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Autore: MorwenRivendell    23/07/2018    0 recensioni
Hayden Hill è difficile,carattere duro e complicato.
Ha raggiunto un punto della sua vita nel quale ha allontanato tutti. Ormai non vede una via d'uscita, crede di aver perso tutto e passare un mese a casa di sua nonna in una città fredda e lontana non sembra migliorare la situazione,sa però che potrà trovare un po' di pace e tranquillità. Ma non sempre le cose sono come ci aspettiamo. Hayden scoprirà presto, infatti, di non essere la ragazza ordinaria che aveva sempre creduto di essere, la ragazza è la portatrice dell'anello e questo la porterà a vivere avventure in terre lontane e che non le appartengono, in un tempo che non è più il suo e affrontare nemici molto più potenti di lei.
Ma se avesse qualcuno dalla sua parte? Qualcuno che le aprirà gli occhi e la farà sperare di nuovo? E se fosse Legolas colui che è destinato ad assumersi questo compito?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi tiro su i lunghi capelli corvini con le mani, cercando di legarmeli in qualche modo. Il caldo mi invade tutto il corpo, facendomi sentire appiccicosa. Appena partita mi ero preoccupata del freddo ma non del caldo. Anche gli altri non sembrano essere messi meglio di me. Pipino e Merry sono sul cavallo affianco al mio e si sventolano a vicenda con alcune grandi foglie raccolte chissà dove. Ridacchio di fronte alla scena e mi volto dall'altra parte, dove c'è Legolas che guarda dritto davanti a se. Sono passati dieci giorni di viaggio dalla notte in cui ho dormito abbracciata a lui. Non ne ho più fatto parola, fingo che non sia successo. Lo evito appena posso e ho chiesto di andare a cavallo insieme ad Aragorn. Non credo che l'elfo se ne sia accorto. È lì, che cavalca tranquillamente vicino a me. Composto come sempre, neanche una goccia di sudore sulla sua fronte perfetta. Che voglia di lanciargli addosso le foglie dei due hobbit e quelle di tutto il bosco. Non so precisamente dove siamo, ogni volta che chiedo qualcosa mi rispondono con nomi impronunciabili e mai sentiti. So solo che sono passati troppi giorni dall'inizio del viaggio e sono tutti uguali. Partiamo la mattina a cavallo, ci fermiamo per mangiare, ripartiamo, ci fermiamo per dormire. E ricomincia tutto daccapo. La notte non dormo molto ma Legolas sta di guardia ogni volta. Lo vedo passeggiare nel buio, senza far rumore, con il suo arco e le sue frecce. Sta in piedi tutta la notte ed io mi trovo a chiedermi cosa pensa. Un raggio di sole mi arriva dritto in un occhio e mi distrae dai miei pensieri. Mi guardo i pantaloni, quelli che mi hanno concesso miracolosamente al posto della gonna. Li sento pesare il doppio per il caldo. I capelli si sciolgono dall'acconciatura che avevo tentato di fare, tornando a soffocarmi il collo. "Ferma il cavallo" dico con una finta calma. Aragorn gira la testa di lato facendomi vedere la sua espressione confusa. "Dobbiamo continuare il viaggio" risponde poi. "Aragorn" "Ci fermeremo tra non molto" "Ferma il cavallo!" Mi trovo a urlare. A quel punto tutti i cavalli si fermano. Io scendo senza pensare. Mi guardo intorno, quando vedo un pugnale nella cintura del mio compagno di viaggio. La afferro prima di dire "Torno tra un istante" Dopodiché mi addentro un po' di più nel bosco, nascondendomi dietro ad un albero. Mi sfilo i pantaloni e li taglio con il pugnale. Alla fine guardo il mio lavoro: dei pantaloncini corti. Sorrido ma, non ancora soddisfatta, riprendo la piccola arma e ritaglio un'altra striscia del tessuto avanzato e lo uso per legarmi i capelli in una coda alta. Mi rivesto e torno alla compagnia che è ferma ad aspettarmi. "Possiamo andare" dico risalendo al mio posto, sotto gli occhi di tutti. "Lady Hayden, probabilmente non vi sarete accorta che siete nuda" mi dice Aragorn, con tono un po' stupito. Mi guardo le gambe, confusa. "Ma io non sono..." non concludo la frase, ricordandomi in quell'istante dell'epoca del mondo in cui mi trovo. Mi giro a guardare le persone intorno a me: Gandalf ride sotto i baffi, i quattro hobbit mi fissano con occhi spalancati, Gimli cerca di guardare ovunque al di fuori di me e pare molto buffo mentre Boromir mi guarda in maniera parecchio inquietante. Non ho il coraggio di guardare Legolas. "Non è un mio problema se non avete mai visto una donna nuda" rispondo allora, prendendoli in giro. La risata di Gandalf risuona per il bosco, mentre gli altri si riprendono e decidono di guardare altro. Merry e Pipino si mettono a cantare una delle loro canzoni ed io mi godo il panorama e il caldo, che è diventato sopportabile. Mentre mi guardo intorno incrocio lo sguardo dell'elfo, poco più indietro di me ed Aragorn. Il biondo dalle orecchie appunta inizia a scuotere la testa sorridendo, probabilmente per la mia ultima risposta. Io gli lancio un finto sorriso a trentadue denti di rimando prima di rigirarmi, ascoltando i miei due hobbit preferiti cantare. Dopo poco i cavalli passano dal trotto alla corsa e continuiamo il viaggio per parecchie ore. La luce del primo pomeriggio piano piano svanisce, lasciando