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Autore: Wings_of_Mercurio    12/07/2018    3 recensioni
Stan sta tentando di rimettersi insieme dopo la rottura con Wendy.
Craig di combattere la sua solitudine.
Tweek di ricostruire la sua vita.
[Staig] [Creek] [Stendy]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Craig, Kyle Broflovski, Stan Marsh, Tweek, Wendy Testaburger
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Un capitolo all'insegna del "ma povero Stan" e poi cose cuccioline, uscite fuori più cuccioline di quanto inteso. Fatemi sapere cosa ne pensate, un abbraccio <3

 


37. 00:07


<< Come sta Clyde? >> aveva chiesto Stan a Token, approfittando del fatto che avessero fatto gruppo davanti alla scuola prima dell'inizio delle lezioni.
<< Bene, credo che lo dimetteranno a breve >> rispose il ragazzo, intento a prepararsi una sigaretta.
<< Quel pazzoide l'ha davvero conciato per le feste, eh? >> buttò lì Cartman.
<< Stai zitto, grassone! >> lo redarguì stizzito Kyle, con un'occhiata.
Si trovavano appoggiati al muretto di ingresso, insieme a Butters, Jimmy e Kenny, che se ne stava assorto a smanettare sul suo cellulare, sicuramente parlando con qualche ragazza.
<< Che c'è? Non si può neanche più parlare adesso? >>
<< L-l-lo cacceranno d-dalla scuo-scuola? M-mi dispiacerebbe >> ammise Jimmy.
<< Certo che lo cacceranno, lo devono fare! >> affermò con più vigore Cartman.
<< Aaaarr >> si lamentò Stan esasperato, afferrandosi la base del naso con le dita. Trovava davvero stupido e irritante che il culone insistesse su questa storia. L'idea che Tweek venisse espulso gli faceva rimescolare le budella dalla nausea, e non sapeva dire perché; perché avesse questo senso di colpa.
<< Q-quello che n-non ca-ca-capisco, è c-come C-Craig a-abbia potu-tuto p-passarci sopra. H-ho c-capito bene? C-c'è qualcosa, fra di loro? >> chiese Jimmy con un'espressione fra l'incredula e la preoccupata.
Stan abbassò la testa, non voleva essere lui a rispondere. D'altronde lui avrebbe dovuto cadere dalle nuvole come tutti gli altri, dato che nessuno sapeva cosa fosse effettivamente successo.
<< Davvero?! >> chiese Butters scioccato, essendo probabilmente l'unico a non esserci arrivato.
Token, a differenza di Stan, aveva preso a guardare Jimmy mentre rimetteva a posto nella sua cartella tabacco e cartine. Una volta che ebbe fatto, si risolse a rispondere << Bèh, sì, a quanto pare >>
<< E non ti fa incazzare? >> cercò di istigarlo Cartman.
<< Certo che mi fa incazzare >> ammise senza remore Token << Ma è la loro vita, fanno quello che cazzo vogliono >>
<< Clyde lo sa? >> chiese piano Kyle, e l'attenzione di Token calamitò su di lui.
<< Sì, deve averlo capito, anche se fa finta di niente >> rispose, accendendosi finalmente la sigaretta.
Stan sentì un nodo stringersi allo stomaco. E pensare che era tutta colpa sua, perché, se l'avesse tenuto nelle mutande, tutto ciò non sarebbe successo. Poi c'era l'altra parte di sé, che invece imputava a Craig tutta la colpa, ma forse la verità era nel mezzo. Se entrambi non avessero fatto i cazzoni, forse sarebbe finito tutto in modo differente. Differente, punto. Nel bene e nel male.
<< Ma è vero? >> sentirono chiedere all'improvviso. Stan alzò lo sguardo solo per vedere Kevin Stoley che veniva verso di loro con un sorriso eccitato.
Dovette ricevere una serie di occhiate interrogative, perché specificò: << Craig è frocio? >>
<< Attento a come parli >> lo ammonì Token.
<< Ma è vero? >> insistette Kevin.
<< Guarda che anche se fosse vero non puoi permetterti comunque di fare il cazzone con lui >> lo avvisò Kenny, finalmente alzando lo sguardo dal cellulare.
<< Ma quindi è vero! Gesù, ed io che credevo se lo fossero inventato! >>
Quindi la voce si era già diffusa.
