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Autore: MomoiDancho    09/07/2018    0 recensioni
Mi vesto lentamente, ancora rimuginando su quanto successo in mattinata, chiudendo la porta alle mie spalle: distrattamente mi incammino verso la metro, quando, camminando nei lunghi corridoi deserti, sento un odore strano nell’aria… quasi… metallico. Tra me e me mi dico che mi sto immaginando sempre più vividamente il caso e leggermente in ansia tiro fuori il cellulare.
7 chiamate perse, 7 messaggi in segreteria. Corrucciando la fronte, noto che è un numero sconosciuto.
Ascolto il primo messaggio “Ti consiglio vivamente di non uscire di casa”.
Genere: Drammatico, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Suona la sveglia.
Mi alzo, in un piovoso giorno di fine marzo, osservando dalla finestra le goccioline che sbattono contro il vetro; è una di quelle giornate misteriose, dove c’è foschia e il cielo è perlaceo.
Londra mi è sempre piaciuta per questo suo lato un po’ misterioso, ma oggi vi è qualcosa di inquietante, sento come un presagio negativo, un qualcosa che mi indurrebbe a non uscire di casa.
Ignoro la sensazione e faccio colazione con un the nero e delle gallette integrali, mentre ascolto la televisione, distrattamente.
Ancora terrore seminato dal misterioso serial killer che si aggira nella capitale del Regno Unito: i medici ritrovano cadaveri con le stesse caratteristiche, privati del loro sangue e con segni di lotta evidente. Il Primo Ministro tranquillizza la popolazione con un messaggio  conciso «Abbiamo una pista, non ci sfuggirà ancora per molto» a breve vi daremo le ulteriori notizie del capo della polizia, Richard Woolf ”.
Spengo la televisione prima di vedere la mia faccia sullo schermo, infastidito da quello che sono stato obbligato a dire per confortare le famiglie delle vittime, prendo l’impermeabile ed esco.
Al lavoro sono preso con il mio team a seguire le indagini e alla fine, solo dopo che Jason esce con una faccia lugubre dall’ufficio, mi rendo conto che sono le 23:30.
Mi vesto lentamente, ancora rimuginando su quanto successo in mattinata, chiudendo la porta alle mie spalle: distrattamente mi incammino verso la metro, quando, camminando nei lunghi corridoi deserti, sento un odore strano nell’aria… quasi… metallico. Tra me e me mi dico che mi sto immaginando sempre più vividamente il caso e leggermente in ansia tiro fuori il cellulare.
7 chiamate perse, 7 messaggi in segreteria. Corrucciando la fronte, noto che è un numero sconosciuto.
Ascolto il primo messaggio “Ti consiglio vivamente di non uscire di casa”.
La voce è fredda, sicura, penetrante come l’odore che sta aumentando man mano che cammino verso la metro. Ascolto sempre più preoccupato cinque messaggi, fino a che, mentre sto premendo il pulsante per sentire il settimo, vedo, tenendo sempre lo sguardo basso, una pozza di sangue.
Alzo lo sguardo e, mentre osservo la pallida, alta figura davanti a me, in contemporanea l’uomo e la voce registrata parlano assieme: “Allora dimmi, Richard, cosa si prova a sapere di stare per morire?”.
Davanti a me c’è un cadavere con gli occhi sbarrati, il tanfo nauseabondo e metallico mi riempie i polmoni, mentre l’uomo dagli occhi color ghiaccio si pulisce con la manica di un costoso soprabito nero i rimasugli di quello che sembra proprio essere il sangue della vittima. Per la prima volta, nella mia vita, sono senza parole. Riesco a cercare la pistola nella fondina e sparo uno, due, tre colpi in direzione dell’assassino.
Con passo felpato, si dirige verso di me, totalmente incurante dei colpi di pistola che lo trapassano:  in preda al panico corro, sentendolo dietro di me, sempre più vicino; arrivo davanti alla metro che sta chiudendo le porte e con un balzo, entro prima che le porte si chiudano, lasciando quella figura ferma davanti alle porte, con un ghigno orripilante sul volto.
Angosciato, provo a chiamare Jason, ma ha il cellulare non raggiungibile, così come tutti gli altri membri del mio team. Esco dalla metro a frettolosamente, cercando di calmarmi, mentre percorro del vie in direzione di casa mia, sempre più veloce: svolto l’ultimo angolo e me lo ritrovo davanti.
Mi afferra il collo con una mano, fredda e bianca come la morte e con un sorriso ancora macchiato del sangue della precedente vittima mi fa un’ultima domanda: “Allora dimmi, Richard, cosa si prova a sapere di stare per morire?”.
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Ciao! Questa è la mia prima storia one-shot horror, spero vi sia piaciuta: nel caso aveste delle recensioni o delle critiche costruttive, sarei felicissima di leggerle :)
   
 
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