27)Il giorno del
Ringraziamento.
Il giorno del Ringraziamento
è finalmente arrivato e ci
ha colto piuttosto lontani da un qualche hotel, quindi dovremo cucinare
noi qualcosa
e non sarà facile dato che abbiamo solo un cucinino.
I ragazzi hanno comprato un megatacchino secondo la
tradizione, Zack si sta occupando della squartatura, io invece della
preparazione del ripieno.
Castagne, pane raffermo, burro, cipolla, un gambo di
sedano, limone, vino bianco, rosmarino, prezzemolo, maggiorana, timo,
olio,
sale, pepe e mirtilli rossi mescolati in un amalgama perfetta, quasi
come una
pozione magica.
Finito, Zack lo distribuisce nel povero tacchino e poi lo
infila nel forno non so nemmeno io come, quel coso è enorme.
Adesso devo preparare salse e contorni.
La prima è quella ai mirtilli che in realtà non
sono i
mirtilli che pensano gli europei, ma frutti chiamati ossimoco o
mortella di
palude
Faccio riscaldare in un tegame alcuni di questi frutti
freschi, a cui aggiungo a piacimento una grattugiata di zenzero, di
buccia
d’arancia, dello zucchero di canna e per ammorbidire il tutto
del succo
d’arancia. Questa salsina dovrà essere servita
fredda ed è per questo che la
preparo per prima.
Apro il forno e tolgo un po’ del liquido di cottura dal
tacchino e mi accingo a preparare la seconda salsa chiamata Gravy.
Prendo il liquido di
cottura, le interiora dell’animale reprimendo un conato di
vomito, verdure,
brodo di tacchino e farina.
Anche questa è fatta.
Preparo il purè di patate, poi ci metto del latte, del
burro, della noce moscata, del prezzemolo o della salvia fritta. Visto
che i
ragazzi amano i sapori decisi aggiungo anche un trito di aglio e
scalogno.
Nella parte finale della preparazione aggiungo della panna acida, del
cheddar
ed un altro formaggio a scelta. Mi asciugo il sudore con una manica.
Adesso manca solo la torta.
“Zack!”
Chiamo, lui arriva immediatamente.
“Ce la facciamo a farci stare la torta nel forno?”
Lui controlla e poi annuisce.
“Sicuro?”
“Sì.”
Io prendo della polpa di zucca che avevo fatto cuocere
precedentemente, panna diluita con il latte, zucchero bianco e di
canna,
cannella, zenzero, noce moscata, garofano e uova leggermente sbattute.
Mischio
tutto e lo verso in uno stampo in cui c’è
già della pasta frolla per crostate e
inforno.
“Zack, vado a farmi una doccia. Ti affido il tutto.”
Esco dalla cucina e mi tolgo l’hijab che ho usato come
turbante, guardo Jack e
gli sorrido.
“Come è andata?”
“Penso mangeremo bene, adesso è tutto nelle sante
mani di Zack. Io vado a fare
una doccia e poi vi raggiungo.”
Sorrido di nuovo al mio ragazzo e gli mando un bacio con la mano, poi
vado alle
docce e mi ci infilo sotto. Cucinare mi piace, ma stanca anche e io
sono
distrutta.
Finita la doccia, asciugo i capelli e li raccolgo in una
coda, poi indosso un vestito rosso a maniche lunghe con lo scollo alla
coreana,
ma che si apre appena sopra il seno. Mi trucco e torno dai ragazzi.
Jack
fischia non appena mi vede e mi abbraccia, baciandomi poi.
“Sei bellissima e io sono tanto fortunato ad averti come
ragazza.”
Mormora con quel suo sorriso tenero.
“Grazie, non esagerare.”
“Non esagero. Oggi deve essere un giorno felice.”
“Allora sediamoci.”
Ci invita Alex, noi annuiamo.
La tavola è già stata apparecchiata con una
tovaglia
bianca e bicchieri e posate non di plastica.
“Wow!”
“Sorpresa, vero?
Ce li siamo portati dietro proprio per festeggiare come
si deve il Ringraziamento.”
“Abbastanza, spero non si rompano.”
“Non essere così fiduciosa in noi, potremmo
montarci la testa.”
Mi risponde allegro Rian.
“Ok, va bene. Niente commenti acidi per oggi.”
Ci sediamo e poco dopo Zack arriva con il tacchino e Alex con le salse
e le
patate.
“Adesso vedremo se la ragazza di Jack è una brava
cuoca.”
