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Autore: Red Saintia    11/07/2018    9 recensioni
Un rapporto conflittuale, dalle mille sfaccettature. Un incontro per chiarirsi, parlare e confrontarsi, due donne che non saranno mai solo dea e guerriera ma qualcosa in più. Un legame comune le tiene unite in una sorta di limbo tra dovere e rivalità.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ophiuchus Shaina, Saori Kido
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Si guardava intorno ancora stranita, distruzione e desolazione regnavano in quel luogo dove una volta sorgevano i dodici templi dello zodiaco. L’aria tutt’intorno era ancora sulfurea a causa delle battaglie sostenute. Gli specter in qualche modo, avevano lasciato traccia del loro passaggio.
I cavalieri d’oro erano scomparsi, immolati in nome della giustizia, del genere umano e della dea che rappresentava tutto ciò.  Le loro stelle brillavano fulgide nel cielo di Atene a protezione di coloro che erano sopravvissuti e che raccoglievano i cocci di quello che era rimasto.

Erano giorni che Shaina si destreggiava nel dare ordini ai restanti cavalieri di bronzo e a vegliare su colui che aveva scelto di amare nonostante il suo orgoglio guerriero ancora le bruciava dentro per quella scelta quasi imposta. Più volte aveva chiesto di vedere Athena, di poter conferire con lei, ma le era sempre stato negato un colloquio adducendo che la giovane era impegnata in affari urgenti e non poteva riceverla.

“Affari urgenti? State scherzando? Il Tempio è in rovina i dodici cavalieri d’oro scomparsi, lo stesso Seiya è moribondo per colpa sua, e lei è impegnata?” parole ripetute più volte alle guardie che sorvegliavano la sala del trono.

Una volta provò persino a prenderla a pugni, cercando di forzare la porta ma fu sbattuta fuori in malo modo.
Anche quella mattina, come molte altre in quel periodo, scendeva i gradini della tredicesima casa, ancora una volta non ottenne risultati e furente di rabbia scagliava colpi nel vuoto cercando di sfogare la sua frustrazione.

“Ehi sta attenta! Potresti ferire qualcuno con quegli artigli.” Una voce amica fermò a mezz’aria il suo pugno.

“Scusami Marin non era mia intenzione, e solo che…” s’interruppe sedendosi su alcuni gradini delle ampie scale.

“Sei venuta di nuovo a cercarla? Perché mi chiedo, perché ti ostini a volerle parlare?  Cosa speri di ottenere.” Chiese la sacerdotessa dell’Aquila.

“Non lo so, non so nemmeno io cosa voglio in questo momento, ma devo vederla. Lei non è qui al Santuario lo sento, sono giorni che non percepisco il suo cosmo. Non è qui, mi stanno mentendo.” Era convinta delle sue parole non cercava rassicurazioni, voleva solo qualcuno che l’ascoltasse. Inaspettatamente Marin le diede ragione.

“Infatti è così…” rispose con qualche remora.

“Cosa? Tu sai dov’è non è vero? Parla avanti.” La prese per le spalle scuotendola.

“Se io ti dicessi qualcosa tu faresti uno dei tuoi soliti colpi di testa Shaina. Non sei lucida adesso hai bisogno di calmarti. Ti basti sapere che lei non è qui al Santuario.”

“No… non mi incanti tu devi dirmi dov’è. Lei mi deve una spiegazione e voglio sentirla dalla sua bocca.” Disse alzandosi come una furia.

“E che spiegazioni potrebbe mai dare una dea ad una semplice sacerdotessa guerriero?” le disse sperando di scoraggiarla.

“Io non voglio parlare ad Athena, voglio parlare a Saori Kido, o per lo meno quello che di lei è rimasto nel corpo della dea.”

“Posso immaginare quali siano le tue domande…”

“Infatti, puoi solo immaginarle. Ciò che devo dirle è affar mio e sappi che se non vuoi aiutarmi verrò qui fino allo sfinimento e butterò giù quella dannata porta.”

Marin si rassegnò all’evidenza e decise di accontentarla. Sapeva troppo bene che discutere con Shaina quando era convinta di voler fare una cosa era impresa impossibile.

“Asoltami allora, due giorni fa ho parlato per puro caso con una delle ancelle personali di Athena e mi ha rivelato che la dea non era più al Santuario. E’ partita pochi giorni dopo il termine del conflitto con Hades, si trova sull’isola di Hydra nel Mar Egeo 70km da qui.”

“E cosa è andata a fare cosi lontano da Atene in un momento come questo? A forse perso la ragione?” disse furiosa.

“Non saltare a conclusioni affrettate come tuo solito, la ragazza mi ha detto che Athena non sta bene, si è allontanata dal Santuario per riprendere le forze.”

