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Autore: Civaghina    15/07/2018    0 recensioni
Com'era la vita di Leo, prima della terribile scoperta della Bestia?
Com'è cambiata la sua vita quando si è trovato davanti ad una verità così devastante?
La storia di Leo prima di Braccialetti Rossi, ma anche durante e dopo: gioie, dolori, amori, amicizie, passioni, raccontate per lo più in prima persona, sotto forma di diario.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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È il giorno dell'amputazione di Vale, e Leo non può che stargli vicino, insieme a Cris: è passato appena un giorno da quando si sono conosciuti, eppure è già tutto molto familiare, pure troppo, per Leo che deve fare i conti col passato e con le ferite che ancora fanno male.


Giovedì, 14 febbraio 2013

Mi sveglio molto presto, prima ancora che arrivi Jhonny per i soliti controlli che ormai potrei quasi farmi in autogestione; quando ha finito con me (facciamo presto, non mi tocca neanche il prelievo) va da Vale, ed io decido di andarmi a fare un giro e di fermarmi a fare colazione al bar; mi mette a disagio l'idea di stare con lui mentre lo preparano per l'operazione: gamba da depilare, camice da indossare, puntura del coraggio, gli occhi spaesati di chi è in ansia per te (sua madre, in questo caso, perché suo padre non si è ancora visto)..., grazie ma ho già dato, e pure troppe volte. E, oltre a tutto ciò che io ho già passato, stavolta sarebbe pure come specchiarsi in lui, nella sua paura, nella sua aspettativa, nella sua speranza che dopo questo sia tutto finito, finalmente, che si possa lasciare tutto alle spalle, che da qui in poi sarà più facile, perché passato questo sarà tutto in discesa... Anch'io mi ero illuso che sarebbe stato così, e invece passano i mesi e sono ancora qui, senza più una gamba, ma con la fottuta Bestia che ancora non se ne vuole andare.


Ormai sono quasi le nove, a momenti porteranno Vale di sotto e, ad un tratto, mi dispiace lasciarlo entrare in sala operatoria senza salutarlo, credo che se lo aspetti, e credo che se anche io non ho voglia di specchiarmi in lui, lui abbia bisogno di specchiarsi in me, di vedere come si possa andare avanti, nonostante tutto, e pure col sorriso magari. Torno in camera, ma lui non c'è già più, vado allora verso Chirurgia, e lungo il corridoio incontro Orietta e Nora, la madre di Vale, ma lui non c'è.

Si è dato alla fuga?!” esclamo sorpreso; non lo facevo così intraprendente: nemmeno io mi sono mai alzato dal letto mentre mi portavano in sala operatoria, anche se più di una volta l'istinto l'ho avuto, eccome!

É andato in bagno” mi risponde Nora; se possibile ha le occhiaie ancora più profonde di ieri: non deve aver dormito un cazzo.

Di là” mi indica Orietta. “Vedi di riportarmelo, se no mi tocca prendere te al suo posto!” dice ridendo.

Io sto per farle un gestaccio, ma è pur sempre una signora e mi contengo: “Contaci!” le rispondo ridendo, mentre Nora ci guarda stranita, chiedendosi probabilmente come facciamo a scherzare su una cosa del genere. Vado nei bagni più vicini, ma di Vale nessuna traccia. Stai a vedere che quello là, zitto zitto, si è dato veramente alla fuga? Un sovversivo sotto mentite spoglie pacifiche. Poi, però, mi balena l'idea di dove potrebbe essere andato e mi dirigo agli ascensori per raggiungere il quarto piano; ed è proprio lì che lo trovo, mentre esce di corsa dalla stanza di Cris. Mi rompe che sia venuto qui: Cris l'ho vista prima io, e poi ieri sera ha già avuto il suo ballo appiccicato a lei, che bisogno aveva di venire anche qui adesso?! Lui è sorpreso di vedermi, ma mi sorride, e non posso che sorridergli anch'io; non ci diciamo niente, non serve: ci sorridiamo e basta, ci stringiamo le mani sollevando le braccia in un Watanka silenzioso, e poi lo lascio andare.

