Listen to your heart (prima parte)
Listen to your
heart when he's calling for you.
Listen to your heart there's nothing else you can do.
I don't know
where you're going and I don't know why,
But listen to your heart before you tell him goodbye.
And there are voices that want to be heard.
So much to mention but you can't find the words.
The sense of magic, the beauty that's been
When love was wilder than the wind…
( “Listen to
your heart” – Roxette)
Elijah trascorreva serenamente il suo
tempo con Antoinette a Manosque. I due si erano stabiliti in un grazioso
appartamento nel centro storico e vivevano come marito e moglie, in una sorta
di spensierata luna di miele. La sera andavano a suonare il piano insieme in un
bistrot caratteristico e Elijah pareva aver trovato una nuova felicità accanto
alla vampira. La lontananza dalla famiglia non gli pesava: chiamava quasi ogni
giorno Klaus, Freya o Rebekah e si assicurava che tutti stessero bene e che le
cose procedessero nel modo giusto. Il fratello e le sorelle gli avevano
assicurato che non si erano verificati altri omicidi a New Orleans, che Hope
frequentava la scuola e che nulla la minacciava.
Il vampiro Originale si era così
convinto di aver preso la decisione giusta: il vero colpevole di quegli
efferati delitti era rinchiuso nelle segrete e i suoi complici erano stati
sterminati; la sua famiglia e Hope erano al sicuro e lui poteva godersi
finalmente la sua nuova vita, al fianco della donna che amava. Sapeva che,
prima o poi, avrebbe dovuto far ritorno a New Orleans e interrogare Tristan, ma
preferiva rimandare quell’incombenza. Si era fatto carico dei fardelli dei
Mikaelson per secoli e adesso poteva anche prendersi un periodo di riposo prima
di ritornare ai suoi doveri. Gli sembrava di non avere mai veramente vissuto
prima di incontrare Antoinette… ma, ovviamente, non poteva ricordare i giorni
felici trascorsi a Marsiglia con Tristan poiché Inadu glieli aveva cancellati
dalla memoria. Sebbene la crudele strega fosse morta da tempo, ormai, la sua
maledizione rimaneva incollata a Elijah senza che lui lo sapesse.
Un giorno, l’Originale decise di recarsi
a fare visita a Madame Angéle, la strega che tanto li aveva aiutati contro la
perfida Inadu, e ne parlò ad Antoinette.
“E’ grazie a Madame Angéle se abbiamo
trovato l’incantesimo che ha sconfitto per sempre quell’essere” le disse.
“Sarei felice di rivederla e ancora di più di presentarti a lei. In fondo
Manosque è a pochi chilometri da Marsiglia ed è imperdonabile che in tanti
giorni non le abbia ancora fatto visita.”
Antoinette gli rivolse un sorriso
accondiscendente. Elijah credeva che fossero passate solo due o tre settimane
dal loro arrivo a Manosque e, invece, erano trascorsi già più di dieci mesi...
ma non sarebbe certo stata lei a rivelargli la verità. Era nel suo interesse
che Elijah si allontanasse sempre di più dalla sua famiglia e, soprattutto, da
quel Conte intrigante e pericoloso, per legarsi a lei indissolubilmente.
“Ma certo, caro, sarò felice di conoscere
la Reggente delle Streghe di Marsiglia” disse, prendendo affettuosamente le
mani di Elijah tra le sue.
Così il vampiro Originale organizzò
l’incontro con Madame Angéle per la sera, in modo che anche Antoinette vi
potesse partecipare. La strega francese si dichiarò molto felice di incontrarli
e fece allestire una cena raffinata in loro onore.
La sera dell’incontro, tuttavia, Madame
Angéle sembrò perplessa quando si trovò davanti Elijah e Antoinette. Sul
momento preferì dissimulare, accolse cortesemente la coppia e si mostrò molto
gentile con Antoinette. Durante la cena, però, buttò là una domanda come per
caso.
“E Monsieur
De Martel come sta?” chiese. “Anche lui si trova a Marsiglia? E’ quasi un
anno che non ho sue notizie e sarei lieta di rivederlo.”
Un momento di imbarazzo calò tra i
presenti e Elijah si stupì di sentire che la strega non vedeva Tristan da così
tanto tempo… erano passati forse due o tre mesi dalla loro partenza per New
Orleans, no? Tuttavia la sua risposta fu pronta.
“Purtroppo ci sono stati degli efferati
delitti a New Orleans e… beh, ho avuto fondati motivi di credere che il Conte
De Martel ne fosse responsabile.”
A quelle parole Madame Angéle si
accigliò, ma ancora una volta decise di soprassedere.
“Mi spiace molto, avevo avuto
l’impressione che foste molto legati, è un peccato che l’abbia tradita così
inaspettatamente” disse.
Per il resto della cena, l’argomento
Tristan non fu più toccato ma, alla fine, Madame Angéle invitò Elijah nel suo
salotto privato. Doveva parlare da sola con lui e così incaricò una delle sue
cameriere di accompagnare Antoinette a visitare la sua bella ed elegante casa.
Vista l’estensione e il numero di stanze ci sarebbe voluta più di mezz’ora: il
tempo sarebbe stato sufficiente per la Reggente delle Streghe di Marsiglia…
“Monsieur
Mikaelson, mi duole informarla che lei è ancora sotto il malefico influsso
di Inadu” gli disse, non appena furono soli. “Per sua fortuna io conosco un
incantesimo per liberarla da tale possessione.”
“Ma non è possibile” ribatté Elijah,
accigliandosi. “Inadu è stata eliminata ormai da molte settimane.”
