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Autore: _Fenice    06/07/2018    1 recensioni
È una storia fatta di sguardi, di sfide, di scoperte e riscoperte.
Dal testo:
« Non vorrei essere indiscreto, ma quella gonna è davvero corta. », buttò lì.
« Cos-? Oh andiamo, mi sembri Soul. », gli rispose, un po’ imbronciata. Non le piacevano le critiche alla sua gonna preferita. Ci combatteva anche!
« Non ha tutti i torti però. », le disse, tornando a guardarla. Maka si sentì un po’ a disagio: quello sguardo così profondo era davvero tutto per lei? Distolse lo sguardo e, con tono provocatorio, asserì: « È comoda, copre ciò che serve, e poi… », concluse, « serve a distrarre il nemico. ». Lo guardò.
Lo sguardo di Kid divenne d’un colpo severo e questo destabilizzò leggermente la Meister. « In biblioteca non ho visto uova di Kishin o streghe. », constatò.
« M-ma… »
Kid spostò lo sguardo verso la gonna incriminata, per poi scendere alle snelle e chiare gambe della ragazza, fin troppo scoperte per i suoi gusti. « Davvero troppo corta. », sibilò, poi i suoi occhi tornarono dritti a guardare oltre il bancone, nell’attesa di un cameriere.
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Death the Kid, Maka Albarn
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 2: Problemi di outfit.


Passarono i mesi e il trio si integrò bene all’interno del gruppo. I tre impararono a comprendere la strafottenza e il cinismo di Soul, a ignorare l’egocentrismo di Black*Star e ad apprezzare la bontà e la disponibilità di Tsubaki e Maka; gli altri impararono a ridere insieme a Patty e si abituarono al suo immenso amore per le giraffe, consolarono Liz e le sue paure irrazionali e sopportarono pacatamente le nevrosi sulla simmetria di Kid.
Maka, che andava spesso in biblioteca per leggere in santa pace dato che Soul la infastidiva di continuo, si sorprese nell’incontrare Kid, per la seconda volta.
« Kid! », salutò.
« Oh, ciao, Maka. », le rispose cordiale il corvino.
« Leggi ancora quel libro sulla leggenda del Primo Kishin? »
« No, l’ho già finito. Adesso sto leggendo questo. ». Kid le porse il libro in questione: Storia delle prime Armi e Maestri d’Armi. Maka lo aveva già letto.
« È molto interessante, un’ottima scelta! », gli sorrise. Da qualche tempo, aveva cominciato ad apprezzare i bei lineamenti, l’eleganza del portamento e la calma che lo contraddistinguevano.
È…
Maka si costrinse a interrompere quel pensiero. Non posso permettermi di avere strane idee, è pur sempre uno Shinigami! E poi, oltre ad essere una semplice studentessa della classe EAT di primo livello, siamo soltanto buoni amici!
Sì, buoni amici, ma…