“Questo lo verificherò di persona…” scese agile e felina le scale del Grande Tempio, ormai conosceva la sua destinazione e non si sarebbe persa più in chiacchiere.

“Aspetta Shaina!” il tono perentorio di Marin, così inusuale per lei, la fecero voltare.

“Non mi fermerai sappilo.”

“Non è mia intenzione, voglio solo ricordarti che lei è la dea alla quale dei devozione.”

“Non ce bisogno che tu me lo ricordi, ma forse è bene che io lo ricordi a lei.”

Scomparve in pochi attimi, e Marin ripensò dubbiosa se la scelta di rivelarle il rifugio di Athena fosse stata quella giusta. Anche se era ben consapevole che quel confronto a lungo rimandato prima o poi sarebbe dovuto avvenire.

                                                          ******
Era partita in gran segreto nessuno ne era a conoscenza, solo le sue ancelle e Tatsumi, inseparabile come sempre, aveva insistito per accompagnarla.
Aveva scelto quell’isola perché sapeva, dai molti racconti di suo nonno, che era un posto calmo e silenzioso così diverso dal caos delle battaglie e dalla frenesia di Atene. Quello che le serviva era l’isolamento assoluto per ritrovare se stessa e le forze necessarie per ricominciare.

La guerra contro Hades l’aveva come svuotata sia fisicamente che nell’anima. Colui al quale da sempre si aggrappava e che le dava la forza per affrontare il suo destino giaceva in uno stato di coma dal quale difficilmente si sarebbe ripreso. E lei in qualità di dea si sentiva improvvisamente la più inutile  delle creature perché non era capace di aiutare una delle persone più importanti della sua vita.
Il tramonto era ormai calato anche quella sera, lei era seduta sulla silenziosa spiaggia di Hydra dove l’unico suono udibile era l’infrangersi delle onde sugli scogli e la leggera brezza di quel vento caldo che le sfiorava il viso dolcemente. Chiedeva una risposta agli dei Athena, quelle stesse divinità che pur essendo suoi pari da sempre la ostacolavano nel suo compito di riportare la giustizia sulla terra.

Tutte le sere elevava  una preghiera al suo padre celeste, eppure quella volta sembrava che il grande dio del fulmine fosse sordo alle richieste della sua figlia prediletta.
D’un tratto la fanciulla abbassò lo sguardo placando anche l’emanazione del suo cosmo, che a quanto pare aveva attirato una visitatrice ben nota.

“Perché ti nascondi tra la vegetazione sacerdotessa dell’Oficuo, se sei venuta in questo luogo è perché mi cercavi suppongo?”
Shaina uscì allo scoperto camminando lentamente alle sue spalle.

“Non mi nascondevo da voi, ho pensato solo che eravate assorta in qualcosa d’importante, almeno così sembrava."

“Arguta osservatrice, come sempre. Non ti sarà stato difficile estorcere ad una delle mie ancelle il luogo dove mi trovavo.” Saori si alzò sistemandosi il vestito un po’ sporco di sabbia.

“Non è colpa loro e non è mia intenzione creare problemi, ma le voci sulla vostra assenza dal Santuario cominciavano a farsi insistenti. Così ho usato i miei metodi per potervi trovare.”

Saori sorrise spostandosi i capelli, la schiettezza di Shaina è una cosa che le aveva sempre invidiato.
“Cosa vuoi da me sacerdotessa?” chiese

“Voglio parlare con Saori se mi è concesso?” eccole di nuovo, parole feroci e dirette

Athena le si avvicinò, erano una di fronte all’altra adesso. Shaina poteva sentire il profumo di magnolia e gelsomino che emanava la sua pelle, ne fu quasi inebriata. Lei poteva scrutare lo sguardo della sua dea, notare gli impercettibili cambiamenti e gli stati d’animo che in essi trasparivano.
Al contrario di Athene che guardandola vedeva solo il volto duro e imperturbabile della sua maschera.

“Ti concedo di parlarmi in piena libertà senza che tu usi i convenevoli dovuti alla tua dea, solo se a farlo sarà Shaina e non la sacerdotessa. Togliti la maschera dunque e mostrami il tuo sguardo.”

Lei esitò un istante, spogliarsi della maschera equivaleva quasi come essere nuda. Solo che invece del suo corpo quella a venire allo scoperto era la sua anima e  i suoi sentimenti. Poggiò una mano sul volto e la sfilò lentamente.
 
I suoi occhi di un verde brillante e selvaggio come quello di radure e territori inesplorati s’incastonò in quelli azzurri di Saori un oceano infinito nel quale si rifletteva l’intero universo. Restarono in silenzio per diversi minuti.
“Chiedimi dunque ciò che ti preme sapere e non lesinare con le parole, parlami pure come se lo stessi facendo alla tua più acerrima rivale.”

