Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: Mimithe_Moonlight    23/07/2018    4 recensioni
Lucy scompare lasciando solo un biglietto in cui annuncia che se ne andrà per qualche tempo ma cosa succederebbe se una vlta tornata lei fosse cambiata e non fosse più sola ma accompagnata da una piccola bambina, sua figlia ?
Cosa succederebbe se il suo corpo fosse coperto di piccole cicatrici e il suo potere fosse aumentato notevolmente? Il suo passato verrà a bussare alla porta e per Fairy Tail inizierà una nuova battaglia.
Buona lettura!!
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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PICCOLA PREMESSA DELL’AUTRICE 


Lo so, è passato molto tempo e davvero mi dispiace da morire ma si potrebbe dire che ho perso la bussola in questa storia. Questo capitolo che segue è breve e non mi convince molto ma dovevo scriverlo, insomma, era passato troppo tempo e dovevo andare avanti, solo che non sapevo come. Sono comunque stupita perché questa storia non era mai nata per essere una serie, doveva semplicemente essere un breve racconto e fine. Poi mi avete scritto per sapere come sarebbe continuata e non ho saputo resistere ed eccoci in qualche modo al decimo capitolo. Sono felice comunque e intenzionata ad arrivare fino in fondo anche se non ho idea di quale sia ne di quando ci arriverò ma a piccoli passi, prima o poi ce la farò. Per questo vi imploro siate pazienti e non odiatemi per i miei mesi di buco fra un capitolo e l’altro. Detto questo vi lascio al capitolo e spero recensirete. Buona Lettura.



 
NELLA TANA DEL LUPO

Il sole sta ormai sorgendo mentre osservo i primi uomini di Haru tornare alla base, i volti tirati in espressioni vuote e stanche rivolti verso la fortezza apparentemente inespugnabile dove mi devo introdurre di nascosto. Una piccola spaccatura nella montagna lascia passare un po’ di luce quando si apre per lasciarli entrare, rischiarando il cielo debolmente illuminato dai primi raggi di un timido sole. Scorro il profilo aspro del monte alla ricerca di un minimo segno di debolezza ma ricordo quanto è stato difficile uscirne ‘ultima volta e le cicatrici sul mio corpo non fanno altro che ricordarmelo ogni giorno. Sotto le rupi aguzze si aprono feritoie da cui il nemico osserva lo stretto sentiero sottostante, l’unica via di accesso conosciuta. Impossibile passare inosservati. Dietro la piccola porta in ferro battuto si nascondono le trappole magiche pronte ad uccidere chi si introduca all’interno senza conoscerne la disposizione ed anche la porta stessa è praticamente impossibile da forzare. Davanti a me si erge, in pratica, un’impresa impossibile. Abbasso gli occhi sulla mappa che Reedus ha disegnato seguendo le descrizioni mie e di Shadow, con un dito seguo il percorso degli stretti corridoi. Ricordo quante volte li ho percorsi correndo scalza nel buio con le mie chiavi strette nella mano e quante volte ho fallito. Ero ancora debole allora, una debole ragazzina incinta e senza un posto dove andare. Sola. Poi avevo sentito dei colpi fuori dalla mia cella e Shadow era entrato e mi aveva liberato trascinandomi fuori, a volte portandomi in braccio, troppo stanca anche per parlare. Mai più di allora fui convinta che avrei perso quel bambino. Non avremmo potuto sopravvivere entrambi a tutto quello che stava accadendo. E’ vero lo pensavo, ma Emma era già forte, una combattente. Sopravvisse. Sopravvivemmo entrambe e fu allora che iniziai a sentire il peso delle responsabilità che avevo verso quella bambina. Per lei decisi di diventare più forte, mi allenai e portai il mio corpo allo stremo. Non era rimasto quasi più nullo della vecchia Lucy, nulla a parte quel ritratto di tutta la Gilda e un sorriso di buffi capelli rosa distrutto nel fuoco ma conservato in fondo al cuore. Fu la sera in cui decisi che non sarei mai tornata indietro quella in cui mi liberai di tutto ciò che mi ricordava la mia vecchia famiglia.
