08/07/2009
2 recensioniL’Ospite
più Interessante
-Perdona
la mia intrusione, becchino-.
E si volge, allontanandosi, accompagnato dal suo fedele maggiordomo – come sempre.
Lo sguardo adombrato dal bizzarro cappello a punta contempla la minuta ed elegante figura del ragazzino – perché, in fondo, Ciel Phantomhive è ancora così giovane –, studiandone con minuziosa attenzione ogni particolare, dalle vesti raffinate che nascondono il corpo quasi troppo gracile al laccio della benda nera che copre l’occhio destro, sin quando la porta non si chiude silenziosamente alle spalle di Sebastian, il fedele servitore.
Rimasto solo, l’uomo muove qualche passo verso lo scaffale colmo di contenitori, cercando quanto gli occorre; le lunghe dita simili a zampe di ragno sollevano un biscotto all’altezza della bocca, che pigramente ne strappa un pezzo durante la ricerca.
Infine il braccio si allunga, si fa spazio fra gli oggetti disposti sulla mensola e la mano si serra sullo scalpo ricoperto dai capelli scuri che ha sottratto al capo di uno dei suoi innumerevoli ospiti.
Lo osserva per un lungo istante prima di sistemarlo con cautela sulla testa del suo manichino affinché non scivoli; poi, terminato il biscotto, sposta nuovamente l’attenzione sullo scaffale, da dove prende un nastro nero che avvolge attorno al capo del fantoccio.
Conclusa l’opera, indietreggia d’un passo per ammirare il risultato.
Lo sguardo intriso di soddisfazione scivola sulla sezione di encefalo dipinta sulla fronte, quasi completamente nascosta dal ciuffo di capelli dello scalpo, sull’unico occhio rimasto scoperto – l’occhio vuoto di una bambola –, sui muscoli e i vari organi rappresentati su tutto il piccolo corpo a grandezza di bambino.
Ancora una volta, la mano del becchino corre alla scatola dei biscotti e porta un secondo dolce alle labbra, che fameliche lo inghiottiscono quasi per intero.
Gli angoli della bocca si increspano in un sorriso enigmatico mentre la lingua scivola a catturare anche la più piccola briciola di biscotto sfuggita ai denti; le dita affusolate si tendono e gentili carezzano i capelli seccati dal tempo del manichino, che immobile osserva quei movimenti con occhi inespressivi – in fondo, non è niente di più che una bambola.
E tuttavia l’uomo è ugualmente accontentato, almeno finché non potrà sostituire il ragazzo in carne ed ossa a quel fantoccio di misera plastica.
Oh, sì, conte Phantomhive, medita picchiettando l’unghia sul mento, voi sarete sicuramente il mio ospite più interessante, prima o poi.
E si volge, allontanandosi, accompagnato dal suo fedele maggiordomo – come sempre.
Lo sguardo adombrato dal bizzarro cappello a punta contempla la minuta ed elegante figura del ragazzino – perché, in fondo, Ciel Phantomhive è ancora così giovane –, studiandone con minuziosa attenzione ogni particolare, dalle vesti raffinate che nascondono il corpo quasi troppo gracile al laccio della benda nera che copre l’occhio destro, sin quando la porta non si chiude silenziosamente alle spalle di Sebastian, il fedele servitore.
Rimasto solo, l’uomo muove qualche passo verso lo scaffale colmo di contenitori, cercando quanto gli occorre; le lunghe dita simili a zampe di ragno sollevano un biscotto all’altezza della bocca, che pigramente ne strappa un pezzo durante la ricerca.
Infine il braccio si allunga, si fa spazio fra gli oggetti disposti sulla mensola e la mano si serra sullo scalpo ricoperto dai capelli scuri che ha sottratto al capo di uno dei suoi innumerevoli ospiti.
Lo osserva per un lungo istante prima di sistemarlo con cautela sulla testa del suo manichino affinché non scivoli; poi, terminato il biscotto, sposta nuovamente l’attenzione sullo scaffale, da dove prende un nastro nero che avvolge attorno al capo del fantoccio.
