Son Goku osservò il ghigno che si era appena dipinto sul volto del principe dei Saiyan. Gli aveva raccontato tutto: il suo incontro con Chichi del Toro, la fuga della donna, la lettera che aveva lasciato in cui gli spiegava per filo e per segno come aveva fatto a capire il suo piano e ad evitarne le conseguenze e la foto che aveva lasciato. Non ritraeva lei e il principe in atteggiamenti intimi: c’era solo quella donna, con un sorriso ammiccante e gli occhi luminosi, quasi come se si stesse beffando di lui. Ti ho fregato, diceva quell’immagine, e il famoso detective non poteva che concordare a malincuore, sebbene il pensiero gli avesse fatto guizzare un angolo delle labbra in alto.
- Ha fatto un ottimo lavoro, mister Son. A quanto pare, è davvero il migliore nel suo campo - disse Vegeta, rigirandosi tra le mani la fotografia di Chichi e osservandola in ogni minimo particolare.
- Ho semplicemente fatto il mio dovere - esclamò Goku con la sua consueta voce squillante, esibendo un sorriso. - Adesso, come avete potuto vedere dalla lettera, non c’è più nulla in grado di impedire il vostro matrimonio con la signorina Bulma Briefs.
Vegeta annuì soddisfatto in direzione del giovane investigatore prima di riportare la sua attenzione alla foto che aveva ancora in mano. Si lasciò sfuggire un sospiro. - Sarebbe stata un’ottima regina. Un vero peccato che non sia al mio livello, non trovate anche voi?
Il sorriso sul volto di Goku si incrinò. - Sì, Chichi del Toro è sicuramente su un altro livello rispetto a voi - rispose, stando ben attento a mascherare il tono sarcastico con cui aveva pronunciato quelle parole. Oh sì, decisamente un altro livello, un livello di molto superiore a quello del principe.
Il detective ripercorse velocemente le tappe del suo incontro con la bellissima cantante lirica: la tranquillità con cui lo aveva accolto in casa propria nonostante fosse un completo estraneo, la preoccupazione che aveva dimostrato quando lui le aveva raccontato, mentendole, dell’incidente con l’auto che lo aveva costretto a proseguire a piedi fino a quando non era giunto a casa sua, il lieve scintillio nei suoi occhi quando si era resa conto di avergli rivelato la locazione della foto incriminata – era stato in quel momento, ne era sicuro, che quella donna aveva veramente capito chi fosse lui – e per finire il ritrovamento, avvenuto poche ore prima, di quella lettera e della fotografia che aveva deliberatamente lasciato indietro, scomparendo probabilmente per sempre dalla sua vita così come vi era entrata.
Non era stato il caso più difficile della sua carriera, né tantomeno il più strano. A pensarci bene, non vi era nulla di particolare in quella faccenda, eppure Goku sapeva con certezza che non avrebbe mai dimenticato il poco tempo trascorso in compagnia di Chichi del Toro. Quella donna era riuscita a batterlo senza che lui potesse far nulla per impedirlo. Soffocò un sorriso: sperava di poterla rivedere, un giorno, quantomeno per pareggiare i conti.
- Come promesso, i soldi per la risoluzione di questo increscioso incidente vi verranno addebitati seduta stante - riprese a parlare il principe, distogliendo Goku dai suoi pensieri.
Improvvisamente colpito da un’idea improvvisa, il giovane detective alzò lo sguardo. - A dire il vero, vorrei una ricompensa diversa dal denaro.
Vegeta sollevò entrambe le sopracciglia. - Che genere di ricompensa?
Gli occhi di Goku fissarono intensamente la foto che il principe stringeva ancora tra le dita. - La sua fotografia - disse semplicemente, lasciando Vegeta sbalordito.
- Preferite prendere questa piuttosto che tutti i soldi che vi avevo offerto? - gli domandò. Quando fu certo che non avrebbe ricevuto altra risposta se non una scrollata di spalle e un sorriso, sbuffò e si alzò in piedi, incamminandosi in direzione dell’investigatore. - Ecco, tenete.
Goku la prese tra le mani delicatamente, come se fosse una reliquia, e osservò con attenzione tutti i lineamenti di quel volto così bello. Chissà dove sarà, si domandò all’improvviso, provando un vago senso di nostalgia.
- Arrivederci, mister Son - lo liquidò il principe. - E mi raccomando, non una parola di questa storia con nessuno - lo avvisò ancora una volta, con una lieve minaccia nella voce. Ma Goku non vi badò.
Salutò il reale con un cenno del capo e si avviò fuori dal suo palazzo, pronto a immergersi nei nuovi casi che gli sarebbero stati affidati.
Lanciò un’ultima occhiata alla foto prima di metterla nel taschino della giacca che indossava. Una sola promessa gli martellava nella mente: Ci rivedremo, Chichi del Toro.

Angolo dell’autrice:
Salve a tutti! Era da molto tempo che non mi facevo viva nel fandom di DB – un anno, forse –, ma il contest “E se le opere classiche fossero degli anime?” di eleCorti mi ha dato la giusta dose di ispirazione per provare a scrivere di nuovo qualcosa sui miei personaggi preferiti (complice anche il fatto che ho da pochi giorni ripreso a guardare Dragon Ball Super da dove mi ero interrotta, e la saga di Black Goku si sta rivelando uno stimolo in più per tornare a scrivere fanfiction su questo fantastico universo). La storia in questione è ispirata al racconto di sir Arthur Conan Doyle “Uno scandalo in Boemia”, con Goku nei panni di Sherlock Holmes, Chichi in quelli di Irene Adler e Vegeta in quelli del granduca Wilhelm Gottsreich Sigismond von Ormstein di Cassel-Felstein. Ho cercato di adattare i personaggi da me scelti al ruolo che ho deciso per loro, anche se ovviamente la storia è OOC (Goku con l’arguzia di Sherlock? Per quanto lo possa amare, mi riesce abbastanza difficile crederci xD) e spero che il risultato, nel complesso, non sia divergente dal tema che richiedeva il contest. Ringrazio di vero cuore eleCorti per avermi permesso di partecipare e chiunque abbia anche solo letto fin qui. Che ne dite di lasciarmi un recensione per farmi sapere cosa ne pensate? :3
Baci da Fandoms_Are_Life.