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Autore: Heismybestfriend    17/07/2018    2 recensioni
La vita di Jared sta andando in frantumi. È un continuo di scatti rabbiosi e corse in moto clandestine e pericolose. Questo fin quando non incontrerà Jensen, l'essere più unico che raro che Jared incontrerà nei bagni della scuola, forse il suo angelo custode?
Sarà in grado Jensen di risollevare Jared dal grave incidente che ha devastato la sua vita senza innamorarsi di lui?soprattutto quando l'amore tra angeli e umani è severamente vietato?
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Jensen si lanciò nel vuoto subito dopo Jared. Aprì le sue maestose ali bianche che spiccavano come un faro sotto la pioggia martellante e il cupo color grigio che essa portava con sé.


Vide che Jared, probabilmente svenuto dallo shock, stava perdendo sempre più distanza da lui e solo ad un soffio dal fiume agitato riuscì a prenderlo tra le sue braccia, finalmente al sicuro.


“Sei con me adesso, nessuno ti farà più del male”, disse Jensen tra le lacrime che gli cadevano imperterrite dagli occhi mentre raggiungeva alla svelta la sfonda del piume per inginocchiarcisi sopra. Mise Jared tra le sue gambe e fece in modo di far finire la sua testa poggiata sul suo petto.


Le sue ali sembrarono riempirsi di vita propria, si strinsero il più possibile attorno a loro per proteggere Jared dalla pioggia che continuava a cadere sul terreno. Sembravano brillare, spiccare in mezzo a tutta quella solitudine, ma allo stesso momento se qualcuno sarebbe passato da quelle parti nessuno sarebbe stato in grado di vederli, perché le sue ali funzionavano come un mantello dell’invisibilità.





Jensen aveva bisogno di fermarsi un attimo per calmarsi ma soprattutto per accertarsi che Jared stesse bene, almeno a livello fisico.


Scansionò il suo corpo con tocchi veloci, come se avesse il timore che Jared possa sgretolarsi sotto di lui.
Quando capì che non aveva alcuna ferita, socchiuse gli occhi e sospirò di sollievo mentre con le braccia stringeva il corpo il più vicino possibile a sé.
Singhiozzò quando ripensò a quello che sarebbe successo se non fosse arrivato in tempo, per quanto lui non...


“Non c’ero quando ne avevi bisogno, mi dispiace,” pianse, “mi dispiace jay ma ti prego, ti prego, svegliati per me”, lo supplicò e continuò a piangere per altri interminabili minuti quando Jared sembrò non muoversi nemmeno di un millimetro.


“J---n---se”, sussurrò Jared.


“Si!”, esclamò l’angelo con un grandissimo sorriso. “Sono io, sono io amore mio”.
L’appellativo amoroso gli scappò dalla bocca senza che lui se ne accorgesse.


“Starai bene”, lo rassicurò mentre rafforzava la presa su di lui e si alzava in piedi. “Lo prometto”.


Pensò brevemente ad un posto dove andare e sparì con un leggero battito d’ali.








- - - - - - - - - - - - - -








Quando Jared si svegliò la prima cosa che pensò fu che ogni minima parte del suo corpo gli doleva.
Sbatté le palpebre un paio di volte nel tentativo di schiarirsi la vista, sembrava trovarsi su un letto e in una stanza che non aveva mai visto.


Tentò di muoversi ma venne bloccato da un braccio attorno alla sua vita. Si allarmò e iniziò a muoversi irrequieto non dando importanza alle piccole raffiche di dolore che lo attraversavano.


“Sono io Jared, sono Jensen”, disse il suo angelo custode, si girò per poterlo guardare e costatarlo con i suoi occhi e si calmò solo quando vide Jensen tenerlo stretto a se sul letto.


“Sono in paradiso?”, sussurrò Jared.


Jensen si accigliò, volle quasi piangere li sul posto, ma doveva apparire forte. Quindi si limitò a stingere Jared verso il suo petto.


“No”, disse, “Sei vivo, ti ho preso prima di...”


“Di schiantarmi nel fiume”, borbottò Jared. Gli occhi spalancati verso un punto indefinito nella stanza mentre riviveva tutti i ricordi del suo tentato suicidio.


Suicidio, è di quello che stiamo parlando. Jared si voltò a guardare Jensen, se non fosse stato per lui in questo momento sarebbe morto.


Poi, ripensò alla sua famiglia, a suo fratello Kyle, a Sarah e alla bambina che portava nel suo grembo. Ai suoi genitori che non hanno mosso un dito di fronte alle parole di suo fratello maggiore.
Represse un singhiozzo e spinse il viso contro il petto di Jensen per cercare di nascondersi.
Dopo qualche secondo, sentì la mano dell’angelo accarezzargli i capelli in modo lento e rassicurante.