Conclusa l’opera, indietreggia d’un passo per ammirare il risultato.
Lo sguardo intriso di soddisfazione scivola sulla sezione di encefalo dipinta sulla fronte, quasi completamente nascosta dal ciuffo di capelli dello scalpo, sull’unico occhio rimasto scoperto – l’occhio vuoto di una bambola –, sui muscoli e i vari organi rappresentati su tutto il piccolo corpo a grandezza di bambino.
Ancora una volta, la mano del becchino corre alla scatola dei biscotti e porta un secondo dolce alle labbra, che fameliche lo inghiottiscono quasi per intero.
Gli angoli della bocca si increspano in un sorriso enigmatico mentre la lingua scivola a catturare anche la più piccola briciola di biscotto sfuggita ai denti; le dita affusolate si tendono e gentili carezzano i capelli seccati dal tempo del manichino, che immobile osserva quei movimenti con occhi inespressivi – in fondo, non è niente di più che una bambola.
E tuttavia l’uomo è ugualmente accontentato, almeno finché non potrà sostituire il ragazzo in carne ed ossa a quel fantoccio di misera plastica.
Oh, sì, conte Phantomhive, medita picchiettando l’unghia sul mento, voi sarete sicuramente il mio ospite più interessante, prima o poi.
...
Becchino x Ciel? Chi può dirlo.
Ecco il mio 'esordio' nel fandom di Kuroshitsuji, un manga di cui - sebbene abbia letto soltanto nove capitoli, per ora - mi sono innamorata in fretta.
Ed è strano, perché sinora io ho scritto sempre e soltanto di Naruto.
Spero che questo mio breve Missing Moment sul Becchino [so che dovrebbe chiamarsi Undertaker - almeno per quel che mi ha detto gente che vede l'anime -, ma Becchino mi piace di più] - situato nel capitolo 6 - vi sia piaciuto, e spero anche di non aver stravolto il carattere del personaggio perché, nel caso si ripresenti più avanti del capitolo 9 totalmente cambiato, purtroppo io ancora non lo so. Se fosse successo, perdonatemi, non è mai mia intenzione scadere nell'OOC, specie con un personaggio che mi ha affascinato quanto questo.
La prima frase - quella di Ciel - proviene appunto dal capitolo 6, mentre lui, Madame Red, Sebastian e Lau se ne stanno andando dopo aver ottenuto delle informazioni a proposito di Jack lo Squartatore.
Bene, lo sproloquio è terminato, e ancora una volta ribadisco che spero abbiate gradito la flash di quella che, in fondo, è solo un diavolo di fanwriter.
Yay.
Saeko no Danna, scrittrice a tempo pieno... purtroppo
Ecco il mio 'esordio' nel fandom di Kuroshitsuji, un manga di cui - sebbene abbia letto soltanto nove capitoli, per ora - mi sono innamorata in fretta.
Ed è strano, perché sinora io ho scritto sempre e soltanto di Naruto.
Spero che questo mio breve Missing Moment sul Becchino [so che dovrebbe chiamarsi Undertaker - almeno per quel che mi ha detto gente che vede l'anime -, ma Becchino mi piace di più] - situato nel capitolo 6 - vi sia piaciuto, e spero anche di non aver stravolto il carattere del personaggio perché, nel caso si ripresenti più avanti del capitolo 9 totalmente cambiato, purtroppo io ancora non lo so. Se fosse successo, perdonatemi, non è mai mia intenzione scadere nell'OOC, specie con un personaggio che mi ha affascinato quanto questo.
La prima frase - quella di Ciel - proviene appunto dal capitolo 6, mentre lui, Madame Red, Sebastian e Lau se ne stanno andando dopo aver ottenuto delle informazioni a proposito di Jack lo Squartatore.
Bene, lo sproloquio è terminato, e ancora una volta ribadisco che spero abbiate gradito la flash di quella che, in fondo, è solo un diavolo di fanwriter.
Yay.
Saeko no Danna, scrittrice a tempo pieno... purtroppo