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Autore: Ily Briarroot    12/07/2018    4 recensioni
Soltanto dopo qualche attimo si rese conto di aver superato la scuola elementare Teitan e decise di fermarsi per non rischiare di allontanarsi troppo dal punto di ritrovo con Ran.
Fu quello il momento in cui si voltò e i loro sguardi s'incrociarono per la prima volta, da una parte all'altra della strada.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Ai Haibara, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La via del destino
 
 
 
Non aveva mai amato particolarmente i viaggi in auto, brevi o lunghi che fossero.
Se poi la meta era ignara, ancora meno. 
Si trattava comunque di lavoro e non poteva proferire parola a riguardo. Tuttavia, avrebbe volentieri trascorso tutta la giornata chiusa in laboratorio a continuare la ricerca per la quale non dormiva da mesi, piuttosto che essere costretta a fare sopralluoghi e ispezioni. Non era quello il suo mestiere, ma non lo avrebbe ribadito per l'ennesima volta. Sarebbe stato tutto inutile. 
Il rumore del motore nelle orecchie, il sussultare del veicolo a ogni dosso. Qualcuno al suo fianco parlava da minuti interi, frasi alle quali non aveva prestato alcuna attenzione. Sul sedile posteriore, la mano poggiata sotto il mento che nascondeva in parte l'espressione annoiata, fissava tutto ciò che scorreva fuori dal finestrino, imperterrita. Il sole, in procinto di tramontare, indicava quanto fosse trascorso in fretta il pomeriggio. 
Sospirò a quel pensiero, maledicendo il tempo che aveva ormai perso. Soltanto qualche metro più avanti scorse due sagome che notò appena, sul marciapiede accanto; un ragazzo liceale  sembrava battibeccare con la coetanea che gli camminava leggermente più indietro. Già, doveva essere l'ora perfetta nella quale gli studenti tornavano a casa, quindi altro traffico. 
Sbuffò, mentre si voltava verso il tizio vestito di nero che le aveva appena rivolto una domanda. 




 
«Dai, Shinichi! Io dico davvero».
Ran allungò il passo nel tentativo di raggiungere l'amico, che le dava le spalle indifferente. Lui non si voltò neanche a guardarla, proseguendo lungo la via che lo avrebbe condotto una volta per tutte a casa, dopo una giornata estremamente pesante. 
«Uffa! Sto parlando con te, sai?».
La ragazza lo raggiunse, afferrandolo per il braccio in modo da metterlo finalmente alle strette. Per tutta risposta, Shinichi si bloccò, inarcando un sopracciglio. 
«Ma insomma! Cosa vuoi sapere?» le chiese poi scocciato, mentre l'espressione di lei si ammorbidiva. Quest'ultima gli tolse la mano dalla stoffa della giacca, ora che aveva completamente la sua attenzione. 
«Ti sto dicendo che sono preoccupata! Andando avanti così potresti rischiare di finire in qualche situazione spiacevole» esclamò lei, stringendo appena le dita intorno al manico della cartella. Lui ridacchiò, prendendola alla sprovvista. 
«Non dire assurdità, Ran. So quello che faccio, non è il caso di preoccuparsi. Sai che sono il miglior detective in circolazione, no?»
Per un secondo ebbe voglia di prenderlo a pugni. 
«Appunto» mormorò, cercando di trattenersi dall'esplodergli in faccia tutta la sua frustrazione. Era bravo, molto bravo nel suo lavoro, ne erano entrambi consapevoli. Tuttavia, era il suo lato impulsivo che la spaventava, quello immaturo e superficiale che lo aveva spinto a quell'affermazione.
«Dai, mi conosci» aggiunse lui, vedendola cambiare espressione. Le bastò guardarla per notarlo. «Non sono così ingenuo da immischiarmi in qualcosa di pericoloso»
La ragazza sospirò di sollievo, apparentemente più tranquilla. Nonostante ciò impallidì di colpo, fermandosi bruscamente. 
«Oh, no» mormorò con un filo di voce mentre si frugava nelle tasche, agitata.
«Cosa succede?» le chiese Shinichi, cercando di individuare nel suo sguardo qualcosa che potesse fargli comprendere cosa stesse pensando.
«Ho dimenticato il cellulare da Sonoko!» gli rispose, imbarazzata e decisa nello stesso istante. «Aspettami qui, torno da lei a prenderlo. Faccio in un lampo!»
Il ragazzo non fece in tempo a rispondere, perché Ran era già scappata via. Dopodiché sbuffò, consapevole del fatto che non l'avrebbe rivista prima di una ventina di minuti.



