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Autore: arya_stranger    09/07/2018    2 recensioni
[YOONMIN AU]
Yoongi perde il suo amato cagnolino Holly e appende per tutta la città degli annunci per poterlo ritrovare. In una giornata piovosa si ritroverà alla porta di casa un ragazzo adorabile con il suo Holly in braccio, sano e salvo.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lost dog!

 

Erano ormai passate più di quarantotto ore da quando l’aveva visto per l’ultima volta e cominciava a perdere le speranze.

“Tranquillo” continuava a ripetergli Namjoon, il suo coinquilino. “Lo ritroveremo.”

Ma nonostante le parole di conforto dell’amico, era difficile credere che sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe potuto finalmente riabbracciare il suo amato Holly.

Erano al parco insieme quando l’aveva smarrito. Era una giornata nuvolosa e il cielo minacciava pioggia, ma Yoongi non avrebbe negato per niente al mondo la passeggiata serale al suo cagnolino. Stavano camminando fra gli alberi quando avevano incontrato un gatto. Era strano: di solito i gatti randagi se ne stavano vicino al centro, appostati sul retro dei ristoranti, nella speranza di trovare qualche avanzo per riempirsi la pancia. D’altra parte, non era molto comune lasciare andare in giro i propri gatti domestici come se niente fosse, a quell’ora della sera.

Quindi Yoongi e Holly non erano soliti trovare in giro dei felini durante le loro uscite. Fu proprio questa la ragione di ciò che da un momento all’altro sarebbe accaduto. Holly non era abituato a interagire con i gatti, e a quanto pare quel gatto non era abituato a interagire con la razza canina. Aveva cominciato a soffiare nella loro direzione e Holly aveva iniziato ad abbaiare come mai aveva fatto nella sua vita. Era un cane tranquillo ed erano poche le volte in cui perdeva il suo temperamento. Yoongi pensò di ignorare il gatto che cercava di provocare il suo Holly e cambiare tragitto. Non si aspettava che Holly si comportasse così d’impulso e con uno scatto improvviso si sfilasse il collare e cominciasse a correre dietro al gatto. Yoongi si pietrificò per qualche istante, senza sapere cosa fare di fronte a quella situazione. Non gli era mai accaduta una cosa del genere e non avrebbe mai pensato che sarebbe accaduta. Dopo i primi istanti di confusione, cominciò a correre dietro a Holly, il quale stava a sua volta inseguendo il gatto. Riuscì a stare al loro passo per un paio di isolati, finché non entrarono in una zona dall’illuminazione a dir poco scarsa che gli fece perdere le loro tracce. A quel punto si era accasciato sullo scalino del marciapiede e aveva sepolto il viso fra le mani. Dopo qualche secondo aveva alzato lo sguardo e aveva dato un’occhiata intorno. Solo in quel momento si era reso conto di non avere la minima idea di dove si trovasse. Aveva seguito alla cieca i due animali, senza prestare attenzione alla zona verso la quale si stessero dirigendo e in quel momento aveva dovuto ammettere di essersi perso. Non aveva avuto altra scelta che prendere il telefono dalla tasca della giacca e chiamare Namjoon.

Avevano passato tutta la sera a girovagare per la zona, ma di Holly nemmeno la traccia. Scesa la notte, Yoongi aveva chiesto a Namjoon se poteva continuare ad aiutarlo nella ricerca. Alla vista dello sguardo disperato dell’amico, non era riuscito a dirgli di no. Avevano trascorso il giorno successivo nello stesso modo: vagando senza una meta precisa e appendendo cartelli per tutta la città. Ma dopo quarantotto ore, Yoongi stava cominciando a perdere le speranze di poter ritrovare Holly.

“Magari qualcuno ha visto gli annunci e potrebbe averlo avvistato” suggerì Namjoon.

Yoongi non disse niente, limitandosi ad annuire. Apprezzava gli sforzi dell’amico, ma non stavano servendo a molto. Ormai erano due giorni che setacciavano la città in lungo e largo, e ancora non avevano trovato niente, perché mai qualcun altro avrebbe dovuto?

Yoongi cambiò posizione sul divano dove erano seduto. Si sentiva quasi a disagio a stare con le mani in mano senza fare niente, ma dopo che aveva cominciato a piovere, Namjoon aveva insistito per rientrare in casa e continuare le ricerche il giorno seguente. In seguito a qualche protesta, Yoongi aveva ceduto: in ogni caso non sarebbero riusciti a vedere nulla con quel tempo.

