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Autore: JEANPAGET    26/07/2018    4 recensioni
Trailer della 7° stagione + vari spoilers + foto Felicity barista + twitter + la mia fantasia : lo sclero’ e’ servito
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Da qualche parte a sud di West Palm Beach (Florida) – Radu Coffee Bar

Sono esausta. Un’altra giornata e’ finita. Apro la porta dell’appartamento vicino al mare dove abito da qualche mese. Butto le chiavi sul tavolino, lascio cadere la borsa a terra, mi fiondo sfinita sul divano. Mi fanno male i piedi. Mi fanno male le mani, le braccia. Mi fa male dappertutto. 5 minuti, solo 5 minuti di riposo. Poi dovro’ alzarmi. Fra un po’ tornera’ dal suo corso estivo, meno male che alla scuola frequenta il turno pomeridiano e resta al sicuro fino a sera, immerso nei suoi studi, protetto nell’aula di informatica. Povero ragazzo mio, fai tanto il coraggioso ma anche tu stai facendo fatica. Ma non ti lamenti mai. Ti fai forza e ne dai a me. Dici che ci sei gia’ passato. Sei cresciuto cosi’ tanto in statura in questi mesi che sei alto piu’ di me ormai. E sei cresciuto anche nel carattere. A volte penso che se non ti avesse affidato a me, facendomi promettere quel che gli promesso, oggi non so bene cosa farei, dove sarei. Gli assomigli, sai? Ogni giorno di piu’.

Oggi sono piu’ inquieta che mai. E’ davvero dura, piu’ di quel che pensavo. E oggi quella chiaccherata con Aaron me lo ha fatto capire.  Aaron e ‘ un buon cliente del buco di bar dove mi ritrovo a lavorare per mantenere me e W … Michael. Attenta, non devi piu’ dire il suo vero nome. Neanche con il pensiero. E’ cosi’ complicato.

Era partita bene, stavamo parlando amichevolmente durante una pausa tra un cliente e l’altro, io dietro al bancone, lui sorseggiava un caffe’. Aaron e’ una bella persona, mi piace conversare con lui.

Sei stata gentile da aiutarmi con quella app, e’ una meraviglia. Nr. 1 sulla Lista Guida di Tom, niente meno. Questo grazie solamente alla tua competenza.

Figuati, non e’ stato niente di che.

Ti va di venire a cena? O almeno un drink insieme? A meno che questo non mi metta sulla tua lista nera dei clienti

Mi stai chiedendo di uscire?

Un’immagine ha attraversato la mia mente

Felicity.. verresti a cena con me? Timido, come non l’ho piu’ visto. Sento la voce di Aaron come da lontano

Ora me ne sto pentendo 

Qualcosa nel mio tono o nel mio viso deve averlo colpito

Sono lusingata, davvero. Sei molto simpatico e gentile. Pero vedi, io... e’ .. e’ complicato

Non sei interessata. Capisco. Messaggio ricevuto.

No, credimi. Non puoi capire.

Non ti preoccupare, va bene.

No, Aaron, mi dispiace, non puoi capire. Non puoi davvero sapere quanto sia complicato. Quanto sia complicata la mia situazione. Quanto possa essere complicata l’esistenza di una semplice oscura barista di un bar di categoria non eccelsa che ti ha dato una mano con una app. Di una donna catapultata in un’altra vita, un altro mondo, quasi un altro pianeta nel giro di pochi giorni. Sono qui da 5 mesi e ancora non mi sono abituata. Non mi sono abituata al mio nuovo nome. Erin Eckart. Quello scritto sulla patente che occhieggia dalla mia borsetta mezzo rovesciata, insolitamente vuota. Non porto piu’ tablet con me. Non devo piu’ monitorare su dove si trovino i membri del team. Non devo piu’ sincerarmi di dove sia lui, di come stia, di aprirgli varchi, di spianargli la strada davanti ai suoi avversari.

Dovrebbe dimenticare. E’ una sentenza a vita. Non tornera’, almeno non in tempi brevi. Deve cominciare a pensare a rifarsi una vita, per il bene suo e del ragazzo.  Cosi’ mi ha detto lo psicologo Argus prima che partissimo per la custodia protettiva. L’ha fatta semplice lui. Dimenticare. Come potrei. Dimenticare chi sono, chi amo?  Un’altra immagine mi attraversa la mente

It’s my life, it’s my choice

Come dimenticare il mio nome, la mia vita, la vita che ho scelto per una che non ho scelto e che mi ritrovo a subire?

