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Autore: Cinthia988    24/07/2018    3 recensioni
Ethel non ha mai conosciuto su padre. Per dieci anni ha vissuto a Edoras dove però, la sua pelle e i capelli neri la marchiano come una reietta. Quando Gandalf si presenta alla sua porta promettendole di portarla da suo padre la bambina non ci pensa due volte ad accettare... Questo però è solo l'inizio dell'avventura!
Capitolo 4
Nel buio una voce si levò:
-incubi?-
Thorin sobbalzò, un paio di occhi d’orati risplendevano nell’oscurità fissandolo:
[...]
-che cosa ne puoi sapere tu?-
La donna fece un sorriso amaro:
- Io? Niente. Non ne so niente di incubi cosí spaventosi che preferiresti sognare i mostri che sognavi da piccolo. Perché quei mostri sono nulla in confronto ai ricordi.-
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3

L'orco a cavallo del mannaro si muoveva con circospezione nel bosco, era ferito e il suo inseguitore non era lontano da lui. Era stato colto di sorpresa mentre portava un messaggio al suo padrone, e ora temeva di non riuscire a consegnarglielo. Un lieve sibilo fu l'unico suono che udì prima che una freccia gli si conficcasse in gola; il mannaro scartò ma nemmeno lui poté evitare il dardo che gli trapassò il cuore.
Dal folto dei cespugli una donna piuttosto bassa uscì a a controllare che le due creature fossero davvero morte, un cane enorme la seguiva.
Iniziò a tastare con l'arco l'orchetto e dopo aver appurato che fosse morto lo perquisì, trovato quello che cercava, un lurido pezzo di pergamena con delle scritte sopra, buttò le due creature in un crepaccio vicino; poi accarezzò il cane e disse:
-Ben fatto Pan, adesso però bisogna tornare a casa, ho la sensazione che questo messaggio sia importante.-
Fece un lieve fischio acuto e dopo pochi minuti una splendida giumenta fece la sua comparsa. Ethel le accarezzò il muso e dopo esserle saltata in groppa le sussurrò:
-Ehi Artemis, che dici mi porti a casa?-
Artemis nitrì sonoramente e partì al galoppo con il cane che le teneva dietro senza troppa difficoltà.
Ethel intanto rifletteva, erano passati cento anni da quando Gandalf l'aveva lasciata a Beorn e lei era cresciuta, per fortuna aveva ereditato la longevità paterna, quindi nonostante avesse oramai centodieci anni sembrava una fanciulla di venti; non era cresciuta molto in altezza ma, il suo fisico era diventato forte e slanciato grazie agli allenamenti durissimi a cui il padre l'aveva sottoposta; aveva imparato a maneggiare l'arco e i pugnali in maniera eccezionale e anche a lottare a mani nude
Tutte quelle armi le erano state regalate dal padre che le aveva gelosamente custodite per anni, erano veri e propri cimeli dei Mutapelle, potevano competere con quelle degli elfi, anche se a prima vista sembravano semplici e rozze. Il loro pregio più grande era però il fatto che scomparivano quando Ethel mutava per poi riapparire quando tornava in forma umana.
Imparare a cambiare pelle era sto enormemente difficile, erano dovuti passare cinquant'anni prima che lei riuscisse a trasformarsi per la prima volta e per lungo tempo era rimasta terrorizzata all'idea che la Lupa dentro di lei potesse prendere il controllo e che avrebbe potuto fare del male a qualcuno senza volerlo.
Ci era voluto del tempo prima che riuscisse a capire che l'animale era solo il riflesso del suo carattere e anche se in una forma diversa era sempre la stessa Ethel.
