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Autore: Shadow Man    10/07/2018    1 recensioni
Durante la Guerra Galattica, Asher è sconfitto da Pegasus. E' un personaggio minore, di cui sappiamo poco: le sconfitte, le angherie subite da bambino. In questa storia ho voluto trattare il suo dramma interiore.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Saori Kido
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Asher cadde con un gemito. Pegasus posò un piede sul suo viso e alzò un braccio in segno di vittoria. Il pubblico pagante della Guerra Galattica lo acclamò con applausi e urla, sembrava impazzito. Una ragazzina si strappò le vesti solo per attirare la sua attenzione. I ragazzi sognavano di diventare come lui, o anche la metà di lui. Asher tentò di liberare il capo dal tallone del nemico, per poter scrutare il suo corpo in cerca di una ferita, o almeno un graffio.
- Non fare resistenza, Asher. Hai perso. Sei sempre stato un debole.
- Sono un debole... è vero. Non ho saputo darti la lezione che meriti. Mi consolo pensando che ho perso combattendo dalla parte giusta... quella della mia Dea.
Pegasus rise. Non per mostrargli disprezzo, ma in modo genuino e spontaneo. Il disprezzo però era implicito.
- La chiami ancora dea... ma Saori non è altro che una ragazzina viziata. E tu, sei ancora il suo giocattolo.

Alla ville di Alman di Thule, tanto tempo prima.
Asher terminò il suo balletto, vestito in rosa da ballerina classica. Saori rideva, crogiolandosi nel suo potere - era stata lei a ordinargli di ballare vestito a quel modo. Tutti gli orfani ridevano, tranne i suoi amici stretti. Loro lo guardavano impietositi, e questo era forse ancor più umiliante.
- Cosa... cosa devo fare ora, Milady?
- Dai una lezione a Pegasus. Avevo ordinato a lui di ballare, ma non l'ha fatto.
Pegasus strinse i pugni e la fissò con aria di sfida:
- Nè mai lo farò!
Il volto di Saori si corrucciò. Asher si scagliò contro Pegasus, gridando "chiedile perdono". Bastò un pugno per gettarlo a terra, nel fango.
E Pegasus e i suoi amici risero, ricordando le altre umiliazioni di Asher: quando Saori lo aveva cavalcato colpendolo con un frustino; quando le donava il suo unico tozzo di pane perchè lei potesse gustare meglio il salmone; quando, su ordine di lei, si era recato al fiume per lavare la biancheria intima di tutti gli orfani... e così via.

Il presente.
Pegasus tolse il suo piede dal volto di Asher e si incamminò per uscire dl ring. Con gli occhi liberi dalla scarpa del vincitore, Asher istintivamente cercò Saori con lo sguardo. Sembrava sollevata per la vittoria di Pegasus. C'era di più... la sua Dea osservava Pegasus come una comune donna, a volte, guarda un uomo. Quello sguardo schiacciò i sentimenti e l'orgoglio di Asher, e gli inflisse un dolore mille volte più grande del Fulmine di Pegasus. Rimase a terra perchè nessuno notasse la sua lacrima, e perchè i pugni con cui colpì il suolo del ring sembrassero un tentativo di alzarsi.
Prima che il vincitore lasciasse il ring, Asher gli parlò con voce tremante:
- Ti sbagli. E' una Dea. Forse non lo sa nemmeno lei, ma sento che è così. Ma io sono un debole, su questo hai ragione. Lei piangerà la notte pensando a te, tu la difenderai da uomini e dei... e io? Io... non sono nulla... dimenticatemi, come io dimenticherei voi se solo potessi...
Per un momento Pegasus provò pietà per l'uomo che aveva schiacciato. Ma come il suo sguardo incrociò quello del Dragone, si dimenticò di lui.

   
 
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