Io non mi chiamo Erin Eckart, vorrei urlarlo al mondo. Il mio nome e’ Felicity Meghan Smoak Queen, ho una madre, un padre, un marito, un figlio acquisito, una famiglia, degli amici. Non ho sempre servito cocktails, come mia madre. Sono stata al MIT. Sono una hacker, una dei piu’ in gamba al mondo. Sono stata CEO di una importante azienda.  Volevo creare una mia azienda. Sono stata Overwatch, ho combattuto con i cattivi al fianco di Green Arrow. Un uomo, un eroe, qualcuno che tentato di fare del bene, di salvare la sua citta’, di fare la cosa giusta. A costo di rimetterci tutto, la sua vita, la sua famiglia. L’uomo che amo, che ho sempre amato. Nonostante sia talmente incazzata con lui che se lo vedessi non so se lo abbraccerei o lo riempirei di pugni e schiaffi. Mi ha escluso, volontariamente dai suoi piani. Non me ne ha parlato. A me non ha detto niente, e sono sua moglie. Si e’ sacrificato per proteggere tutti ma non ha pensato bene a tutte le conseguenze del suo gesto. Un errore. Se solo si fosse confidato. Se solo mi avesse chiesto cosa ne pensavo. Se solo non mi avesse escluso. Se io.. se lui… troppi se. Eppure non riesco a non pensarci. E a non essere arrabbiata. Non e’ stato un gesto generoso il suo, disinteressato. Si lo e’ stato. Ma al tempo stesso e’ stato anche un gesto egoista. Il piu’ egoista che potesse fare. Perche’ ha deciso tutto e solo lui. E che ha condannato me e suo figlio alla solitudine e alla bugia di una vita non nostra.

Mi guardo le mani. Sono sciupate dal lavoro, troppi caffe’ e birre e cocktails da servire, troppo a lungo nell’acqua a risciacquare bicchieri, piatti e posate, troppe lavastoviglie al bar. Le mie unghie sono ancora piu’ corte del solito, e se porto lo smalto e’ trasparente, non piu’ colorato. Oppure non lo porto per niente. Non ho quasi piu’ tempo di curarle.

Non porto piu’ la fede all’anulare, all’agente Argus che ci ha prelevato per farci arrivare qui ho detto che l’ho lasciata a Star City. Ho mentito, ce l’ho qui nell’appartamento, ben nascosta. Vorrei poterla almeno portare al collo, ma non posso. Dentro ci sono incisi i nostri nomi. Non posso, non devo rischiare, non devo adito a sospetti, nessuno deve sapere chi ero, chi sono, niente deve trapelare. Io devo essere un’altra donna. Senza passato. Una madre single dai capelli rosa rimasta sola con un figlio da crescere.

Ma quella fede ce l’ho nel cuore, nonostante tutto. mi alzo ogni mattina e vado a letto ogni sera sforzandomi di andare avanti. Perche’ l’amore che ho per Oliver e’ troppo forte, troppo potente. Non riuscirei a spezzare il legame che c’e tra di noi nemmeno se volessi. Ci ho gia’ provato. E non ci sono mai riuscita. L’ho lasciato. Per il suo bene. Per il mio bene. Ci siamo sempre ritrovati. Trovato noi stessi l’uno nell’altra. E questo non cambiera’ mai. Rinunciare a lui sarebbe rinunciare a me, a noi. Anche se e’ condannato a vita, anche se siamo separati, anche se e’ lontanissimo da me.  in una prigione, senza via d’uscita. E ha scelto lui di consegnarsi. Amore e rabbia si mescolano nel mio cuore. Sono arrabbiata e non posso sfogare la mia ira, che ribolle dentro di me.

Mi manca. Mi mancano i suoi occhi, il suo sguardo ardente. Il suo sorriso. Le sue braccia attorno a me. Il suo corpo forte e caldo accanto al mio nel letto, la notte. La mia pelle ha fame delle sue mani. Le mie labbra hanno sete dei suoi baci.

Lo amo e lo odio. Lo desidero e lo detesto. Lo voglio con il cuore e lo respingo con la testa.

Perche’? Perche’ mi ha lasciato da sola? Perche’ non si e’ fidato di me? Dopo tutto questo tempo insieme, il nostro amore, la nostra lotta condivisa. E’ questo che mi fa piu’ male.

Sono gia’ stanca di questa non vita, sono stufa. Non posso guardami sempre le spalle, avere paura di tutti e di nessuno. Non poter avere una relazione vera e onesta di nessun tipo, nemmeno una semplice amicizia. Vivo in una falsita’ perenne. Ci sono gia’ passata ma non era cosi’ pesante. Perche’  prima non avevo una famiglia mia. Perche’ prima non ero sola con me stessa.

Non posso appartenere a nessuno, non voglio appartenere piu’ a nessuno. Io.. io sono solo sua. Nonostante tutto quello che e’ successo.

