Anime & Manga > Ranma
Ricorda la storia  |      
Autore: Akane_Tendo    21/07/2018    4 recensioni
La camera era immersa nel buio, era ormai notte fonda e tutti in casa dormivano da ore. Prima un rumore e poi una sensazione di calore destò Akane dal suo sonno, come tutte le notti Ranma era li accanto a lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, ranma/akane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La camera era immersa nel buio, era ormai notte fonda e tutti in casa dormivano da ore. Prima un rumore e poi una sensazione di calore destò Akane dal suo sonno, come tutte le notti Ranma era li accanto a lei.
Vedendola sveglia il ragazzo sussurrò “torna a dormire, sono io” e così lei tornò al suo sonno profondo.

Ormai avere Ranma nel letto di notte era un’ abitudine, tutto era iniziato una volta ritornati da Jusenkyou, dopo l’incontro con Safulan. Ranma non era più riuscito a dormire senza tornare a quello scontro, ogni notte tornava a quella grotta dove stringeva il corpo senza vita di Akane, dove aveva rischiato di perderla per sempre e nei suoi sogni lei non si destava, non sorrideva più dicendo di aver sentito tutto quello che lui le aveva confessato. L’unico modo per calmarsi era andare di soppiatto in camera di lei ed osservarla dormire, il respiro sereno e regolare di lei lo cullava e tranquillizzava. Era viva e avrebbe potuto toccarla e parlarle se avesse voluto.

Così ogni sera la visita in camera di Akane era necessaria, l’importante era non farsi scoprire, non avrebbe mai voluto far sapere a lei che lui era preoccupato, che aveva incubi, che era debole e che lei era la sua debolezza. Un uomo come Ranma Saotome non aveva punti deboli e men che meno pensava a cose come l’amore, giammai, lui voleva solo tornare a dormire e se questo richiedeva l’entrare come un maniaco in camera di Akane, beh ecco lui l’avrebbe fatto, ma per lui stesso, non perché l’amava e voleva solo che lei fosse al sicuro.

La settimana seguente i genitori provarono ad organizzare quello che doveva essere il loro matrimonio, senza nemmeno chiedere se loro fossero d’accordo. Non che non fosse così, ma Akane lo aveva sorpreso. Lei  aveva fatto parte del loro piano senza parlarne con lui. Non che fosse un tipo che si fa prendere di sorpresa, ma ecco quella volta non avrebbe mai pensato di trovare la fidanzata in camera con quel vestito. Così era successo di nuovo, aveva rovinato tutto, se solo ne fosse poi valsa la pena, ma Happosai aveva sprecato l’acqua della fonte e le sue pretendenti avevano distrutto il dojo.
Avrebbero dovuto ricostruire tutto di nuovo, forse ne era felice, sposarsi in quel modo non era giusto, né per lui, né per Akane.

Quella notte entrò come sempre in camera di lei, sulla scrivania forcine e velo, il vestito rovinato in un angolo e lei stesa abbracciata al cuscino con il volto rigato di lacrime. Quindi magari nonostante tutto lei lo voleva, le sarebbe andato bene comunque? Anche se magari non erano stati loro a deciderlo, forse pensava che lui non avrebbe mai avuto il coraggio per mettere in chiaro le cose con le altre e decidersi a fare sul serio? Come avrebbe potuto pensare una sciocchezza simile, lui ormai era un uomo vero, ne aveva passate tante e non era cresciuto solo di età. Certo forse in fatto di amore non era la persona più sincera del Mondo, ma era stata lei a sorprenderlo.
Si avvicinò più del solito al suo letto e decise di tenerle la mano solo per un po’, nel sonno lei lo chiamò con un espressione di dolore e versando una lacrima.
L’ultima cosa che ricordò prima del mattino seguente.

