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Autore: Anya_tara    27/07/2018    0 recensioni
La guerra tra mente e cuore spesso non conosce vincitori. Aiolos di Sagitter lo impara sulla propria pelle: quella ragazza lo ha stregato, catturato, messo di fronte a scelte che ha già affrontato in passato, ma in modo differente.
C'è solo un problema: è la sorella del suo migliore amico. E ... scordarlo, per qualche istante, può condurre a risultati che lui stesso non immaginava.
P.S: questa storia è legata a "Feliz Cumpleanos". Il titolo viene dal famoso romanzo di Jane Austen, Sagittario anche lei ! :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Capricorn Shura, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Ma sei impazzito, maledizione?! >>. Il viso di Aiolia è contratto dalla furia, pallido di terrore.
<< Va’ avanti. Arrivo subito >>.
Leo stringe i pugni, sembra quasi voglia tiragliene uno in faccia, e solo il timore di far impensierire Nina nel vedergli un occhio nero lo trattenga. << Sbrigati >>.
<< E va bene. Cazzo >>, mugugna dandogli le spalle e avviandosi sulla scalinata dell’ospedale.
Erano mesi che non lo sentiva imprecare.
Ed è meglio che vederlo in un angolo, da solo, a rimuginare cattivi pensieri.
Sono mancati due giorni da Rodorio, e per tutto il tempo ha continuato a ripetergli che aveva un nodo allo stomaco, che si sentiva qualcosa nelle ossa. E no, non era perché avrebbe dovuto trascorrere fuori il compleanno di Shura.
A quello di Nina, due sere prima, ha cercato di sembrare sempre lo stesso, sereno, sorridente. Come ha fatto in tutti questi mesi, davanti a lei.
Ma da quando Capricorn li ha chiamati dicendo che aveva accompagnato la sorella in ospedale, per dei dolori che davano da pensare, quel castello di carte è crollato e si è fatto prendere dal panico. Una vera e propria crisi, che adesso ha raggiunto l’apice.
<< Devo andare un secondo. Ho una cosa da fare >>, gli ha detto prima che salissero le scale del nosocomio. Se c’è una cosa che ha tenuto lontano quello stesso timore da lui, è stato confidare nel Fato. Non accontentarsi di sperare, ma credere.
E ogni volta che Nina gli portava le mani sulla pancia, per fargli sentire suo figlio che si muoveva dentro di lei, ha creduto con più forza.
L’ha visto, in quelle piccole foto in bianco e nero, durante le visite. Una creatura sana e perfetta, che pareva tendere le manine nel grembo della madre per toccare quelle del padre, e rassicurarlo.
Ci sono. Sto bene. Arrivo presto.
Aiolia invece non ha mai osato posare la mano su Natalia. Anche se lei lo ha invitato a farlo tante volte. Non … voleva vedere le ecografie, si sforzava di non ascoltare i discorsi eccitati della cognata che parlava di cosa sarebbe occorso al neonato, di cosa si doveva preparare per accoglierlo al meglio.
Aiolos l’ha pregata di non prendersela. Nina invece ha fatto di testa sua. Piuttosto che arrabbiarsi o lasciarlo stare ha continuato a insistere, ancora, e ancora, con dolcezza, quasi si stesse già preparando ad essere madre, capendo che non sempre sarebbe stato facile convincere il proprio figlio ad agire in un determinato modo piuttosto che in un altro, e invece di sgridarlo, o mandarlo a quel paese, ha cercato di persuaderlo, con le buone, sperando che da un giorno all’altro finalmente cedesse.
Ma un Leone può tenere benissimamente testa ad un Capricorno. Specialmente un Leone che sa di non poter lottare contro il Fato, questa volta.
Nina non ha voluto sapere il sesso, e nemmeno lui in realtà. Vogliono che sia una sorpresa: hanno solo scelto i nomi.
Non è stato semplice prendere una decisione per l’eventualità che fosse maschio: hanno spulciato un’infinità di libri, e solo alla fine hanno optato per Alexandròs, che piace ad entrambi, anche e soprattutto per il suo significato.