 
«La zona di Beika è molto trafficata a quest'ora. Comunque siamo arrivati». 
La voce dell'uomo alla guida la riscosse dai propri pensieri. Sherry si voltò verso la donna che aveva accanto, in silenzio. 
L'auto si fermò a pochi passi di un edificio in prossimità di quella che sembrava una scuola elementare. Sherry si ricompose controvoglia, inarcando un sopracciglio. Avrebbe dovuto aspettarsi qualche altra meta, prima di rientrare in laboratorio. 
«Vi dispiace se io aspetto qui? Ho bisogno di una boccata d'aria e non di ispezionare l'ennesimo appartamento di qualcuno che neanche conosco» disse monotona, incrociando le braccia. L'uomo la guardò contrariato, attento a non osare con le parole, e la collega fece altrettanto senza neanche risponderle. 
«Saremo di ritorno nel giro di qualche minuto» mormorò quest'ultima, una volta scesi dalla macchina. La giovane non si scompose, seguendoli con lo sguardo mentre si allontanavano. Il venticello fresco autunnale era piacevole, respirare quell'aria pura dopo giorni interi segregata in laboratorio era un toccasana. Chiuse la portiera e vi si appoggiò contro con la schiena, le mani in tasca, godendosi appieno quel momento rilassante. Finalmente sola. 



«Si può sapere quanto ci mette?».
Shinichi sbuffò, controllando l'orologio da polso. Erano passati dieci minuti e la sua pazienza iniziava a scarseggiare. Non che ne avesse molta, quando si trattava di Ran e Sonoko. La sua amica d'infanzia non avrebbe potuto arrivare lì e riprendersi il cellulare senza perdersi in lunghe conversazioni con la compagna di classe, ormai la conosceva come le sue tasche. Soltanto dopo qualche attimo si rese conto di aver superato la scuola elementare Teitan e decise di fermarsi per non rischiare di allontanarsi troppo dal punto di ritrovo con Ran. 
Fu quello il momento in cui si voltò e i loro sguardi s'incrociarono per la prima volta, da una parte all'altra della strada. 
Una ragazza molto bella, che poteva avere la sua stessa età, in piedi contro un'auto nera. Li notò subito quegli occhi, verdi e profondi, che emanavano un sentimento di malinconia molto forte. Tuttavia, ciò che catturò maggiormente la sua attenzione furono i capelli di un insolito colore castano tendente al rossiccio. Probabilmente straniera, considerando i tratti del volto. Una giovane donna che avrebbe avuto molto da dire, nonostante l'età. 
Shinichi fu stupito di osservare che, nonostante il camice bianco che aveva addosso, non aveva avuto problemi a rischiare di sporcarlo contro la carrozzeria sicuramente impolverata. Continuò a scrutarla, nel tentativo di capire chi fosse, dopodiché la vide accennare un sorriso nella sua direzione. Shiho aveva capito la stesse studiando, ma non se ne preoccupò particolarmente, finché i loro occhi non furono gli uni riflessi in quelli dell'altra. Blu contro verdi, luce contro oscurità, in quel breve attimo. Il bene contro il male, il bianco contro il nero. Loro erano tutto questo, opposti perfetti da creare intorno una forza invisibile, ma palpabile. Shinichi sgranò gli occhi, colto da una sensazione strana, improvvisa. Un qualcosa che non riusciva a spiegarsi e che ormai aveva fatto breccia anche dentro di lei, senza che nessuno dei due lo sapesse. La certezza di conoscersi o, forse, di incontrarsi di nuovo in futuro. Un destino che avrebbero condiviso insieme, un legame forte che li avrebbe portati a fidarsi ciecamente l'uno dell'altra e che aveva a che fare con un sentimento profondo di simbiosi. Ma lo avrebbero scoperto solo con il tempo. Un filo rosso del destino che aveva scelto a caso, colpendo due persone tra loro così diverse, ma che si sarebbero capite e aiutate, costruendo un rapporto unico. 
Una percezione strana che, in quel momento, li fece rimanere immobili senza mai voltare lo sguardo. Fu la voce di Ran a riscuoterlo, giungendo alle sue orecchie con una velocità disarmante. 
Il ragazzo si voltò, vedendola correre con una mano sollevata in aria nella speranza di attirare la sua attenzione. Gli si fermò poi davanti, affannata. 