“È tutto okay. Qualunque cosa sia successa, la sistemeremo”


Jared scosse la testa nel suo petto mentre lacrime amare bagnavano entrambi.
“Mio fratello mi odia”, singhiozzò, “è tutta colpa mia! Avrà una figlia e io...lui ha detto...”


Jensen mise le mani sulle spalle del giovane umano e lo spostò sulla schiena per poterlo rassicurare e confortare meglio.
Si accigliò alla vista dei suoi occhi rossi e gonfi e alle sue guance piene di lacrime.
“Respira. Calmati” gli disse lentamente e Jared si fermò per un secondo prima di cacciare un respiro tremolante.


“Lui ha detto che non mi lascerà avvicinare a sua figlia, ha detto che la chiamerà Mandy, ha paura che ucciderò anche lei”, borbottò Jared.


Jensen socchiuse gli occhi per un momento. Voleva così tanto volare in casa padalecki e urlare in faccia alla sua famiglia di quanto stessero gestendo male la situazione. Ti quanto si erano avvicinati a perdere un secondo figlio solo per colpa loro e delle loro parole.


“ Sei qui con me ora, risolveremo ogni cosa, ma adesso non devi pensarci”.


Jared scosse il capo mentre nuove lacrime gli inondavano il viso.
“Quando saprai dell’incidente non vorrai più stare con me”.


Jensen strinse il volto di Jared con le sue mani e fece in modo di farlo guardare direttamente nei suoi occhi.
“Non succederà mai.” disse cercando di essere il più convincente possibile. Ma vedendo che Jared non sembrava crederci abbassò il viso e appoggiò le labbra su quelle bagnate di Jared. Le mosse appena, assaporò il salato delle sua lacrime, volle dargli la certezza che lui c’era e ci sarebbe sempre stato, che aveva dei piani e voleva concretizzarli.


Quando si allontanò, le guance di Jared erano rosse dall’imbarazzo. Jensen gli sorrise e si abbassò una seconda volta per dargli un altro, tenero e veloce bacio, come per stipulare un accordo. “Mettimi alla prova”, sussurrò e attese che Jared facesse la sua scelta.


“Io...”, balbettò senza parole. “non me lo aspettavo” disse e Jensen ridacchiò mentre si mordicchiava le labbra per assaporare il gusto di quelle di Jared ancora impresso nella memoria.


Si abbassò nuovamente sul letto e avvolse Jared col braccio, facendo in modo che la sua schiena fosse premuta contro il suo petto. Rimase per qualche secondo in silenzio, aspettando che il suo umano fosse pronto per parlare.


Alla fine, dopo un paio di minuti di titubanza, si decise.


“Quella sera, andai ad una festa, mia sorella era rimasta a dormire da una sua amica ma, mi chiamò dicendomi di voler tornare a casa, disse che i genitori della ragazza avevano litigato pesantemente, quindi non voleva più rimanere lì”, Jared fece un grande respiro prima di continuare e Jensen prese a muovere la mano premuta contro il suo petto in piccoli cerchi rassicurativi.


“Avevo bevuto, non potevo guidare. Ma i miei genitori e Kyle erano andati ad una cena di beneficenza e non potevano liberarsi”, tirò su col naso e tossì nel tentativo di schiarirsi la voce. “quindi andai lo stesso. Presi la macchina di un mio amico, gli disse che sarei andato e tornato in un attimo ma...quella macchina sembrò apparire all’improvviso e non feci in tempo a sterzare”, Jared chiuse gli occhi rivivendo quei brutali momenti nella sua mente, cercò di allontanarsi concentrandosi sulla calda presenza di Jensen dietro di lui.


“Ricordo ancora il suono dell’ambulanza, la macchina ribaltata, mia sorella che chiamava il mio nome prima di...prima di… E io mi ruppi solo un braccio, solo quello, mentre mia sorella...morì all’istante.”


Jensen strinse Jared a sé e iniziò a lasciargli piccoli baci lungo il collo. “Resto qui con te, nonostante tutti Jay...con te, insieme”, gli sussurrò all’orecchio, sicuro che Jared era riuscito a sentirlo nonostante i suoi singhiozzi.


“Devi perdonare te stesso”. Disse l’angelo, e Jared scosse violentemente col capo. “Sono sicuro che presto lo farai, ci riuscirai.”


Jensen fece uno strano movimento con le dita e all’improvviso una luce accecante inondò la stanza non permettendo a Jared di vedere nulla, ma sapeva che qualcosa stava succedendo a pochi passi da loro.
   
 
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