Ma Haru cambiò tutto. Mi ha costretto a tornare sui miei passi, sono tornata a quella che una volta chiamavo “casa”. Eppure qualcosa è cambiato, io sono cambiata. Loro se ne sono accorti, hanno cercato di ritrovare in me l’ombra della vecchia Lucy ma ora, qui con la mia spada legata alla schiena e i pugnali che tintinnano pendendo dalla cintura intorno ai fianchi, mi chiedo se da qualche parte quella ragazza ci sia ancora. Sollevo gli occhi verso la luna che splende ormai opaca in uno sghembo sorriso e fa scintillare il piccolo torrente che scorre silenzioso su un lato della montagna spuntando da una sottile fessura quasi sulla vetta. Sorrido fra me e me, ecco la mia occasione.
Silenziosamente scalo il crinale roccioso in groppa allo spirito della Terra, le sue zampe morbide che non falliscono mai la presa sulle rocce friabili mentre seguiamo il corso del rigagnolo coperti da un sottile strato di nebbia che mi bagna i vestiti e ricopre il suo pelo morbido di minuscole goccioline. Poi finalmente scorgo lo stretto cunicolo da cui nasce il sottile fiumiciattolo. Accarezzo un’ultima volta lo spirito prima di saltare giù dalla sua groppa mentre scompare con un sordo fruscio. Cautamente mi avvicino alla spaccatura per paura che ci sia qualcuno appostato di guardia pronto a tendermi un agguato. Allungo una mano verso la cintura sussurrando il nome di Aquarius. Lo spirito appare e stranamente non tenta di colpirmi, mi guarda invece con occhi seri.
-Spero tu sappia cosa stai facendo- sibila stringendo il suo vaso.
-Voglio solo salvare mia figlia, il resto non mi importa-
-Mi chiedo come potrai salvarla una volta che lui ti avrà catturata. Da morta non sarai utile a nessuno-
-E’ per questo che ti ho chiamata. Ho bisogno che tu parli con gli altri spiriti, in caso mi dovesse succedere qualcosa vorrei che tu e gli altri vi prendeste cura di Emma come avete fatto con me. Le stelle sono nel suo sangue come nel mio, è il suo destino-
Aquarius spalanca i grandi occhi blu avvicinandosi piano.
-Lucy…-
-Promettimelo- ripeto risoluta lei mi guarda stupita, nel suo sguardo leggo troppe domande, domande a cui forse non riponderò mai.
-Te lo prometto ma Lucy…-
-Uhm?-
-Sappi che se dovesse succederti qualcosa ti farò male, molto male- sorrido stancamente annuendo.
-Ora vai, ti voglio bene Aquarius- mormoro avvicinandomi al cunicolo.
-Puah, non essere sdolcinata- esclama ma mentre ormai sono già all’interno della minuscola galleria la sento sussurrare
-Anch’io mocciosa- Poi svanisce e io inizio ad avanzare a gattoni nel rigagnolo, una piccola sfera di luce a illuminarmi la via, i pugnali che a ogni passo mi danno sicurezza rimbalzando contro la gamba mentre nel cuore si fa strada l’oscura paura della terribile fine che mi potrebbe attendere. Ma per Emma ne vale la pena, per lei sono pronta a morire.
Arrivo alla fine del cunicolo che ormai le mie mani sono tagliate e sanguinanti a causa degli speroni rocciosi incontrati lungo il cammino. Ascolto con attenzione i ritmi cadenzati dei passi nelle gallerie sotto di me e attendo pazientemente il silenzio per evocare Virgo e scavarmi una via d’uscita. Vedo negli occhi dello spirito il desiderio di chiedere qualcosa ma con un veloce gesto la zittisco. Non ho molto tempo. Estraggo la spada e per un secondo il mio pensiero torna alla Gilda, alla promessa che avrei smesso di uccidere, di usare la mia magia per fare del male. Un’altra promessa infranta, un’altra speranza disattesa, la loro speranza che sarei potuta essere di nuovo quella di prima. Ma la “nuova Lucy” è una mercenaria, un’assassina, non più una fragile donna. Alzo il cappuccio tentando di nascondere il viso e stringendo la mano intorno all’elsa. Il marchio della Gilda nascosto da bende nere. “Sto arrivando Emma”.