Devo lottare. Devo farmi forza. Non devo farmi vincere dall’oscurita’, dal pessimismo. C’e’ il ragazzo. E io voglio ancora credere in Oliver, nel nostro amore. Voglio credere che un giorno tornera’ da me, come mi ha promesso. E allora chiariremo. Si, chiariremo, a costo di graffiarci come gatti, di prenderci a male parole, di litigare fino allo sfinimento. Devo fargli capire che se vuole che continui a essere sua moglie deve cambiare una volta per tutte il suo atteggiamento di uomo solo al comando. Che matrimonio e’ condivisione. Gliel’ho gia’ detto che essendo sposati tutto era diverso. Doveva essere diverso.

Lo sai che non mi faccio mettere i piedi in testa, vero Oliver?  Io ti faro’ ragionare e parlare, te lo posso giurare. Io ti aspetto Oliver Jonas Queen. Ti aspetto ancora, anche contro la ragione.  Succedera’ qualcosa. E tu tornerai. Io lo so. Lo sento. 

Mi alzo e vado alla veranda, fra un po’ torna mio, nostro figlio. Prima di tirare le tende guardo la luna in cielo, le palme ondeggiano nella lieve brezza serale. Chissa’ se dalla prigione lui riesce a vedere il cielo tra le sbarre?

“Io ti amo. Ti amo ancora, anche se mi hai ferita.” sussurro al vento

 Mi senti, Oliver? Mi senti amore mio? Mi senti?

--$$ --

Mille chilometri e piu’ lontano

Slabside Maximum Security Prison.

Il segnale: la sirena ha suonato. Fra due minuti esatti le luci si spegneranno e sara’ ufficialmente notte nella prigione.

Con il gesso segno un altro giorno passato sul muro. Appoggio il gesso sul tavolo. Ho appena chiuso il Conte di Montecristo, che oggi mi ha tenuto compagnia. Se mi avessero detto al college che avrei iniziato ad apprezzare davvero un libro. Mi devo sbrigare, non ho molto tempo. Mi giro velocemente. Mi lavo sommariamente i denti e le mani, mi tiro giu’ la casacca sul corpo, mi tolgo solo le scarpe. Mi stendo sulla cuccetta, sfilo da sotto la maglia il mio tesoro piu’ prezioso. La foto che mi ha portato Diggle qualche giorno fa. La mia gioia piu’ grande da parecchio tempo. E al tempo stesso il mio dolore piu’ grande. Mi ripeto che sono lontani, al sicuro. Che non ho sbagliato a fare quello che ho fatto. Anche se il dubbio inizia a tormentarmi. Loro mi sorridono dalla foto. Mio figlio. Mia moglie.

Buonanotte William. Dormi bene, figlio mio. Sii forte. Comportati bene. Proteggi Felicity. Ti voglio bene.

Buonanotte amore mio. Spero di incontrarti stanotte nei miei sogni. Non mi abbandonare, mia luce. Ho bisogno di te, piu’ che mai. Qui c’e’ solo violenza, brutalita’, dominano i peggiori istinti. Oggi ho compiuto un gesto spregevole, se lo sapessi ..  non voglio toccare il fondo, ridiventare una macchina per uccidere. Cerco solo di sopravvivere. Non odiarmi Felicity.  Perdonami. Volevo solo proteggerti. Proteggere te, William, il team, la citta’.

LUCI SPENTE !!!!

Le guardie hanno emesso il loro ultimo grido della giornata.

Il buio cala su Slabside.  Bacio la foto, la appoggio sul petto, sotto alla maglia, ci incrocio le mani sopra, quasi a proteggerla. Chiudo gli occhi. E la vedo.

“Felicity… “ bisbiglio il tuo nome a fior di labbra. Qui anche i muri hanno orecchie.

Sei il respiro del mio cuore. Credo in te. Devo resistere. E resistero’. Tornero’ un giorno. Tornero’ da te. Sempre.

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Vi ricordate di me? Mie preziose lettrici, saluti e salute a voi tutte!

Scusate il mio lunghissimo silenzio ma ho avuto un periodo di sf.. notevole. Prima un lutto, poi due ricoveri ravvicinati di un famigliare e per ultimo ho pensato bene anche di fratturarmi un piede. Sono stata ferma parecchio.

Mi spiace di non aver aggiornato e di essere stata lontana dal sito, ma sinceramente prima non me la sentivo e poi le cose si sono complicate. Vi chiedo di nuovo scusa e comprensione.

Dopo il trailer al SDCC , tra Oliver in prigione a torso nudo, le foto di Emily con i capelli rosa al bar, l’estratto di un dialogo di una audizione Arrow che ho letto su twitter (tradotto in parte e riportato in corsivo) non ho resistito e ho scritto di getto questa one shot.  

Tornero’ a brevissimo con il nuovo capitolo di Dirty Arrow. Non lascio la storia, tranquille.

E quindi.. a presto! Vi bacio tutte SIS, spero solo di non avervi perso.

 

 

 

 
 

   
 
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