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Autore: _BlueLady_    16/07/2018    2 recensioni
Fine e Rein: due ragazze come tante, un pò maldestre, esuberanti, con un pizzico di vitalità in più.
Due ragazze come tante, solo gemelle. Una fortuna per molti, una sfortuna per loro.
Soprattutto quando i ragazzi da loro amati dimostrano ogni volta di avere una preferenza per la gemella opposta, anche in estate, in occasione di una vacanza col loro gruppo di amiche.
La domanda sorge spontanea: "Perchè preferiscono sempre lei a me? Cos'ho io di sbagliato?"
Sorgono così gelosia, invidia, frustrazione, rammarico.
"Sarebbe bello, almeno per una volta, essere come lei"
Il desiderio nasce spontaneo, quando prima era soltanto semplice curiosità.
Grazie ad una singolare successione di eventi, che comporterà la realizzazione di un episodio a dir poco straordinario, Fine e Rein capiranno che non è sempre la bellezza fisica la carta vincente che ci rende amabili agli occhi di una persona, e che essere se stessi nell'anima e nel corpo, conservando la propria integrità, è il principio più importante.
Perchè essere amati per ciò che si è, è la cosa più bella che ci possa mai capitare.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~ CAPITOLO 19: BELLEZZA NASCOSTA ~
 
Era passato ormai un mese da quando le cinque amiche erano giunte a Wonder per la vacanza più eccitante del secolo.
Le giornate trascorrevano veloci come solo i bei momenti liberi da ogni preoccupazione sanno fare, e per festeggiare la loro indipendenza e l’amicizia con il resto del gruppo, divenuti ormai inseparabili, Altezza aveva deciso di coinvolgere tutti in un’eccitante festa sulla spiaggia quella sera stessa.
- Sarà una figata, ve l’assicuro – aveva esclamato, tutta elettrizzata, non contenendosi dall’emozione – Ci saranno musica, cocktails, un bel falò sulla spiaggia, e potremo far tardi e stare fuori tutta la notte senza che nessuno ci faccia delle storie –
Le amiche avevano accolto l’idea con entusiasmo, appoggiate dai ragazzi che non vedevano l’ora di passare una notte fuori dal quel buco di appartamento che avevano affittato come residenza estiva.
- Sarà una grande serata!- aveva esclamato Rein, con gli occhi che brillavano – Indosserò senz’altro il mio completo migliore!-
- Sento l’adrenalina scorrere nelle vene! È tutto così eccitante!- aveva esclamato Sophie, quasi strillando nelle orecchie di Altezza che già aveva preso a maledirla silenziosamente.
- Bisogna per forza vestirsi eleganti? – aveva domandato Fine titubante, quasi sul punto di rifiutare.
- Rein, da te questa domanda proprio non me l’aspettavo! – la rimproverò Altezza, quasi sconvolta di ciò che aveva appena sentito uscirle dalle labbra – Speravo che, tra tutte, tu saresti stata proprio quella più entusiasta all’idea di poter finalmente sfoggiare il tuo look migliore!- e le si avvicinò all’orecchio con fare circospetto, con un’espressione birichina dipinta in volto – è l’occasione giusta per far colpo su qualcuno… - le sussurrò poi, accennando con un’occhiata al fratello che chiacchierava allegramente con Auler e Mirlo poco distante.
A quelle parole, il cuore della finta turchina fece una piccola capriola nel petto.
- Ecco… come dire, sì, devo… devo pensare bene a cosa mettermi…- cominciò a biascicare imbarazzata, nella più totale confusione.
- Ah, Fine, cercavo giusto te! – esclamò la bionda ad un tratto, afferrando Rein per un braccio mentre stava dando sfogo a tutto il suo entusiasmo al grido di “Yeah! Rock’n Roll!” – Per incentivarti ulteriormente, anche se mi sembri già abbastanza carica di tuo, ti comunico che ci sarà anche un enorme buffet ad accompagnare la serata, colmo di qualsiasi prelibatezza tu sia in grado anche solo di immaginare –
- Un buffet?!- aveva esclamato Fine su di giri, riacquistando tutta la sua carica, con gli occhi che le brillavano e l’acquolina in bocca. Aveva ascoltato accidentalmente il discorso che Altezza aveva fatto alla sorella, che al contrario delle aspettative della bionda, non dimostrò il minimo interesse per la notizia appena comunicatale. L’amante del cibo, del resto, non era lei.
- Cosa aspettiamo a buttarci nella mischia? Yeah, Rock’n Rooolll!- aveva strillato Fine euforica, facendo eco alla sorella, e Altezza non aveva potuto fare a meno di osservare le due amiche stranita, pensando che l’amore, a volte, era davvero in grado di cambiare le persone fino al midollo, rendendole quasi irriconoscibili.
Osservò ancora le due amiche cimentarsi in un curioso balletto di esultanza, rendendosi ridicole di fronte a chiunque ed incespicando sui loro stessi piedi, e sbuffò inacidita.
- Volete piantarla adesso? Siete peggio di due bambine di cinque anni! Ci guardano tutti!- strillò rossa in viso, mentre quelle realizzavano improvvisamente l’accaduto, e avevano preso ad agitarsi, colte dall’imbarazzo, attirando ancora di più l’attenzione su di sé.
Altezza scosse la testa rassegnata, e sorrise.
C’erano cose, tuttavia, che neanche l’amore sarebbe riuscito a cambiare fino in fondo.
 