Percorro il corridoio con la testa bassa, cercando di passare inosservata fra i soldati, le chiavi ben nascoste sotto il mantello. Un brivido mi scorre lungo la schiena e istintivamente abbasso la mano a sfiorare il profilo rassicurante della mia frusta. Poi ad un tratto qualcuno mi afferra per il polso costringendomi a fermarmi. Il mio cuore smette di battere, il respiro si ferma mentre mi volto per guardare chi mi sta bloccando. So già che appena i nostri occhi si incontreranno lui capirà che non sono parte della sua Gilda, che sono un estranea e allora sarò in guai seri. Stringo i pugni e sollevo il capo nascosto dal cappuccio.
-Tu…-inizia a dire ma prima che possa dire qualcos’altro lo spingo contro la parete, in un anfratto della galleria dove, nascosta dall’ombra, estraggo il pugnale puntandoglielo contro la gola.
-Prova ad urlare o fare qualsiasi altra cosa e ti giuro che nemmeno tua madre ti riconoscerà quando avrò finito con te- sibilo appoggiandomi contro di lui in modo che le mie parole gli giungano chiare all’orecchio.
-Tu sei la Imperatrice, quella che lui vuole…- mormora spalancando gli occhi –sei la madre della bambina-
-Dov’è lei?- domando mentre il mio cuore batte veloce a sentire che Emma è davvero lì da qualche parte. Lui si stringe nelle spalle ma so bene che sta mentendo. Premo il coltello più forte contro la sua gola e una goccia di sangue gli scorre lungo la pelle.
-Proviamo ancora, dov’è mia figlia?-
-Okay va bene, va bene parlerò- si affanna a dire lui deglutendo in preda al panico. –L’ultima volta che l’ho vista era nel Grande Salone, Haru vuole che stia sempre con lui, non la lascia andare da sola da nessuna parte. Sa che saresti venuta a cercarla e non ha intenzione di lasciarti scappare questa volta- spiega con il volto bianco di paura lo scagnozzo.
-Come lo raggiungo?-
-Segui questa galleria, in fondo troverai delle porte di metallo, prendi la più grande e continua sempre sulla stessa strada. Ti porterà dritta da lui. Ora lasciami andare non dirò niente a nessuno lo giuro-
-Vedi mi piacerebbe tanto crederti ma purtroppo non posso permettermi di sbagliare…- mormoro poi gli afferro il capo torcendolo con un colpo netto. Come una marionetta senza fili, il suo corpo improvvisamente si fa pesante contro il mio mentre lo spingo nell’anfratto per nasconderlo il più possibile alla vista. Sospiro nascondendo meglio i capelli sotto il cappuccio prima di tornare alla luce delle torce con in bocca l’amaro sapore che mi dà l’uccidere una persona. Cosa sono diventata? Prima avrei esitato, avrei cercato una soluzione migliore, ma la nuova Lucy non aspetta, non concede seconde possibilità né il perdono. La nuova Lucy non perdona nemmeno sè stessa. So bene che è una trappola, che Haru mi sta già aspettando, pronto per uccidermi una volta che gli avrò dato ciò che vuole. Le mie possibilità di uscire viva da qui sono scarse anzi forse nulle, temo, ma Emma è la mia anima, ciò che di buono rimane in me. Per lei sono pronta a combattere fino all’ultimo respiro, finchè l’ultima goccia di sangue non avrà lasciato il mio corpo. Davanti ai miei occhi continua a riproporsi prepotentemente il viso di Natsu, che già progettava un futuro per noi, lo stesso Natsu a cui io ho mentito promettendo qualcosa che non gli potrò mai dare. Sento gli occhi farsi insolitamente lucidi al pensiero di cosa mi sto lasciando alle spalle, della famiglia che volontariamente sto abbandonando, ancora una volta, ma questa volta per sempre. Sapevo già che anche questa volta non sarei potuta rimanere a lungo, inseguita