Resto a guardarlo mentre si allontana correndo sulle sue gambe per l'ultima volta, e poi mi avvicino alla stanza di Cris; lei sta ancora dormendo, quindi mi fermo sulla porta per non rischiare di svegliarla; è così bella..., mi fa quasi male guardarla. Credevo che sarebbe dovuto passare ancora molto tempo, prima di riuscire a guardare di nuovo in questo modo una ragazza, credevo che le mie ferite avessero bisogno di più tempo per risanarsi, e in effetti non lo so se sono davvero guarite o se me ne illudo e basta; fatto sta che guardarla mi fa male e mi spaventa. La conosco da un giorno e sono già terrorizzato all'idea che non diventi mia, ma allo stesso tempo sono terrorizzato anche all'idea che lo diventi; già ne ho abbastanza, di casini miei, senza dovermi accollare anche i suoi, e probabilmente anche lei penserebbe lo stesso; e poi, con che coraggio potrei cominciare una storia, sapendo che nel mio corpo c'è una specie di bomba a orologeria che può esplodere da un momento all'altro, ferendo tutti quelli che mi stanno intorno? La cosa migliore è senza dubbio lasciar perdere, eppure non riesco a smettere di guardarla.


Non ho voglia di andare a lezione, e me ne torno in camera; me ne sto sul letto a leggere Conan, quando vedo arrivare Asia. “Ciao sorellina!” esclamo sorridendo e mettendo da parte il fumetto.

Ciao fratellone!” mi risponde lei avvicinandosi e dandomi un bacio. “Buon san Valentino!” aggiunge porgendomi una rosa. E chi ci pensava, che oggi è san Valentino?! Non avendo una ragazza, non è che me ne freghi molto; nemmeno l'anno scorso ce l'avevo, dato che Giulia l'ho conosciuta dopo: pare sia destino che debba andare così! Ma Asia è stata carina, quindi mi sforzo di essere carino anche io.

Oh, grazie! Anche a te! Che mi hai portato?” le domando mentre annuso la rosa, notando che ha con sé una grande borsa.

Ti ho portato un po' di cambi e qualche rivista” mi dice lanciandomene una di Formula Uno che io prendo al volo. “Sì, ma devi andare a lezione però, eh?!”

Sì sì, ci vado, ci vado!”; in realtà non ne ho nessuna intenzione, tanto lei tra un po' se ne va perché deve andare all'università.

Ciao Leo” mi saluta Nora entrando. “Si è visto mio marito?”

No...” le rispondo piegando le labbra di lato. “Lei è mia sorella, si chiama Asia”.

Asia sorride e allunga la mano verso Nora, che gliela stringe: “Piacere, Nora”.

Lei invece è la madre di Vale, il mio compagno di stanza. In questo momento è in sala operatoria, col dottor Abele. La stessa operazione che hanno fatto a me...” le spiego accennando a quel che resta della mia gamba destra.

Ma tu non dovevi andare di sotto a studiare?!” mi domanda Asia con tono di rimprovero mentre Nora mi rivolge uno sguardo smarrito; ma che ho mai detto di male?!

Adesso ci vado...” sbuffo scendendo dal letto e sedendomi sulla carrozzella. “Ciao mamma di Vale...”.

Sono indeciso se andarmene in giro o fare davvero un salto a scuola per vedere se Cris c'è andata; potrei passare prima in camera sua e vedere se è ancora a letto..., ma ho appena svoltato l'angolo del corridoio quando vengo intercettato da Jhonny che mi ricorda che ho appuntamento in Ortopedia: visita col dottor Langella, sai che spasso!

Ulisse! Sempre in giro tu, eh?!” esclama Jhonny quando lo incontriamo.

Dove lo porti Leo?” gli domanda Ulisse fermandosi: lui sta spingendo la carrozzella con sopra il tipo odioso che è in stanza con Rocco, e che non si degna nemmeno di guardarmi in faccia.

A Ortopedia.”

Jhonny, vieni un momento?” gli chiede Ulisse chiamandolo in disparte, verso una delle postazioni degli infermieri. “Avrei bisogno di un cambio turno perché mio figlio fa il saggio di scuola...”

Scusate, eh!” si lamenta il tipo odioso. “Non è che finisce che arrivo in ritardo nel posto in cui mi devi portare?”

Tranquillo, fai finta de stare fermo a un semaforo, eh?!” lo canzona Ulisse. “Allora grazie Jhonny... 'sto cambio me serve proprio!”.

E così... sei uno nuovo” dico io, provando a fare conversazione, ma lui mi risponde con un tono parecchio irritante.

Sì, sono uno nuovo. Ma non diventerò uno vecchio! Mi fanno due analisi e me ne vado!”

Dicono tutti così...” annuisco io, quasi pentito di aver provato a socializzare con lui. Ma chi cazzo si crede di essere, questo qui?!

T'offendi se mi tocco le palle?!”