Si voltò verso la finestra e notò che stava ancora piovendo e a giudicare dai tuoni che scuotevano i vetri e dai lampi che illuminavano la notte, non sarebbe smesso presto.

“Vado a preparare la cena” annunciò Namjoon lasciandosi andare un sospiro. “Cosa vorresti mangiare?”

Yoongi alzò le spalle e prima che potesse aprir bocca per rispondere al più piccolo, sentirono suonare il campanello. Si scambiarono un’occhiata interrogativa e poi Yoongi si precipitò alla porta, seguito a ruota da Namjoon. Il tragitto dal divano del salotto alla porta sembrò durare ore. Il cuore gli batteva a mille nel petto, il sangue aveva cominciato a circolare nelle vene con insolita impazienza e il cervello era precipitato in una sorta di blackout che gli consentiva di pensare solo a Holly e a nient’altro che Holly. Aprì la porta con violenza e non appena vide chi aveva suonato gli mancò il respiro.

In piedi, sugli scalini dell’ingresso, bagnato dalla testa ai piedi, stava un ragazzo. Ma non fu di certo quella la cosa che attirò l’attenzione di Yoongi. L’unica cosa che riusciva a vedere era la pallina di pelo che quella persona teneva dentro la sua felpa, stretta al petto per proteggerlo dalla pioggia che veniva giù a catinelle.

Non disse niente. Il groppo alla gola che lo soffocava da più di due giorni si era sciolto, ma nessuna parola riuscì a farsi spazio fra le sue labbra. Namjoon rimase immobile dietro a Yoongi, osservando la scena in silenzio, incredulo tanto quanto l’amico.

Il ragazzo che era alla porta fece un passo avanti, in modo da stare in piedi sotto la tettoia. Tirò giù la zip della felpa di qualche centimetro e fece uscire il cagnolino dall’involucro di stoffa in cui era rannicchiato fino a qualche secondo prima. Lo sconosciuto prese in braccio Holly e lo porse a Yoongi, che se ne stava immobile sulla soglia.

Nel momento in cui le mani di Yoongi entrarono in contatto con il soffice, seppur bagnato, pelo di Holly, grosse lacrime di sollievo cominciarono a scorrere sulle sue guance, finché non scoppiò in un pianto liberatorio e la sua schiena venne scossa da singhiozzi strozzati. Strinse il cagnolino fra le braccia e lo portò sul divano, dove cominciò ad accarezzargli il pelo senza riuscire a interrompere nemmeno per un secondo il contatto fisico. Sembrava quasi avesse paura che quella scena fosse frutto della sua immaginazione o un semplice sogno. Andò in bagno, portando con sé Holly, e lo avvolse in un grande asciugamano.

Nel frattempo Namjoon e lo sconosciuto erano ancora davanti alla porta. Namjoon si riscosse quando il ragazzo si schiarì la voce.

“Scusa” si affrettò a dire, rendendosi conto della maleducazione che sia lui che Yoongi avevano mostrato nei confronti di quel ragazzo. “Entra pure. Ti porto un asciugamano.”

I due si diressero verso il salotto dove Namjoon fece cenno al ragazzo di sedersi sul divano.

Quando Yoongi e Namjoon tornarono dal bagno, entrambi forniti di asciugamani, l’uno per Holly, l’altro per il ragazzo, quest’ultimo era seduto sul divano, le mani incrociate sul grembo e la postura che lasciava intravedere un leggero imbarazzo.

Yoongi non riusciva a staccare gli occhi dal cagnolino che riposava fra le sue braccia. Namjoon porse l’asciugamano al ragazzo, poi si sedette anche lui, imitato da Yoongi.

“Qual è il tuo nome?” chiese Namjoon al ragazzo, mentre quest’ultimo si strofinava i capelli bagnati nel tentativo di asciugarli.

“Jimin” rispose. “Grazie per l’asciugamano. Piove a dirotto e mi sono davvero infradiciato.” Si lasciò scappare un risolino a metà fra l’imbarazzato e il sollevato. Solo dopo aver udito quella risata, Yoongi staccò gli occhi da Holly e alzò lo sguardo verso il ragazzo che aveva salvato il suo cane.

In quel momento parve prendere coscienza della presenza di un’altra persona nella stanza, oltre a Namjoon, e quando capì che non si trattava solo di un ragazzo, ma di un ragazzo molto carino, sentì le guance andare a fuoco per l’imbarazzo. Nascose il viso dentro all’asciugamano che avvolgeva Holly e fece finta di starsi occupando del suo cagnolino per mascherare la vergogna che era evidente sul suo volto.