Era quello che aspettava, un lampo guizzò nel suo sguardo prima che desse voce ai suoi pensieri.

“Te ne sei andata dal Santuario, sei venuta in quest’isola sperduta per ritrovare te stessa  lasciando tutti noi senza una guida pur sapendo che ormai non ci sono più i cavalieri d’oro a proteggere i templi. E poi, cosa ancora più grave tu… tu lo hai abbandonato.”
A quelle parole lo sguardo di Saori si fece più duro. Avrebbe accettato qualsiasi cosa le fosse stato rinfacciato anche la sua inettitudine , ma non che lo avesse abbandonato, questo mai.

“Se tu sei viva e sei qui lo devi a lui. Seiya a sempre anteposto la tua vita alla sua e tu cosa fa? Lo lasci in quello stato per venire a rintanarti in quest’isola? E’ una cosa assurda.” Si fermò per riprendere fiato.

“Bene, se hai finito di sbraitare fosse posso spiegarti. Non ho mai voluto, ne voglio abbandonare Seiya. Il mio cosmo e i miei poteri  si sono notevolmente indeboliti dopo la battaglia con Hades e se voglio aiutarlo devo recuperare appieno le forze.”

“E non potevi recuperarle stando al Santuario e sostenendo i tuoi cavalieri come il tuo ruolo ti impone?” Parole dure che ferivano come lame.
Saori si sentì punta nell’orgoglio, le era talmente vicina adesso da poterla sfiorare anche solo parlando. I suoi occhi erano indecifrabili, per la prima volta la sicurezza di Shaina vacillò in quell’universo nel quale ci si poteva perdere. I battiti del suo cuore accelerarono.

“Credi forse che io non sappia le mie mancanze e i miei errori come reincarnazione di Athena. Sono qui da giorni ormai e prego gli dei tutte le sere perché mi diano un segno anche solo una flebile speranza su come aiutare Seiya. Ma loro non mi rispondono, troppo sono stati oltraggiati, il loro orgoglio è ferito e la vendetta è l’unico mezzo che conoscono.”

Non avrebbe voluto piangere, e non lo fece, non si sarebbe mai mostrata debole ai suoi occhi. Eppure una lacrima sfuggi al suo controllo bagnandole il viso. Non perse però la compostezza e la fierezza che le erano proprie.
Non seppe spiegarsi il perché, era andata a cercarla con ben altre intenzioni eppure quelle parole fluirono dalla sua bocca senza che se ne accorgesse, così come la sua mano ruvida e segnata da mille combattimenti catturò quella lacrima sul viso, rabbrividendo al contatto con quella pelle così liscia e morbida.

“Non importa che tu sia forte o meno, ci siamo noi a proteggerti come abbiamo sempre fatto. Devi tornare…lui ha bisogno di te.”

“Credevo che ci fossi tu a prenderti cura di Seiya?” il suo sorriso divenne sarcastico e Shaina arrossì leggermente.

“Io per lui ci sono e ci sarò sempre, ma non sono tanto ceca da non accorgermi che non è me che lui vorrebbe al suo fianco.” Adesso furono i suoi occhi a diventare lucidi.

“Quanto ti costano queste parole sacerdotessa?”

“Tanto, troppo forse. Ma mentire è solo un paleativo per il cuore, la mente invece ragiona con lucidità.” Saori abbassò lo sguardo.

“Domano tornerò al Santuario, ho cercato un consiglio, un aiuto ma tutto è stato inutile, farò ciò che hai detto e spero di essere all’altezza del mio compito.”

“Bene ne sono felice…”

“Mi proteggerai davvero Shaina? O le tue erano solo parole di circostanza?” disse sfiorandole il viso.

“E’ il mio dovere e non mi sottrarrò, puoi starne certa.” Rispose immobile, ancora irrigidita dal tocco di lei.

“Grazie sacerdotessa…” Saori si avvicinò, Shaina non riuscì a capire. D’un tratto sentì delle labbra morbide e calde che sfioravano le sue e di nuovo quel profumo che l’avvolgeva completamente.
Adesso capiva perché il solo starle vicino per Seiya significava respirare. Tutto in lei era pura magia la sua aura cosmica era così avvolgente e lei così soave ed etera come nebbia che ti accarezza e sfugge tra le mani. Solo un istante perché il suo corpo fosse scosso da un brivido e Saori si spostò.

“Puoi rimetterti la maschera sacerdotessa, credo che il nostro colloquio sia terminato.”

