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Autore: Layla    20/07/2018    0 recensioni
Nel 1907, il dottor Duncan MacDougall di Haverhill in Massachussets, misurò il peso corporeo di sei persone durante il loro trapasso. I dati registrati gli fecero concludere che, subito dopo la morte, ogni corpo umano perde 21 grammi. Questo peso, secondo lo scienziato statunitense, sarebbe da attribuire all’anima. Karima è nata senz'anima, non sa provare emozioni e, secondo la predizione di una vecchia zingara tornerà a provarle solo quando la sua anima gemella le restituirà la sua. Jack Barakat potrebbe essere quella persona, sebbene non creda a queste dicerie, perché quando incontra Karima si rende subito conto che è legato a lei in modo speciale quanto inspiegabile.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Barakat, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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27)Il giorno del Ringraziamento.

 

Il giorno del Ringraziamento è finalmente arrivato e ci ha colto piuttosto lontani da un qualche hotel, quindi dovremo cucinare noi qualcosa e non sarà facile dato che abbiamo solo un cucinino.
I ragazzi hanno comprato un megatacchino secondo la tradizione, Zack si sta occupando della squartatura, io invece della preparazione del ripieno.
Castagne, pane raffermo, burro, cipolla, un gambo di sedano, limone, vino bianco, rosmarino, prezzemolo, maggiorana, timo, olio, sale, pepe e mirtilli rossi mescolati in un amalgama perfetta, quasi come una pozione magica.
Finito, Zack lo distribuisce nel povero tacchino e poi lo infila nel forno non so nemmeno io come, quel coso è enorme.
Adesso devo preparare salse e contorni.
La prima è quella ai mirtilli che in realtà non sono i mirtilli che pensano gli europei, ma frutti chiamati ossimoco o mortella di palude
Faccio riscaldare in un tegame alcuni di questi frutti freschi, a cui aggiungo a piacimento una grattugiata di zenzero, di buccia d’arancia, dello zucchero di canna e per ammorbidire il tutto del succo d’arancia. Questa salsina dovrà essere servita fredda ed è per questo che la preparo per prima.
Apro il forno e tolgo un po’ del liquido di cottura dal tacchino e mi accingo a preparare la seconda salsa chiamata Gravy. Prendo il liquido di cottura, le interiora dell’animale reprimendo un conato di vomito, verdure, brodo di tacchino e farina.
Anche questa è fatta.
Preparo il purè di patate, poi ci metto del latte, del burro, della noce moscata, del prezzemolo o della salvia fritta. Visto che i ragazzi amano i sapori decisi aggiungo anche un trito di aglio e scalogno. Nella parte finale della preparazione aggiungo della panna acida, del cheddar ed un altro formaggio a scelta. Mi asciugo il sudore con una manica.
Adesso manca solo la torta.
“Zack!”
Chiamo, lui arriva immediatamente.
“Ce la facciamo a farci stare la torta nel forno?”
Lui controlla e poi annuisce.
“Sicuro?”
“Sì.”
Io prendo della polpa di zucca che avevo fatto cuocere precedentemente, panna diluita con il latte, zucchero bianco e di canna, cannella, zenzero, noce moscata, garofano e uova leggermente sbattute. Mischio tutto e lo verso in uno stampo in cui c’è già della pasta frolla per crostate e inforno.
“Zack, vado a farmi una doccia. Ti affido il tutto.”
Esco dalla cucina e mi tolgo l’hijab che ho usato come turbante, guardo Jack e gli sorrido.
“Come è andata?”
“Penso mangeremo bene, adesso è tutto nelle sante mani di Zack. Io vado a fare una doccia e poi vi raggiungo.”
Sorrido di nuovo al mio ragazzo e gli mando un bacio con la mano, poi vado alle docce e mi ci infilo sotto. Cucinare mi piace, ma stanca anche e io sono distrutta.
