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Autore: Lucky_May    24/07/2018    0 recensioni
Jimin ha uno spettacolo teatrale nel giorno del compleanno di Yoongi.
«Si è dimenticato del mio compleanno, quel nano.»
...Ma non è del tutto vero.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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White lies – Un giorno di primavera.

 

Jimin non si aspettava di certo un paio di larghe spalle ed una massa di capelli bianchi ad aspettarlo, subito dopo aver girato l'angolo di quel corridoio dalle luci soffuse, la moquette bordeaux e le pareti ricoperte da lunghi specchi che aggiungevano un filtro color seppia all'immagine riflessa.

Sentì quasi delle lacrime formarsi nei suoi occhi e fu per lui difficile respirare giusto per qualche secondo, prima di fiondarsi tra le braccia –o per meglio dire, le spalle- del fidanzato.

 

«Yoongi!»

 

Il ragazzo dai capelli bianchi trasalì istantaneamente, probabilmente perso tra i suoi pensieri, ma non esitò un attimo a riconoscere la voce del suo biondo e le sue piccole mani ora avvolte attorno alla sua vita. Dopotutto, stava aspettando proprio lui.

 

«Hey, nano.»

 

E Jimin lo avrebbe probabilmente colpito, se non fosse stato per la carezza sulla testa che accompagnò quel nomignolo che mai avrebbe ammesso di adorare. Per orgoglio, cercava di convincere l'altro di essere lui quello più alto della coppia, ma Yoongi finiva sempre per ridere, rispondere con un «certo, se lo dici tu.» e ricompensarlo con un dolce bacio sulle labbra, e così Jimin finiva per dimenticare ogni problema del mondo.

 

Tuttavia, oggi era diverso: non avrebbe nemmeno provato a controbattere. Non si erano visti per poco più di una settimana a causa dei loro impegni lavorativi, gli orari non combaciavano ed erano entrambi più impegnati del solito. Yoongi continuava ad avere appuntamenti con la sua collega di lavoro durante i quali l'altro non poteva «assolutamente e per nessun motivo» partecipare e Jimin aveva tassativamente vietato al fidanzato di venirlo a vedere durante le prove per il suo prossimo spettacolo con una minaccia che includeva un cattivissimo «non canterò più per te prima di andare a dormire» al quale Yoongi si era arrabbiato, ma niente che un paio di baci ed i suoi occhioni dolci non abbiano risolto.

Infondo, lo sapevano bene, non riuscivano proprio a staccarsi l'uno dall'altro. Sin dal primo giorno in cui si erano incontrati, in cui Jimin non avrebbe mai ringraziato la propria madre abbastanza per averlo fatto così impacciato da cadere letteralmente ai piedi di colui che diventò poi il più grande ed unico amore della sua vita, avevano sempre avuto difficoltà a dividersi al termine di ogni loro appuntamento, per tornare ognuno a casa propria.

 

«Che ci fai qui? E' tardissimo.»

«Non mi rispondevi al cellulare, così ho pensato che probabilmente eri ancora a provare.»

«Ma Yoongi! E come facevi a sapere che non ero a casa a dormire?»

«Sono passato da casa tua, non c'eri.»

 

Jimin si staccò completamente dall'abbraccio per porsi di fronte al fidanzato e guardarlo con un'espressione crucciata, prendendogli le mani e tenendole tra le proprie cercando di riscaldarle.

 

«E perchè non sei entrato? Stai congelando...»

 

Il suo tono era rimproveratorio, ma Yoongi sapeva bene che l'altro tendeva a preoccuparsi anche per piccolezze del genere. Intrecciò le loro dita, accarezzandogli il dorso delle sue mani con i propri pollici per rassicurarlo, prima di avvicinarsi al suo viso e lasciargli un tenero bacio sul naso.

 

«Perchè mi hai minacciato e mi hai detto che non avrei mai e poi mai potuto entrare durante le prove di questo spettacolo.»