No no, fai pure! Sempre se le trovi!”; lui mi guarda male e poi si gira dall'altra parte. “Come ti chiami?” ci riprovo io.

E a te che t'importa?! Oggi mi vedi, domani non mi vedi più! Sono come Ulisse, sono Nessuno!”

Guarda che qui non funziona mica...”

Senti bello!” mi interrompe lui alzando la voce. “Non sono venuto qui mica per fare conversazione con te, io! Va bene?!”; poi si gira sbuffando verso Ulisse: “Allora?!”

Di' un po' Ulisse!” esclamo io. “Ma dove l'hai preso questo qui?! Dal reparto stronzi totali?!”

Non ci far caso!” mi risponde lui tornando da noi. “Offende la gente, ma poi ci ripensa! Andiamo va'!”; torna anche Jhonny e proseguiamo tutti e quattro insieme verso gli ascensori.

Oh, certo che... dev'essere una gran bella sensazione di merda non avere una gamba! Vero?” mi dice il tipo odioso prendendomi per il culo.

E non avere il cervello?!” ribatto io alzando la voce. “Cioè: sapere di essere completamente cretini?! E sapere che la gente se ne accorge, appena apri bocca! Non è una sensazione di merda? Ah no! Quella mi sa che è anche peggio!” gli urlo dietro mentre le nostre strade si dividono; lui non mi risponde e si limita ad alzare il dito medio verso di me; poi l'ascensore si apre, e non posso che sorridere sorpreso, ritrovandomi davanti Cris.

Ehi...” mi dice lei sorridendo e spostandosi per fare entrare me e Jhonny.

Ciao Cris!” la saluto io notando subito il braccialetto rosso che ha al polso.

Ciao! Sai qualcosa dell'operazione di Vale?”

Ancora no, è presto” le rispondo mentre le porte dell'ascensore si richiudono. “Se vuoi passiamo insieme a Chirurgia.”

Sì, per favore”; poi restiamo in silenzio, finché l'ascensore non si ferma al secondo piano; sono solo pochi secondi, ma a me sembrano lunghissimi: sono terribilmente a disagio. “Io ora passo dalla psicologa, ci vediamo nell'hall” mi dice uscendo.

D'accordo.”

Ma l'hai visto?!” mi domanda sorridendo, mostrandomi il braccialetto.

Certo!”

E non mi dici niente?!”

Watanka!” rido io alzando il braccio.

Ma che significa?!” mi chiede lei ridendo.

È un segreto che solo il Leader può sapere!” le rispondo mentre le porte dell'ascensore si richiudono davanti a lei.


Dopo circa quaranta minuti, e cento battute orribili di Langella, raggiungo la hall; qualche minuto dopo arriva Cris, e insieme raggiungiamo la sala d'attesa del Blocco Operatorio: Nora è già qui, visibilmente agitata, stringe in una mano una maglietta di Vale e nell'altra il telefono, che continua a guardare. Noi non ce la sentiamo di avvicinarci a lei e preferiamo starcene in disparte, restando in silenzio, troppo in ansia per parlare; all'improvviso c'è un gran trambusto e arrivano di corsa due infermieri spingendo il carrello con le bombole dell'ossigeno, dirigendosi verso la sala operatoria.

Mi scusi...” mormora Nora, in preda al panico, provando a fermare un infermiere, ma quello la scansa.

La prego signora, la prego...”

Per favore...” lo implora lei. “Mi può dire qualcosa?!”; ma nessuno le presta attenzione. Arriva poi Alfredi, diretto anche lui alla sala operatoria, e Nora gli si avvicina mentre io e Cris li osserviamo preoccupati, da lontano: “Mi scusi, cosa sta succedendo? Sono la mamma!”

Niente, niente signora” prova a rassicurarla lui. “Stia serena.”

Ma... ma ho visto...”

Sta bene, va tutto bene.”

Ma io...” dice lei col respiro affannato: “Ho visto che passavano con le bombole...”

Stia tranquilla! La teniamo informata!”.

Dottor Alfredi!” lo chiama un'infermiera. “La mascherina!”

Povera mamma...” sussurra Cris guardandomi.

Povero Vale...” ribatto io. Le mie operazioni sono sempre filate lisce, per fortuna, ma certo non dev'essere stato facile per chi era da questa parte ad aspettarmi; era da tanto che io non mi trovavo da questa parte, e devo dire che non è per niente una bella sensazione.