Finita la doccia, asciugo i capelli e li raccolgo in una coda, poi indosso un vestito rosso a maniche lunghe con lo scollo alla coreana, ma che si apre appena sopra il seno. Mi trucco e torno dai ragazzi. Jack fischia non appena mi vede e mi abbraccia, baciandomi poi.
“Sei bellissima e io sono tanto fortunato ad averti come ragazza.”
Mormora con quel suo sorriso tenero.
“Grazie, non esagerare.”
“Non esagero. Oggi deve essere un giorno felice.”
“Allora sediamoci.”
Ci invita Alex, noi annuiamo.
La tavola è già stata apparecchiata con una tovaglia bianca e bicchieri e posate non di plastica.
“Wow!”
“Sorpresa, vero?
Ce li siamo portati dietro proprio per festeggiare come si deve il Ringraziamento.”
“Abbastanza, spero non si rompano.”
“Non essere così fiduciosa in noi, potremmo montarci la testa.”
Mi risponde allegro Rian.
“Ok, va bene. Niente commenti acidi per oggi.”
Ci sediamo e poco dopo Zack arriva con il tacchino e Alex con le salse e le patate.
“Adesso vedremo se la ragazza di Jack è una brava cuoca.”
“Se non ti fidi delle mie capacità, potevi cucinare tu, Alex. Ho faticato tutta la mattina.”
“Non ti piace cucinare?”
“Credo di poter dire di sì, ma è faticoso.
Mia madre diceva sempre che si spendeva una mattinata in cucina per far sparire tutto in cinque-dieci minuti.”
“Dubito che faremo sparire questa bestia in così poco tempo.”
Dice sorridendo Zack e inizia a tagliarlo.
Piano piano le porzioni vengono distribuite a tutti e sul tavolo c’è un momento di silenzio, Rian recita la preghiera tradizionale e iniziamo a mangiare.
“Devo dire che è davvero buono, anche le salse.”
Commenta Alex.
“Metà del merito è mio e metà è di Karima.”
“Allora, complimenti a Zack e Karima!
Brindisi?”
Annuiscono tutti e versano del vino rosso nei bicchieri.
“A Zack e Karima!”
I bicchieri si scontrano con il tradizionale “cin cin!” e poi riprendiamo tutti a mangiare, senza parlare molto. Di solito c’è sempre silenzio quando si mangia e la cosa mi fa piacere perché so che il pranzo è riuscito e perché non sono ancora molto brava nelle conversazioni.
Dopo un po’ il tacchino viene finito, la frutta viene messa in tavola e divorata anche quella, adesso è il turno della torta, la famosa pumpkin pie.
Sparecchio il necessario e la porto in tavola, l’attenzione di tutti è calamitata su quella, come se non avessero affatto mangiato prima.
Senza sapere cosa dire taglio le porzioni e le distribuisco.
“Buon appetito.”
“Buon appetito anche te.”
Il pranzo riprende, ci sono lodi anche per la torta.
Servo il caffè e poi l’ammazzacaffè, ora siamo tutti sazi e felici.
“Beh, credo sia arrivato il momento.”
Sentenzia il cantante.
“Uhm, quale?”
Chiedo io.
“Quello di ringraziare per le buone cose che sono successe quest’anno.”
“Oh, già.”
“Inizio io.”
Dice allegramente Lex, alzandosi in piedi.
“Per prima cosa vorrei ringraziare questi tre scemi per essere ancora qui con me a suonare in questa band. Senza di voi non saprei cosa fare, quindi grazie mille per sopportarmi.
E grazie anche al Signore ovviamente.
Vorrei anche ringraziare Lisa per essere la mia ragazza, ha coraggio se non è ancora scappata davanti alla mia follia.
In ultimo vorrei ringraziare Karima per essersi unita a questo tour e aver cucinato per noi questo buonissimo pranzo.
Ho finito.”
Si siede, il prossimo ad alzarsi è Rian.
“Uhm, non sono sicuramente originale,  ma ringrazio Dio per avere questa band. Non molte persone fanno il lavoro che vogliono in compagnia dei loro migliori amici.
È un grande dono e sapere che si rinnova ogni anno mi rende molto felice.
Ringrazio anche per avere Cass nella mia vita, è una meravigliosa ragazza che capisce alla perfezione le mie esigenze. Le auguro ogni bene e che la sua carriera da solista decolli, lo sanno tutti che sono il suo fan numero uno.
Credo sia tutto.”