 

Jimin chiuse gli occhi al piccolo bacio, volendo riempire il ragazzo di altrettanti baci, ma trattenendosi notando la stanchezza nei suoi occhi e nel modo in cui le sue spalle erano più rilassate del solito. Annuì comunque alle parole del fidanzato, sapendo che lo avrebbe strozzato se solo avesse provato ad entrare e lo ringraziò mentalmente per non averlo fatto. Lo tirò leggermente dalle mani, guardandolo negli occhi.

 

«Allora andiamo a casa?» suggerì il più piccolo, rabbrividendo alla fredda volata di vento notturna.

«Certo. Sono venuto qui per accompagnarti, non volevo che tornassi solo.»

 

Jimin appoggiò la testa sulla spalla adesso che erano fianco a fianco e Yoongi nascose le loro mani intrecciate nella calda tasca della sua giacca, mentre attraversavano il parco che li avrebbe condotti a casa del minore. Cercò di godersi il più possibile la presenza del fidanzato, anche se i sensi di colpa lo stavano divorando dall'interno, essendo cosciente del fatto che se negli ultimi tempi la coppia non riusciva a passare del tempo insieme come prima, era proprio colpa sua e del fatto che si stava trattenendo più del dovuto a teatro a provare. Riusciva a vedere gli effetti collaterali della loro lontananza sotto gli occhi del più grande, per via delle sue occhiaie più scure. Jimin aveva capito da tempo, anche senza averglielo detto direttamente, che Yoongi aveva problemi a dormire senza la sua presenza, ma il più piccolo cercò di scacciare via quei pensieri negativi in un angolino della sua mente. «Ancora qualche giorno, Yoongi, resisti ancora qualche giorno.» pensò, prima di sospirare e cominciare ad intravedere il proprio appartamento.

 

«Qualcosa non va, Jiminie?»

«Sono solo un po' stanco. Sta notte rimani a dormire da me?»

«Anche se domani mattina dovrai alzarti presto per andare a lavoro? Sicuro che non disturbo?»

 

Un piccolo sorriso si formò sulle labbra del biondo, mentre scuoteva la testa contro la sua spalla, al pensiero che, nonostante tutto, Yoongi lo mettesse prima di qualsiasi altra cosa. Persino di sè stesso.

 

«Non disturbi mai, Yoon-yoon.»

 

Erano a pochi metri dall'abitazione del minore, quando l'altro porse quella domanda che Jimin aspettava da tempo, ma a cui allo stesso tempo non avrebbe mai voluto rispondere.

 

«Avete deciso una data per lo spettacolo?»

 

Tentò di mantenere un'espressione neutra e quasi non curante - «Sei un attore, per l'amor del cielo, Park Jimin.» - pensò.

 

«Si. È mercoledì prossimo, il nove marzo.»

 

Cercò di non enfatizzare troppo la data, sperando che Yoongi non ricordasse che mercoledì fosse il giorno libero di Jimin, mentre prendeva le chiavi e apriva la porta, senza voltarsi. Non voleva vedere l'espressione delusa sul viso dell'amato.

 

Quella notte, Yoongi non lo strinse stretto a sè tra le sue braccia come tutte le altre volte.

 

 

 

 

Il giorno dello spettacolo, arrivò prima di quanto Jimin sperasse. Aveva provato e riprovato la coreografia, questa volta senza l'aiuto del fidanzato, fino allo sfinimento e aveva cantato fino a rimanere senza voce per giorni. Anche a causa della sua condizione fisica, Jimin si era rifiutato di incontrarsi con il ragazzo dai capelli bianchi, e l'altro si era arrabbiato, non tanto perchè i due non potessero vedersi, ma perchè si stava sforzando più del dovuto, ma il più piccolo lo aveva rassicurato dicendogli che era normale e che gli accadeva sempre, prima degli spettacoli importanti. Sentiva come la sua pazienza stava per esaurirsi, ed ogni sera Jimin pregava di resistere solo un altro po'.

 

Ma Yoongi non avrebbe mancato mai un suo spettacolo. Nemmeno uno.

A volte partecipava anche più volte e si complimentava con il fidanzato come la prima volta, sempre con lo stesso entusiasmo e la stessa adorazione negli occhi.