¤¤¤¤¤¤
 
- Fine, Rein, siete… - irriconoscibili, avrebbe voluto esclamare Bright non appena se le vide comparire davanti, ma capì che quello non era l’aggettivo più adatto per iniziare la serata, se non voleva partire subito con il piede sbagliato -… diverse - si limitò a dire, osservando sconcertato le due che gli stavano di fronte, affiancato da un altrettanto sconcertato Shade, che aveva preso a scrutarle di sottecchi alzando un sopracciglio.
Le due gemelle abbassarono lo sguardo imbarazzate, quasi sentendosi completamente nude ai loro occhi.
- D-dici che siamo troppo inadeguate? – balbettò Fine titubante, maledicendo la sorella per essersi lasciata convincere a vestirsi in quel modo – e per vestirsi non intendeva certo lei nei panni di Rein, ma di come la gemella aveva conciato il suo adorato corpo, rendendolo una sorta di abat-jour ambulante con tanto di lampadario annesso alle orecchie.
- Non ti piace, forse?- esclamò Rein preoccupata, maledicendo la sorella a sua volta per non avere voluto darle la soddisfazione di vedere se stessa abbigliata di tutto punto, magari con un vestito carino ed elegante al posto dei soliti noiosissimi shorts, almeno quella sera. Quella notte avrebbe potuto rappresentare finalmente una svolta nei loro rapporti con i rispettivi ragazzi, e Fine aveva sciupato da subito tutto così.
Che destino crudele, si ritrovò a pensare affranta, ma poi si consolò un minimo pensando che, se non altro, era almeno riuscita a convincere Fine a desistere dal pettinarsi con il solito infantilissimo paio di codini, optando per due trecce lunghe ed eleganti che aveva fatto lei stessa – non senza strilli e urla da parte della sorella insofferente – e che le correvano sinuose lungo le spalle ed il corpo.
- I capelli lunghi sono una vera tortura, non sai che sofferenza doverseli pettinare tutte le mattine! Ma come fai a convivere con questo inferno? – aveva piagnucolato Fine coi lacrimoni agli occhi, mentre Rein le scioglieva i nodi imperterrita, insensibile ai suoi lamenti.
- Se tu imparassi a tenerli decentemente, invece che farmi sembrare la brutta copia di Tarzan e Jane nella giungla, non temeresti alcun nodo!- le aveva risposto risoluta – Guarda qui: da quando non li pettino più nei tuoi soliti codini i tuoi capelli hanno acquistato una morbidezza ed una lucentezza unici –
- I capelli lunghi sono uno strazio. Si impigliano dappertutto, non si asciugano mai e fanno caldo. Per questo li tengo legati: altrimenti muoio!-
- Sì, ma ogni tanto potresti optare per una pettinatura differente. Che so, una coda di cavallo, uno chignon, delle trecce… sì! Ti farò delle trecce! Bright le adorerà sicuramente!-
- Sicura?-
- Fidati di me! Conosco il mio intuito!-
E invece a Bright non erano piaciute per niente.
Dannata, dannatissima sfortuna.
- Curioso come, per farsi disperatamente notare da qualcuno, si è disposti a cambiare così radicalmente, eh? – era intervenuta Altezza di sottecchi, con sguardo birichino ed un sorriso malizioso in volto.