Si siede sorridendo e si alza Zack, sono un po’ nervosa dati i nostri trascorsi.
“Come tutti ringrazio Dio per poter suonare in questa band con delle persone davvero fantastiche, spero che continueremo ancora a lungo!
L’unica cosa che vorrei chiedere è una ragazza, inizio a sentirmi un po’ fuori posto tra tutte queste persone felicemente in una relazione.”
Ride imbarazzato.
“Potrei avere una vita peggiore, molto peggiore, quindi non posso lamentarmi troppo alla fine.
Agli All Time Low.”
Ora tocca a Jack.
“Ovviamente ringrazio come tutti di essere in questa band. Ehi, sono con i miei migliori amici e il mio fratello di un’altra madre, non ho nulla per cui essere infelice.
Ringrazio anche Karima per la sua infinita pazienza e per avermi fatto imparare cosa significa amare qualcuno. Senza di te non lo saprei, tesoro, e te ne sono infinitamente grato.
Spero che la vita continui così, perché onestamente non mi sono mai sentito così felice in vita mia.”
Io arrossisco, poi mi rendo conto che tutti mi guardano, adesso tocca a me.
Cavolo, cosa devo dire?
Tento di parlare, ma mi esce solo un suono strozzato.
Ok, devo essere calma, non è nulla di così terribile.
“Beh, ecco. Sono grata alla Hopeless Records per avermi assunta e avermi dato la possibilità di svolgere questo fantastico lavoro. Non è stato facile all’inizio, ma adesso credo di avere ritrovato la vera me stessa a cui piace fare foto.
Ringrazio anche le persone che mi sono state vicine e sono diventati miei amici, so di non essere una persona facile da sopportare.
In ultimo, ma non per importanza, ringrazio Jack. Non è stato facile nemmeno con lui, ci sono stati scontri, momenti in cui non ci siamo parlati, ma alla fine...
Alla fine ho riavuto la mia anima e sono la sua ragazza, è molto per cui ringraziare.”
Rimango un attimo in silenzio.
“Credo di avere finito.”
Spero di non avere fatto pessime figure, ma Jack sorride quindi credo che vada tutto bene.
Finito il pranzo, sparecchio e lascio Zack a lavare i piatti, dice che è giusto così visto che io ho cucinato.
Raggiungo gli altri, Jack mi viene incontro, io lo guardo un po’ansiosa.
“Come me la sono cavata?”
Chiedo.
“Bene. Pensavi davvero tutte quelle cose?”
“Sì, solo non sapevo come dirle. Ho scoperto che da quando ho i sentimenti non riesco più a parlare in modo sciolto come prima.”
“Forse adesso pensi all’effetto che faranno le tue parole sulle persone?
“Sì, credo che il problema sia questo. Non ho ancora capito se sia un bene o un male, a volte sono confusa.”
Lui mi accarezza la testa.
“È assolutamente normale, non ti devi preoccupare. È come se fossi una bambina in questo senso, devi imparare a controllare le tue emozioni, ma so che ce la farai.
Sei forte, Karima.”
“Lo spero, ho paura di essere solo un peso per tutti ora…”
“Non lo sei. Stai calma, va tutto bene, ci sono io con te.”
Io annuisco e mi siedo sul divano con gli altri.
“Bel discorso, Karima.”
Si complimenta Rian.
“E pensare che all’inizio non ci sopportavi.”
“Si fanno dei passi avanti.”
Rispondo a disagio.
“Tutto bene?”
Mi chiede il batterista.
“Per la verità mi sento come se un camion mi avesse travolta, troppe emozioni in una volta sola.”
“Capisco. Controllarle non è facile, vero?”
“Sì, è vero.
La vita è diventata bella, ma anche complicata e non c’è più l’apatia in cui rifugiarsi.”
“Perché dovresti rimpiangere qualcosa de genere?”
“Perché è confortevole, non senti le emozioni positive, ma nemmeno quelle negative.
Ti dà anche coraggio in un certo senso, perché non ti importa nulla di quello che potrebbe pensare di te la gente.”
“Credo di capire, ma ancora mi suona tutto così strano.”
Io sospiro e non dico più nulla, nessuno può capire fino in fondo cosa provo, perché la mia non è stata una situazione normale per anni.
Sono io la strana.

