Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: YoYa    16/07/2018    0 recensioni
Questa è una raccolta di one-shots, che vedrà per protagonisti i personaggi del musical.
proverò ad analizzarne pensieri ed emozioni, sperando di renderli al meglio.
spero vi piaccia.
YoYa
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mercuzio Della Scala
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gente, troppa gente.
Donne che gli si avvinghiavano al braccio, civettuole, desiderose di trascinarlo in un ballo ed eventualmente nel loro letto.
E lui si divertiva, certo.
Godeva a piantarle in asso nel bel mezzo della sala, passando dall'una all'altra senza degnarle di più di uno sguardo.
Mercuzio si divertiva, sì.
Stava proprio giocando con una di quelle donne, quando tutto si fermò.
Tutto, compreso il suo cuore.
In fondo all'immenso salone, quasi invisibili a tutti, tranne che a lui, erano due ragazzi:
Romeo in compagnia di una fanciulla. 
Romeo in compagnia di Giulietta Capuleti.
I due si stavano baciando e Mercuzio era l'unico sventurato testimone.
In un solo secondo gli oassarono per la mente tante di quelle cose...
Liquidò la fanciulla dall'abito rosa, che cercava la sua attenzione; si allontanò dalla folla e volle appoggiarsi ad una colonna.
I pensieri gli annebbiavano la mente, tanto che non si accorse di aver messo su un sorriso talmente innaturale, da aver attirato l'attenzione di Benvolio, che lo aveva cercato per condividere con lui una qualche avventura.
-Buon Mercuzio...tutto bene? -
-Sì, certo, sono solo un po' brillo...vai a divertirti con le tue fanciulle, io vado a prendere un po' d'aria. Non sciuparle tutte, lasciamene qualcuna!-
E così dicendo, alternando ammiccamenti a risate, dopo aver dato una pacca sulla spalla a Benvolio, si allontanò piano.
Prima piano, poi, una volta resosi conto di essere rimasto solo, corse fuori, fermandosi solo una volta giunto sulla terrazza.
Lì si lasciò scivolare a terra, in un angolo.
La testa tra le mani, i capelli davanti agli occhi, il respiro affannoso. 
Gli era crollato il mondo addosso.

