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Autore: Furuburu    11/07/2018    0 recensioni
Il cambiamento, spesso, non è semplice da accettare e capita quasi sempre che questo giunga nella propria vita in maniera inaspettata. Questo è quello che succede a Cassie, una ragazza di 19 anni che si trova ad affrontare il divorzio dei suoi genitori e a vedere il suo, seppur piccolo, nucleo familiare sconvolto. Per fortuna, durante questo suo periodo di incertezza, farà la conoscenza di una persona che l'aiuterà ad affrontare questo cambiamento e che, ben presto, scoprirà non essere così estranea alla sua famiglia.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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E’ estate. Intorno a me ronza un notevole numero di mosche, tuttavia non sono certa che sia dovuto alla stagione, o almeno nelle estati passate non me ne sono mai accorta.

Comunque sia è fastidioso, guardo il mio cane anche lui intento a mordicchiare qua e là, semplicemente l’aria. Che esserini odiosi: non troppo veloci ma con una vista certamente migliore di quella umana e più precisamente della mia, che, peraltro, non funziona nemmeno troppo bene, essendo miope e astigmatica allo stesso tempo.
Ricordo quando alle medie il mio professore di geografia, notando la distrazione della classe, proprio a causa di una mosca che non si riusciva ad acchiappare, decise di richiamare l’attenzione di tutti dicendo che “non ci vuole nulla a catturare una mosca, è solo questione di tecnica” ed ovviamente il più temario della classe, che si sa, spesso è anche quello con la testa più vuota, lo sfidò a provarci. Bastò un leggiadro, ma veloce, movimento circolare della mano per acciuffare l’esserino. Ovviamente non si trattava di chissà che gesto eroico, ma riuscì comunque a conquistarci.
“Voglio provarci anche io” penso ed allora, tra le sei mosche che camminano tranquille sulla mia gamba, scelgo quella che probabilmente è la più facile da prendere. Così roteo la mano in aria e poi la faccio precipitare sulla gamba mettendoci il massimo impegno. Non ottengo nulla nemmeno la quarta volta e ci rinuncio, continuando a osservare sconsolata la tribù delle mosche che campeggiano sui miei pantaloncini di jeans, oltre che la mia gamba arrossata. Quando alzo la testa mi accorgo di non essere sola: da lontano due occhi fissi su di me mi studiano come poco fa stavo facendo io con gli insettini. Il volto del vecchio signore sul balcone mi rivela d’un tratto un sorrisetto scaltro.
-Signorina, non si vorrà mica fare del male da sola?” mi domanda scherzoso e io non posso fare a meno di abbozzare un sorriso timido e gentile, dopo essere stata ripresa a schiaffeggiarmi da sola, come fossi pazza. Decido che per la giornata di oggi una figuraccia può anche bastare, così chiamo il mio cane che, come è consuetudine, scappa non appena mi avvicino. A passo veloce lo raggiungo, scansando una buca che ha scavato nel terreno l’altro giorno, e gli metto il guinzaglio. Ci dirigiamo verso casa, dove so che mi aspetterà un gustoso pezzo della torta che mia madre stava preparando prima che io uscissi.
 
 
Invece no. La Red Velvet, torta preferita di mio padre, non si tocca, si può solo assaporare e addentare col pensiero. Mi ero scordata che oggi fosse il 19° anniversario dei miei genitori. Mia madre mi ha esortato ad andare a casa di nonna Camille: ha preparato una sorpresina per mio padre una volta tornato da lavoro. Una cenetta a lume di candela, come fossero due giovani innamorati, il tavolo è già apparecchiato, una bottiglia di ottimo vino è nel frigo. Ha anche comprato dei biglietti per Miami, mi ha confessato mamma, nervosa, una meta che hanno sempre sognato da quanto ne so io, il luogo dove sarebbero voluti andare in luna di miele e che non sono mai davvero riusciti a visitare, per via del mio arrivo inaspettato.
Deve essere perché nell’ultimo periodo non sono andati particolarmente d’accordo, anzi diciamo quasi per niente, il motivo di questa premura ed attenzione. Sempre a litigare, giorni interi passati a non rivolgersi la parola. Mia madre è una santa donna, seppur la difficoltà, riesce sempre a chiudere un occhio, a trovare il giusto rimedio a qualsiasi situazione, per quanto spiacevole possa essere. Dice, mi spiega, “deve essere il lavoro, voglio dire, la causa del suo stress, tesoro non ti preoccupare” ogni qual volta che mi siedo affianco a lei sul letto, chiedendole come stia ed io lo vedo che in realtà quella preoccupata è lei, lo leggo nel suo sguardo che crede essere indecifrabile, lo sento nella sua voce tesa.
Allora chi sono io per rovinare la loro serata romantica? Preparo la borsa per passare la notte fuori e poi mi chiudo alle spalle la porta di casa, lasciando mia madre indaffarata tra i fornelli. Fortunato mio padre, che avrà tutte per sè le ottime doti culinarie di mamma.
 