dai fantasmi del mio passato, da chi conosce il mio potere e lo vorrebbe per sé. Haru è solo il primo di una lunga lista di nomi che negli anni si è fatta sempre più lunga. Shadow questo lo sa bene, lo capisce. Comprende ciò che ho fatto e sa bene che chi siamo e quello che facciamo per sopravvivere sono due cose molto diverse ma non è la stessa cosa per la Gilda. Loro sono i buoni, noi ormai non lo sappiamo più chi siamo. Combattere, uccidere per sopravvivere ti cambia, ci sono poche cose a cui aggrapparsi per non perdere la testa ed Emma è la mia àncora, l’unica cosa che mi impedisce di smarrire la strada definitivamente. Se lei dovesse morire io non avrei più senso di esistere. Non avrei più un motivo per continuare a respirare. Per questo non mi volto piena di rimorsi a guardare il corpo dell’uomo che ho appena ucciso a sangue freddo, non mi volto a pensare a tutte le persone che sono dovute morire perché io potessi continuare a vivere. Cammino invece veloce lungo la galleria la mano stretta intorno alla mia spada, gli occhi bassi e la mente allerta. Non posso rischiare di essere scoperta ancora, non posso rischiare Emma. In pochi minuti raggiungo le porte di metallo e dopo aver spinto con cautela quella più grande mi affretto lungo la galleria deserta seguendo il suono ovattato di voci lontane finchè non giungo al grande salone. E’ davvero immenso, situato nel cuore della fortezza, di forma circolare e con un altissimo soffitto a volta scavato direttamente nella roccia incisa con figure umane e mostruose che lottano. Stalattiti pendono dall’alta volta gocciolando in un laghetto al centro della sala. Torce magiche illuminano il salone appese al muro e le ombra degli uomini di Haru si allungano sul pavimento nero. Sono tanti ma non abbastanza da intimorirmi. La presa si fa salda sulla spada mentre cerco di vedere Emma. Poi finalmente il bagliore dorato dei suoi capelli attira la mia attenzione. Eccola, chiusa in una piccola gabbia appesa di fianco al trono di pietra rialzato su cui siede Haru. Lui ha gli occhi fissi sui capi del suo esercito che pieni di ferite riportano la situazione attuale della Gilda Oscura. Vedo la rabbia pervadere il suo volto mentre stringe i pugni, gli occhi che saettano fra un generale e l’altro.
-Mi state dicendo che in meno di sei ore, Fairy Tail, un’unica Gilda, è riuscita a conquistare e distruggere ogni nostro avamposto a Magnolia e che l’unico posto sicuro rimanente è questa fortezza-
-Siamo spiacenti signore, ma la loro forza…Nessuno si aspettava che potessero attaccarci con una tale furia. Anche Tetsu e Ishi sono state messe in fuga poche ore fa da una giovane guerriera dai capelli rossi e da un vecchio. Nessuno fin’ora era mai riuscito a fare tanto eppure sembra che abbiamo sottovalutato Fairy Tail. La nostra Gilda è in ginocchio ma se ci potesse concedere un altro po’ di tempo…- Prima che possa terminare di parlare Haru ha già sceso a lunghi passi la scala che lo separava da loro e con un unico colpo di magia li ha completamente annientati lasciando di loro solo corpi irriconoscibili. Emma urla e si stringe in fondo alla sua piccola cella che dondola pericolosamente e il mio cuore si sringe nel vedere la paura nei suoi grandi occhioni lucidi di lacrime.
-Un altro po’ di tempo…- mormora con disgusto fra sé e sé Haru tornando al suo trono. Le sue guardie personali sono rimaste accanto a lui senza muovere un muscolo per aiutare o proteggere in qualche modo i propri compagni. Sembra che nessuno abbia intenzione di alzare la testa e ribellarsi a lui.