Arriva l'ora di pranzo, ma io non me la sento di andarmene da qui, sia per Vale e sia, lo ammetto, perché mi piace troppo stare qui ad aspettare con Cris, anche se parliamo poco, e di cose poco importanti; intorno a mezzogiorno faccio un salto alla macchinetta per prendere qualcosa da mangiare e poi ritorno in sala d'attesa; Cris, invece, ne approfitta per saltare il pranzo: non credo che la sua psicologa ne sarà molto contenta, ma pare che lei non se ne preoccupi proprio, anzi, forse ci gode pure.

Sono ormai passate le tre di pomeriggio, quando finalmente Orietta esce dalla sala operatoria.

Scusi...” le dice Nora, avvicinandosi immediatamente a lei. “Mi può dire qualcosa di mio figlio, per favore?”

Ci sono state delle complicazioni” risponde lei togliendosi la mascherina. “Però adesso è tutto a posto”.

Nora tira un sospiro di sollievo, mentre anche il padre di Vale si avvicina: “Vale come sta?”

Bene. È stato molto forte”; io e Cris ci guardiamo sorridendo, e lei d'istinto mi prende la mano: questo proprio non me lo aspettavo.

Senta, e quando è possibile vederlo?” chiede ancora il padre di Vale ad Orietta.

Sta arrivando il dottore, parlate con lui.”

Dottore, per favore, ci dica qualcosa!” chiede Nora andando incontro ad Alfredi.

L'intervento è riuscito. Valentino sta bene” dichiara lui sorridendo, facendoci sorridere tutti quanti, sollevati, mentre io stringo la mano di Cris.

Lo terremo, adesso, per un po' sotto osservazione e dopo lo riaccompagneremo in stanza.”

Senta... e il tumore?” trova il coraggio di chiedere il padre di Vale. “Siete riusciti a toglierlo?”

Completamente!”

Grazie dottore!” esclama Nora emozionata stringendogli la mano. “Grazie di cuore!”

Grazie...” mormora il padre di Vale.

Di niente” sorride Alfredi allontanandosi.

Cris...” dico a bassa voce. “Il dottore gli ha appena detto che è andato tutto bene, hanno saputo che il figlio stava quasi per morire, e guardali! Se ne stanno ognuno per conto proprio, senza abbracciarsi...”. Lei annuisce in silenzio, guardandoli, e mi pare che si rabbui pure un po'; vorrei chiederle perché, ma c'è un'altra domanda che per me è al momento più urgente. “Tu, prima di venire qui, eri fidanzata?”

Che parola è fidanzata?!” mi chiede lei sorpresa. “Non la usa più nessuno!”

Io invece la uso, mi piace!” le dico sorridendo. “Allora?”

Beh, stavo...” risponde lei abbassando lo sguardo. “...con uno... più o meno...”

Più, o meno?”

Meno, visto com'è andata...”

Era a scuola con te?”.

Lei annuisce e poi mi rilancia la domanda, con un sorriso furbetto: “E tu invece? Ce l'hai la fidanzata?”

Ce l'avevo! Ma poi... ho dovuto lasciarla...” le rispondo sfregandomi un occhio.

L'hai lasciata tu?” mi domanda lei, poco convinta.

No” ammetto sospirando. “È stata lei a scaricarmi”; anche se sarebbe più giusto dire che se Giulia mi ha lasciato è stata colpa mia, o della Bestia e di tutte le sue conseguenze, se non altro, perciò sempre di me si tratta. “Tu invece? Quello lì lo senti ancora? Ci parli?”

No, non ci sentiamo più” mi risponde Cris con un tono un po' dispiaciuto, scuotendo la testa.

Dovresti essere contenta!”

E mica tanto!”

Beh! Il vigliaccone si è rivelato!” esclamo io sorridendo. “Pensa se non si rivelava! Finivate come quei due laggiù, guarda...” dico accennando con la testa ai genitori di Vale, ancora distanti tra loro. “... che non sanno più che dirsi. Senti, è meglio così”; mi viene istintivo appoggiarle una mano sulla coscia, e lei sobbalza e mi guarda con gli occhi sgranati; restiamo a guardarci negli occhi per qualche secondo, ma il tempo per capire cosa sia appena successo è già scaduto: sta arrivando Vale.


I suoi genitori si precipitano subito da lui che, pallido e ancora sotto l'effetto dell'anestesia, viene trasportato dagli infermieri verso la sala risvegli.

Vale! Sono la mamma! Mi senti, amore?”

Tesoro!” lo chiama suo padre. “Ci siamo noi, eh, adesso! Siamo io e la mamma, eh? I dottori dicono tutti che sei stato bravissimo! Devi essere forte!”