La scelta per la femmina … non ha necessitato di nulla a parte un lungo sguardo silenzioso. Sapevano già entrambi come si sarebbe dovuta chiamare.
Anche se Nina ha provato a protestare, almeno un po’, per rispetto del suo amato. Anche lui aveva perduto una persona cara che sicuramente voleva omaggiare, no?
Ma Aiolos l’ha rassicurata. Se proprio insisteva potevano metterlo come secondo nome. Anche perché avevano già stabilito che il neonato sarebbe stato battezzato, e magari con un nome “pagano” qualcuno avrebbe potuto opporre difficoltà.
Per lui era stato appunto così. Per questo ha un secondo nome: Anastasiòs, il risorto.
Proprio com’è avvenuto. E’ risorto due volte, di cui una per merito di Natalia.
E continua a risorgere in lei, ogni giorno. Anche se sono due mesi che non fanno l’amore, più per una sua forma di ritegno misto a rispetto, che per volontà di lei.
Nina non ha mancato di fargli fare l’ennesima figura del cavolo, all’esame per il settimo mese. << Dottore, mio marito dice che ha paura di far male al bambino, se viene a letto con me. Glielo dice lei, che non è così? A me non crede >>, ha spiattellato bell’e cruda da sopra la scrivania.
Persino il medico ha avuto un attimo di sconcerto. Un brav’uomo, professionale e umano insieme. Di cui Los aveva imparato a fidarsi, e non avere più voglia di puntargli alla nuca la freccia di Sagitter ogni volta che armeggiava tra le gambe di sua moglie. << Be’, non ci sono particolari problemi, il bambino sta benissimo, lei è forte, giovane, certo bisogna fare attenzione, specialmente da adesso in poi. Evitare … determinate … ehm, situazioni. Per non … premere … sull’addome >>.
Los aveva compatito quel poveretto. Era diventato rosso come un papavero, benchè fosse come Nina gli aveva assicurato, che ne vedesse a bizzeffe ogni giorno.
Ma sicuro era difficile gli fosse capitata prima una come Nina. Lei è unica.
Anche per questo l’ama così tanto. << Però, signora Leukanthòs, non mi sento di forzare suo marito. Il … desiderio sessuale in gravidanza spesso è più acuto per la donna, mentre invece scema nell’uomo, che non porta in sé il mistero della vita, e ne ha timore. Giustamente. Persino io che faccio questo mestiere da trent’anni, e ho quattro figli, ho avuto lecite difficoltà … a dormire con mia moglie durante l’ultimo trimestre. Lo comprenda. Altrimenti rischia di traumatizzarlo. Parecchie mie pazienti si sono rivolte ad uno specialista, in seguito alla nascita del bambino, perché il compagno si rifiutava di avere rapporti con loro. Come se … la moglie fosse diversa, dopo aver partorito. E nel mezzo, soprattutto per molti di quelli che scelgono di assistere, vedendo la sofferenza del travaglio e del parto hanno inconsciamente il senso di colpa per esserne stati loro la causa. Certo, è anche vero che molte donne soffrono di depressione post-partum, ch’è un disturbo molto grave. Lei non mi pare soggetta, sinceramente, ma non mi sento di darlo per scontato. Quindi … mi raccomando. Se volete posso consigliarvi una bravissima psicologa, mia amica da anni >>.
<< Grazie, dottore >>.
Una volta fuori, Nina aveva riso, accarezzandosi la pancia. << Ed ecco che ora hai la scusa per non venire a letto con me. Una scusa ragionevole come piace a te >>.
<< Lo stai facendo sembrare come se non lo volessi, e stessi prendendo agio dalla situazione. E non è così. Mi addolori, parlando in questo modo >>.
<< Aiolos, forse non l’hai capito. Non è il fatto che tu non faccia l’amore con me a disturbarmi e amareggiarmi, ma quello che non ti lasci nemmeno toccare. E non tocchi nemmeno me, come se temessi di provocarmi danno >>.
<< Perdonami. Ma ho sempre il timore di poter combinare qualche casino >>.
<< Los. Non potresti in alcun modo >>.