-Un compito avevo assegnato. Distruggere Fairy Tail e portarmi Lucy ed Emma vive. Vorrei dunque sapere come mai nessuno riesce a darmi quello che voglio. Dov’’è la madre di mia figlia?!- Sbraita ma nessuno parla. Il freddo della stanza diventa ancora più pesante mentre mi faccio avanti abbassando il cappuccio e mostrando il mio viso, il mento sollevato, la spada sguainata al mio fianco.
-Perché è già qui- rispondo a voce abbastanza alta da attirare la sua attenzione. In un attimo le sue guardie mi sono addosso e tentano di colpirmi per trascinarmi ai piedi del loro capo. Volteggio agilmente nell’aria facendo schioccare la frusta mentre con l’altra mano stringo la spada già scivolosa di sangue. I capelli mi si appiccicano al viso e il cuore sembra uscirmi dal petto quando improvvisamente tutto intorno a me si placa. Sollevo lo sguardo e incontro gli occhi terrorizzati di Emma, per un secondo mi chiedo se forse sono davvero io a farle paura, se mai riuscirà a dimenticare la furia negli occhi della sua mamma mentre uccideva degli esseri umani.
-Lucy…-mormora Haru avvicinandosi a me. Subito sollevo la spada riempiendo la distanza fra noi.
-Sapevo che prima o poi saresti venuta da me- commenta con un sorriso fermandosi
-Lascia andare Emma e forse potrei mettere fine a questa storia in modo rapido e indolore, Haru, basta solo che la liberi- Lui fa un passo avanti lasciando che la spada gli ferisca il petto coperto da una sottile casacca bianca che subito si impregna di rosso.
-Mi dispiace tanto Lucy ma sai bene che mi servite entrambe per ottenere ciò che voglio. Aprire i Sette Portali e liberare il Chaos nel mondo. Puoi uccidermi ora se vuoi ma se io muoio la magia che tiene la cella di tua figlia scomparirà e prima che tu possa parlare sarà seppellita da un cumulo di macerie e tu l’avrai persa per sempre. Allora che cosa scegli? – Esito guardando in alto verso Emma e scorgendo il sottile bagliore della magia di Haru. –Sei pronta a rischiare la vita di tua figlia per avere la tua vendetta Lucy? Saresti in grado di vivere senza di lei?-
La mia mano trema mentre la mia testa sembra vuota, non so che fare, cosa dire e non capisco perché Haru non ha ancora cercato di liberarsi di me usando la sua magia. I miei occhi si fissano nei suoi che una volta amavo e il peso dei ricordi mi avvolge mentre ripenso a tutte quelle ore passate con lui, con le sue mani sulla mia pelle e le sue labbra contro le mie. Tutti quei giorni passati parlando dei nostri sogni e il dolore patito quando mi ha abbandonato appena ha saputo di Emma. Tutte quelle emozioni mi disgustano ora, e devo trattenere i conati pensando a quello che ho lasciato che mi facesse, violento e furioso, nelle notti passate insieme, così diverse da quelle con Shadow o con Natsu. Così diverse da come avrebbero dovuto essere. Poi le sue parole mi tornano alla mente. Ha bisogno di entrambe per attuare il suo piano. Lentamente porto una mano alla cintura sfiorando il mazzo delle chiavi e raggiungendo il mio pugnale dalla lunga lama affilata. Lo estraggo e dopo un attimo di esitazione me lo porto davanti alla gola.
-Hai bisogno di entrambe per fare quello che vuoi non è vero?-  gli domando premendomi la lama contro la pelle con la mano che leggermente trema ma decisa ad andare fino in fondo.
-Lucy, stai ferma- mi intima lui sollevando le mai davanti a sé cercando di avvicinarsi. Allora io premo ancora di più il coltello e una goccia di sangue mi scorre lungo il collo costringendolo a fare un passo indietro
-Libera Emma o giuro che mi taglierò la gola e i miei poteri moriranno con me mentre tu avrai perso la tua Imperatrice- affermo sicura sorridendo fredda come il ghiaccio al mio nemico

–Allora Haru, cosa scegli?-
 
   
 
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