Namjoon sembrò accorgersi di ciò che stava accadendo, così decise di portare avanti la conversazione con Jimin per lasciare un po’ di tempo a Yoongi per riprendersi.

“Grazie mille per aver ritrovato Holly.” Si sentì in dovere di ringraziare dal momento che Yoongi non sembrava intenzionato ad aprir bocca. “Lo stavamo cercando da due giorni ed eravamo davvero preoccupati.”

Jimin sorrise a trentadue denti, e i suoi occhi si ridussero a due piccole fessure. Yoongi osservò il viso del ragazzo illuminarsi e pensò che fosse la cosa più adorabile che avesse mai visto nella sua vita, dopo Holly, ovviamente.

“In questi giorni avevo visto gli annunci in giro per tutta la città” spiegò, “e stasera, dopo aver finito le prove, l’ho trovato dietro lo studio di danza dove mi stavo esercitando.”

Un brivido percorse la schiena del ragazzo: i vestiti bagnati gli si erano appiccicati alla pelle, e il freddo era penetrato fin dentro le ossa.

“Lascia che ti presti dei vestiti mentre mettiamo i tuoi ad asciugare” intervenne Namjoon alla vista del ragazzo che tremava.

Jimin scosse la testa, spiegando che non sarebbe stato necessario. Ma, nonostante le proteste, Namjoon insistette e alla fine consegnò al ragazzo una felpa e un paio di pantaloni che andò a cambiarsi in bagno.

“Ma che ti prende?” sbottò Namjoon sottovoce, una volta che nel salotto furono rimasti solo loro due.

Yoongi fece finta di non aver capito di che cosa stesse parlando l’amico, e lo guardò con aria confusa.

Continuò imperterrito ad accarezzare la testa di Holly mentre Namjoon si sedeva accanto a lui, cercando di attirare la sua attenzione.

Jimin uscì dal bagno prima che Namjoon potesse convincere l’altro a dire qualcosa. Yoongi non potè fare a meno di notare cosa stesse indossando quel ragazzo sconosciuto che aveva salvato il suo cane.

“Yoongi” fece Namjoon con un mezzo sorriso, “gli ho dato i tuoi vestiti. Siete più o meno alti uguale. Spero non ti dispiaccia.”

Yoongi scosse la testa furiosamente mentre Jimin tornava a sedersi sul divano, questa volta più vicino a Yoongi. “No, assolutamente” riuscì a tirare fuori.

“Mentre aspettiamo che i vestiti si asciughino, ti va un tè?” Namjoon cercava di fare del suo meglio nell’intrattenere l’ospite, dal momento che il suo coinquilino quella sera non sembrava incline alle buone maniere e tanto meno alla conversazione.

“La prendo volentieri una tazza di tè.” Jimin sorrise di nuovo e Yoongi dovette ancora una volta nascondere il rossore delle guance dietro a Holly.

Yoongi e Jimin rimasero soli mentre Namjoon andava verso la cucina. Yoongi pensò che sarebbe stato opportuno dire qualcosa, e avrebbe voluto farlo, ma le parole non si decidevano a venir fuori.

Jimin si avvicinò a lui, scivolando sulla stoffa del divano. Non appena gli fu accanto, alzò una mano per accarezzare la testa di Holly.

“Holly, non è vero?”

Yoongi annuì mentre Jimin continuava a passare la sua piccola mano fra il pelo di Holly.

“Grazie.” Si stupì di se stesso quando la prima parola che pronunciava da quando il ragazzo era entrato nella sua casa uscì dalla sua bocca. “Grazie davvero.”
Il sorriso che comparve sulle labbra di Jimin dopo aver sentito quelle parole fece perdere un colpo al cuore di Yoongi, e quasi pensò che quel piccolo muscolo che stava nel suo petto sarebbe esploso. Non potè evitare che le sue guance si tingessero (per la terza volta) di un colore porpora, che sulla sua pelle di porcellana risaltava e non poco. Pensò di sfruttare la sua tattica ormai consolidata e nascondersi dietro al suo cagnolino, ma poi si rese conto che Jimin teneva ancora la mano sulla testa dell’animale. Per fortuna aveva abbassato lo sguardo per dedicarsi al cagnolino e con un po’ di fortuna non avrebbe notato l’imbarazzo di Yoongi.