“Sì, è così, e da più tempo di quanto
lei non creda. Ma, prima di essere distrutta, le ha lanciato una maledizione
per vendicarsi e questa offusca tuttora la sua mente” spiegò Madame Angéle. “Io
posso aiutarla.”
“Allora lo faccia” replicò deciso
l’Originale. “Non voglio che quel mostro possa usarmi per fare del male alle
persone che amo!”
La strega non disse altro, si concentrò
e pronunciò la formula di liberazione.
Per un terribile momento Elijah sentì
come un trapano che gli trapassava il cranio, gridò… poi, però, avvertì una
specie di soffio di vento fresco sulla fronte e una piacevole leggerezza della
mente.
Inadu non era più nella sua testa.
“Si sente bene, Monsieur Mikaelson?” gli domandò Madame Angéle.
Elijah la guardò… e improvvisamente
tutti i ricordi di Marsiglia, tutti i momenti passati con Tristan, gli
tornarono alla memoria in una luce sfavillante: rivide il giorno in cui era
tornato da lui, in quel pomeriggio dorato dal sole; quando avevano fatto
l’amore nel mare per fargli passare la paura dell’acqua, risentì il suo calore
e il sapore del sale sulle sue labbra; tornò al Vecchio Porto con lui, a
ballare nella penombra…
Inadu non aveva potuto distruggere
completamente questi ricordi felici, li aveva solo scacciati ed essi si erano
rifugiati dietro la porta azzurra, là dove Elijah non poteva ritrovarli, ma
dove erano custoditi al sicuro. E adesso erano tornati e riempivano la mente
del vampiro Originale, che sentì gli occhi riempirsi di lacrime di dolore e
nostalgia.
“Mi dica di che cosa è sospettato il
Conte De Martel” lo invitò la strega, per metterlo alla prova.
Elijah ricacciò indietro le lacrime e
cercò di darsi un contegno.
“Sono avvenuti degli omicidi terribili a
New Orleans e… non so perché, ho creduto che fossero opera di Tristan e della
Strix. L’ho condannato senza dargli modo di spiegarsi, l’ho fatto rinchiudere
nelle segrete del nostro palazzo, intendevo interrogarlo… dopo, ma…”
“Adesso non è più tanto sicuro che
fossero opera di Monsieur De Martel?”
“No, ora io… non so, non sono più sicuro
di niente” Elijah appariva molto confuso. “Gli uomini di Marcel Gerard gli
avevano assicurato che non c’erano vampiri sconosciuti in città, però avrebbero
potuto mentire, essere anche loro condizionati da Inadu. Io ho creduto a loro e
non a Tristan…”
“Bene, Monsieur Mikaelson, perché deve sapere che anche a Marsiglia e nei
dintorni ci sono stati, negli ultimi mesi, delitti efferati di cui sono stati
sospettati i vampiri, eppure la comunità che vive qui dice di non saperne
niente” dichiarò Madame Angéle. “Inoltre anche molti lupi mannari sono stati
trovati morti. Se il Conte De Martel si trova prigioniero a New Orleans non può
aver commesso questi omicidi, non crede?”
Elijah si prese la testa tra le mani,
stordito e devastato dal senso di colpa.
“Avrei dovuto interrogarlo subito,
invece di partire per Manosque. Sono stato lontano da New Orleans per… non so,
un mese? Due?”
“Lei si trova qui da quasi un anno, Monsieur Mikaelson” affermò la strega,
sottolineando con fermezza ogni parola.
“Quasi un anno?” trasecolò Elijah,
sentendosi crollare il mondo addosso. Cosa aveva fatto?
Era vero, la sua mente era stata
avvelenata da Inadu e lo aveva portato a sospettare ingiustamente di Tristan,
ma era stata la strega a fargli dimenticare il tempo che passava? O non era
forse colpa sua, che si era talmente goduto la parentesi felice della sua nuova
vita a Manosque con Antoinette da abbandonare di nuovo il giovane Conte, chiuso
in una segreta, nel gelo e nell’oscurità?
Sì, lo aveva abbandonato di nuovo e non
poteva darne la colpa solo all’influsso malefico di Inadu…
“La ringrazio, Madame Angéle” disse
Elijah con calore. “Se non fosse stato per lei, non avrei mai scoperto di
essere sotto il sortilegio di quella perfida creatura e… e non avrei ricordato
ciò che ho fatto a Tristan. Le siamo debitori, tutti e due, per più di un
motivo.”
“Non voglio ringraziamenti” lo
interruppe la strega in tono grave. Rammentava fin troppo bene le poche,
frenetiche parole del giovane Conte quando l’aveva chiamata, ormai quasi un
anno prima, per rivelarle che era caduto in mano a dei nemici e per chiederle
solo di prendersi cura di Aurora. Adesso sapeva chi era il nemico di cui Tristan aveva parlato e comprendeva anche perché non
avesse voluto dire di più né domandare aiuto per se stesso… “Sono molto
affezionata a lei e a Monsieur De
Martel e niente potrà farmi più felice di sapervi riconciliati.”
Ancora una volta la Reggente delle
Streghe di Marsiglia era stata fondamentale per la salvezza del vampiro
Originale e della sua Creatura.
Dopo averla salutata con affetto e
gratitudine, Elijah andò a cercare Antoinette per avvertirla che dovevano
prepararsi e prendere il primo volo per New Orleans. Era straziato dal rimorso
e dai sensi di colpa: come avrebbe trovato Tristan dopo un anno di atroce
prigionia? Come avrebbe reagito?
E, soprattutto… avrebbe mai potuto
perdonarlo?
Fine prima parte