Stan provò un'improvvisa angoscia. E se fosse uscito fuori anche il suo nome? Craig e Tweek avrebbero fatto il suo nome con qualcuno? Non avrebbe voluto fare coming-out in quel modo. E poi, quale coming-out?
Fu in quel momento che vide Craig e Tweek avvicinarsi alla scuola. Il primo aveva il braccio intorno alle spalle del secondo, ed era inevitabile che passassero dinanzi al gruppo. Infatti tutti si accorsero della loro presenza.
Tweek abbassò la testa, imbarazzato, facendo finta di non vederli. Gli occhi di Craig, invece, si incontrarono con quelli infastiditi di Token, che a quanto pare aveva tutta l'intenzione di ignorare, infatti voltò lo sguardo in maniera altezzosa, solo per scontrarsi casualmente con lo sguardo di Stan.
Stan notò qualcosa cambiare, nel suo volto, anche se non seppe dire esattamente cosa, anche perché Craig aveva distolto lo sguardo quasi subito, come se si rifiutasse di guardarlo.
Non che si aspettasse altro, comunque. Craig stava cercando di farsi una vita, e tutto ciò era inevitabile.
Quando si decisero ad entrare, il gruppo si diradò, e Stan si ritrovò a camminare solo per i corridoi. Vide Tweek vicino al suo armadietto, che cercava di infilarci dentro quanti più libri possibili, mentre questi gli scivolavano dalle mani per il peso.
Prese un gran respiro e si avvicinò piano, asciugandosi il sudore dei palmi sui jeans.
<< Tweek >> lo chiamò.
Il ragazzo si voltò verso di lui spalancando gli occhi verdi, ma Stan poté avvertire una certa ostilità, considerando come erano corrucciate le sue sopracciglia.
<< Che cosa vuoi? >> chiese Tweek, distogliendo lo sguardo e concentrandosi nella sua missione di domazione di libri. 
<< Mi dispiace per quello che è successo >> disse, mortificato, tutto d'un fiato << Non volevo che capitasse tutto questo; io non sapevo nulla, di te. Avrei lasciato perdere, se lo avessi saputo >>
Tweek iniziò a tremare, mentre posava con violenza uno dei libri dentro.
<< Bèh, gah! Q-questo cosa cambia? >>
Stan si accigliò << Cosa? Ti sto facendo le mie scuse! >>
<< No, tu ti stai giustificando >> lo guardò, finalmente, il tremito che si notava anche dai suoi occhi << S-stai dicendo che è tutta colpa di Craig, e n-non c'è bisogno che tu mi ricordi che ha fatto il doppio gioco con entrambi! >>
<< Tweek >> lo chiamò, duro, a metà tra la voglia di calmarlo e di farlo ragionare. Non pensava che Tweek potesse assumere un atteggiamento del genere, e gli stava dando sui nervi, dal momento che era andato da lui -il ragazzo per cui Craig lo aveva scaricato!-, con tutta l'umiltà del mondo << Sono venuto a scusarmi proprio perché credo che sia anche colpa mia! Non potevo sapere quello che stava succedendo tra te e Craig, ma sono venuto a dirti quello che so. Craig mi ha detto che stavate uscendo da due settimane, insieme, e devi sapere che in quelle due settimane non mi ha cercato neanche una volta, ed anzi, sono stato io a cercare lui, ripetutamente. Era un periodo di merda e mi sono concesso di fare lo stronzo con lui, anche se sapevo che non voleva vedermi. Volevo solo dirti questo. Perché penso sia giusto che tu lo sappia >>
Tweek lo guardò per tutto il tempo del suo sproloquio, poi si prese un po' di tempo per pensare.
<< Quindi, quante volte vi siete visti du -ngh!- durante quelle settimane? >>
Stan fu preso alla sprovvista, per un attimo << Questo... penso che dovresti chiederlo a lui >> 
Non voleva parlare troppo, dire cose che Craig non avrebbe voluto dire o aprire inutili ferite in Tweek. Lui voleva solo scusarsi, non peggiorare le cose.
<< Molte? >> chiese Tweek con un fil di voce, tanto che Stan poté quasi sentire il groppo che si era formato nella gola dell'altro. 
Si sentì male, non voleva che piangesse, e si pentì immediatamente di essere venuto a parlargli.
<< Una! >> lo informò, precipitoso << È stata colpa mia, ero sconvolto e sono andato da lui. Craig voleva solo aiutarmi... >> 
Non sapeva neanche cosa stesse dicendo. Gli sembrava che ogni parola acquistasse sempre più velocità fino a diventare una valanga pericolosa.