- Dev’essere per questo motivo, allora che stasera hai deciso di indossare addirittura un paio di scarpe col tacco. Non dici sempre che “i tacchi sono uno strumento infernale fatto apposta per far soffrire voi donne”?- contrattaccò Shade, altrettanto subdolo e maligno – Del resto, lo hai sempre saputo: Auler va matto per le ragazze col tacco – e le fece un occhiolino di intesa mentre quella diveniva rossa come un pomodoro, sotto lo sguardo e le risa divertite e soffocate di tutti i presenti.
- Shade, sei insopportabile! – asserì la bionda piccata, offesa e sdegnata.
- Confermo – le fece eco Rein, lasciandosi sfuggire quella frecciatina dalle labbra prima che potesse trattenerla.
Shade le sorrise malizioso, accogliendo la sua provocazione con un’alzata di spalle.
- Ehi, ci siete già tutti! Mancavamo giusto noi, Auler!- salutò il gruppo Sophie, seguita a ruota dal fratello, che subito avvampò non appena la figura di Altezza, splendida nel suo abitino bianco ed il suo paio di tacchi, gli si presentò davanti agli occhi.
Non appena lo vide, la bionda ammutolì di colpo, abbassando lo sguardo imbarazzata nel sentirsi così profondamente osservata da lui.
- Auler…- balbettò.
- Altezza!- esclamò lui, estasiato – sei…- cominciò, senza poi trovare le parole per descrivere tutta quella meraviglia.
- Irriconoscibile?- gli suggerì Shade maligno, guadagnandosi un’occhiata stizzita della bionda in cambio della sua provocazione – Curioso come, per farsi disperatamente notare da qualcuno, si è disposti a cambiare così radicalmente – asserì poi il moro, recitando alla perfezione le parole della cugina – Non trovi anche tu, Auler?-
- Altezza, sei un vero incanto stasera! Gli occhi di tutti i ragazzi saranno su di te!- asserì Sophie euforica, ignara della silenziosa battaglia che si stava compiendo sotto ai suoi occhi – Hai indossato perfino un paio di tacchi! Ma ci riesci a camminare su quei trampoli?-
- Cosa? Ma certo che ci riesco! – esclamò l’altra offesa – Su andiamo, invece di perdere tempo in chiacchiere. La serata è già cominciata – e mosse un primo passo decisa sotto lo sguardo di tutti i presenti, rischiando quasi di slogarsi una caviglia e di morire rotolando giù dalla rampa di scale non appena poggiò il piede a terra. Le scarpe erano nuove, e decisamente troppo alte per lei.
- Più che per comodità, li indossi per fare scena, eh?- asserì Sophie divertita, osservando l’amica procedere a passo di lumaca con le gambe rigide come pali, appesa alla ringhiera della rampa – Sta zitta, Sophie, e aiutami a scendere questi dannatissimi gradini!- biascicò lei in risposta, con il fiatone e pregando con tutta se stessa di non cadere facendo una figuraccia immane davanti a tutti.
- Dovresti prendere delle lezioni – continuò Sophie, ignara di essere completamente fuori luogo, ed esprimendo qualsiasi parere ad alta voce, di modo che tutti potessero sentirlo – A proposito, lo sai che Auler va matto per le ragazze coi tacchi? Oh, ma questo mi pareva di avertelo già detto una volta…-
- SOPHIE!-
 