«Quindi? Lo hai ripreso?»
Lei annuì, mostrandogli il cellulare nella mano destra, il sorriso stampato sul volto. 

«Grazie per avermi aspettato! Dai, andiamo. Se tardo anche stasera ritroverò sicuramente mio padre ubriaco fradicio»
Riprese a camminare e si voltò stupita verso Shinichi, ancora fermo sul posto. Sembrava perso in pensieri di difficile comprensione. Questi tornò alla realtà dopo qualche istante, preso alla sprovvista da una situazione che non riusciva a spiegarsi.

«Sì, arrivo»
Mosse un paio di passi verso di lei, non prima però di aver dato un'occhiata alla ragazza dall'altra parte della strada che non si era mossa di un centimetro. Tuttavia, quest'ultima non lo stava più guardando, concentrata sulle due persone vestite di nero che le si stavano avvicinando. Fece in tempo a vedere la scena, prima di decidersi a seguire l'amica d'infanzia verso casa, ancora pieno di quello strano presentimento che l'aveva investito nello stesso momento in cui i loro sguardi si erano incrociati. 




Sherry si risedette in macchina, volgendo nuovamente l'attenzione verso lo stesso finestrino. Dopo un paio di minuti, rivide lo stesso ragazzo con il quale poco prima aveva rivolto un breve scambio di sguardi e che le aveva lasciato addosso una sensazione strana. Non era un volto nuovo, anzi. Era convinta di averlo già visto da qualche parte, anche se non personalmente. Probabilmente, qualche foto sul giornale. Era l'unica cosa che la potesse tenere in contatto con il mondo esterno, d'altronde. 
Quegli occhi blu l'avevano pervasa di uno strano calore, un qualcosa in grado di infonderle sicurezza, protezione. La stessa sensazione che le si era bloccata all'altezza del petto e che non aveva mai provato prima. 
Senza sapere che, in un futuro non molto remoto, sarebbe corsa da lui, in cerca di un aiuto e di una speranza. 
E che lui l'avrebbe accettata nella sua vita e protetta, insegnandole a combattere. 
Insegnandole a non fuggire da un destino incerto, nonostante la paura. 
Lo stesso destino che li avrebbe fatti conoscere, legandoli in un affetto sincero, e al quale non avrebbero mai rinunciato.





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Note dell'autore
Ciao! Eccomi di ritorno con un'altra breve fanfic. L'idea è nata totalmente dalla opening 41, quando si incontrano Ran e Shinichi, i Detective Boys e Shiho in auto, anche se non si conoscono e tirano avanti per la propria strada. Mi viene un magone quando vedo questa scena che gioca tantissimo sul destino... se pensiamo "ora non si conoscono e poi si vorranno un gran bene". Ho quindi deciso di scrivere questa oneshot nella quale, effettivamente, Shinichi e Shiho si vedono prima che tutto accada. Ringrazio, come sempre, chiunque abbia voglia di lasciare una recensione o chiunque mi inserisca tra le preferite. :) 
Alla prossima,
Ile
  
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