No, no, no!” li ferma Alfredi mentre loro seguono Vale. “Mi dispiace, voi qui non potete stare. Venite, usciamo, usciamo” gli dice guidandoli fuori dalla sala risvegli. “Venite, venite! Andate piuttosto a trovare la dottoressa Lisandri, che vi deve parlare. Lui lo trovate in stanza tra qualche ora, eh? Adesso io, però, ho bisogno di un buon caffè! Ve lo posso offrire?”

La ringrazio, ma io adesso devo andare” risponde il padre di Vale. “Lavoro” aggiunge, come a volersi giustificare.

Eh... se deve, capisco...” è l'unica cosa che il dottor Alfredi riesce a dirgli.

Ma come?! Se ne va?!” esclamo io, incredulo, guardandolo prendere la giacca e la valigetta per poi allontanarsi in fretta, dopo aver lasciato Nora attonita e immobile con un bacio veloce e un “Mi dispiace” di circostanza.

Ed io che credevo di essere messo male, in quanto a padre! Cazzarola! Questo qua fa a gara col mio! Un testa a testa, proprio!

Aspetto che Alfredi e Nora si allontanino, poi comincio a correre con la carrozzella verso la sala risvegli.

Leo ma che fai?!” mi chiede Cris seguendomi. “Non si può!”

Io posso!” bisbiglio spingendo la porta ed entrando, mentre Cris si guarda intorno disorientata.

Vale...” chiamo a bassa voce avvicinandomi a lui e toccandogli una spalla.

Cris si fa coraggio e si avvicina anche lei alla barella: “Vale...”

Vale, ci senti? Siamo io e Cris.”

Non si sveglia...” sospira lei un po' preoccupata.

È ancora presto” la rassicuro io. “È normale...”

Vale!” continua a chiamarlo lei.

Vale... Vale ci senti? Siamo io e Cris. Vale...”

Non si sveglia...”.

Puoi...” mormora Vale con voce così bassa che io e Cris dobbiamo avvicinarci alla sua bocca per capire cosa stia dicendo. “Mi puoi dare un bacio?”

Cosa dice?” mi domanda Cris, facendo finta di non aver capito.

Come cosa dice?! Sta parlando di un bacio!”

Un bacio, ti prego...” mormora ancora Vale.

Ma con chi ce l'ha?!” esclama lei sorpresa.

Con me, no di sicuro!” rido io. “Direi che ce l'ha con te! Dai, dagli 'sto bacio, che ti costa?!”

Ma no, scusa!” protesta lei. “Perché gli devo dare un bacio?!”

Intanto... perché non ha i capelli! Già solo questo ti dovrebbe impietosire...”

Se dovessi impietosirmi per tutti quelli che non hanno i capelli...!”

Un bacio, solo un bacio...” continua a implorare Vale.

E poi...” le dico sorridendo. “Perché gli hanno appena fatto fuori una gamba!”

Parli di lui o alludi a qualcun altro?!” mi domanda allora lei guardandomi dritto negli occhi.

Nooo...” rispondo io con una smorfia.

Dammelo...” continua intanto Vale. “Me lo hai promesso...”

Aaah! Buono a sapersi!” esclamo ridendo.

Ma non è vero!” si difende lei, stupita e imbarazzata. “Cioè...”

E questo quando è successo?!”

Non è mai successo! Non gli ho promesso proprio niente!”

E dai! Dagli questo bacio! Che sarà mai?!”

Vorrei tanto capire se stai dormendo o se stai facendo lo scemo...” dice Cris a Vale, avvicinandosi di più a lui per baciarlo sulle labbra, ma venendo interrotta da Orietta.

Dai ragazzi, fuori! Fuori! Qui non si può stare!”

Eddai Orietta, non rompere!” ribatto io. “Lo sta resuscitando!”

Mezzo minuto!” concede lei uscendo.

Beh, in effetti un po' di febbre ce l'ha” noto toccando la fronte di Vale. “Ma è normale”; la mia mano si sposta poi sul viso, trasformandosi in una carezza: “Coraggio fratello”.

Cris mi osserva per un attimo e sembra sorpresa da questo mio gesto: probabilmente non credeva che io fossi capace di essere anche gentile, oltre che stronzo; poi si decide e dà a Vale un rapido bacio sulle labbra.

Ancora...” chiede lui.

Oh! Come ancora?!” esclamo io tirandomi su dalla carrozzella, facendo leva sulle braccia.

