scelta direttamente dai Depeche e che non avevo mai sentito prima. La mia reazione alla loro performance può essere riassunta con una frase: “My God they totally rock it!!!” Insomma, sono stati grandi e ci hanno scaldati per bene.
Una volta finite le loro canzoni, i Marlene Kunzt sono usciti e lo staff ha iniziato a disporre ogni cosa per la band principale. Mancava circa mezz’ora al loro ingresso in palco e io non stavo letteralmente più nella pelle per l’emozione. Li avevo già visti due volte: una a Bologna e una a Torino, ma mai così da vicino come quel giorno. Non sapevo che aspettarmi, l’unica cosa di cui ero sicura era che avrei pianto di lì a poco.
Si fanno le 21.15, ed ecco che entrano sul palco: Andy, seguito da Peter, Christian, Martin e infine Dave. Prima reazione alla vista dei miei idoli alla distanza di circa 5 metri? Un fiume di lacrime. Sulle note di “Going backwards” ci siamo messi tutti e 9000 subito a cantare e battere le mani a tempo. Hanno cantato canzoni che sinceramente non mi aspettavo, come la meravigliosa “Somebody” o la ritmica “Just can’t get enough”.
La scaletta era:
-Going Backwards, le lacrime;
-It’s No Good, it was just great;
-A Pain That I’m Used To (Jaqcues Lu Cont remix), devo commentare una delle mie canzoni preferite?;
-Precious, la prima canzone che io abbia mai ascoltato;
-World in My Eyes (which was just… WOW), STUPENDA;
-Cover Me, altra canzone che ADORO (inutile dire che al “Will you cover me..? WILL YA?” di Dave, io abbia urlato un “YEAH, OF COURSE I WILL.”;
-Somebody, LE LACRIME, MIO DIO MARTIN;
-In Your Room, senza parole da quanto è coinvolgente;
-Everything Counts, in cui abbiamo dato il via a un coro fortissimo e affiatato che ci ha fatto guadagnare un “Barolo, you were THE BEST” urlato nel microfono da un Dave particolarmente sorridente e allegro;
-Stripped, alla quale sono quasi morta;
-Personal Jesus, di nuovo un coro assurdo. L’energia e la sinergia che avevamo noi del pubblico con la band era palpabile;
-Never Let Me Down Again, penso non ci fosse persona che non l’abbia intonata;
-Walking in My Shoes, un ever green;
-Enjoy the Silence, just beautuful;
-Just Can’t Get Enough, nella pausa prima dell’encore e prima che entrassero la stavamo intonando tutti quanti, non pensavo l’avrei mai sentita dal vivo…
In sostanza ho ballato, saltato, battuto le mani, gridato fino a farmi morire la voce in gola, ma ne è valsa la pena. Il pubblico è stato stupendo, siamo riusciti a coinvolgere i Depeche Mode con il nostro entusiasmo, e loro hanno fatto lo stesso. Dave ha passato il concerto sorridendo e facendo il matto, come al solito; Martin ha “ballato” un po’ mentre suonava e ci ha fatto segno di battere le mani a “Just can’t get enough”; il resto della band purtroppo non lo vedevo bene per colpa delle casse e delle teste delle persone, Ma sono davvero contenta di quella serata: ci siamo divertiti noi spettatori e si sono divertiti loro a cantare e suonare. È stato a dir poco meraviglioso. Poi se penso che ai loro  concerti si riuniscono persone di tutte le età, tutto diventa ancora più incredibile. Quando Dave e Martin guardavano nella mia direzione avevo il cuore che sobbalzava e sorridevo ancora di più alla vista dei loro sorrisi.
Potrei andare avanti per ore, ma finirei con l’annoiarvi… Finisco dicendo solo che una volta finita la performance, quando ho cercato di muovermi, i miei muscoli sembravano percorsi da mille formiche rosse! Ma ne è valsa la pena.
Grazie per essere arrivati fino a qui,
-InCercadAutore, 
aka A.F.T.
   
 
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