“Si vede che tieni molto ad Holly.” Jimin continuava a massaggiare il pelo di Holly, e Yoongi trattenne il respiro quando la mano del più piccolo passò vicino alla sua coscia. “Per fortuna l’ho ritrovato.”

“Già” sospirò Yoongi.

Namjoon tornò dalla cucina, cercando di tenere in equilibrio tre tazze di tè. Ne porse una a Yoongi e una a Jimin e poi si mise a sedere vicino a Yoongi.

Bevvero il tè in silenzio, l’unico suono era quello della pioggia che batteva sui vetri delle finestre e qualche tuono che ogni tanto si sentiva in lontananza e che faceva tremare Holly per la paura.

Non appena Jimin ebbe finito la sua bevanda calda, poggiò la tazza vuota sul tavolino che si trovava davanti al divano. “Vado a vedere se i miei vestiti sono asciutti. Così posso togliere il disturbo.”

Namjoon si affrettò a replicare. “Non ti preoccupare. Saranno sicuramente ancora bagnati. Va’ pure a casa con i vestiti che ti ho dato e torna domani con calma a prenderli.”

Gli istanti successivi scorsero davanti alle pupille di Yoongi come un film. Jimin cercò di desistere, ma alla fine cedette alla proposta di Namjoon. Si avvicinarono tutti e tre alla porta, mentre Yoongi teneva in braccio Holly. Namjoon salutò Jimin e Yoongi forse fece lo stesso, ma non ne era tanto sicuro. Jimin agitò la mano e sorrise mentre si chiudeva la porta alle spalle. Non appena fu uscito, l’unica cosa che il cervello di Yoongi riuscì a registrare fu il fatto che avrebbe rivisto quel ragazzo un’altra volta.

 

“Non ci credo che tu abbia lasciato i miei vestiti a quel ragazzo e gli abbia detto di ritornare.”

Era tutta la mattina che Yoongi riportava alla luce quel discorso e Namjoon stava cominciando a spazientirsi.

“Sono sicuro che sia esattamente quello che avresti fatto tu se non fossi stato troppo impegnato ad arrossire.”

Voltò la pagina del libro che stava cercando di studiare ma che Yoongi gli impediva anche solo di leggere a causa delle sue chiacchiere.

Yoongi si finse sconvolto dall’accusa che gli era stata rivolta e lanciò una penna nella direzione dell’amico, che si trovava dall’altra parte del tavolo. Tuttavia Namjoon riuscì a schivarla e ciò non fece altro che stizzire ancora di più Yoongi.

“Non riesco a studiare” sbuffò Yoongi chiudendo gli appunti che ormai da ore cercava di memorizzare.

“Gli esami non si fanno da soli” lo canzonò Namjoon mentre evidenziava una frase sul suo libro.

Yoongi alzò gli occhi al cielo e si diresse verso il salotto con l’intenzione di giocare un po’ con Holly.

 

Arrivò nel tardo pomeriggio. Namjoon aveva appena deciso di chiudere i libri e Yoongi si stava preparando per la passeggiata pomeridiana con Holly. Quella volta sperava di non incontrare nessun gatto, perché se avesse perso di nuovo Holly, sarebbe morto senza dubbio di crepacuore.

Yoongi aprì la porta per uscire, in una mano il guinzaglio di Holly e nell’altra il telefono. Jimin stava salendo le scale davanti all’ingresso e quasi si andò a scontrare con il più grande.

“Oh” esclamò Jimin sorpreso. “Ciao!”

Yoongi rimase spaesato per qualche secondo, poi ricambiò il saluto.

“Sono venuto a riportare i vestiti che mi avete prestato ieri” annunciò mostrando a Yoongi la busta che teneva in mano.
“E a riprendere quelli bagnati che hai lasciato.” Namjoon spuntò dalla porta e rivolse un sorriso caloroso a Jimin, che ricambiò.
Lo scambio di vestiti fu abbastanza veloce e Yoongi osservò la scena mentre Holly scodinzolava intorno ai suoi piedi.

Quando per Jimin fu il momento di andare, Yoongi si offrì di accompagnarlo alla porta, dal momento che sarebbe comunque dovuto uscire per portare Holly a fare una passeggiata. Namjoon non commentò lo slancio di audacia che Yoongi aveva avuto in quel momento, e si limitò a salutare Jimin.

“Vai da qualche parte?” chiese Jimin non appena furono fuori dalla porta.
Yoongi strizzò gli occhi a causa della forte luce del Sole che stava tramontando proprio davanti ai loro occhi. “No. Porto solo Holly a fare una passeggiata.”
“Ti va se ti accompagno?” domandò il più piccolo dondolandosi nervosamente sui talloni.