E Jimin sapeva che sarebbe venuto anche quella volta. Anche se a differenza delle altre volte, non si era presentato al suo camerino per dargli la buona fortuna ed un bacio sulla fronte, per non rovinargli il trucco.

 

Sta volta, ciò che si presentò agli occhi di Yoongi, fu una platea vuota.

Era in anticipo, effettivamente, ma il teatro quella sera si presentava come vuoto.

Come se fosse stato chiuso al pubblico.

Decise di sedersi ed aspettare almeno cinque minuti, prima di andare a cercare il fidanzato, per paura di aver sbagliato sala o giorno.

I minuti passarono, ma le luci rimasero spente e nemmeno un'anima si fece viva. Nessuno spettatore. Lo stomaco di Yoongi cominciò ad annodarsi su sè stesso, cominciando ad avere paura per le reazioni degli attori, e del suo ragazzo in particolare, nel vedere una sala così vuota. Ma non appena si mosse per alzarsi, le prime note di un pianoforte risuonarono tra le mura ed un'unica luce si accese, mostrando il ragazzo dai capelli biondi seduto al centro del palco.

Una forza quasi sovrannaturale lo costrinse a sedersi di nuovo sulla poltrona in velluto e nonostante sentisse il bisogno di guardarsi attorno ed assicurarsi che non fosse l'unico ad assistere allo spettacolo, trovò alquanto difficile staccare gli occhi dal fidanzato.

Non quando le note successive riecheggiarono nella testa di Yoongi, riconoscendole come una melodia familiare.

 

La luce si espanse, mostrando altri ballerini ai lati di Jimin, che si alzavano lentamente insieme a lui, ora di spalle, con un braccio steso verso il nulla, cercando di acchiappare qualcosa di irraggiungibile, ora di nuovo seduto a terra, rannicchiato sulle proprie ginocchia. Tornò a voltarsi verso un ballerino alle sue spalle, cercando di raggiungerlo inutilmente, prima di alzarsi e correre via, quando poi la sala si riempì della melodiosa voce del biondo.

 

«Bogo shipda, ireoke malhanikka deo, bogo shipda.»

 

Tutto si fermò, vagamente Yoongi riusciva a registrare i movimenti degli altri ballerini, perchè i suoi occhi erano fissi su quelli del fidanzato, mentre la propria voce veniva riprodotta e Jimin colse l'occasione per sorridergli teneramente. Ed il ragazzo dai capelli bianchi fu colpito da un fulmine, in quel momento: da una parte perchè adesso era di nuovo il più piccolo a cantare e a muoversi tra i ballerini, adesso immobili, per abbassarsi sulle proprie gambe e risalire come se non possedesse peso e la forza di gravità non esistesse, dall'altro lato perchè Jimin aveva fatto tutto questo per lui. E l'aveva visto ballare ed esibirsi milioni di volte, ma questa volta il fidanzato sembrava infinite volte più bello, mentre ballava unicamente per lui. E subito dopo il ritornello, c'era la parte che la coppia preferiva di più. Il biondo era tornato a sedersi con le spalle contro quelle di un ballerino, mentre quest'ultimo muoveva le labbra per far finta di star cantando. Durò tutto pochi secondi, perchè altri ballerini li aiutarono ad alzarsi prima di rimettersi in posizione e ripetere la mossa in cui, sta volta tutti, si alzavano da terra come piume, per poi guardare il biondo correre via e desiderare nient'altro che prenderlo tra le proprie braccia. Dopo un altro ritornello in cui Yoongi era riuscito a trattenere le lacrime, osservò il ragazzo smettere di ballare per cominciare a camminare sul palco come se fosse di sua proprietà e dirigersi a passo lento verso di lui. Non si era nemmeno reso conto di star tenendo il braccio della poltrona in una presa ferrea finchè non avvertì il dolore nelle dita, ma ogni collegamento con la vita terrena venne spazzato via quando, alla fine della canzone, il biondo si trovò ancora una volta a terra, sulle proprie ginocchia, chiedendo la mano, l'aiuto, di uno dei ballerini per poi abbracciarsi.