La trasformazione l'aveva inoltre aiutata ad accettare alcune caratteristiche estetiche che erano sempre risultate bizzarre come ad esempio i suoi penetranti occhi gialli, comuni tra i lupi, e la sua pelle più scura di quella della maggior parte degli abitanti della terra di mezzo si era tradotta in un manto nero nella forma animale.
Suo padre aveva passato intere serate a spiegarle come ascoltare i suoi nuovi sensi più sviluppati anche in forma umana, ma gli aveva anche raccontato di come gli orchi li avevano cacciati e sterminati proprio per questi poteri. Ogni tanto anche loro venivano attaccati, negli ultimi anni però gli attacchi si erano intensificati e gli orchi erano più organizzati, come se avessero un nuovo comandante.
Per questo Ethel era preoccupata e spronava Artemis ad andare più veloce. Giunta nella radura dove c'era la capanna non si accorse neppure che una giumenta a lei sconosciuta pascolava nel prato, segno che suo padre aveva visite.
Smontò da cavallo e, seguita da Pan, irruppe in casa dicendo:
-Padre ho ucciso un orco che portava un messaggio, ma...-
Tacque vedendo che vicino a Beorn stava un vecchio con un mantello e un cappello grigio:
-Gandalf!- esclamò la ragazza abbracciando lo stregone -Sei tornato! Che gioia rivederti!-
Gandalf rise e disse:
-Ethel, come sei cresciuta, ti sei fatta donna davvero. E dimmi cara, sei già riuscita a trasformarti?-
Ethel gettò uno sguardo a suo padre, quelli erano segreti della sua razza e non sapeva se poteva condividerli con qualcuno, ma l'uomo le fece un cenno tranquillo con il capo e lei rispose orgogliosamente:
-Sì, ci sono riuscita... Sangue di lupo scorre dentro di me ora-
Lo stregone annuì e tra sé e sé borbottò:
-La figlia della luna... tutto torna...-
poi a voce più alta disse:
- Un nobile animale mia cara, ma dimmi, cosa stavi dicendo a proposito di quel messaggio?-
La ragazza poggiò il pezzo di pergamena sul tavolo e i due uomini si avvicinarono per esaminarlo:
-Nella foresta oggi ho scoperto un orco a cavallo di un mannaro, era di fretta e non troppo attento a quello che lo circondava, l'ho ucciso e ho trovato questo, mi sembra un messaggio ma non so leggerlo-
Dopo alcuni istanti Gandalf commentò:
-Per fortuna io ci riesco.- i due Mutapelle lo guardarono sorpresi- è lingua nera, dice che il tempo è giunto e che è ora che gli eserciti si mobilitino-, lo stregone tirò quindi fuori un pezzo di pergamena molto simile:
-Nel mio viaggio fino qui ho incontrato anche io un gruppo di orchi e gli ho sottratto questo: è una taglia per la testa di Thorin Scudodiquercia-
-Chi è?-
-un Nano- rispose Gandalf -un nano di stirpe reale, un nano che sarà a capo di una spedizione a cui, se vorrai potrai unirti-
Ethel lo guardò stupefatta:
-Aspetta di che spedizione parli?-
Lo stregone fece un sorriso misterioso:
-Conosci la Montagna Solitaria?-
la ragazza annuì, l'aveva vista centinaia di volte dalla Carroccia e suo padre le aveva narrato che un drago aveva sterminato quasi tutti i nani che vi abitavano secoli prima.
Gandalf riprese a parlare:
-Thorin, insieme a una dozzina di altri nani, vuole provare a riconquistarla. Tu potresti essere d'aiuto, sia con le tue doti da guerriera sia con la tua seconda forma! -
-No!- sbottò Ethel interrompendo lo stregone.