Si sentì toccare la testa e chiamare. “Ranma… Ranma sveglia” era la voce di Akane ma sembrava venire da molto lontano. “Ranma... dai sveglia se non mi lasci il polso non posso alzarmi!” la voce di Akane si faceva sempre più insistente, lasciarle il polso? Fu così che Ranma si sveglio di soprassalto, era ancora in camera di Akane, si era addormentato e quel che peggio era che le stringeva il polso da chissà quanto. Akane avrebbe frainteso al suo solito e l’avrebbe picchiato. Questo era quello che pensava lui, Akane invece era li che lo fissava con aria interdetta e leggermente imbarazzata “Da quanto sei qui e perché hai dormito in quella posizione scomoda?” Aveva effettivamente la schiena tutta indolenzita ma dopo tanto tempo era finalmente riuscito a dormire senza incubi. “Ero venuto solo per vedere come stavi ma devo essermi appisolato sentendoti russare” cercò di minimizzare attaccandola come aveva sempre fatto del resto.
“Ah io russavo? E perché avrei dovuto stare male? Il matrimonio è saltato? Va bene, io lo facevo solo per farti avere l’acqua della nannichuan e poi del resto, meglio così visto che a quanto pare non mi ami!” Disse di getto con aria di sfida. “Io veramente non ho mai detto …” rispose preso d’impeto, alzandosi di scatto dalla posizione notturna e diventando paonazzo. Furono interrotti dalla voce di Kasumi che chiamava tutti in sala da pranzo per colazione.
Per fortuna fu salvato dalla campanella, fu facile fuggire dalla finestra aperta e correre in camera per farsi ritrovare nel futon dal padre, sua madre del resto si svegliava molto presto per aiutare Kasumi in cucina, ma avrebbe inventato una scusa.

Nonostante fosse stato scoperto da Akane aveva elaborato un nuovo piano, visto che dormire li era anche meglio che svegliarsi in preda agli incubi, avrebbe atteso ogni sera che Akane si fosse addormentata per dormire sul pavimento della camera e sarebbe andato via prima che lei potesse svegliarsi e scoprirlo.
Il piano avrebbe funzionato, se non fosse che nel cuore della notte sentì Akane sussurrare “Ranma calmati è solo un incubo” e così fu scoperto. Dovette rivelare almeno a lei il motivo della sua presenza, non avrebbe mai voluto farsi scoprire o dover ammettere una debolezza, ma Akane in fin dei conti era pur sempre Akane e con lei aveva condiviso tutto, tranne i suoi veri sentimenti.

Fu molto comprensiva e gli permise di dormire nella sua stanza, preparando un futon ogni sera e avvisandolo ogni mattina del suono della sveglia.
Nonostante questo però gli incubi tornavano a tormentarlo, soprattutto quando tornando tardi non aveva modo di parlare con Akane prima che lei si addormentasse. In quelle occasioni Akane si avvicinava per destarlo dall’incubo e si stendeva accanto a lui per tranquillizzarlo parlando del più e del meno. Cercò di convincerlo che anche quando era ridotta ad una bambola tra le sue braccia cristallizzate non aveva avuto paura perché sapeva che lui sarebbe riuscito a salvarla e mentre lo diceva i suoi occhi brillavano e sorrideva sempre con una tale dolcezza che per Ranma era un tranquillante naturale. Avrebbe provato a baciarla in quei momenti, ma il timore di essere visto come un maniaco che era li solo per approfittare della situazione e quindi venire cacciato lo spaventava.

Arrivò l’inverno e ormai Akane lo attendeva tutte le sere per il loro momento indisturbato, chiacchierare al buio li rilassava e molte difese erano ormai cadute, Ranma raccontava episodi di infanzia e dei suoi allenamenti e lei rideva ad ogni sua esperienza tragicomica. Fu quasi naturale la notte nella quale Akane aveva detto a Ranma di dormire nel suo letto, dal momento che la caldaia non partiva e la notte era molto fredda per dormire nel futon sul pavimento.
L’imbarazzo iniziale era inevitabile, ma i due erano naturalmente rilassati e in sintonia che non ci fu nulla di sbagliato.  Ranma aveva ripreso a dormire senza più incubi, ogni qual volta che nel dormiveglia si svegliava Akane era al suo fianco, dormiva beata chiamandolo e ridacchiando nel sonno. Chissà cosa stava sognando, era così serena che avrebbe potuto fissarla per ore, avrebbe anche potuto baciarla se fosse sempre stata così dolce come lo era la notte. A quel pensiero divenne rosso, cosa andava pensando, se solo avesse provato a baciarla chissà Akane come avrebbe reagito, magari l’avrebbe picchiato e cacciato per sempre, oppure magari lei voleva che lui … tornò a dormire con un pensiero fisso.