- Rein, ti va se andiamo a prendere qualcosa da bere io e te?-
- Eh?!-
Fine osservò Shade di sbieco, quasi le avesse appena proposto di trasferirsi sulla luna insieme.
Non le aveva mai rivolto la parola così direttamente, da quando si erano conosciuti. O meglio, lo aveva fatto quando Rein era ancora se stessa, ma da quando le cose erano cambiate Shade aveva sembrato perdere qualsiasi interesse nei suoi confronti. Per quel motivo quella richiesta risultò alquanto strana alle sue orecchie, e non soltanto alle sue.
Rein, nell’udire quella proposta bizzarra, non poté fare a meno di osservare Shade di sottecchi, come si osserva un pazzo che si aggira in mutande per strada. Le due gemelle si scambiarono un’occhiata perplessa, come a non sapere che fare.
- D-dici a me?- domandò Fine, indicandosi. La domanda più stupida che potesse fare.
- Quante altre Rein conosci?- le domandò Shade, osservandola sospettoso, squadrandola da capo a piedi.
Fine si voltò disperata verso la sorella in cerca di aiuto, come a chiederle approvazione. Rein le fece un cenno con la testa, come a dirle “Accetta. Che vuoi mai che sia?”.
Shade osservò entrambe alzando un sopracciglio. Quell’inaspettata crisi di panico che aveva scatenato la sua proposta pareva averle messe in seria difficoltà.
- Ho detto forse qualcosa di strano?- domandò.
- N-no, a-assolutamente!- si affrettò a rispondere Fine, nel più completo imbarazzo – Andiamo!- esclamò, e nel farlo, lanciò un’occhiata stranita alla sorella, che ricambiò lo sguardo con aria confusa e pensierosa.
Rein osservò Shade allontanarsi a fianco della sorella, senza rivolgerle neanche uno sguardo.
Non se lo aspettava, eppure quella proposta a bruciapelo l’aveva spiazzata più di quanto si sarebbe immaginata.
Osservare lui e sua sorella insieme, sebbene al momento Fine stesse recitando la sua parte, le provocò un curioso formicolio all’altezza del petto, pungente, fastidioso, insopportabile.
Era un sentimento nuovo, strano, mai provato prima. Non nei confronti di Shade, almeno.
Sentirsi così messa da parte, senza neanche un cenno, una spiegazione, un’occhiata di conforto da parte del moro, la destabilizzò. Più di quanto pensasse.
Osservò di nuovo Shade, seduto ad un tavolo assieme alla sorella a sorseggiare allegramente i loro drink, e di nuovo il formicolio si fece più persistente, insistente, subdolo.
Era strano. Molto.
Pareva qualcosa di egoista, qualcosa di infimo. Qualcosa di irrazionale, istintivo, così simile alla… gelosia?
- Coraggio, Fine. Che ne dici di sbirciare cosa c’è nel buffet?- la voce di Bright, placida e tranquilla, la riportò alla realtà.
Annuì di rimando, pur restando turbata e pensierosa.
- Andiamo – disse atona.
 