-Via da me! Via! -
Una voce adirata si distaccava dal frastuono della festa, per avvicinarsi al luogo dove il biondo si era andato a rifugiare. 
Una furia rossa attraversò l'arco che conduceva alla terrazza, per poi appoggiarsi alla balaustra, sbraitando e ringhiando come un cane rabbioso. 
Paradossale che si trattasse del Re dei Gatti. 
Mercuzio si ricompose in un istante. 
Era il momento di distrarsi e tornare a divertirsi. 
Si mise in piedi e gli si avvicino, arrivandogli alle spalle. 
-Bene, bene, guarda un po' se non è il mio Capuleti preferito. - 
Tebaldo si girò di scatto, inferocito. 
-Della Scala, ti avverto, non è serata questa. Anche se sei ospite di mio zio, non esiterò a far pagare a te il conto destinato al tuo amichetto infiltrato, se non mi lascerai stare! -
Il Capuleti si era avvicinato a fronteggiare lo Scaligero, sguardo fiammeggiante. Spaventoso. 
Ma non per Mercuzio; lui voleva provocare, divertirsi. 
Si finse pensieroso, portandosi l'indice al labbro teatralmente, come se cercasse di ricordare qualcosa. 
-Per "amichetto infiltrato" intendi Benvolio? Che penso si sia scopato almeno 5 delle tue puttane solo durante questa la serata?-
-Della Scala. - 
-...oppure...oh...- fece, fingendo di aver  finalmente capito cosa gli sfuggiva, con un sorriso sornione stampato in faccia. -...oppure ti riferisci a Romeo, che a quest'ora avrà sicuramente colto il fiore della tua tanto innocente cug...-
-ADESSO È TROPPO!-
Mercuzio sapeva che sarebbe finita così, lo desiderava. 
Rise. 
Anche quando Tebaldo lo prese in pieno con un pugno. 
Rise. 
Tebaldo lo afferrò per la giubba, lo spinse contro un muro e gli sbraitò in faccia:
-Maledetto, perché ridi?! Era un vostro piano? Una scommessa? Era tutto organizzato?! Li hai fatti intrufolare in casa mia perché vi poteste prendere gioco di me?! Perché poteste infettare, con il vostro vizio, l'unica persona che mi è cara, in questa fottuta casa?!-
Il riso morì sulla bocca di Mercuzio. 
Tebaldo non avrebbe mai detto quelle cose per semplice ira. 
Era ferito, turbato, altrimenti non se le sarebbe mai lasciate sfuggire in quel modo. 
Lo avrebbe picchiato, sfidato, non avrebbe detto quello. 
Non a lui. 
-Se avessi saputo cosa sarebbe successo, non avrei mai permesso a Romeo di mettere piede qui dentro.
Se avessi saputo che avrei perso l'unica persona che...-
Non finì la frase, non ne aveva le forze. 
Guardava negli occhi Tebaldo, che lo teneva ancora immobile contro la parete. 
Occhi rassegnati contro occhi pieni di rancore, accomunati dal dolore. 
Anche Tebaldo aveva capito che la causa del loro malessere era comune.
Ringhiò e lasciò andare Mercuzio, per poi tirare un pugno contro il muro, nel posto in cui un secondo prima era poggiato il biondo. 
-Poi dicono a me che sono folle...ti romperai la mano, facendo così-
-STA ZITTO!- 
Per un po' stettero così, appoggiati alle pareti, si sentiva solo la musica proveniente dal salone. 
Fu Mercuzio a rompere il silenzio per primo. 
-Quindi...da quant'è che vuoi scoparti tua cugina? - 
- Da quant'è che vuoi farti scopare da Romeo?-
-Non ti hanno insegnato che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda?-
-Beh, tu l'hai rifatto. - 
Il biondo sbuffò, facendo spostare una ciocca di capelli ribelli che gli era ricaduta sul volto. 
- E comunque non sono cazzi tuoi. - riprese Tebaldo. 
- Infatti, quello di mio interesse è uno solo e probabilmente in questo momento sta...-

-Ma come, mi lasci così poco soddisfatto?-

-...o forse anche no...- si corresse, ignorando lo sguardo truce del più basso, e cercando di capire da dove giungessero quelle parole, seguito a ruota da quello. 
Convennero che provenivano dal balcone del piano di sopra, appartenente alla camera di Giulietta e invisibile dalla loro posizione.

-Quale soddisfazione vuoi avere questa notte? -

-Io un'idea o due ce le avrei...-
Tebaldo gli tirò un calcio sullo stinco e gli intimò con un gesto di tacere.