<< Avete fatto sesso? >> chiese Tweek, guardandolo negli occhi, quasi come a sfidarlo.
Stan stava per ribattere un no secco, ma non voleva mentirgli << Penso proprio che dovresti parlarne con Craig... >> disse solo, con un fil di voce.
Tweek distolse il suo sguardo lucido, e annuì << Ho capito >>
Stan si sentì sprofondare. 
<< Io credo che Craig impazzisca per te, quindi voglio solo che tu sappia che non ho intenzione di mettermi fra di voi... >> cercò di rimediare << ...ed anzi, voglio continuare ad essere tuo amico, perché ci tengo, e penso che non valga la pena rovinare il nostro rapporto per qualcosa che né io e né Craig ritenevamo importante >>
Tweek non rispose, continuò ad annuire debolmente, guardando di nuovo i suoi libri.
<< Quindi... siamo a posto? >> domandò Stan, per esserne sicuro, mentre lo sconforto lo assaliva.
Tweek annuì senza convinzione.
<< Che cazzo vuoi? >> si intromise una voce aggressiva.
Stan alzò gli occhi su Craig, che si era appena affiancato a Tweek, allibito. Non lo aveva visto arrivare. Da dove era sbucato fuori?
Craig afferrò Tweek per la manica della camicia, tirandolo appena verso di lui in un gesto protettivo.
<< Gah! >>
Gli occhi di Craig erano affilati come una lama, e Stan sentì una sensazione opprimente sul petto, il cuore che gli batteva forte, probabilmente per la rabbia.
<< Assolutamente nulla. Ci vediamo, Tweek >> disse stizzito, passando oltre loro e urtando Craig con una spalla. Non lo fece apposta, era solo capitato che non avesse calcolato bene la distanza, ma Craig lo prese come un affronto personale.
<< 'Fanculo, Marsh! >> si sentì urlare dietro, quindi alzò in alto il dito medio.


Craig aveva avuto paura, quando aveva visto Stan così vicino a Tweek. Sapeva che fosse irrazionale, ma era stato più forte di lui. D'altronde non c'era nulla che Stan potesse dire che Tweek già non sapesse, no? Ma l'idea  asfissiante che Tweek potesse prenderla a male e sfociare di nuovo in una delle sue crisi, lo aveva fatto scattare sull'attenti. Tanto più che non sapeva con certezza se i suoi farmaci stessero già facendo effetto o meno; cosa che dubitava, comunque. 
Tweek adesso era la sua priorità; e per quanto fosse amaro trattare Stan in quel modo, non poteva che vederlo come una minaccia per la loro felicità. Ed era meglio così, alla fine. Meglio se le cose fossero tornate come prima.
Tweek gli aveva spiegato che Stan era solo venuto a scusarsi, e Craig aveva voluto crederci, nonostante il suo ragazzo apparisse notevolmente turbato.
Adesso però toccava a lui, cercare di chiarire la situazione con i suoi amici.
Sospirò un attimo, prima di entrare nella stanza d'ospedale. Aveva fatto in modo di essere lì il prima possibile, per non avere gli altri fra i piedi, ma a quanto pare Bebe era già al capezzale di Clyde.
Si guardarono tutti e tre stupiti.
<< Ehi, amico >> lo salutò Clyde.
Craig gli fece un cenno, poi guardò Bebe << Puoi lasciarci un attimo soli? >>
La ragazza guardò verso Clyde, che le fece un segno di assenso con la testa, poi si alzò dalla sedia su cui era seduta ed uscì dalla camera richiudendosi la porta alle spalle.
Craig si avvicinò al letto mentre Clyde si aggiustava meglio sui cuscini.
<< Come va? >> chiese Craig.
<< Bene. Non vedo l'ora di uscire da qui. Non vedo perché mi stanno trattenendo! Anche se mi hanno detto che nei prossimi giorni dovrebbero dimettermi... >> spiegò Clyde, ancora la testa bendata.
<< Ti fa male? >> domandò ancora, sentendosi incredibilmente in colpa per ciò che stava per fare.
<< Leggermente, di tanto in tanto... >>
Restarono per un attimo in silenzio.
<< A te come va? >> azzardò Clyde, forse già subodorando di cosa Craig volesse parlare. Del resto, Clyde doveva averne parlato con tutti meno che con lui.
Craig annuì, sperando bastasse << Quando sono venuto a dormire da te... >> esordì.