Gandalf si voltò a gurdarla: la ragazza si strofinava nervosamente i polsi, tenendo gli occhi bassi.
-No- ripetè lei – Se mi unisco a questa spedizione dovrai giurarmi che non rivelerai a nessuno chi sono davvero, se lo venissero a sapere avrebbero paura di me e mi disprezzerebbero. Prometti che non gli dirai niente Gandalf.-
Lo stregone la osservò per bene e poi rispose:
-Molto bene hai la mia parola Ethel.-
Lei annuì e rispose:
-In questo caso sarò lieta di unirmi alla Compagnia-
-Molto bene mia cara, ora perchè non esci fuori un attimo? Dallo sguardo di tuo padre penso abbiamo bisogno di discutere alcuni dettagli da soli- disse Gandalf.
Beorn non aveva aperto bocca da quando lo stregone aveva iniziato a parlare della spedizione ma una luce pericolosa gli danzava negli occhi. Ethel notandolo si alzò dirigendosi verso la porta e battendo una mano sulla spalla dell'uomo gli disse con tono volutamente leggero:
-Non mangiarlo pa', non penso che sarebbe facile da digerire!-
Beorn lasciò uscire una risata forzata che avrebbe potuto assomigliare a un ringhio, ma quando Ethel fu fuori dalla porta ogni minima traccia di ilarità sparì dal suo viso:
-So che non posso chiederti di garantire per la tua sicurezza ma, conosco i nani, sono avidi e non tengono da conto la vita di chi ritengono inferiore. Cosa ti fa credere che la accetteranno tra di loro? Puoi assicurarmi che non verrà schernita per il suo aspetto? Ha già avuto a che fare con la crudeltà degli Uomini, non voglio che subisca anche quella dei nani!-
-I nani non sono come gli uomini, all'inizio potrebbero guardarla con sospetto perchè non è della loro razza, ma quando lei gli avrà dimostrato le sue doti, otterrà rispetto da loro. Inoltre il fatto che è una donna li spingerà a concederle la massima protezione, le femmine sono a dir poco venerate nella loro tradizione.- rispose Gandalf.
-Molto bene ti credo stregone, ma ricordati le mie parole, se Ethel dovesse subire qualsiasi tipo di discriminazione, non ci sarà un posto in tutta la Terra di Mezzo in grado di proteggere te e chiunque ne sia responsabile, dalla mia ira!-, una furia terribile balenò negli occhi del mutapelle, tale che, Gandalf stesso non riuscì a reprimere un brivido.
Lo stregone annuì in silenzio poi uscì dalla stanza seguito da Beorn. Ethel era nella stalla intenta a strigliare Artemis quando i due la raggiunsero, si voltò udendo i loro passi e sorrise ad entrambi, poi rivolgendosi al mago disse:
-Mi sembra che tu abbia ancora tutti pezzi al posto giusto, la discussione deve essere andata a buon fine! Dimmi Gandalf dove incontrerò i miei compagni d'avventura?-
Lo stregone dispiegò una mappa e indicò un punto:
-Questa è La Contea, il paese dove vivono gli Hobbit- allo sguardo confuso di Ethel si corresse – forse tu li conosci come Mezzuomini- il viso della donna si illuminò di comprensione:
-Allora esistono davvero!-
Lo stregone ridacchiò:
-Si si esistono, cerca la casa del signor Baggins, lui sarà lo scassinatore. Se parti domani mattina ci metterai circa due mesi a raggiungere la Contea.-
-E il signor Baggins lo sa che lo attende un'avventura?- chiese Ethel divertita. Gandalf le rivolse un sorriso furbo:
-No, ma sono certo che si ritroverà all'altezza del suo compito.-
La donna annuì pensierosa mentre il mago risaliva a cavallo:
-Ti aspetto per l'ora del thè! Non mancare!- e conclusa la frase si voltò galoppando via dalla valle