Si svegliarono il giorno dopo uno nelle braccia dell’altro, le distanze ormai azzerate, lui l’abbracciava  senza stringerla, in maniera naturale e lei era comoda nel suo abbraccio, appoggiata al petto di lui. “Ranma svegliati, Ranma è tardi… se dovesse entrare Kasumi e trovarci così passeremmo dei guai seri!” disse cercando di muoverlo, ma Ranma immerso nel suo sonno strinse ancor di più quell’abbraccio e sussurrò “Akane… che bello” sorridendo tra sé e sé. Un misto di emozioni investirono Akane, Ranma la stava sognando, la stringeva e sembrava felice, così felice che decise che non ci sarebbe stato niente di male se avesse provato a baciarlo, magari era quello che stava sognando. Un po’ incerta su come muoversi, si spinse in alto quel poco che bastava per sfiorare le sue labbra con le proprie, leggera e timida, ad occhi chiusi perché quello che aveva deciso di fare era troppo imbarazzante e decisamente poco da lei. Le labbra di lui erano calde e morbide, il cuore le batteva all’impazzata, che avrebbe pensato Ranma se si fosse svegliato ora, ma non ebbe tempo di pensarlo perché in pochi attimi il suo bacio era ricambiato, Ranma la cingeva più forte e aveva portato la mano dietro la nuca di lei. La stava baciando e il suo cuore batteva forte come il suo, nel silenzio della sua stanza quel rumore di cuori che battevano allo stesso ritmo era quasi assordante, il bacio sembrava infinito o era il tempo ad essersi fermato, questo ormai non riusciva più a capirlo.
La voce di Kasumi arrivava puntuale come ogni mattina e i due come colti sul fatto si separarono con non poca fatica, gli occhi di lui negli occhi di lei, poi abbracciandola più forte poggiò la testa su quella di lei “Forse dovrei andare” “uhm… già, solo qualche altro minuto però”.


La camera era immersa nel buio, era ormai notte fonda e tutti in casa dormivano da ore. Prima un rumore e poi una sensazione di calore destò Akane dal suo sonno, come tutte le notti Ranma era li accanto a lei.
Vedendola sveglia il ragazzo sussurrò “torna a dormire, sono io” e così lei tornò al suo sonno profondo.
Ranma invece era agitato, ormai era passato un anno da quando aveva iniziato ad avere quei suoi incubi e da quando dormiva con Akane tutto sembrava aver trovato il giusto equilibrio.  Ne avevano passate tante da quel giorno di 8 anni fa quando era entrato in casa Tendo ed era stato presentato alla sua futura fidanzata. Otto anni nei quali il rapporto con Akane si era evoluto, aveva provato tante emozioni accanto a lei e negli ultimi mesi il loro rapporto era diventato più intenso.
La mattina arrivò un po’ più lentamente del solito, Ranma aveva passato gran parte della notte ad osservare Akane che ora dormiva dando le spalle.  La sveglia suonò puntuale, ma Ranma la spense rapidamente, non c’era motivo di avere fretta oggi, non avevano niente in programma se non aprire il dojo e attendere gli allievi nel primo pomeriggio.  Akane iniziava a svegliarsi, lo aveva notato dal modo in cui il respiro cambiava. “Non voltarti” e con l’indice le toccò leggermente la nuca. “Devo dirti una cosa, ma se ti voltassi non so se ci riuscirei” Sospirò “va bene, cosa è successo?”  “Ecco, niente di grave… solo che” si schiarì la voce che era intorpidita dalle ore di sonno e di silenzio “sai Akane, io  volevo solo dirti che sono sempre molto felice quando sto con te e che un anno fa non ero pronto a perderti, ma nemmeno a sposarti… perché volevo che quella scelta dovesse essere solo mia… e tua ovviamente” lei rispose rilassando il respiro e aggiungendo “Capisco Ranma, hai ragione non devi darmi spiegazioni” Ranma pensò di dover aggiungere qualcosa per chiudere il discorso, lo sentiva, non era stato abbastanza chiaro e Akane stava per fraintenderlo “Akane” e chiamandola lasciò andare il dito posto dietro la nuca “Akane ecco io, vorrei sposarti… se per te va bene, perché io ti amo” ecco l’aveva detto, solo che Akane non aveva avuto reazioni,  d’un tratto la senti sobbalzare come se avesse avuto una scossa, di scatto lui si alzo e girò la fidanzata che ormai voleva vedere negli occhi e lei era splendida come aveva immaginato che sarebbe stata in quel momento, con il volto arrossato, gli occhi lucidi e vedendolo gli regalò un sorriso che non avrebbe mai più dimenticato. Poi timidamente aggiunse “Ti amo anche io Ranma” e così dicendo anche il volto di lui si accese, ma non ebbe tempo di farsi scoprire ad arrossire perché Akane lo aveva già tirato a sé in un abbraccio che nemmeno la voce di Kasumi che li chiamava per la colazione avrebbe sciolto quella mattina.


Nota: Ebbene si, dopo tanti anni torno a pubblicare una oneshot, le mie preferite, ovviamente sempre e comunque su Ranma e Akane. 
Spero che vi piaccia e che non risulti troppo banale. 
 
 
 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Akane_Tendo