Ed entrambi si guardarono con cognizione; gli occhi castani di Clyde si erano fatti grandi e attenti, pronti ad ascoltare tutto ciò che Craig finalmente stava provando a dirgli.
Craig inspirò profondamente, prima di continuare: << ...non stavo parlando di Tricia... >>
Clyde non disse nulla, continuò solo a guardarlo.
<< ...stavo parlando di me... >> ammise.
<< Lo immaginavo >> disse solo Clyde, incoraggiandolo con un piccolo sorriso.
Craig sentì le mani tremare, e per questo le nascose nei jeans << Il ragazzo... di cui ti ho parlato... >>
<< Quello speciale? >> domandò Clyde, anche se la sua domanda aveva un che di retorico.
Craig annuì << È Tweek >> disse finalmente.
Clyde non parve per nulla sorpreso << Allora è vero, vi siete messi insieme? >>
<< Mi dispiace, Clyde... >>
<< Bèh, comunque già lo sapevo >> disse con un sorrisetto ironico << Quindi, chi era l'altro? >>
Craig scrollò le spalle << Che importanza ha? >>
<< Penso che sia il minimo soddisfare la mia curiosità, no? Voglio dire, il tuo innamorato mi ha quasi spaccato la testa >> ridacchiò, ma Craig non lo trovò per nulla divertente.
Lottò un po' con se stesso per capire se dargli o meno altre informazioni. Non voleva fare nomi, ma si rendeva conto di essere perfettamente ridicolo a chiedere a Clyde di perdonarlo in nome dell'amicizia senza trattarlo da amico.
<< Non lo devi dire a nessuno >> si raccomandò << Stan >>
Clyde strabuzzò gli occhi, mettendo su un'espressione impagabile.
<< Quel Stan? >>
Craig annuì.
<< Ok, questa storia sta diventando sempre più surreale >> contemplò.
Craig rivolse lo sguardo al pavimento << È colpa mia, tutto ciò che è successo >> gli confessò.
Quando Craig si decise ad alzare lo sguardo, si rese conto che Clyde lo stava guardando senza comprenderlo appieno.
<< Tweek ha dato di matto per colpa mia... e di Stan >>
Clyde annuì piano, sconcertato, come se volesse far entrare a forza le informazioni nella sua testa.
<< Ci ha... visti insieme >>
Ci fu un attimo di silenzio.
<< Non ti chiedo di non avercela con lui, né con me, perché avresti tutte le ragioni del mondo, ma Tweek non sapeva quello che faceva, soffre di un disturbo... >>
<< Lo so >> tagliò corto Clyde << Bebe mi ha detto tutto >>
Allora Craig ricordò che Bebe conosceva Tweek da molto prima di lui, e che era sicuramente a conoscenza di ciò che era successo con Cartman.
<< È così importante, per te? >> chiese allora Clyde, puntando gli occhi diritti nei suoi.
Craig annuì << Sì... non sono mai stato così sicuro in tutta la mia vita... >>
Poi continuò, davanti allo sguardo compassionevole di Clyde: << E potrai anche non crederci, ma lui sta male per questo. Sta soffrendo un sacco, sia per quello che ti ha fatto che per se stesso. È terrorizzato e tutti lo stanno trattando con diffidenza. Ha paura che se tu decidessi di fargli causa potrebbe tornare in clinica... Ed è davvero spaventato da questa cosa... >>
Craig si chiese se suonasse troppo presuntuoso, quello che stava dicendo.
Clyde scrutò il volto di Craig per cercare di capire. << Sei preoccupato che gli faccia causa, è questo? >> chiese, e nelle sue parole non c'era traccia di indignazione né di accusa, solo forse appena un po' di sorpresa.
Craig scrollò le spalle << Vorrei solo sapere cosa hai intenzione di fare >>
<< Non farò causa a Tweek. Lo sai, non possiamo permetterci una causa, e comunque per me non ha senso >> rispose Clyde, convinto.
Craig si sentì immediatamente sollevato, ed annuì ancora una volta.
<< Lo sai? È bello vedere che sei così legato a qualcuno >> constatò Clyde, fuori dal nulla, sorridendogli << Riesco a vedere un po' del vecchio Craig. E ne sono felice >> gli sorrise.
Craig trovava sempre le uscite di Clyde troppo smielate, per un ragazzo cresciuto come lui, ma la debole ombra di un sorriso apparve anche sul suo viso.