***

Quella sera la cena si svolse più silenziosamente del solito e una volta conclusa Ethel si mise a fare i bagagli. All'improvviso l'enorme mano di suo padre le si parò davanti, reggeva quello che sembrava un lungo bastone intagliato, il mutapelle glielo tese e spiegò:
-Questo è un bastone-spada, apparteneva al capo della mia tribù, la leggenda dice che sia stata Yavanna in persona a donarlo ai mutapelle, e che consenta di richiedere il suo aiuto e quello di Aule in casi di estremo bisogno- Beorn scrollò le spalle -quelle sono tutte sciocchezze a parer mio, ma è un ottima arma, provalo.-
Ethel prese il bastone esitante, era straordinariamente leggero e sembrava quasi un estensione del suo braccio, lo fece roteare e provò alcune mosse che suo padre le aveva insegnato. All'improvviso mise la mano su un intaglio un po' sporgente a forma di foglia, due lame spuntarono a ciascuna estremità del bastone: per la sorpresa la donna lo fece quasi cadere. Le lame erano lunghe circa due spanne e con un doppio filo, non mostravano alcun segno d'usura.
Ethel sentì le lacrime pungerle gli occhi:
-Grazie padre, è un dono meraviglioso.-
Beorn scosse la testa:
-Non hai ancora visto la parte migliore-
Afferrò il bastone al centro e torcendolo quello si divise a metà: ora il mutapelle aveva un lungo coltello per ogni mano. Ethel lo osservò sbalordita poi prese in mano i due coltelli: l'equilibrio era perfetto, era come se fossero stati fatti su misura per lei.
La donna riunì i due pezzi e premette nuovamente l'intaglio, le lame si ritrassero con un secco clac; in mano aveva di nuovo un semplice bastone.
Ethel si inchinò dicendo:
-E' un' arma meravigliosa, la custodirò con la massima cura, ti ringrazio.- poi si slanciò ad abbracciare Beorn, il mutapelle la strinse forte a sè.
-Padre ho paura.-
Beorn si scostò da lei e mettendole un dito sotto il mento le alzò il viso: gli occhi giallo-dorati di sua figli rilucevano nella penombra della stanza, vi lesse nervosismo e un pizzico di paura.
-Bene, se hai paura vuol dire che sei consapevole di quello a cui vai incontro, che sarai cauta, vuol dire anche che stai per infilarti per un sentiero difficile, ma sono quei sentieri quelli che ti portano a fare la cosa giusta. Fidati del tuo istinto, la lupa dentro di te sa cosa è in grado di affrontare, se la ascolti non finirai mai in una situazione senza via d'uscita.
Solo in caso tu senta un terrore cieco voltati e fuggi.-
Beorn vide il viso di Ethel farsi deciso, poi la donna lo abbracciò nuovamente:
-Ti renderò fiero di me padre!-
-Lo hai già fatto- mormorò lui senza che lei lo udisse.

 

***

All'alba del mattino seguente Ethel montò a cavallo di Artemis, Pan al suo fianco ansimava eccitato, la donna controllò un'ultima volta le sue bisacce e poi partì.
Non si voltò indietro e Beorn non uscì di casa per dirle addio.
Ethel sorrise, la sua avventura era iniziata






Note dell'autrice
Ed eccomi di nuovo qui! scusate l'assenza ma ho fatto una lunga vacanza con i miei e in più ho avuto un blocco terribile per quanto riguardava questo capitolo.... Che dire da qui in poi parte la vera e propria storia! Un paio di appunti:
-la trasformazione di ethel; non ci sono molte informazioni riguardo alla seconda forma dei mutapelle quindi io ho immaginato che l'animale in cui mutano fosse uno specchio del loro carattere.
Il lupo è il mio animale guida in un certo senso per questo l'ho inserito nella storia, è sospettoso e preferisce stare per i fatti suoi ma ha bisogno e si trova bene anche in un branco, inoltre è ferocemente protettivo con i suoi cuccioli e con chi "ama". Quindi vedremo tutti questi aspetti in Ethel in vari punti della storia.
- Il bastone-spada. A me le spade non piacciono non ci posso fare nulla e volevo dare un'arma meno tradizionale a Ethel, un qualcosa che la legasse proprio alle sue origini da Mutaforma e quindi è uscito fuori questo! sto provando a fare qualche disegno per farvi riuscire a visualizzarlo meglio, quindi non appena ne ho uno decente lo inserisco qui.
Se avete domande non esitate a chiedere!
ricordo sempre a tutti se avete voglia lascite una recensione, non avete idea di quanto entusiasmo e ispirazione mi fornite quando leggo quelle che mi mandate! 
Alla prossima!

 

   
 
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