Cris sorride e gli dà un altro bacio, stavolta soffermandosi sulle sue labbra un po' più a lungo, ed io non riesco a distogliere lo sguardo da loro, pur sentendo una morsa indefinita allo stomaco.

Anche se stai facendo lo scemo, per questa volta ti perdono...” sussurra Cris all'orecchio di Vale.

Fuori!” ci richiama Orietta aprendo la porta. “Sciò!”.

E stavolta io e Cris siamo proprio costretti ad andarcene e, dopo aver trascorso praticamente mezza giornata insieme, ci dividiamo.


È arrivato?!” chiedo circa un'ora più tardi a Nora, correndo verso di lei che se ne sta davanti alla porta della mia stanza.

No.”

Allora arriva! Vai Valeee! Arrivaaa Valeee!” comincio a urlare facendola sorridere, quando lo vedo arrivare, sul letto con le ruote spinto da Ulisse, e con al seguito la dottoressa Calcagnini. “E arriva! Perché è andato tutto bene! Eccolo! Arriva!”.

Lei gli va subito incontro: “Vale!”

Arriva!” continuo ad esultare io. “Arriva!”

Ciao...” sussurra Nora, dando un bacio a Vale. “Ciao amore...”; non riesce a smettere di accarezzarlo, e ancora una volta, oggi, io mi ritrovo ad assistere a una scena che mi fa male, ma che non riesco a smettere di guardare: quanto avrei voluto le carezze di mamma dopo un intervento, i suoi baci, la sua voce a chiamarmi “amore” e a dirmi “vedrai che andrà bene”, “hai visto che è andato tutto bene?”, ma non c'è mai stata. Certo, Asia c'è sempre stata, e il più delle volte c'erano anche mio padre e Giulia, ma solo io so quanto avrei voluto lei, e quanto la sua assenza continui a scavarmi dentro.

Poi Nora si ferma a parlare con la Calcagnini e Ulisse porta Vale in stanza, perciò mi impegno a rimediare il sorriso più splendente che posso e lo accolgo con allegria: “Grande Vale!”.

Ecco il tuo amico” dice Ulisse posizionando il letto, mentre Vale comincia a fare delle facce alquanto strane.

Grande amico!” esclamo io, ma Vale non mi risponde e tira fuori la lingua e strabuzza gli occhi. “Oh! Vale!” lo chiamo scuotendolo piano per un braccio, ma senza ottenere risposta. “Vale! Oh!” ripeto afferrandogli la faccia con una mano: “Oh! Vale!”

Ciao Leo!” mi dice lui ridendo.

Fanculo!” esclamo io; mi ha fatto prendere un colpo. “Allora...?”

Allora... devo dirti una cosa importante: dovresti darmi un altro braccialetto.”

Ma come?! Te ne sei appena conquistato uno!”

Lo so, è che... è per una persona che...”

Una persona che potrebbe far parte del gruppo?” gli chiedo sorpreso.

Esatto!” mi risponde, mentre io sorrido.

E chi sarebbe?”

Rocco.”

Rocco?! Quel Rocco?!” esclamo stupito, indicando col pollice in direzione del corridoio. “Il Rocco che dorme?!” chiedo ancora, incredulo, mentre Vale annuisce sorridendo.

Non lo so se dorme. Forse... è qui per vigilare su di noi, forse... è una specie di spirito dell'ospedale. È nella sua stanza, però... è anche qui con noi in questo momento”; credo che Vale risenta ancora dell'effetto dell'anestesia e stia stra-parlando, ma non me la sento di infierire.

Non sto capendo quello che stai dicendo, ma... non si può rifiutare niente a uno che è stato appena operato!”; mi tolgo un braccialetto, lo metto nella sua mano, e poi gliela chiudo a pugno, tenendola stretta nella mia.

Amore...” lo chiama sua madre avvicinandosi.

Madre in arrivo sul binario uno!” esclamo io imitando l'annuncio delle stazioni ferroviarie. “Dai, vi lascio soli, così potete fare quelle cose madri e figli tipo... baci, carezze e coccole varie, che non voglio vedere!”; ho già visto abbastanza, e poi credo abbiano proprio bisogno di starsene un po' da soli. “Grande amico! Ci vediamo!”; do a Vale una stretta sul braccio e mi dirigo verso la porta: “Ulisse, ti prego! Salvami! Questa stanza tra un po' sembrerà fatta di zucchero!”

Viaaa! Andiamo!” esclama Ulisse ridendo, andando via di corsa insieme a me.

   
 
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