<< Pensi di riuscire ad incontrarlo, ora? >>
<< Tweek, dici? >> domandò Clyde, disorientato.
Craig annuì ancora << È qui. Fuori. Voleva chiederti scusa, ma non devi incontrarlo per forza, se non vuoi... >> 
Craig pensò per un attimo al ragazzo biondo che doveva stare a tormentarsi nei corridoi, da solo, aspettando che lui uscisse dalla stanza d'ospedale, e si augurò che stesse bene.
Clyde scosse le spalle << Sì, cioè, voglio dire, credo che prima o poi dovrà succedere, no? Dal momento che è il tuo ragazzo... >>
Craig annuì sollevato, poi uscì a chiamare Tweek, che era tutto un fascio di nervi.
Non appena Tweek entrò nella stanza, gli occhi suoi e di Clyde si incontrarono.
<< Mm-ngh! >> si lasciò scappare, mentre si tormentava le maniche. 
Craig avrebbe giurato che, se non fosse risultato ridicolo, Tweek sarebbe volentieri scappato via.
<< C-Clyde >> chiamò timidamente, mentre indeciso avanzava verso l'interno.
Craig aveva dovuto rassicurarlo sul fatto che Clyde non lo odiasse, e che avesse acconsentito a vederlo, prima che Tweek si decidesse ad entrare nella stanza.
<< Schizzato >> lo apostrofò Clyde, ma non c'era traccia di presa in giro nella sua voce, ed anzi, fu un'uscita atta a smorzare la tensione.
<< M-mi dispiace! Mi dispiace tantissimo, Clyde... >> disse, con la voce tremula e gli occhi lucidi, un verde allagato nel mare.
<< Per cosa? Se avessi saputo che eri così forte, stai ben sicuro che adesso ci saresti tu, qui! >> scherzò.
Tweek si asciugò entrambi gli occhi col polso, mentre l'altra mano era piantata a stringere la camicia che portava all'altezza del petto.
Clyde ridacchiò << Non piangere. Che figura ci faccio ad essere stato picchiato da una femminuccia del genere? >>
<< N-non scherzare... avrebbe potuto finire male. Ngh! N-non avrei mai potuto perdonarmelo... >> la sua voce si assottigliò mentre Tweek inspirava su un altro singulto << N-non merito il tuo perdono, Clyde! M-ma sono felice, che tu stia bene! >> piagnucolò alla fine, non riuscendo più a trattenere le lacrime, singhiozzando senza pudore, con il viso nascosto in un braccio.
<< Non fa nulla, davvero Tweek, so che non è colpa tua... >> cercò di rassicurarlo Clyde, mortificato << Pensa solo che le ragazze saranno un sacco carine con me >>
<< Poi chi la sente, Bebe... >> commentò Craig in tono divertito, scambiandosi un'occhiata goliardica con Clyde.
Stava semplicemente cercando di allegerire l'atmosfera, così come aveva tentato di fare il suo amico, e fare smettere di piangere Tweek senza il contatto fisico, che avrebbe potuto risultare umiliante, per Tweek, in quella situazione.
Lentamente, il ragazzo riuscì a ricomporsi e a ritornare a guardare Clyde.
<< H-hai comunque tutto il diritto, di odiarmi... >> accordò.
<< Io non ti odio. A meno che tu non voglia fare lo stronzo con Craig, perché in tal caso ti odierei >>
Craig sentì appena un po' di calore risalirgli sulle guance, ma non disse nulla.
<< N-non voglio fare lo stronzo con Craig, a meno che Craig non voglia fare lo stronzo con me >> affermò, deciso.
<< Ooooh! >> esclamò Clyde, divertito, facendo una muta risata in faccia a Craig.
Craig incrociò le braccia e sorrise divertito anche lui, scuotendo leggermente le spalle. Non poteva farci niente, alla fine, si era già comportato da stronzo e Tweek aveva tutto il diritto di rinfacciarglielo.
<< Sono sicuro che si comporterà bene, vero, Craig? >> Clyde gli rivolse un'occhiata che pareva di raccomandazione, e Craig vide anche Tweek voltarsi verso di lui per osservarlo, un piccolo sorriso in volto, che lo fece sentire sollevato.
Annuì davanti allo sguardo del suo ragazzo << Parola di scout >> disse ancora, e Tweek sbuffò una risata, ricordando, probabilmente, le battute che si erano scambiati la sera in cui l'aveva accompagnato a casa per la prima volta.
  
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