Quella sera stessa, a letto, si era fidato a dar retta alla sua sposa. E non era successo nulla di disdicevole,
anzi, era stato molto tenero e tranquillo.
Hanno continuato a coccolarsi vicendevolmente ogni notte fino a due giorni prima, prima che lui e Aiolia partissero per conto del Santuario. Il Sommo per la verità aveva esitato ad affidargli quella missione, sapendo che il termine della gravidanza di Nina era quasi giunto.
Ma lei si era impuntata. Non si sarebbe mai perdonata se fosse venuto meno al suo dovere a causa sua. Ed era ancora presto: mancavano più di due settimane, più quella di prammatica, e se il bambino somigliava a lei, sarebbe venuto alla luce con un ulteriore ritardo. Non per niente, l’avevano chiamata Natalia perché l’aspettavano per la vigilia di Natale, anche se poi aveva deciso di prendersela comoda.
<< C’è Gabriel, con me. Se succede qualcosa vi chiama subito >>.
Aiolos aveva dovuto piegare il capo. Lo fa sempre, davanti a lei: ma non perché sia succube di sua moglie, al contrario.
Se avesse esitato, Nina avrebbe subito intuito che nutriva dei dubbi, e magari avrebbe iniziato a star male anche lei, cosa che Los voleva evitare a qualsiasi costo.
E inoltre lei è quella che ha sempre ragione.
Ma stavolta si è sbagliata. Il termine è arrivato molto prima del previsto.
Aiolos sa che non per forza è un segnale negativo. A volte la saggezza del feto è più grande di quella dei medici, e decide da sé quando è tempo di venire alla luce, fregandosene dei calcoli.
Ma per un attimo non è riuscito a non pensare che anche Lia è nato in anticipo. Era previsto per la fine di agosto, e forse il suo cosmo, già formato dacché suo fratello era nato con dentro il potere ruggente del Leone, si era ribellato a quella soluzione, scegliendo da sé.
Peccato che l’alternativa fosse costata la vita alla loro mamma.
Forse anche suo figlio ha scelto. Non gli garba essere dell’Acquario, vuole seguire le orme dello zio, essere Capricorno, reggere le sorti del mondo sulle sue spalle. Impugnare la sacra Excalibur.
E per questo, mettere sottosopra tutto il resto.
La predestinazione a volte è una gran rottura di palle, come direbbe Nina.
Non è una cosa sensata, quello che sta facendo. Suonare alla porta dell’abitazione sopra il negozio di fiori, a quell’ora disumana. Tirar giù dal letto un pover’uomo, obbligandolo a scegliere delle rose, solo i boccioli più belli, ancora bagnati, e avvolgerli con cura. Arancio dorato, il colore preferito di Nina.
Forse il fioraio pensa siano per una dichiarazione d’amore tardiva. Che voglia appostarsi sotto qualche balcone a fare una serenata, come si usava un tempo. << Non sarebbero meglio rosse? >>.
<< Sono per mia moglie. Sta … per dare alla luce il nostro primo figlio >>.
<< In bocca al lupo, allora >>.
<< Crepi >>. Aiolos girella nervosamente per il negozio, tormentandosi l’anulare con la fede mentre l’uomo sfila le spine dai gambi.
E gli cade l’occhio su quel peluche. Enorme, con due orecchie lanose e candido come la neve.
Un lieve sorriso spunta sulle sue labbra. << Prendo anche questo >>.
<< Va bene >>.
<< Grazie. E mi perdoni di averla svegliata a quest’ora >>.
<< Macché. Sa, lei è il miglior cliente della giornata >>, dice l’uomo.
<< Le faccio una promessa. D’ora in poi, mi servirò solo da lei. In ricordo di questa notte >>. Aiolos tira fuori il portafogli, prende una banconota di medio taglio.
<< Aspetti, le do il resto >>.
<< Lo tenga. E … grazie ancora >>.
<< Mi raccomando, non si scordi di portarmi suo figlio! >>, grida l’uomo, sorridendo.   