« Lo credo anch’io. Ma qui c’è troppo chiasso e i tavolini non sono disposti in maniera simmetrica. Li ho sistemati soltanto ieri e sono già in disordine! Assurdo… »
Nevrotico, pensò con un mezzo sorriso.
« Credo che lo leggerò per bene a casa. », concluse il ragazzo. La Meister era già pronta a salutarlo, un po’ delusa: le piaceva parlare con lui, aveva perfino imparato ad ascoltare le sue crisi isteriche!
« Vorrei prendere un gelato, ti va di farmi compagnia? », le propose.
La ragazza annuì automaticamente, attratta come un magnete da quegli occhi ambrati che le avevano sempre suscitato una sorta di piccolo brivido sulla schiena ogni volta che si posavano su di lei.
Si diressero verso la gelateria più vicina alla Shibusen. Kid camminava più avanti rispetto a lei, le spalle rilassate, una mano in tasca e l’altra lungo il busto a tenere il libro con disinvoltura, il passo lento; Maka gli stava dietro, le braccia conserte abbracciavano/stringevano il suo libro al petto, la gonna a scacchi e i codini svolazzavano ad ogni passo, lo sguardo fisso su di lui per osservarne ogni dettaglio.  
Dovrei smetterla di fissarlo…  
« Arrivati. Prego. », fece lui, aprendo la porta d’ingresso del bar e invitandola a entrare.
« Oh, grazie! », gli sorrise di rimando ed entrò. Lo shinigami attese il suo passaggio, per godersi l’attimo del suo profumo, i codini a sollevare uno sbuffo d’aria e i movimenti della testa di lei, che con lo sguardo cercava un tavolo libero.
« Andiamo al bancone, vorrei anche un caffè. ». La bionda lo seguì.
« Non vorrei essere indiscreto, ma quella gonna è davvero corta. », buttò lì Kid.
« Cos-? Oh andiamo, mi sembri Soul. », gli rispose, un po’ imbronciata. Non le piacevano le critiche alla sua gonna preferita. Ci combatteva anche!
« Non ha tutti i torti però. », le disse, tornando a guardarla. Maka si sentì un po’ a disagio.
« È comoda, copre ciò che serve, e poi… », concluse in tono provocatorio, « distrae il nemico. ».
 Lo sguardo di lui divenne d’un colpo severo e questo la destabilizzò leggermente. « In biblioteca non ho visto uova di Kishin o streghe. », constatò.
« M-ma… »
Kid spostò lo sguardo verso la gonna incriminata, per poi scendere alle snelle e chiare gambe della ragazza, fin troppo scoperte per i suoi gusti. « Davvero troppo corta. », sibilò, poi i suoi occhi tornarono dritti a guardare oltre il bancone, nell’attesa di un cameriere.
La ragazza non sapeva cosa dire. Anche Soul le rimproverava spesso le gonne troppo corte, ma non le creava le stesse sensazioni che invece stava provando adesso. Col cuore in fibrillazione, le sorse spontanea una silenziosa domanda: era forse… geloso?
Animata da una folle speranza, ma convinta di illudersi scioccamente, volle comunque constatarlo. « Beh, e che male c’è? »
Il corvino ruotò nuovamente lo sguardo su di lei, profondo e magnetico. « Chiunque potrebbe tentare di guardare cosa c’è sotto, Maka. Potrebbe tentare di toccare, oltre che guardare. », ringhiò piano.
« Nessuno si è mai interessato a guardare o toccare quello che c’è sotto alla gonna di una senzatette come me. », fece lei, ridendo. Il giovane però non rise.
 « Sei una stupida. »
Maka lo guardò confusa. « Che vuoi dire? »
« Voglio dire che qualsiasi ragazzo sarebbe interessato a te. Non sono le tette a dare valore ad una ragazza, nonostante abbiano il loro innegabile fascino… »
Maka avrebbe voluto ucciderlo. Lo Shinigami, con gli occhi a cuoricino causati dal pensiero di chissà quale invadente décolleté, e senza notare lo sguardo assassino della sua interlocutrice, si riprese dallo stato di shock e continuò. «  Sei in gamba, sai affrontare qualsiasi situazione ti si pari davanti, sapresti tenere testa perfino al Kishin. Hai un bel viso, e… », si interruppe nuovamente, ora però per schiarirsi la voce, « quei codini così simmetrici farebbero impazzire anche la più caotica e disordinata delle menti. »
La bionda, scossa da quell’ultima affermazione che le mozzò il fiato, boccheggiò qualche secondo. Aveva sempre sognato di ricevere dei complimenti da parte sua, ma si era sempre considerata una stupida anche solo per averlo sperato. E proprio in quel momento, nonostante una partenza indecente, lui le stava dicendo quanto ai suoi occhi fosse capace, valente, bella.
« Spero solo che tutto questo non venga sprecato, concesso a chi non ne vale la pena. », sospirò infine, più a se stesso che a lei. Ci fu qualche secondo di imbarazzante silenzio.
« Credi che permetterei a chiunque di avermi? », gli chiese alla fine, lo smeraldo dentro all’oro, il tono di voce della Meister adesso un po’ roco.
« Credo che chiunque sia riuscito ad averti sia molto fortunato ad essere ancora vivo. ». Risoluto, il corvino distolse lo sguardo da lei e si allontanò dal bancone, stanco di non essere servito.


Angolo autrice.
Che dire, non ho la più pallida idea di come combinare insieme questi due e le sto sperimentando tutte. Ho cambiato più volte i risvolti di questo capitolo per far andare tutto secondo i piani della mia testolina.
Spero sia piaciuta, fatemi sapere cosa pensate!
Tengo molto ai lettori, alle loro idee, positive o negative che siano.
Aspettando il prossimo capitolo della storia,
vi auguro una danza con le stelle.
Fenice.

 
  
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