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Autore: miss mirtilla    17/07/2018    0 recensioni
[Meghan Markle]
[Meghan Markle]Meghan da quando sposa Harry ed entra a palazzo si accorge che Kate potrebbe essere molto più di una buona cognata.
La passione prima inconscia poi palese tra le due duchesse sarà in grado di prevalere sull’etichetta e le circostanze?
Meghan e Kate si scopriranno nell’oscurità segreta di una vita che le ha costrette, seppure nell’agio, a privarsi dell’intima libertà.
[…] Alle volte prima di prendere sonno, di fianco a William, escogito un piano per eliminare definitivamente Harry.
È tutta colpa sua.
Se solo non l’avesse portata a palazzo ora non starei a pensarla in ciascun istante della mia esistenza. […]
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: PWP
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MEGHAN 

L’ho baciata. Sono stata un’irresponsabile, lo confesso. Non pensavo a niente se non a lei, poteva respingermi ma non lo ha fatto. Sì certo avrei potuto evitare però da troppo i nostri occhi si cercavano, i nostri corpi si seguivano di stanza in stanza. 
È stato naturale e difficile trovare l’attimo della nostra solitudine, a palazzo gira più gente che nella mia View Park-Windsor Hills, California. 
Dopo cena ha confessato di voler andare nella serra situata nel giardino adiacente al grande parco. Solo attraversando uno stretto e corto ponte di legno si raggiunge l’ingresso della serra. Kate è, come il padre di William ed Harry, un’appassionata di botanica, io non so distinguere una papavero da un orchidea, ma subito le ho offerto la mia compagnia. Ho invitato per cortesia Harry e mi sono rallegrata del suo rifiuto così come quando le richieste di Charlotte sono state deluse dalle occhiate gentili di Kate alla tata. 
Abbiamo raggiunto la serra camminando lente e aperte ad una futile conversazione, non ci sono stati silenzi, ma le parole pronunciate non  hanno lasciato niente che meriti il ricordo. 
Siamo entrate nella serra e ho finto interesse per quei bei fiori, li ho guardati con stupore e meraviglia, li ho toccati come avrei voluto che lei mi toccasse. Lei si è avvicinata ad una piccola giara di gladiolo e ha incominciato a narrarmi con poesia di quella terra umida e dei suoi fiori blu. Manteneva alto il vaso tra le sue mani così da scrutarne ogni linfa. 
Senza troppo pensarci ho posto le mie mani sulle sue, prima ho guardato il fiore poi ho abbassato le nostre mani fino a guardare solo lei. 
Labbra su labbra si sono toccate delicate, hanno resistito alla tentazione di movimentare l’azione e al contempo alla paura che avrebbe indotto un immediato distacco. 
Gentilmente ha distolto le sue labbra dalle mie, ma non il suo viso. Il silenzio si è fatto assordante e il profumo dei fiori nauseante. Ci siamo guardate senza il coraggio di realizzare ciò che era accaduto.
È stata lei a parlare per prima indietreggiando di poco con il corpo e con le sue mani ancora sotto le mie a comandare l’andamento della piccola giara.
- Per te. Per la tua stanza. Il suo profumo ti sveglierà. - È stata gelida come solo un’attrice può essere.       
Ha lasciato che io fossi la sola a mantenere il fiore e senza dire nient’altro è uscita dalla serra. 
L’ho seguita e tra noi non c’è stato che il vento che muoveva le foglie degli alberi a parlare. 
Il primo umano indefinito che abbiamo incrociato chiese conto della nostra passeggiata in serra - è stata di vostro gradimento? -
Mi sono congedata con eleganza. Appena giunta in camera mi sono inebriata col profumo del fiore e col ricordo di ciò che era appena stato.
Un’allegra ansia ha disturbato l’intero mio sonno, ero smaniosa di rivederla, di farle sapere che il suo fiore mi aveva tenuto compagnia e che lo respiravo forte affinché entrasse in ogni parte di me.    
Ero certa che l’avrei vista. C’era l’agenda di Palazzo a rassicurarmi, entrambe avremmo dovuto presenziare ad una colazione ufficiale col console della Patagonia.
Non è stata fredda piuttosto come se nulla fosse accaduto, ma quando l’ho cercata con gli occhi o con le parole non ha ricambiato le mie attenzioni come sempre aveva fatto prima di ieri notte.  
A incontro finito con prudenza ci siamo ringraziati e salutati gli uni con gli altri. Ho incominciato a seguire da lontano i suoi passi, passava di stanza in stanza e io con lei, poi la sua assistente ha virato verso il suo ufficio e io con una scusa mi sono dileguata dal colonnello Durthin che fino ad allora era stata la mia ombra. 
È entrata in un ampia toilette, che mai prima di allora avevo notato, attraversando una piccola porta, l’ho seguita dentro assicurandomi che nessuno notasse il mio ingresso. 
Subito mi ha detto - chiudi a chiave. -
Ho eseguito senza eccepire.
La toilette è grande e tappezza d’oro con venature di un rosso delicato, non ci sono finestre, mi sono guardata attorno con meraviglia e intanto lei ha continuato - mai nessuno entra in questa stanza, siamo al sicuro, la porta non si fa notare, entro quando sanno che sono a Palazzo ma non mi voglio fare trovare. -
- È bellissima. - Ho detto e dopo pochi istanti ho aggiunto - il fiore che mi hai dato ha un buonissimo odore, è vero quando mi hai detto che mi avrebbe svegliata. -
Sembrava che non respirasse più nel dirmi che - non si mente a dire che è il fiore più buono di tutti. Ascolta ieri non so cosa mi è preso, ma ciò che è stato non potrà mai più essere. Dobbiamo solo tacere questo segreto e immane peccato. Hai capito? -
Avevo capito molto bene, ma perché privarsi della verità? Non l’ho programmato, è stato un temporale improvviso che tutta mi ha bagnata. Sono certa nel dire che amo Harry, altrimenti non mi sarei mai potuta permettere di seguirlo a Palazzo abbandonando l’intera mia vita. Deve essere per forza così. Ma lei mi ha attratto come il fiore fa con l’ape. 
Non ho risposto alla sua domanda, sarei stata disonesta, mi sono solo avvicinata a lei e lei ha sua volta si è fatta muta e immobile, appoggiata ad una bianca credenza, sembrava che mi stesse aspettando. 
L’ho baciata di nuovo, non come la sera prima, le labbra si sono mischiate con la lingua e la mia mano ha cercato l’interno delle sue cosce. L’avrei voluta toccare a fondo se solo non mi avesse spinto all’indietro chiedendomi - scusa. - Le avevo spettinato i capelli e sbavato il rossetto, il suo volto sembrava al contempo turbato ed eccitato.
Mi sono subito riavvicinata, senza però invadere il suo corpo, è stata lei a ritornare a baciarmi ed io subito mi sono lasciata trasportare, ero con le labbra sul suo collo quando mi ha detto di fermarmi e che niente di ciò che stava accadendo era giusto e onesto.
Non ho più insistito, ho passato l’intera giornata con addosso il desiderio.
   
 
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