 
*
 
In compagnia dei miei amici, se esce fuori l’argomento “nonne”, io non perdo occasione per vantarmi di nonna Camille e sono sicura che anche solo dai miei racconti un po’ mi invidiano. Già, perchè una signora che nonostante l’età è più giovane di tanti giovani non è assolutamente da sottovalutare, con tutti i consigli che può dispensare. Soprattutto, non si deve commettere l’errore di considerarla una vecchia e dolce nonnina indifesa, sarebbero davvero guai in questo caso.
-Chi glielo fa fare di rivolgere tutte quelle carinerie allo scimmione!- afferma lei, come al solito senza peli sulla lingua. Mia nonna non ha mai sopportato mio padre e non perde mai occasione per far trasparire il suo sdegno, anche in sua presenza. -Camille!- la riprende mio nonno, il quale tra i due è la parte più riflessiva e calma. Lui non vuole che mia nonna si esprima in questa maniera di fronte a me, non vuole che io mi senta ferita (sono ancora la sua nipotina da proteggere contro i mali del mondo, dopotutto).
-Suvvia, Richard, la ragazza è grande ormai, ha iniziato persino a lavorare- dice lei, come se questo potesse in qualche modo far capire a mio nonno che improvvisamente ho 20 anni. -Tecnicamente sto soltanto facendo uno stage come segretaria- intervengo, cercando di dirottare il discorso su di me e per fortuna riesco nell’intento, perchè mio nonno, non appena mi sente parlare di lavoro si fa sommergere dai ricordi ed inizia a raccontare, con gli occhi lucidi: -Ricordo ancora quando eri piccola. Giocavi a fare l’infermiera, era il lavoro che sognavi fare,- mia nonna nel frattempo si alza di scatto per prendere l’album delle foto, o meglio delle “memorie di carta”, come le piace definirli, così da accompagnare il racconto -indossavi una camicia bianca della nonna a mo’ di camice e per sembrare più seria mettevi una parrucca rosa che in realtà faceva parte di un set per halloween, col risultato che sembravi solo più buffa, però sicuramente carinissima-, gli sorrido mentre parla. Nonna Camille indica un’altra foto in cui mimo di galoppare, con la massima concentrazione, un cavallo di legno -Qui ti portammo alle giostre-, ne indica poi un’altra dove indosso un costumino a due pezzi verde acqua e i capelli raccolti in due codine -Qui invece è in vacanza al mare, in Italia.- Continuiamo a sfogliare le pagine del librone marrone e a ricordare i tempi passati, di cui io non ho in realtà un’immagine limpida. Poi, una fotografia ribelle, non attaccata sul cartoncino, sfugge fuori.
-Chi sono questi ragazzi?- domando, stringendola tra le mani l’immagine di una coppia, lei seduta su una sedia, con i lunghi capelli mossi tenuti in ordine da una bandana rossa, lui con le braccia incrociate sullo schienale mentre entrambi sorridono furbi all’obbiettivo.
-Ah, quella ragazza dici? É tua nonna. Non la riconosci? Quello invece è il suo amato Louis, custodisce con tanta cura e amore questo ricordo- scherza nonno Richard ma con una punta di gelosia nella voce e mia nonna non può fare altro che tirargli una gomitata, poi afferra la foto e dice: -Tuo nonno ed il suo acerrimo nemico, si sono sempre fatti la lotta per me. Eh, gli uomini!- sospira lei.
-Però alla fine ho vinto io- afferma soddisfatto nonno Richard e mia nonna si limita a sorridere, dolce, senza controbattere.
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Buonasera a tutti, questa è la prima storia che pubblico nonostante abbia iniziato a scrivere sin da quando ero piccola. Il motivo è che sono sempre stata timida e ho sempre avuto paura che quello che scrivo non fosse abbastanza interessante o perlomeno bello ed infatti se ho trovato il coraggio è solo perché le mie due migliori amiche mi hanno spronato a farlo, quindi eccomi qui. Spero vi piaccia e incuriosisca, buon proseguimento :) 
   
 
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