-Il cambio del tuo fedele voto d'amore con il mio! -

Mercuzio già non ascoltava più, si sedette a terra e fissò il vuoto.
Perché così si sentiva: vuoto. 
Tebaldo ascoltò, invece, ogni parola, fino a quando non comprese che i due amanti si erano congedati.
Si voltò, guardò Mercuzio e tornò ad urlargli contro - Come puoi stare fermo immobile?! Come puoi sopportare che accada quello che hai appena sentito, che questa unione profana venga portata a compimento?! -
-Perché io lo amo.-
La semplicità di quella frase spiazzò Tebaldo, e gli fece montare dentro solo altra rabbia.
Sollevò di peso Mercuzio e lo strattonò -Vuoi forse farmi credere che sei talmente migliore di me da lasciarlo andare?! Non mentire a te stesso! -
-È ovvio che non salto dalla gioia ad immaginarlo felice tra le cosce spalancate di tua cugina, ma cos'è che posso fare? Cos'è che tu puoi fare? Vuoi ucciderlo? Mio zio ti condannerebbe a morte, io sarei più rapido della sua sentenza, sappilo.
Vuoi dichiararti a tua cugina? Scusa tanto la franchezza, ma ho come l'impressione che ti rifiuterebbe. È anche già promessa sposa, la tua bella. Dunque? La corsa è chiusa. Abbiamo perso. Io voglio che Romeo sia felice e se vuole esserlo tra le gambe di tua cugina, ben venga. -
-Smettila di parlare di lei come se fosse una delle puttane che ti scopi.-
-Ah perché non lo è? Chi le ha insegnato ad aprire le gambe al primo che la saluta ad un ballo? Con Paride lì presente, p...-
Tebaldo non ci vide più, e lo spinse nuovamente contro il muro, portandogli una mano alla gola.
Pur soffocato, Mercuzio trovò ossigeno per rantolare una risata. 
-Ci stai prendendo gusto a sbattermi contro ogni superficie che ti capita a tiro, vedo...eccitante-
-Che razza di uomo sei?- ringhiò Tebaldo, allentando la presa e ricevendo come risposta un'altra risata. 
-Uno ubriaco ed eccitato 24 ore su 24, Acchiappasorci- aggiunse il biondo, cacciando fuori la  lingua e portando una mano tra le gambe dell'altro, mentre ribaltava le posizioni e lo spingeva contro il muro. 
-A quanto pare, non sono il solo - soffiò, ad un centimetro dal volto dell'altro. 
Tebaldo non riusciva più a rispondere, la mano di Mercuzio lo stava distraendo da ogni pensiero coerente.
-Non pensavo di farti un effetto simile, Tebaldo. Succede spesso? È per questo che ti piace così tanto quando assaggi la mia lama? -
La mano era ancora lì, in più Mercuzio stava passando le labbra, senza poggiarle, sul collo sensibile e teso dell'altro.
Si divertiva da matti.
Tebaldo un po' meno.
Non sopportava essere sottomesso e ormai non era più solo incazzato, era anche eccitato.
Ed effettivamente quel viso femmineo, nonostante la peluria a ricoprirlo, quei capelli biondi che ricadevano sul suo viso, quel suo fare provocante, era certamente una visione. 
La sua mano ancora posizionata sul suo pacco, sicuramente non aiutava.
Adesso non era solo incazzato ed eccitato, ma anche frustrato.
Con un gesto rapido afferrò Mercuzio per la chioma riccioluta e gli tirò la testa all'indietro, fino a farlo tornare contro la parete. Il gemito che emise gli provocò un brivido.
-Non giochi con me. -
L'altro aprì gli occhi e lo fissò con malizia, ghignando e spingendo in avanti i fianchi per strusciarsi su di lui, consapevole della reazione che avrebbe provocato. 
-Dai, Tebaldo, sfogati. - 
Dicendo ciò, portò nuovamente la mano tra le gambe del rivale, toccandolo da sopra i pantaloni. 
Il Capuleti teneva ancora la mano tra i suoi capelli, tuttavia non tirava più, quindi ebbe modo di avvicinarsi al suo orecchio con fare sempre più provocante. 
-Puoi fingere che io sia una donna, se per te è più semplice. - e concluse la sua affermazione con un leggero morso alla base del suo collo, per poi passarvi la lingua. 
Tebaldo lo tirò nuovamente indietro, squadrandolo, come se stesse prendendo davvero in considerazione l'idea.

-Mercuzio! Mercuzio! Dobbiamo and...-
Benvolio, cercando l'amico, l'aveva trovato sulla terrazza, tenuto contro il muro da un Tebaldo che sembrava volesse ammazzarlo da un momento all'altro. 
-Pace, Tebaldo. - 
Questo si voltò in direzione del Montecchi e lasciò andare lo Scaligero, senza degnarlo di uno sguardo, per poi voltarsi un'altra volta in direzione del giardino, senza fiatare. 
-Mercuzio, andiamo, su-
-Sì, vai, raggiungi Romeo. Io sono un invitato, devo porgere i miei saluti al padrone di casa. - 
-Va bene...non fare cose stupide, ti avverto. - 
Appena Benvolio iniziò ad allontanarsi, Mercuzio si avvicinò all'orecchio di Tebaldo, ghignando. 
-Ma come, mi lasci così poco soddisfatto? - 
Quando quello si girò di scatto, probabilmente per insultarlo, gli schioccò un bacio sulle labbra, per poi correre via ed evitare il linciaggio. 
-I MIEI SALUTI AI SIGNORI DELLA CASA! - 

   
 
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