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Autore: Meissa    07/07/2009    2 recensioni
C’era una volta un cactus, che viveva in una serra, e da uno dei suoi fiori nacque un frutto: Fico d’India.
Fico d'India era molto triste perché nessuno nella serra voleva essere suo amico e nessuna famiglia voleva prendere lui e Cactus, non capiva proprio per quale ragione dovesse essere così solo.
E così fu molto felice quando venne portato via dalla serra e si trovò in un salone bianco e fece amicizia con un Ficus Benjamin.
Genere: Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A tutti coloro che nella vita, almeno una volta,
si sono sentiti dei Fichi d’India maturi,
spiaccicati per terra dal Caso.

Storia di un Fico d’India che ebbe per amico un Ficus Benjamin




C’era una volta un cactus, che viveva in una serra. Cactus era tranquillo e sano, e un giorno fiorì, e da uno dei suoi fiori nacque un frutto: Fico d’India.
Nella serra di Fico d’India c’erano molte altre piante e anche molti frutti. Nonostante questo Fico d’India era molto triste, perché nessuno si avvicinava mai a lui, le altre piante si tenevano a distanza.
Aveva chiesto a un Melo poco distante se volesse essere suo amico, ed ecco che le mele avevano iniziato a strillare spaventate, mentre il Melo era scoppiato a ridere, convinto fosse uno scherzo. Ma sei serio, aggiunse vedendolo spaesato.
Certo!, rispose allora Fico d’India.
Assolutamente no, sei pericoloso, disse il melo.
Pericoloso io?!, squittì Fico d’India, sconvolto da una simile accusa.
Hai le spine, fece notare il Melo, scuotendo le fronde. Se fossimo tuoi amici e ci avvicinassimo, ci faresti male. Io devo pensare a me e alle mie mele.
Ma io non sono pericoloso e non vi farei mai del male, strillò Fico d’India indignato.
Tutte scuse, dissero coralmente le mele.
Non è vero, ribatté testardo Fico d’India, scuotendosi in segno di diniego, e le spine caddero a terra come una cascata.
Lo sapevo, strillo furiosa e terrorizzata una delle mele, lo sapevo! È cattivo e vuole ucciderci!
È vero, è vero, belarono le altre.
Sapevo che era impossibile essere amico di un cactus e di un fico d’India, sentenziò il mele, con crudele e studiata saggezza. Noi ce ne andremo tutti, e tu resterai qui, da solo, perché nessuno ti vorrà mai!
Mai, mai, fecero eco le mele, schernendolo.
No!, gemette Fico d’India, senza poterci capacitare di simile sevizia.
Sì, invece, rincarò una mela, non ti vorrà nessuno, perché sei brutto, giallognolo e hai le spine! E rise, rise, e tutte le altre mele con lei, sembrò che una sola risata si propagasse in eterno, che fossero tutte il proseguimento di una soltanto.
Non è vero, pensò Fico d’India, sull’orlo del pianto. Sono sicuro che non è così, e poi devo ancora crescere, ragionò, ho tutto il tempo di divenire ancora più bello!
Fico d’India maturò, passo dal colore giallognolo e malsano a un giallo-arancio, ma contrariamente alle sue previsione ottimistiche si verificò ciò che aveva annunciato la mela.
Erano passati mesi, e tutte le altre piante se ne erano andate, portate via da allegre famigliole con bambini, e presto sostituite nella serra da altre, solo Cactus e lui rimanevano ancora lì, dentro.
Oh, sospirava ogni giorno Fico d’India, dopo essersi illuso di essere comprato da qualche graziosa famigliola.
Cactus sembrava così indifferente, invece lui non riusciva a darsene pace!
Aveva ormai perso le speranze, e il suo colore era un arancione brillante, quando un bel giorno lui e
Cactus vennero portati via dalla serra e si trovarono in un salone molto, ma molto bianco.
Fico d’India si sentì quasi esplodere dalla felicità. Dev’essere perché sono arancione, sono così bello arancione, dev’essere per questo che ci hanno preso!
Dopo poche ore che si trovava lì venne avvicinata a Cactus un’altra pianta, con piccole foglie verde scuro. Fico d’India non riuscì a trattenere l’entusiasmo, qualcuno che stava vicino a lui!
Chi sei?, domandò con timida allegria.
Io sono Ficus Benjamin, rispose la pianta ora conosciuta con voce profonda.
Oh, abbiamo lo stesso nome!, esclamò estasiato il piccolo Fico d’India. Quasi, io sono Fico d’India, vuoi essere mio amico?
Siamo vicini, sarebbe un male non esserlo, spirò gravemente l’altro.
Fico d’India non era mai stato così felice ed era così colpito dalla saggezza di Ficus Benjamin!
Evviva!, esultò, sarai il mio miglior amico!
Passarono pochi giorni, quanti bastarono perché Fico d’India si tinse di un bel color rosso vivo; quella mattina Fico d’India aveva ricevuto apprezzamenti per il suo bel colorito da parte di Ficus Benjamin.
Poche ore dopo Gatto entrò nel salone correndo, inseguito da Cane; Gatto, sufficientemente piccolo e sottile sgusciò tra Cactus e Ficus Benjamin, Cane, troppo grosso e massiccio, li travolse, rovesciò i vasi, una spina si conficcò nella sua zampa, Cactus infilzò Ficus Benjamin con le altre rimastegli e Fico d’India, maturo, si spiaccicò a terra in un ammasso rossastro.

Oh, caro! Guarda cos’è successo, esclamò Donna vedendo il putiferio nel salone, una volta rientrata a casa.
Uomo la raggiunse di corsa, curioso.
Il fico d’India si è spiaccicato a terra, proprio ora che era maturo, si lamentò Donna.
Te l’avevo detto, cara, che era un’idea balzana quella di comprare la pianta per avere i frutti, disse Uomo sistemandosi gli occhiali sul naso. La prossima volta li compreremo direttamente al mercato.





Note autrice: Nulla da dire, eccetto che raggiungo vette di stupidità ceh pensavo inarrivabili, per il resto, fate vobis.
Io mi limito a ringraziare LallaYeah e beab per le gentili recensioni a Giulia..., che sono lieta di informare è arrivata terza al concorso Pulizie di Primavera – Original Version. Il banner, incredibilmente figo, lo si trova nel mio account.Così giusto per pubblicità gratuita XD
   
 
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