¤¤¤¤¤¤
 
Fine continuava a sorseggiare il suo drink tenendo lo sguardo basso, senza avere il coraggio di puntare gli occhi su di lui.
Era strano, pensò. Da tempo si immaginava come sarebbe stato stare da sola con Shade, ma non avrebbe mai pensato si sarebbe potuta sentire così.
Il suo sguardo indagatore la metteva in soggezione.
Si sentiva persa, osservata, in tensione, messa alla prova.
Niente a che vedere con quello che provava stando con Bright. Con lui si sentiva a proprio agio, rilassata, serena. Sapeva di poter essere se stessa, senza sentirsi giudicare.
Con Shade, beh… non riusciva a spicciare una parola. Più pensava a cosa dirgli, più le parole le venivano meno.
Era quello l’effetto che faceva l’amore?
- Qualcosa non va?– esordì ad un tratto il moro, facendola sobbalzare dalla sedia.
Fine boccheggiò un istante, non sapendo che dire. Sudava freddo.
Non pensava che essere innamorati potesse far stare così male.
- N-no, per niente – rispose – Ti sembra che qualcosa non vada?-
- Sei strana – le rispose secco lui – Sei… diversa
Fine si morse il labbro, senza sapere cosa rispondere.
- A-ah sì?-
Lui bevve un sorso dal suo drink, senza staccarle gli occhi di dosso.
La squadrò da capo a piedi. Quella non gli sembrava Rein. Non la Rein che aveva conosciuto, almeno. Il sandalo basso, gli shorts in jeans, la magliettina sbracciata color pesca che lasciava leggermente intravedere le forme del corpo sottostante… non avrebbe mai pensato che Rein, in un’occasione simile, avrebbe potuto vestirsi così.
Non che stesse male, ovvio – quei pantaloncini, anche se semplici, rendevano giustizia alle sue forme senza essere volgari, dopotutto Rein restava pur sempre una bella ragazza – ma gli pareva un aspetto completamente contrastante con la sua personalità.
Rein era esuberante, attenta, elegante, impeccabile… fin troppo impeccabile. A guardarla in quel momento, gli sembrava quasi di parlare con un’estranea.
E quella costante paura di sbagliare che le leggeva dipinta in viso… cosa nascondeva, in realtà?
- A quanto pare, hai deciso di cambiare, oggi – cominciò poi ad alta voce, facendola sobbalzare di nuovo dalla sedia. Fine sgranò gli occhi, smarrita – Le tue trecce…- asserì lui, con un cenno del capo alla sua acconciatura.
Fine le sfiorò con la punta delle dita, con un tuffo al cuore – N-non ti piacciono?- gli chiese titubante.
Hai visto, Rein? Ti avevo detto che i codini erano meglio delle tue acconciature elaborate.
- Non ho detto questo – le rispose, atono – Dico solo che oggi hai deciso di cambiare –
È un test, questo? Un esame, una prova, cosa? Si chiese Fine, con la gola secca.
- Cambiare ogni tanto fa bene, no? –
- Hai ragione – le sorrise Shade – Così stai bene. I codini sono roba per bambine –
Stette in silenzio ad aspettare un’occhiataccia, una risposta, una sfuriata alla sua provocazione, ma non accadde nulla.
Niente, se non l’ombra di una punta di delusione sul volto della turchina, che subito abbassò lo sguardo rimettendosi a tirare su con la cannuccia il ghiaccio mezzo sciolto del suo drink ormai terminato.
Onestamente, Fine pensò che quelle parole le avrebbero fatto più male.
A rimanere di stucco, quella volta, fu lui.
Se ci fosse stata lei al suo posto, si ritrovò a pensare, probabilmente gliel’avrebbe fatta pagare a suon di insulti e occhiate raggelanti, facendogli passare la voglia di scherzare per almeno una settimana. Il punto è che non ci sarebbe mai riuscita.
Sorrise. Improvvisamente, lo aveva assalito la nostalgia.
- Vado a prendere qualcosa al buffet. Torno subito – le annunciò, alzandosi dal tavolo mentre lei alzava gli occhi su di lui.
Fine sospirò. Avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma non ci riuscì.
Fu lui a parlare di nuovo al posto suo.
- Sai Rein – le disse - Ultimamente, mi ricordi molto tua sorella Fine. Ma forse sono soltanto le trecce ad ingannarmi -
 