 

Il pomeriggio passa tranquillo.
Guardiamo film e beviamo una cioccolata, a cena mangiamo tutti the e biscotti perché il tacchino del pranzo era un piatto molto sostanzioso.
Alla fine della giornata c’è una certa stanchezza nell’aria, Zack fila a letto, Alex e Rian si chiudono nel loro bunk per chiamare Lisa e Cass, così rimaniamo solo io e Jack.
“Giornata lunga?”
“Abbastanza.”
Rispondo io sbadigliando.
“Karima, ti piacerebbe venire a Baltimora dai miei per Natale?”
Io lo guardo sorpresa.
“Sinceramente non lo so, devo pensarci.”
Lui annuisce.
“Come mai me l’hai chiesto?”
“Vorrei che la mia famiglia ti conoscesse, ho parlato spesso di te quindi sono curiosi.”
“Vorrei che anche la mia famiglia fosse così positiva, mio zio è sempre dell’idea che tu non vada bene per me, l’unica che mi chiama è Ava.”
“Capisco. Beh, se decidessi di venire potresti trascorrere il Natale in famiglia, i miei sono un po’ fanatici del Natale, mia madre più che altro.”
“A me piacciono le luci di Natale e la neve, mi ricordo che qualche volta, quando mio padre aveva dei convegni, ci portava tutti a New York e trascorrevano il Natale.
Mi piaceva molto.”
Un silenzio un po’imbarazzato cale su di noi.
“Ti mancano, vero?”
“Sì e mi mancheranno sempre, sono i miei genitori.”
“Hai ragione, ti ho fatto una domanda stupida.
È che io non riesco a pensarmi senza i miei genitori, forse sono solo un mammone.”
“Mannò, è normale, credo.
Voglio dire sono la tua famiglia, sangue del tuo sangue e ti sono sempre stati accanto, ti hanno sostenuto. Sono io l’eccezione, vorrei… Ecco avrei voluto recuperare la mia anima prima della loro morte per vederli felici. Soffrivano molto per la mia situazione.”
“Mi dispiace.”
“Fa parte della mia vita, è inutile piangere sul latte versato e poi mi vedono da lassù e spero che ora siano felici.”
“Mi piace la tua fede nell’aldilà, io non sono così sicuro che ci sia.”
Io sospiro.
“Non riesco a concepire la nostra vita come una meteora che brucia nel cielo del tempo e poi si spegne di botto. Deve esserci qualcosa di più, sennò perché vivere, amare, soffrire e ancora soffrire solo per un periodo così breve?”
“Forse hai ragione. Io vivo la vita con previsioni a breve termine, non mi preoccupo del futuro o del senso generale delle cose.”
“E questa è probabilmente la ragione per cui ci completiamo.”
“Già.”
Sbadiglio.
“Sei stanca?”
“Un po’. Cucinare mi piace, ma stanca anche.”
“Vuoi andare a letto?”
“No, stiamo ancora un po’ qui.
A Baltimore nevica?”
“Sì, avrai un bianco Natale.”
“Bello.”
Dico io sorridendo, cercando di dare forma a questa città che mi è ancora sconosciuta.
“Sembra che l’idea ti piaccia.”
“Non mi piace passare il Natale da sola e qualcosa mi dice che succederà, visto che io e te non ci siamo ancora lasciati.”
“Pensi che ce la farà mai a sopportarmi?”
“Dagli qualche anno, ammesso che tu voglia sopportare me per così tanto tempo.”
Lui ride.
“Voglio provarci. Sei una persona davvero interessante e ti amo.”
“Ti amo anche io.”
Ci baciamo e poi rimaniamo ancora un po’ sdraiati sul divano.
Mi sento felice e sonnolenta come non mi era mai capitato.
Io e la mia famiglia abbiamo sempre festeggiato il Ringraziamento per conformarci alle tradizioni di questo paese e non mostrarci ostili o cose del genere, ma non ne avevo mai capitoil senso  fino ad oggi.
Pensavo fosse solo una buona occasione per ingozzarsi di tacchino, salse e dolci, la mia assenza di sentimenti mi aveva impedito di coglierne l’essenza. È la festa in cui ringrazi per quello cha hai per quanto poco possa sembrare, ringrazi per la famiglia, gli amici che hai, il lavoro e tante altre cose.
“Ho capito il Ringraziamento.”
Mormoro.
“Non l’avevi mai festeggiato prima?”
“Sì, ma non lo capivo.
Mi sembrava solo una festa commerciale, ora l’ho capito.”
“Perché ora hai la tua anima?”
“Esatto.”
“Scommetto che pensi la stessa cosa anche di Natale.”
Io annuisco piano.
“Vediamo se riesco a farti cambiare prospettiva anche su quello.”
“Potrebbe succedere.”
“Sarebbe bellissimo, non credi?”
“Non lo so. Lasciamo che accada e poi te lo dirò.
E luci di Natale mi piacciono però, le ho sempre sulla testata del letto.”
“Capito.”
“Ma il Natale non è solo questo o almeno credo, non siamo cristiani.”
“Io sì, anche se ogni tanto prego per mia madre con le preghiere musulmane che lei avrebbe voluto.”
“È un pensiero dolce.”
“Non l’hi ancora capito che sotto la corazza di dura tutta d’un pezzo batte un cuore di panna?”
“Sì.”
Ride e continuiamo a rimanere abbracciati.
A volte bisogna solo vivere il momento e la gioia che ti dà, senza analizzare, pensare o cercare spiegazioni.
A volte non servono.
Così chiudo gli occhi cullata da questa felicità sconosciuta che spero rimanga nella mia vita il più a lungo possibile.
Dolcemente.

 

   
 
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