Shaina era come in trance incapace di muoversi o pronunciare parola. Quel gesto spontaneo e inaspettato l’aveva profondamente turbata. Poi qualcosa catturò la sua attenzione ridestandola all’istante. Si rimise la maschera e con un gesto repentino spostò Saori dietro di se.

“Sta ferma e non fare movimenti bruschi.”

Un lupo apparve dinanzi a loro, non aveva però la forma come altri della sua specie, era tre volte più grande con un pelo folto e nero che si confondeva con le ombre della notte. Solo i suoi occhi di un giallo luminoso e brillante donavano una parvenza reale a quell’essere dall’aspetto così imponente.
Saori guardò dentro i suoi occhi e una luce simile ad un lampo saettò in quelli della dea.

“Preparati a scappare, non so come questo animale sia arrivato fin qui, ma sta pur certa che ci  attaccherà.”
Shaina si mise in posizione di difesa.

L’enorme lupo mostrò le zanne, bianche come l’avorio e affilate come lame. Saori si sentì come chiamare e uscì dall’ombra di Shaina.
“Cosa fai sei impazzita? Vuoi forse farti sbranare?”

“Lui non mi farà del male sta tranquilla, E’ qui per portarmi un messaggio, forse… quello che ho atteso così a lungo.”

“Che dici? Fermati, dove vai.”

Saori si avvicinò facendo un cenno con la mano alla sacerdotessa per tranquillizzarla. Camminava lenta ed accorta non sapendo che reazione aspettarsi, quando vide che più si avvicinava a quell’animale più lui sembrava ammansirsi, la tensione svanì.
Erano a pochi passi l’uno dall’altra e l’enorme lupo sovrastava con la sua mole la figura esile di Saori. La giovane gli fu vicino e l’animale si mise seduto come per farsi accarezzare. I suoi occhi non si spostarono da quelli della giovane.

Shaina era incredula davanti a quella scena, provò a muoversi cercando di raggiungere Saori ma si accorse di non poterlo fare, qualcosa glielo impediva. Un potere enorme la teneva ancorata al suolo privandola della propria forza.

“Athena! Tornate indietro subito.”

Saori si chinò accanto alui e l’animale accostò il suo muso al viso della giovane.
Shaina trattenne il fiato.
L’enorme lupo e la dea si parlavano senza aprir bocca, i loro cosmi risuonavano all’unisono, anche la sacerdotessa lo percepì, e capì che in quell’essere c’era qualcosa di divino.

“La risposta che tanto aneli figlia mia è più vicina di quanto pensi…”

“Padre sei tu?”

“Si, dubitavi del fatto che ti avessi ascoltata?”

Saori sorrise affondando le mani nel pelo del lupo, quasi come una dolce carezza.
“La fonte del tuo potere è la soluzione che cerchi per risvegliare quel cavaliere tanto  caro al tuo cuore.”

“La fonte del mio potere?” ripetè, come se le fosse difficile mettere a fuoco una risposta tanto ovvia.

“Non starai parlando dello scettro di Nike?”
Non ottenne risposta, ma in fondo non ce ne fu bisogno.

“Attenta figlia mia, non è lontano il giorno in cui dovrai fare una scelta tra la tua natura umana e quella divina.  E soprattutto non dubitare mai della mia presenza al tuo fianco.”

“Grazie… padre.”

Il lupo scomparve tra la vegetazione svanendo nel nulla e Shaina fu libera da quello strano sortilegio. Corse accanto a Saori ancora inginocchiata sulla sabbia.
“Athena, state bene? Ma chi era quell’essere ho percepito una grande forza provenire da lui.”

La giovane si voltò alzandosi.
“Era la risposta che stavo aspettando…” gli occhi le si illuminarono e prese Shaina per un braccio trascinandola con se. “Vieni sacerdotessa torniamo al Santuario.”

“Ma come… così a quest’ora?”

Saori si fermò guardandola
“Andiamo a riportare Seiya tra noi. Vuoi ancora aspettare adesso?”

Alla sacerdotessa fu tutto chiaro, una divinità molto potente era apparsa a Saori sotto forma di lupo. Non poteva essere diversamente e considerando l’animale non era difficile credere che fosse Zeus in persona.
Shaina non si fece pregare udendo quelle parole.

“Se le cose stanno così partiamo subito.” Saori annuì

Entrambe s’incamminarono fianco a fianco lasciando la bellissima spiaggia di Hydra, la cui tranquillità era stata solo in parte turbata dal confronto verbale di due donne, che non sarebbero mai state solo dea e guerriera ma anche eterne rivali in un gioco molto più puerile delle atroci e sanguinose guerre.
Ma che lasciava ugualmente delle ferite meno visibili ma altrettanto dolorose.
 
 
 
   
 
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