La conclusione era un chiaro riferimento al modo in cui i due si erano conosciuti, quando Jimin aveva chiesto l'aiuto di Yoongi per rialzarsi dopo essere caduto ed essersi fatto male ad una caviglia, rendendolo incapace di camminare per qualche giorno. Ed il maggiore si rese conto di star piangendo solo quando ogni altro ballerino era sparito e dentro la sala erano rimasti solo lui ed il suo biondo.

 

Jimin era sceso dal palco, con le mani dentro le tasche dei propri jeans, cercando qualcosa dentro quelle. Quando si ritrovò a pochi passi dall'altro, aveva ancora il fiato affannato e Yoongi non aveva ancora processato nessuna parola per ringraziarlo della sorpresa che aveva preparato per lui. Per avergli fatto il regalo più bello di tutta la sua vita. Ma nessuna parola uscì dalle sue labbra quando tra le sue mani tremanti si ritrovò una piccola scatoletta di velluto.

 

«Aprilo, è per te.»

 

Cercò di incontrare lo sguardo dell'altro, che però era indirizzato verso le proprie scarpe in una timida dichiarazione d'imbarazzo.

E Yoongi si sarebbe aspettato di tutto, una collana, un orologio, un paio di orecchini, ma non... una chiave. La prese in una mano, osservandola sotto la luce, adesso accesa, della sala, e attraverso la sfocatura che le proprie lacrime gli offrivano.

 

«J-Jiminie...?»

 

Il ragazzo fece un passo avanti, prendendo la sua mano tra le proprie, tenendo così anche lui una parte della chiave, oltre che la mano tremante del fidanzato.

 

«Yoongi... verresti a convivere con me?»

 

E il ragazzo dai capelli bianchi quasi non ci vide più dalla felicità e chiuse la chiave velocemente dentro la sua scatolina e prese il più piccolo dai fianchi, facendolo girare e girare e girare, il tutto mentre le loro risate riempivano la stanza. Quando lo mise a terra il più piccolo gli asciugò le lacrime con le proprie maniche prima di riempirgli le guance con piccoli e veloci baci.

 

«Pensavo... pensavo ti fossi dimenticato del mio compleanno.»

«Un'innocente bugia per cui ne è valsa la pena. E... non hai ancora risposto.»

 

Portò una mano al viso del biondo per accarezzargli una guancia e poi spostargli via le ciocche che gli ricadevano sugli occhi.

 

«Certo che si, nano.»

 

E Jimin sorrise, ed il sole sembrò farsi spazio nella stanza, nonostante fosse sera e il sole fosse già tramontato da ore, mentre il più piccolo saltellava nel suo abbraccio e gli avvolgeva il collo con le proprie braccia.

 

«Ti amo, vecchietto.»

«Ti amo anch'io, Jiminie.»

 

Ogni distanza fu annullata e le loro labbra si incontrarono con un soffice suono, come per sigillare una promessa.

 



«Per sempre, Yoongi. Per sempre.»


Angolo scrittrice-
Ma che ci faccio qui a scrivere oneshots quando ho letteralmente una storia a capitoli da continuare?
BEH gente, è il compleanno della mia compagna di role preferita IN ASSOLUTO NEL MONDO e non potevo non fare uno strappo alla regola per lei aka domani ho la sveglia alle 7 e sono le 2 di notte.
Vorrei precisare che questo AU è quello della nostra storia che stiamo ruolando su instagram quindi è tutto assolutamente fuori dal contesto degli idol, Jimin è un attore di teatro e Spring Day è la canzone più significativa del loro rapporto aka piango ogni volta che la sento.
Non ho ricontrollato eventuali errori di battituragrammatica quindi siate clementi e spero vi sia piaciuto e VIVO PER LA YOONMIN ed in particolare per la Yoonmin che sto ruolando con la festeggiata. Ancora buon compleanno tesoro ♥
Lasciatemi qualche recensione e se volete passate dalle mie altre storie, un giorno aggiornerò Sweater Weather. HAHAHA.

Lucky_May.

 
  
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