¤¤¤¤¤¤
 
Rein sospirò, accasciata sul bancone del bar, affranta e con le speranze in frantumi.
La sua chiacchierata con Bright era stata un completo disastro. Non aveva fatto altro che ridere per ogni cosa che diceva, senza spiccicare una parola. Una bambina di cinque anni avrebbe saputo fare di meglio.
Perché le riusciva così difficile comportarsi normalmente di fronte a lui?
Certo, messa come era messa, non sarebbe stato un problema grosso far perdere interesse a Bright di lei, cioè di Fine, dato che quegli erano gli accordi, ma era ben lungi da lei rendere ridicola la sorella agli occhi del biondo.
Rein sapeva che Bright, almeno dal punto di vista fisico, apprezzava Fine. Forse molto più di quanto apprezzasse lei.
L’aveva vista, prima, l’occhiata che le aveva rivolto nel vederla elegante ed impeccabile nel suo vestitino porpora. Per un istante, aveva scorto i suoi occhi brillare, e si era quasi illusa di piacergli. Poi Fine aveva parlato, e non c’era abitino che reggesse il confronto con la dolcezza della sorella.
Rein sospirò amareggiata.
Era bello piacere a qualcuno. Dà la certezza di poter fare grandi cose. Soprattutto se quel qualcuno ricambia.
Osservò la pista da ballo di fronte a sé, dove il moro e sua sorella ballavano vicini, assieme agli altri, senza mai toccarsi.
Era strano vedersi dall’esterno, tentare un così impacciato approccio proprio con Shade.
Sorrise: se fosse stato per lei, a quell’ora nemmeno ci sarebbero arrivati, ad un ballo insieme. Probabilmente avrebbero finito per litigare, accusandosi a vicenda di non sapere ballare, quando ad essere una completa imbranata sulla pista da ballo era solo e soltanto lei, ma per orgoglio non l’avrebbe mai ammesso di fronte a lui, neanche sotto tortura.
Pensare a sua sorella e Bright insieme le provocò una fitta impercettibile al cuore, ma non era niente di paragonabile a quello che stava provando in quel momento, osservando la sorella nei suoi panni accanto al ragazzo che odiava di più sulla faccia della terra.
Niente bruciava più della delusione di essere stata messa da parte. Di nuovo.
Senza pensarci, desiderò con tutta se stessa tornare normale. Ma a quanto pare di desideri si avveravano soltanto quelli sbagliati.
Sospirò.
Visti così, pensò, potremmo anche sembrare una bella coppia.
- Ma che cavolo sto dicendo?- esclamò poi ad alta voce, riscuotendosi dai suoi pensieri.
- So che ci stai pensando - si sentì sussurrare ad un tratto alle spalle.
Voltò la testa di scatto, e quasi non le venne un colpo nel ritrovarsi un volto rugoso e sorridente scrutarla a pochi centimetri dal suo.
- Grace!- strillò colta di sorpresa, con un tuffo al cuore – Hai deciso di farmi morire di infarto?-
La vecchina ridacchiò da dietro al bancone, tutta indaffarata nelle sue faccende.
- Cosa stai facendo? Da quanto tempo sei lì? - le domandò poi, osservandola di sbieco maneggiare alcune bottiglie di liquore e due bicchieri.
- Non lo vedi? Preparo un cocktail – le rispose quella, come se fosse la cosa più ovvia del mondo – Sono in servizio -
- Lavori qui?- chiese Rein perplessa, domandandosi come facesse una signora così anziana e per giunta cieca a vivere una simile vita.
- Al momento sì. Ma solo perché ci sei tu – sorrise lei di rimando.
- Mi vuoi dire che mi stai seguendo? Ma cosa sei, una stalker per caso?- esclamò Rein, scostandosi dal banco con fare piccato.
- Te l’ho detto, no? Se hai bisogno so dove cercarti. Infatti eccoti qui. Lo preferisci dolce o secco?-
- Cosa?-
- Il cocktail. Cosa sennò?-
Rein la squadrò da capo a piedi per un istante, domandandosi se fosse soltanto lei ad essere pazza e vedere quella strana vecchina armeggiare con centinaia di superalcolici, o se per il resto del mondo tutto ciò fosse normale.
- Mi stai prendendo in giro?- le domandò.
- Ho capito, faccio io – sbuffò la vecchia, e in quattro e quattr’otto le preparo un’invitante bevanda color verde menta, adornata da un’elegante decorazione esotica.