spazio alla penombra della sera. Il caldo finalmente passa e, come tutti i giorni precedenti, tra non molto ci fermeremo per riposare. "Aragorn" dico ad un certo punto. Lui in risposta gira per un attimo la testa di lato. "È molto bella l'elfa con cui ballavi alla festa prima della partenza" Lo sento sorridere "Si, lo è." "Come si fa con un essere immortale?" L'uomo rimane un attimo in silenzio. "Deve rinunciare alla sua immortalità." "Lei vuole?" Inizio ad osservare le stelle, che ormai si vedono chiare in cielo. "Si, vuole una vita mortale con me" lo dice come se ancora non ci credesse. "È bellissimo" "Non per suo padre" risponde con un sorriso amaro. Mi metto a ridere e lui si unisce a me. "E voi? Non avete nessuno nel vostro mondo che vi aspetta a casa?" Chiede ad un certo punto. "Mia madre conta?" Accenna una risata e scuote la testa. "Avevo qualcuno" dico allora. Forse è arrivato il momento di raccontato a qualcuno, ora che c'è una persona di cui potrei fidarmi. I miei pensieri vengono interrotti bruscamente da un forte rumore di cavalli che corrono. Un rumore più forte di quello dei nostri, che li sovrasta completamente. "Gandalf, cosa succede?" Chiede Frodo urlando per farsi sentire. I passi pesanti vengono da dietro di noi, mi giro per cercare di capire e vedo delle grosse figure nere, venire sempre più vicine. "Che diamine sono quelli?!" Urlo. Più si avvicinano e più la paura sale dentro di me. Ognuno è avvolto da un grande mantello nero, come il colore dei loro cavalli. "Sono i cavalieri neri" urla il mago. Li guardo meglio e mi rendo conto che sono senza volto. Sento un forte grido e mi rendo conto di essere io solo una volta caduta sulla terra. "Hayden!" Sento chiamare il mio nome ma non riesco a muovermi, fisso uno dei cavalieri senza faccia venire piano verso di me, con aria minacciosa e letale. Mi rendo conto che gli incubi che hanno infestato i miei sogni sono davanti a me e vogliono il mio anello, mi vogliono morta. Il cavaliere cerca di avanzare ancora ma si blocca, venendo colpito da una freccia dopo l'altra. Non faccio in tempo a pensare di scappare che vengo afferrata per le braccia e tirata su dall'elfo che fa partire il cavallo dalla parte opposta delle grosse figure scure. "Ci riuniremo al resto della compagnia non appena sarete in un posto sicuro" mi dice ad un certo punto. Lo sento lontano, come se fossi in una campana di vetro. "Hayden" "Mh?" "Raccontatemi qualcosa" "Io..." Non rispondo, non riesco. Lascio tutto scorrere vicino a me. Si ferma dopo un paio d'ore, il bosco si è fatto più fitto, ci sono più alberi grandi e scuri. Scendiamo entrambi dall'animale bianco e ci mettiamo a camminare. "Hayden, vi prego, parlatemi di qualcosa" Dice. Io sono intenta a guardare la terra che pesto. "Com'è il vostro mondo?" Cerca di distrarmi da quello che è successo, ma non può riuscirci. Resto ancora in silenzio. "Cosa vi piace fare?" "Leggere" decido di rispondere, per fargli smettere di fare domande. "Ma anche stare al computer, sono molto brava a Tetris" Lui fa uno sguardo confuso ed io mi metto a ridere. "Mi piace uscire quando c'è bel tempo e dormire quando è brutto" continuo, vedendolo sorridere. "Mi piace mangiare i biscotti con le gocce di cioccolato ma quello piace a tutti nel mio mondo. Mi piace il mio mondo, non lo pensavo. E mi manca, mi manca mia madre e il suo sorriso perenne. Mi manca mio padre e la nostra complicità. Mi mancano le mie amiche, ma quelle le avevo già perse" Mi accorgo di star parlando troppo e mi fermo. Legolas mi guarda incuriosito. "E la persona che avete perso?" Chiede serio. "Ma come fai a saperlo?" Chiedo scocciata. "Vi ho sentita parlare ad Aragorn" risponde semplice, come se fosse ovvio. "Mi scocciano i tuoi super poteri da elfo" lui ride lievemente. Era da un po' che non sentivo la sua risata. Camminiamo ancora un po' e io sto per chiedere dove siamo diretti quando lui parla. "Non crediate che non mi sia accorto che mi state evitando" "Evitando? E perché dovrei?" Chiedo cercando di mentire al meglio. "Non so la ragione ma sapete anche voi che è ciò che state facendo" "Forse è per non darti false illusioni" rispondo allora io. Lui si ferma e fa un sorriso sardonico. Mi fermo anch'io, seria, e l'elfo si avvicina. "Voi non volete illudere me?" "Già" è l'unica parola che riesco a dire, perché la sua vicinanza mi annebbia la mente. Siamo a pochi centimetri l'uno dall'altra ed io vedo ogni particolare di lui. Cerco di rimanere composta e decisa. Si fa serio e si avvicina ancora un po', lo guardo nei suoi occhi azzurrissimi e mi dimentico di tutto. Sento la temperatura salire di botto e un'innata agitazione farsi largo nel mio stomaco. "Non vi faccio nessun effetto?" Mi sussurra. Sbatto le ciglia, incapace quasi di rispondere. Ci metto tutta la forza di volontà possibile per rispondere "No." L'elfo allora si allontana. Mi rendo conto che probabilmente sono rossa in viso e cerco di ricompormi. Ricominciamo a camminare. "Ora mi dici dove siamo?" Chiedo incrociando le braccia. Lui sorride prima di rispondere "a Bosco Atro"
  
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