Insonnia

A rifletterci adesso, si rendeva conto di non essere poi stata una ragazza seria. Farsi piacere due uomini contemporaneamente, infatti, non era proprio bello e la cosa le pesava un po': significava forse che non teneva a nessuno in particolare? Eppure, a differenza di quanto accaduto a sua sorella che ci era rimasta parecchio male, quando Athrun aveva fatto la sua scelta, tornando a Orb per ricongiungersi definitivamente alla persona amata, la notizia non le aveva provocato quel dolore che, invece, si era immaginata di provare: nessuna lacrima, nessun cuore infranto. Anzi, si era persino sentita felice per lui.
   Sospirò con fare sconsolato. «Sono proprio una scema...»
   «A volte sì, in effetti», confermò la voce di Shinn, annunciando l'ingresso del giovane nella sala comune della Minerva. Stringendo le braccia attorno alle ginocchia alzate al petto, i talloni sul bordo del divano, Lunamaria gli lanciò un'occhiataccia, ma non rispose alla provocazione. Si limitò ad osservarlo mentre lui, con tutta calma, si incamminava nella sua direzione per sederle accanto. «Ti si vedono le mutande, così.»
   Lei avvampò e mise subito le gambe giù, assumendo una posizione composta. «Avresti potuto dirmelo subito», protestò, indignata.
   «E perdermi lo spettacolo?», la prese in giro l'altro.
   «Ehi!»
   «Se non vuoi che accada, usa gonne più lunghe, come fa tua sorella.»
   «Meyrin non è stata addestrata alla lotta quanto me. Quel tipo di abbigliamento risulterebbe scomodo in battaglia.»
   «Metti i pantaloni, allora», sbadigliò il minore, scivolando sul fianco per adagiare la testa in grembo alla fanciulla.
   La quale subito sobbalzò, imbarazzata. «Shinn!»
   «Ho sognato di nuovo la guerra», disse lui, diventando di colpo serio. Persino la sua voce si adombrò. «E anche stavolta c'era Rey, con me.»
   «Finiva come al solito?», domandò la sua compagna, preoccupata.
   Shinn non aggiunse altro, e Lunamaria rilassò il corpo sotto al suo peso, insinuando le dita affusolate fra i suoi capelli neri: era in momenti come questi che si rendeva conto del perché la partenza definitiva di Athrun non le aveva fatto male.
   Shinn era più importante.
   «Se hai sonno, dormi.»
   «Ora?»
   La ragazza sorrise nell'udire quel tono speranzoso e timido a un tempo. «Sì», mormorò, mentre lui chiudeva gli occhi e cercava l'altra sua mano per stringerla nella propria.