Rein osservò il bicchiere stupita, domandandosi come riuscisse una vecchia cieca a fare tutto ciò che faceva lei. Ormai doveva smetterla di farsi domande a cui non sapeva rispondere. Di cose strane, a quel punto, ne aveva viste parecchie. Non aveva neanche più senso chiedersi perché.
- Assaggia- le disse Grace, allungandole il bicchiere.
Rein, dapprima titubante, alla fine decise di fidarsi, e tirò su un sorso con la cannuccia.
- È dolce – disse solo.
Grace sorrise – Come piace a te –
Rein abbassò lo sguardo, sorseggiando il suo drink. Avrebbe voluto domandarle come diamine facesse a conoscere i suoi gusti, ma si rese conto che sarebbe stato inutile chiederlo. Ormai l’aveva capito che quella vecchina non era qualcosa che si potesse definire normale, o meglio, umana.
Grace attese qualche secondo perché lei finisse di gustare l’ennesimo sorso, e non appena Rein appoggiò il bicchiere sul banco pensierosa, parlò.
- Qualcosa ti preoccupa – osservò arguta, scrutandola con i suoi occhi vitrei.
Rein non rispose, continuando a tirare su con la cannuccia, mentre osservava da lontano Shade, la sorella, Bright e tutti gli altri divertirsi insieme. Volse uno sguardo fugace in direzione dei due ragazzi, soffermandosi sulla figura del moro, apparentemente sereno e tranquillo, pur non essendosi considerati dall’inizio della serata.
Sospirò. Shade, quella sera, era più bello del solito. Non l’aveva mai notato prima, ma il suo modo di fare aveva un che di accattivante, che lo rendeva affascinante. Era proprio quello a mancarle più di tutto, quella sera.
Eppure lui sembrava trovarsi così bene senza di lei a rompergli le scatole ogni istante.
Improvvisamente si sentì quasi mancare il respiro, e le venne quasi da pensare che, là dove stavano i suoi amici, non c’era spazio per lei. Accanto a Shade, non c’era spazio per lei.
Abbassò lo sguardo, punta nella coscienza. Faceva più male di quanto pensasse.
- È carino, vero?- le domandò a un tratto Grace alle spalle, cogliendola di nuovo alla sprovvista.
- Chi?- domandò Rein, quasi fosse stata colta in flagrante, trattenendo il respiro.
- Shade. Chi sennò?- esclamò Grace, scoppiando in una risatina sommessa.
Rein riprese ad osservare il ragazzo, soffermandosi sui particolari. I capelli, il volto, gli occhi, la bocca. Ricordò quando era stata colta dall’improvvisa voglia di baciargliela. Ripensò alle sue lezioni di nuoto assieme a lui, ed alla sensazione che aveva provato sulla pelle la prima volta che l’aveva toccata. Tornò a bruciarle proprio in quel punto, finché il pizzicore non le corse su per la schiena, fin nelle corde vocali, per poi rintanarsi nel petto, all’altezza del cuore.
Istintivamente arrossì. Poi sorrise.
- Sì…- mormorò piano, un sussurro impercettibile.
- Anzi, è proprio un bel ragazzo – rincarò la dose Grace, sempre più convinta.
- Aspetta un attimo – asserì Rein, riprendendo coscienza di sé, quasi avesse appena scoperto un imbroglio – Come fai a vederlo, se sei completamente cieca?-
Grace sorrise fiera, premurosa, materna.
- Non servono gli occhi, per vedere la bellezza che ognuno nasconde dentro di sé – rispose.


Angolo Autrice:

Decisamente era ora di aggiornare.
Bene, bene, bene, cosa abbiamo qui? Un capitoletto finalmente un pò spumeggiante, dopo aver passato un pò di tempo a lasciare che i nostri personaggi si scoprissero l'un l'altro. E, credetemi, siamo solo all'inizio. Sì, perchè da qui in poi le cose si complicano ulteriormente.
Avevo proprio voglia di arrivare a questo punto. A dire la verità, non vedevo l'ora. Sia perchè, col prossimo capitolo, ho intenzione di smuovere un pò le acque, sia perchè mi sono divertita a scriverlo, soprattutto la parte tra Rein e Grace.
Che ve ne pare? Vi piace il carattere di questa vecchina dalle mille risorse? Io lo adoro, lo ammetto.
Come potete vedere, le sorprese non finiscono mai, e ne ho in serbo ancora tante. Per ora posso solo anticiparvi che, se questo capitolo mi è piaciuto scriverlo, il prossimo semplicemente lo adoro. Ma intanto, vi lascio col dubbio.
Grazie a chi mi segue e mi sostiene. Ci si vede al prossimo aggiornamento!
Baci sparsi

_BlueLady_

 
  
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