Ma lui è già lontano. Corre, Aiolos. Come il vento, mutevole, cangiante, come il nome che gli hanno imposto, rapido, nella notte, come quella notte, tenendo però tra le braccia non una creatura da salvare, ma un mazzo di rose e un pupazzo.
Il suo cuore però pulsa allo stesso modo di allora. Fa’ che sia in tempo. Fa’ … che sia in tempo.
Quando approda in reparto si trova davanti una scena straziante. Aiolia è seduto, con Shura inginocchiato ai suoi piedi. E’ bianco come un lenzuolo, ha gli occhi lucidi e gli tremano le labbra e le mani.
Per un attimo pensa il peggio. << Allora? Come sta? >>.
Shura lo rassicura. << Non lo sappiamo. Ancora non è venuto fuori nessuno >>.
Si placa un istante. Non gliene frega niente di sembrare un povero pazzo, con in mano quelle cose. Non gliene importa nulla.
E’ per Nina, e per lei accetterebbe anche di venire cosparso di pece e piume e condotto alla gogna. Qualsiasi cosa, purché ne escano vivi e salvi entrambi, non fosse altro che per restituire a quella povera anima straziata inchiodata su una sedia di plastica un attimo di fede, di speranza, per indurlo a credere che la sua venuta al mondo è coincisa solo per sfortuna con la dipartita della loro madre, e che nessuno gliene ha mai fatto una colpa, doveva andare così e basta.
Non ode il tono sibilante, furiosamente gelido di Lia. Lo ignora volutamente, non perché ce l’abbia con suo fratello ma per il suo bene, per trarlo fuori dal buio in cui è precipitato dal momento in cui ha saputo che la sua cara amica aspettava un bambino, con in parte il suo stesso sangue nelle piccole vene fragili.
E per cui da allora ha paventato lo stesso Fato sventurato.
Poi il medico viene fuori, serio, la voce innaturalmente pacata. Il petto gli si fa di ghiaccio.
E se Aiolia avesse avuto ragione?
<< E’ andato tutto … alla perfezione >>.
Solo in quel momento si accorge che aveva smesso di respirare. Prende un sorso d’aria, un altro ancora.
<< E il bambino? >>.
<< E’ una bambina. Le stiamo facendo degli esami di routine, appena finito porteremo fuori anche lei. Congratulazioni, è padre di una splendida femminuccia di tre chili esatti, nonostante sia in anticipo sui tempi >>.
Non riesce a non sorridere, a quella frase.
Non è per pareggiare il destino di Lia, ch’è venuta alla luce così. Non è per il suo, malgrado abbia compiuto anche per suo fratello un piccolo miracolo.
E’ per quello di Shura. Quasi abbia voluto ripagare il debito contratto col Karma dallo zio, nel momento in cui è nato.
Nel giorno, soprattutto. << A che ora è nata? >>.
<< Mezzanotte e un minuto >>.
<< E’ … perfettamente in orario, dottore >>, sente dire la sua voce, conscio che anche i due poco distanti hanno udito.
Le dodici e uno, del dodici uno.
Non avrebbe potuto scegliere momento migliore, la piccola Ariadne.
Entra in camera con cautela, augurandosi che Nina stia davvero bene, che il dottore non gli abbia usato la bontà di una scusa patetica.
E’ una gioia in più scoprire che sì, sta bene, e non ha perso un briciolo del suo sarcasmo. << Ehi … guarda un po’ chi c’è? >>, fa, reggendo contro il seno un fagottino rosa.  << Non fatevi vedere troppo, sennò questa povera bimba avrà il suo primissimo trauma. Avete una faccia, tutti e tre … >>, sbotta, abbozzando un sorriso stanco. Anche se sa che ancora la piccola non può vedere, e lo sa anche lei.
Vuole solo smorzare la tensione. Come sempre.
Tante domande gli affiorano alle labbra. ma tutte vengono spazzate via dal sorriso sfinito ma trionfante di Nina.
Sta bene. E’ viva. E la bambina ... è sana, e meravigliosa.
Trattiene a stento un singhiozzo, nel vedere per la prima volta sua figlia. E’ un fiore delicato, tenero e piccolo, che gli riporta alla mente tante cose, alcune belle, altre terribili, ma che non ha paragone con quelle.