Yoongi riuscì a contenere il rossore che minacciava di colorare le sue gote per l’ennesima volta. Annuì e cominciò a camminare, seguito da Jimin.

Non dissero molto, si limitarono a parlare di argomenti banali e noiosi come esami e università. Ma Yoongi sentiva che finalmente stava riuscendo a sciogliersi un po’ e a comportarsi con più disinvoltura in presenza del ragazzo. Camminarono per talmente tanto tempo che era calato il buio e dovettero limitarsi alle strade principali illuminate dai lampioni.

Quando l’ora si fece tarda, Yoongi si offrì di accompagnare Jimin a casa. Si fermarono sul vialetto dell’entrata, ed entrambi cominciarono a fissarsi la punta delle scarpe.

“È stato divertente passeggiare con te e Holly.” Jimin si decise a rompere il silenzio. “Dovremmo farlo qualche altra volta.”

Yoongi rimase spiazzato dalla proposta del ragazzo, ma per paura che cambiasse idea, rispose con un entusiasmo inaspettato. “Io porto Holly a spasso tutti i giorni. Quando vuoi unirti a noi sei il benvenuto.”
Jimin si lasciò andare una piccola risata e poi si accovacciò per poter accarezzare Holly, che gli salì subito sulle ginocchia. Dopo aver salutato il cagnolino, si alzò nuovamente per salutare Yoongi.

“Allora ci vediamo” promise Jimin con un sorriso.

Si scambiarono i numeri di telefono e poi Yoongi prese a camminare verso casa. Non riusciva bene a capacitarsi di ciò che era successo, ma l’unica certezza era che sulla rubrica del telefono aveva il numero di quel ragazzo che aveva salvato Holly.

 

Si incontravano un paio di volte alla settimana, quando Jimin non rimaneva nello studio di danza fino a tardi e quando non era sommerso dai libri. Yoongi, dal suo canto, trovava sempre del tempo per portare Holly a fare una passeggiata, eppure, quando Jimin non poteva venire, sentiva che c’era qualcosa che mancava. Era quasi sicuro che anche Holly diventasse irrequieto quando Jimin non si univa alle loro passeggiate serali, ma col passare del tempo ci andava sempre più spesso.

La maggior parte delle volte si recavano al parco. Non era niente di ché: una distesa di erba e alberi con qualche panchina posizionata a lato del vialetto principale e sotto gli alberi. Non c’era nemmeno un laghetto con dei pesci o un parco giochi per bambini, ma a Yoongi piaceva così e non si era mai lamentato. Rimase sorpreso, quindi, quando un pomeriggio qualsiasi, vide un chiosco che vendeva gelati. Si avvicinò per accertarsi di non aver avuto qualche sorta di allucinazione o miraggio. Era ormai primavera e il caldo cominciava a farsi sentire, non si sarebbe stupito se ciò che stava vedendo fosse stato frutto della sua immaginazione e delle temperature alte che cominciavano a dargli alla testa. Arrivò a qualche metro dal chiosco e a quel punto non potè che constatare che si trovava davvero lì. Fece per avvicinarsi e comprare un gelato, quando si fermò all’improvviso. Non sarebbe stato giusto nei confronti di Jimin mangiare il primo gelato della stagione senza di lui. Quel giorno era dovuto rimanere allo studio fino a tardi e non era con lui. Fece qualche passo indietro e riprese a camminare. Avrebbe mangiato il gelato il giorno dopo, con Jimin.

 

Il giorno dopo arrivò prima del previsto. Yoongi passò a prendere Jimin, e si presentò davanti a casa sua prima del solito.

“Come va?” lo salutò Jimin mentre si chinava per accarezzare Holly.

“Tutto bene” rispose con un sorriso.

Jimin si alzò e lo guardò con occhi interrogativi. “Mi sembri strano.”
Yoongi assunse un’espressione confusa, come se non sapesse di cosa stesse parlando, ma si rendeva conto di essere particolarmente euforico e allegro quel giorno.

Jimin non chiese nient’altro e si incamminarono verso il parco, con Holly che camminava ubbidiente al loro passo.

“Yoongi hyung” lo chiamò ad un certo punto il più piccolo. “Quando credi sbocceranno i fiori di ciliegio?”

Yoongi alzò lo sguardo verso gli alberi, già ricoperti di foglie di un verde acceso e di mille boccioli.