“Se non ti fidi delle mie capacità, potevi
cucinare tu,
Alex. Ho faticato tutta la mattina.”
“Non ti piace cucinare?”
“Credo di poter dire di sì, ma è
faticoso.
Mia madre diceva sempre che si spendeva una mattinata in
cucina per far sparire tutto in cinque-dieci minuti.”
“Dubito che faremo sparire questa bestia in così
poco tempo.”
Dice sorridendo Zack e inizia a tagliarlo.
Piano piano le porzioni vengono distribuite a tutti e sul
tavolo c’è un momento di silenzio, Rian recita la
preghiera tradizionale e
iniziamo a mangiare.
“Devo dire che è davvero buono, anche le
salse.”
Commenta Alex.
“Metà del merito è mio e
metà è di Karima.”
“Allora, complimenti a Zack e Karima!
Brindisi?”
Annuiscono tutti e versano del vino rosso nei bicchieri.
“A Zack e Karima!”
I bicchieri si scontrano con il tradizionale “cin
cin!” e poi riprendiamo tutti
a mangiare, senza parlare molto. Di solito c’è
sempre silenzio quando si mangia
e la cosa mi fa piacere perché so che il pranzo è
riuscito e perché non sono
ancora molto brava nelle conversazioni.
Dopo un po’ il tacchino viene finito, la frutta viene
messa in tavola e divorata anche quella, adesso è il turno
della torta, la
famosa pumpkin pie.
Sparecchio il necessario e la porto in tavola,
l’attenzione di tutti è calamitata su quella, come
se non avessero affatto
mangiato prima.
Senza sapere cosa dire taglio le porzioni e le
distribuisco.
“Buon appetito.”
“Buon appetito anche te.”
Il pranzo riprende, ci sono lodi anche per la torta.
Servo il caffè e poi l’ammazzacaffè,
ora siamo tutti sazi
e felici.
“Beh, credo sia arrivato il momento.”
Sentenzia il cantante.
“Uhm, quale?”
Chiedo io.
“Quello di ringraziare per le buone cose che sono
successe quest’anno.”
“Oh, già.”
“Inizio io.”
Dice allegramente Lex, alzandosi in piedi.
“Per prima cosa vorrei ringraziare questi tre scemi per
essere ancora qui con me a suonare in questa band. Senza di voi non
saprei cosa
fare, quindi grazie mille per sopportarmi.
E grazie anche al Signore ovviamente.
Vorrei anche ringraziare Lisa per essere la mia ragazza,
ha coraggio se non è ancora scappata davanti alla mia follia.
In ultimo vorrei ringraziare Karima per essersi unita a
questo tour e aver cucinato per noi questo buonissimo pranzo.
Ho finito.”
Si siede, il prossimo ad alzarsi è Rian.
“Uhm, non sono sicuramente originale,
ma ringrazio Dio per avere questa band. Non
molte persone fanno il lavoro che vogliono in compagnia dei loro
migliori
amici.
È un grande dono e sapere che si rinnova ogni anno mi
rende molto felice.
Ringrazio anche per avere Cass nella mia vita, è una
meravigliosa ragazza che capisce alla perfezione le mie esigenze. Le
auguro
ogni bene e che la sua carriera da solista decolli, lo sanno tutti che
sono il
suo fan numero uno.
Credo sia tutto.”
Si siede sorridendo e si alza Zack, sono un po’ nervosa
dati i nostri trascorsi.
“Come tutti ringrazio Dio per poter suonare in questa
band con delle persone davvero fantastiche, spero che continueremo
ancora a
lungo!
L’unica cosa che vorrei chiedere è una ragazza,
inizio a sentirmi un po’ fuori
posto tra tutte queste persone felicemente in una relazione.”
Ride imbarazzato.
“Potrei avere una vita peggiore, molto peggiore, quindi
non posso lamentarmi troppo alla fine.
Agli All Time Low.”
Ora tocca a Jack.
“Ovviamente ringrazio come tutti di essere in questa
band. Ehi, sono con i miei migliori amici e il mio fratello di
un’altra madre,
non ho nulla per cui essere infelice.
Ringrazio anche Karima per la sua infinita pazienza e per
avermi fatto imparare cosa significa amare qualcuno. Senza di te non lo
saprei,
tesoro, e te ne sono infinitamente grato.
Spero che la vita continui così, perché
onestamente non mi
sono mai sentito così felice in vita mia.”
Io arrossisco, poi mi rendo conto che tutti mi guardano,
adesso tocca a me.
Cavolo, cosa devo dire?