Questa è sua. Carne della sua carne, sangue del suo sangue, che si sono uniti a quelli della donna che ama per generare quel piccolo miracolo, dalla boccuccia aperta in un lieve sbadiglio.
Nina gliela mette tra le braccia, e lui era stato per un attimo sul punto di tirarsi indietro. E’ la prima volta, e anche se sa come farlo, se ha tenuto altri neonati ed era tanto più giovane di così, è come se fosse del tutto nuovo, e dovesse imparare da zero.
L’emozione gli schianta il cuore. I piccoli tratti morbidi sono simili a quelli di tanti altri neonati, tuttavia Aiolos ravvisa già qualche somiglianza. Ha il naso di Nina, le sue labbra a cuore. Il taglio degli occhi è ancora incerto, come il colore: saranno blu per un certo periodo, come li ha avuti anche Aiolia, prima che mutassero.
Gli viene da sorridere nel vedere la piccola fronte corrugata. E’ un’altra piccola Capricorno che saprà far valere i suoi diritti.
Quelli che potrà vantare sul cuore del padre sopra tutti.
Ma adesso ha una questione più urgente da risolvere. Ha fame, e l’unico modo per farsi sentire è mugugnare di scontento.
La porge a Nina, che si sistema per allattarla. Vedere il suo seno candido e sodo che si scopre per nutrire la loro bambina è qualcosa di trascendentale, che gli rimette lo spirito in pace: rammenta la prima volta in cui l’ha sfiorato, sentendo le dita bruciare, e del senso di colpa che ha provato allora non resta che la cenere.
Ecco perché alla fine ha smesso di condannare il desiderio. Perché ha compreso che non era un mero istinto animale quello nel suo corpo, non la lussuria lo spingeva a congiungersi a Nina, ma questo.
Quando Aiolia e Shura vanno via, si siede accanto a Natalia. La bimba è tornata tra le braccia della mamma, dopo aver cosparso quelle degli zii della polvere dorata del miracolo della sua esistenza.
Finalmente anche Aiolia ha messo l’anima in pace. Aiolos è convinto di aver visto una minuscola scintilla rotolare sulla guancia del fratello: sa che gli ci vorrà un po’ per perdonarsi di essere stato tanto testardo, nel rifuggire da Ariadne.
<< Los, la metti nella culla, per favore? >>.
<< Certo >>.
<< Vuoi qualcosa? >>.
<< Mhmm. Vediamo. Da dove comincio. Ah, sì: una bottiglia di vino, una maxi-pizza con formaggio, cipolle e salame piccante, una confezione gigante di M&M’s, quelli con le arachidi, però, e penso proprio che mi concederò il lusso di una sigaretta, anche se non fumo più da anni >>. Nina sorride, e Aiolos con lei.
Poi Natalia scuote la testa. << Non posso né mangiare né bere, finché non mi staccano questa >>. Alza il braccio assicurato alla flebo.
<< Vuoi che ti bagni le labbra? >>, si offre Los, servizievole.
Lei gli scocca uno sguardo impensabile, per la circostanza in cui si trovano. << Se me lo dici così … >>.
<< Nina! Per l’amor del cielo! >>.
<< Shhhh! Che dormono. Dai, sì. Solo un po’ >>.
Si avvicina al tavolino, prende un tovagliolino di carta e aperta la bottiglia d’acqua, ne versa un bicchiere e ve lo inzuppa dentro, stringendolo per togliere il liquido in eccesso.
Torna accanto a lei, inumidendole la bocca. << Mi spiace non poterti portare nulla, finché non ti toglieranno la flebo. Però ti ho portato queste, intanto >>. Le raccoglie dal tavolino e gliele posa in grembo, felice di vederla stupirsi.
<< Los … sono bellissime. E fresche, anche. Ma dove le hai trovate, a quest’ora? >>.
<< Mah, per strada. Erano giusto qui davanti. Forse se l’è perdute qualcuno >>.
