POV MARY MARGARETH
"da dopo il funerale non ho visto nessun miglioramento. Anzi, sta andando di male in peggio. Regina non vuole vedere nessuno e non è ancora uscita dalla sua cripta da ieri mattina. Sta cercando di isolarsi, David. Dobbiamo aiutarla." nessun rumore dall'altro capo della linea. Dopo qualche secondo, sentì un sospiro, quasi di rassegnazione, e la sua voce.
" senti, forse dovremmo lasciarla così. È chiaro che non vuole aiuto, perchè darglielo quando la farebbe solo arrabbiare? Diamole un pò di tempo, invece."
ma come fa a non capire?, pensò Mary Margareth, contrariata.
" sono passate sei settimane, David. La conosco, troppo tempo per riflettere la farà stare ancora più male. E se cedesse al lato oscuro? Dentro di lei è scoppiata una furiosa guerra tra bene e male, e appena troverà un pretesto per farlo, si lascerà trascinare verso quella parte che..."
"smettila."
"di fare cosa?"
"di preoccuparti così tanto. Non se lo merita, non dopo il modo in cui ti ha trattata."
La pazienza della mora aveva un limite, e pensò di averlo superato da un bel pò.
"Robin è morto per salvarla, e il rimpianto la mangerà viva." Gli sbattè il telefono in faccia e appoggiò i gomiti sul ripiano della cucina.
Ma come si può essere così insensibili? Snow si massaggiò le tempie, cercando di alleviare la morsa che le stringeva la testa. Niente da fare.
Dopo il modo in qui ti ha trattata.
La settimana scorsa la donna aveva cercato –senza successo– di avvicinarsi a Regina.
Erano nella sua cripta. Regina non si era accorta dell'arrivo dell'altra ed era intenta a guardare un album di foto.
Snow le aveva sfiorato dolcemente la spalla, comprensiva, e lei, repentina, l'aveva spinta contro il muro, facendo cadere diverse provette e pozioni. Aveva uno sguardo stanco e malinconico dipinto in volto, ma la sua presa ferrea/salda diceva tutt'altro. Sembrava arrabbiata. Con lei.
"Regina... che ti prende?!" Mary Margaterh, con la voce impastata dallo sforzo, aveva cercato di chiedere spiegazioni, ma al suono della sua voce aveva sentito che la presa sul collo si faceva sempre più stretta.
"che mi prende? Tu mi hai detto di credere, di avere speranza, ma ascoltando le tue stupide e melense parole tutto ciò che ho ottenuto è stata la morte della persona che amavo di più. Tu. Sei tu la causa di tutto. Tu hai ucciso Daniel, tu hai ucciso mia madre, tu mi hai portato via lui . Hai giocato con i miei sentimenti. L'idea che io potessi soffrire a causa delle tue azioni AVVENTATE non ti ha minimamente sfiorata.. Neanche per un secondo.
E adesso pagherai, per questo."
l'aveva schiacciata più violentemente contro il muro e aveva avvicinato la mano libera al petto dell'altra. Un dolore lancinante e famigliare attraversò tutto il corpo di SnowWhite, che in quel momento aveva avuto bisogno di vedere quello che Regina aveva fatto, perchè l'aveva sentito. Le aveva strappato il cuore. Per l'ennesima volta. Perchè non mi uccide?, pensò tra una lacrima e l'altra. Quante occasioni di mettere fine alla mia vita ha avuto nel corso della sua che ha gettato via?
La strega l'aveva guardata come incantata, quella sfera rosso acceso che batteva all'impazzata nella sua mano. Il cuore era anche striato da sottili ragnatele di nero. Ma ormai Biancaneve aveva fatto l'abitudine a quelle fessure di oscurità. E le stava combattendo con successo.
Dopo qualche istante Regina Mills aveva sorriso amaramente e rimesso al suo posto il cuore della figlia.
"visto? Non riesco a essere buona. Perchè mi piace di più essere il contrario."
era sparita in una nuvola di fumo viola, e da allora non l'aveva più vista.
La mora sentì aprire la porta e Henry sbucò dall'ingresso, distogliendoli dai suoi pensieri.
"tutto bene, nonna?" il ragazzo la guardò di sbieco, forse perchè sapeva già la risposta. era quella che la nonna gli dava ogni volta che le poneva questa domanda.
"ma certo, Henry."
"allora quelle sono perchè hai riso troppo." disse indicandole le guance. Lei, istinitvamente, le sfiorò con una mano, sentendole bagnate.
"oh. Non mi ero neanche accorta di aver pianto."
"forse perchè eri troppo occupata a pensare alla mamma?" il tono della voce di Henry assunse una nota più triste, quando pronunciò la parola 'mamma'.
"forse." Mary Margareth oltrepassò il ripiano e abbracciò suo nipote, cercando di controllare i battiti troppo forti del suo cuore. Rimasero così per qualche minuto.
"Regina è forte, e noi la aiuteremo a superare questo momento difficile. Dopotutto è anche mia madre."
gli sussurrò lei all'orecchio, il suo fiato che andava a sbattere sulla sua spalla. E solo allora si rese davvero conto di quanto era cresciuto Henry Mills. La prima volta che l'aveva visto era in fasce tra le braccia di Regina... adesso la superava in altezza di una decina di centimetri.
"non crescere troppo in fretta, Henry." si staccò da lui sorridendo e gli scompigliò i capelli con fare amorevole. Adesso anche lui sorrise. Timidamente. Proprio come sua madre.
"hai qualche idea per impedirmelo?"