Tento di parlare, ma mi esce solo un suono strozzato.
Ok, devo essere calma, non è nulla di così
terribile.
“Beh, ecco. Sono grata alla Hopeless Records per avermi
assunta e avermi dato la possibilità di svolgere questo
fantastico lavoro. Non
è stato facile all’inizio, ma adesso credo di
avere ritrovato la vera me stessa
a cui piace fare foto.
Ringrazio anche le persone che mi sono state vicine e
sono diventati miei amici, so di non essere una persona facile da
sopportare.
In ultimo, ma non per importanza, ringrazio Jack. Non è
stato facile nemmeno con lui, ci sono stati scontri, momenti in cui non
ci
siamo parlati, ma alla fine...
Alla fine ho riavuto la mia anima e sono la sua ragazza,
è molto per cui ringraziare.”
Rimango un attimo in silenzio.
“Credo di avere finito.”
Spero di non avere fatto pessime figure, ma Jack sorride
quindi credo che vada tutto bene.
Finito il pranzo, sparecchio e lascio Zack a lavare i
piatti, dice che è giusto così visto che io ho
cucinato.
Raggiungo gli altri, Jack mi viene incontro, io lo guardo
un po’ansiosa.
“Come me la sono cavata?”
Chiedo.
“Bene. Pensavi davvero tutte quelle cose?”
“Sì, solo non sapevo come dirle. Ho scoperto che
da quando ho i sentimenti non
riesco più a parlare in modo sciolto come prima.”
“Forse adesso pensi all’effetto che faranno le tue
parole sulle persone?
“Sì, credo che il problema sia questo. Non ho
ancora
capito se sia un bene o un male, a volte sono confusa.”
Lui mi accarezza la testa.
“È assolutamente normale, non ti devi preoccupare.
È come
se fossi una bambina in questo senso, devi imparare a controllare le
tue
emozioni, ma so che ce la farai.
Sei forte, Karima.”
“Lo spero, ho paura di essere solo un peso per tutti
ora…”
“Non lo sei. Stai calma, va tutto bene, ci sono io con
te.”
Io annuisco e mi siedo sul divano con gli altri.
“Bel discorso, Karima.”
Si complimenta Rian.
“E pensare che all’inizio non ci
sopportavi.”
“Si fanno dei passi avanti.”
Rispondo a disagio.
“Tutto bene?”
Mi chiede il batterista.
“Per la verità mi sento come se un camion mi
avesse
travolta, troppe emozioni in una volta sola.”
“Capisco. Controllarle non è facile,
vero?”
“Sì, è vero.
La vita è diventata bella, ma anche complicata e non
c’è
più l’apatia in cui rifugiarsi.”
“Perché dovresti rimpiangere qualcosa de
genere?”
“Perché è confortevole, non senti le
emozioni positive, ma nemmeno quelle
negative.
Ti dà anche coraggio in un certo senso, perché
non ti
importa nulla di quello che potrebbe pensare di te la gente.”
“Credo di capire, ma ancora mi suona tutto così
strano.”
Io sospiro e non dico più nulla, nessuno può
capire fino in fondo cosa provo,
perché la mia non è stata una situazione normale
per anni.
Sono io la strana.
Il pomeriggio passa tranquillo.
Guardiamo film e beviamo una cioccolata, a cena mangiamo
tutti the e biscotti perché il tacchino del pranzo era un
piatto molto
sostanzioso.
Alla fine della giornata c’è una certa stanchezza
nell’aria, Zack fila a letto, Alex e Rian si chiudono nel
loro bunk per
chiamare Lisa e Cass, così rimaniamo solo io e Jack.
“Giornata lunga?”
“Abbastanza.”
Rispondo io sbadigliando.
“Karima, ti piacerebbe venire a Baltimora dai miei per
Natale?”
Io lo guardo sorpresa.
“Sinceramente non lo so, devo pensarci.”
Lui annuisce.
“Come mai me l’hai chiesto?”
“Vorrei che la mia famiglia ti conoscesse, ho parlato
spesso di te quindi sono curiosi.”
“Vorrei che anche la mia famiglia fosse così
positiva, mio zio è sempre
dell’idea che tu non vada bene per me, l’unica che
mi chiama è Ava.”
“Capisco. Beh, se decidessi di venire potresti trascorrere il
Natale in
famiglia, i miei sono un po’ fanatici del Natale, mia madre
più che altro.”
“A me piacciono le luci di Natale e la neve, mi ricordo che
qualche volta,
quando mio padre aveva dei convegni, ci portava tutti a New York e
trascorrevano il Natale.