“Credo sia questione solo di un paio di giorni.” Jimin sorrise e si mise a saltellare, emozionato all’idea di vedere gli alberi in fiore.

“L’albero nel giardino della casa mia e di Namjoon ha già qualche fiore.”
“Davvero?” esclamò Jimin. “Posso venire a vederli?”

Yoongi si lasciò scappare una piccola risata, felice di vedere Jimin così entusiasta. “Certo. Vieni stasera e rimani anche a cena” propose. “Oggi cucineró ramen e bistecche di maiale alla griglia.”

 

Arrivarono in prossimità del chiosco, e Yoongi si fermò sotto lo sguardo confuso di Jimin.
“Tieni Holly per un attimo.” Gli passò il guinzaglio e Jimin lo prese senza fare domande. “Torno subito.”

Si allontanò mentre Jimin si chiedeva dove stesse andando e soprattutto a fare cosa.

Lo vide tornare poco dopo, giusto il tempo di giocare un po’ con Holly. Stava camminando con un sorriso soddisfatto sul volto e due gelati, uno per mano.
Gli occhi di Jimin si spalancarono all’inverosimile, prese in braccio Holly e corse verso Yoongi. Stava per gettarsi fra le braccia del più grande, quando realizzò che così facendo avrebbe dovuto dire addio ai gelati. Si fermò all’ultimo istante e lo abbracciò facendo attenzione, mentre Yoongi teneva a debita distanza dai loro corpi i due gelati.
“Grazie hyung” sussurrò col viso sepolto nel petto del più grande.

Si scostò da Yoongi con un sorriso gigante sulle labbra.

Jimin prese un gelato dalla mano di Yoongi e osservò i gusti che aveva scelto. “Vaniglia e cioccolato! Sono i miei preferiti.”

“Per fortuna.” Si lasciò andare un sospiro di sollievo profondo che fece ridere Jimin. “Ho tirato a indovinare.”

Ripresero a camminare, mangiando in silenzio i propri gelati.

“Non avevo mai visto nessuno vendere il gelato in questo parco.”

Yoongi diede un morso al cono e masticò assaporando la cialda croccante. “Infatti non c’era. L’ho visto ieri per la prima volta.”

“Hyung” lo chiamò Jimin, “posso dare a Holly l’ultimo pezzetto di cialda?”

Yoongi acconsentì. “Assicurati che non ci sia ancora del gelato al cioccolato. La cioccolata è veleno per i cani.”

Jimin annuì vigorosamente e si rannicchiò per essere all’altezza del cagnolino. Holly corse subito da lui e posò le zampe sulle gambe di Jimin, il quale gli porse la punta del cono, che aveva lasciato appositamente per lui. Holly mangiò con gusto la cialda, e Jimin si alzò, soddisfatto.

“Non siamo gli unici che si meritano di mangiare il gelato.”

“E chi ha detto che tu ti meriti il gelato?” chiese Yoongi in tono canzonatorio.

Jimin mise il broncio e Yoongi rise alla sua espressione adorabile. Si fermò di scatto e quasi Jimin gli andò addosso. Si voltò verso il più piccolo, il guinzaglio saldamente posizionato attorno al polso. Alzò una mano e accarezzò la guancia morbida del più piccolo. Jimin si sforzava di continuare a tenere il broncio, ma l’affetto di Yoongi faceva fare le capriole al suo stomaco ed era difficile rimanere impassibile sotto il suo tocco. Alla fine alzò lo sguardo sul più grande, con occhi liquidi per l’emozione. Yoongi non perse tempo e poggiò le sue labbra su quelle di Jimin. All’inizio il tocco fu così lieve che entrambi pensarono di essersi immaginati tutto. Jimin avvolse le braccia attorno alle spalle di Yoongi e lo avvicinò a sè.

Si baciarono a lungo, nessuno dei due saprebbe dire per quanto tempo. Potrebbe sembrare un’eternità come un battito di ciglia. Entrarono in una dimensione in cui dimoravano solo loro due e quel bacio dal retrogusto di gelato al cioccolato.

Holly li osservava curioso, la testa leggermente inclinata e la consapevolezza di essere la ragione di quel bacio.

 

Fine




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Note autrice:


Spero che questa breve storia vi sia piaciuta e vi abbia regalato un piccolo sorriso. 
Le recensioni sono più che benvenute (mi farebbe tanto piacere conoscere la vostra opinione)!
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Baci a tutti e alla prossima ♥

arya.





 

   
 
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