Mi piaceva molto.”
Un silenzio un po’imbarazzato cale su di noi.
“Ti mancano, vero?”
“Sì e mi mancheranno sempre, sono i miei
genitori.”
“Hai ragione, ti ho fatto una domanda stupida.
È che io non riesco a pensarmi senza i miei genitori,
forse sono solo un mammone.”
“Mannò, è normale, credo.
Voglio dire sono la tua famiglia, sangue del tuo sangue e
ti sono sempre stati accanto, ti hanno sostenuto. Sono io
l’eccezione, vorrei…
Ecco avrei voluto recuperare la mia anima prima della loro morte per
vederli
felici. Soffrivano molto per la mia situazione.”
“Mi dispiace.”
“Fa parte della mia vita, è inutile piangere sul
latte
versato e poi mi vedono da lassù e spero che ora siano
felici.”
“Mi piace la tua fede nell’aldilà, io
non sono così
sicuro che ci sia.”
Io sospiro.
“Non riesco a concepire la nostra vita come una meteora che
brucia nel cielo
del tempo e poi si spegne di botto. Deve esserci qualcosa di
più, sennò perché
vivere, amare, soffrire e ancora soffrire solo per un periodo
così breve?”
“Forse hai ragione. Io vivo la vita con previsioni a
breve termine, non mi preoccupo del futuro o del senso generale delle
cose.”
“E questa è probabilmente la ragione per cui ci
completiamo.”
“Già.”
Sbadiglio.
“Sei stanca?”
“Un po’. Cucinare mi piace, ma stanca
anche.”
“Vuoi andare a letto?”
“No, stiamo ancora un po’ qui.
A Baltimore nevica?”
“Sì, avrai un bianco Natale.”
“Bello.”
Dico io sorridendo, cercando di dare forma a questa città
che mi è ancora
sconosciuta.
“Sembra che l’idea ti piaccia.”
“Non mi piace passare il Natale da sola e qualcosa mi dice
che succederà, visto
che io e te non ci siamo ancora lasciati.”
“Pensi che ce la farà mai a sopportarmi?”
“Dagli qualche anno, ammesso che tu voglia sopportare me per così tanto
tempo.”
Lui ride.
“Voglio provarci. Sei una persona davvero interessante e
ti amo.”
“Ti amo anche io.”
Ci baciamo e poi rimaniamo ancora un po’ sdraiati sul
divano.
Mi sento felice e sonnolenta come non mi era mai
capitato.
Io e la mia famiglia abbiamo sempre festeggiato il
Ringraziamento per conformarci alle tradizioni di questo paese e non
mostrarci
ostili o cose del genere, ma non ne avevo mai capitoil senso
fino ad oggi.
Pensavo fosse solo una buona occasione per ingozzarsi di
tacchino, salse e dolci, la mia assenza di sentimenti mi aveva impedito
di
coglierne l’essenza. È la festa in cui ringrazi
per quello cha hai per quanto
poco possa sembrare, ringrazi per la famiglia, gli amici che hai, il
lavoro e
tante altre cose.
“Ho capito il Ringraziamento.”
Mormoro.
“Non l’avevi mai festeggiato prima?”
“Sì, ma non lo capivo.
Mi sembrava solo una festa commerciale, ora l’ho
capito.”
“Perché ora hai la tua anima?”
“Esatto.”
“Scommetto che pensi la stessa cosa anche di
Natale.”
Io annuisco piano.
“Vediamo se riesco a farti cambiare prospettiva anche su
quello.”
“Potrebbe succedere.”
“Sarebbe bellissimo, non credi?”
“Non lo so. Lasciamo che accada e poi te lo dirò.
E luci di Natale mi piacciono però, le ho sempre sulla
testata del letto.”
“Capito.”
“Ma il Natale non è solo questo o almeno credo,
non siamo cristiani.”
“Io sì, anche se ogni tanto prego per mia madre
con le preghiere musulmane che
lei avrebbe voluto.”
“È un pensiero dolce.”
“Non l’hi ancora capito che sotto la corazza di
dura
tutta d’un pezzo batte un cuore di panna?”
“Sì.”
Ride e continuiamo a rimanere abbracciati.
A volte bisogna solo vivere il momento e la gioia che ti
dà, senza analizzare, pensare o cercare spiegazioni.
A volte non servono.
Così chiudo gli occhi cullata da questa felicità
sconosciuta che spero rimanga nella mia vita il più a lungo
possibile.
Dolcemente.