<< Sì. Certo. Anche quello se lo sono perduto? >>, fa accennando al coniglio di peluche.
<< No, quello l’ho tirato fuori dal cilindro. Però non mi ricordo più dove l’ho messo >>. << Hai sofferto? So che non volevi parlarne, davanti a Lia >>.
<< Mah, così. Poi mi hanno fatto l’anestesia, e non ho più sentito nulla. Ho un casino di punti metallici, spero tanto non rimanga la cicatrice. Ma suppongo sia sempre meglio che … ah, non ci posso pensare. Sono stata fortunata, accidenti >>.
Los posa lievemente la mano sulla pancia di Nina, non più tesa, ma ancora gonfia. << Ti fa male? >>.
<< In realtà non tanto, ho ancora un po’ di roba in circolo. Non avrei mai pensato di iniziare a sballarmi ora che diventavo madre >>. Batte con la manina sul letto. << Siediti >>.
<< No, ma figurati >>.
<< Los. Vieni qui. Avanti … >>. Nina gli sfiora l’angolo dello zigomo. << Guarda che occhiaie. Quanto sei stanco, amore mio? >>.
Aiolos raccoglie la manina nella propria, portandola alle labbra per un bacio. << Mai quanto te >>.
<< Perché non vai a casa a dormire? Ci sono i medici, le infermiere qui. Vai, ti fai una doccia, ti butti sul letto e torni domattina >>.
<< No >>.
Nina lo fissa senza dire nulla, per un lungo minuto. I suoi occhi cangianti lo studiano, e Aiolos sa che la fioca luce proveniente dalla lampada sul comodino non gli servirà a nascondere quello che sente di aver scritto in faccia in questo momento. << Los. Abbracciami >>, dice infatti.
<< No, tesoro. E se ti … >>.
<< Ah, che palle. Ma non la smetti proprio mai? Ti sto dicendo di abbracciarmi, fallo e basta, e che cavolo >>.
Los sorride nonostante tutto, nel sentirle quel tono irresistibile nella voce. E’ una despota dolcissima, che non teme di suonare severa quando è necessario.
Si tende con attenzione, posandole le braccia intorno al torso. A parte l’addome, occupa esattamente lo stesso spazio di prima tra di esse: non è più piccola, o più evanescente. Sotto la pelle vellutata avverte con nitidezza la carne tenera, le ossa delicate, i capelli di seta che le ricadono sulla spalla assicurati in una treccia.
Ed ha un sussulto. E’ come svegliarsi da un sogno per tornare nella realtà. E’ davvero lì con lui, non è immaginazione, non un pio desiderio.
E’ diverso dallo stringere un corpo freddo e immoto, sperando che riprenda vita e calore.
La voce gli esce rauca, strozzata. << Sicura … che non ti faccio male? >>.
<< No, fai bene, soprattutto a te stesso >>. << Sono qui, scemo. Dove pensavi che andassi? >>.
Il muro dietro cui stava ancora cercando di trattenere le sue emozioni, già divenuto cancellata ora cede del tutto. la serra con dolcezza e le riversa in seno le lacrime mute, di timore e impotenza, che per otto mesi ha tenuto strette in gola. << Non dovrei, perdonami >>.
Gli accarezza i capelli, e Aiolos freme, trattenendo ancora gli ultimi resti della tensione che lo ha consumato fin qui. << Smettila di fare l’eroe. Con me non serve. Mi hai già … conquistata abbastanza, per tutta la vita >>. Nina alza il braccio. << Ti faccio portare una sdraio. E’ il minimo, anche se non sarà comodissima >>.
<< Dormirei anche tra le spine, sui sassi, pur di starvi vicino >>.
<< Ecco, ma se potessimo evitare il pavimento, sarebbe meglio. T’immagini la faccia dell’infermiera, se domattina all’ora del giro ti trova intento a controllare che non ci siano batuffoli di polvere sotto al letto? >>. La porta si schiude, e una donna giovane, in uniforme bianca e la faccia un po’ assonnata si affaccia. << Signora? Le occorre qualcosa? >>.
<< Sì, grazie. Se ci fosse … qualcosa per far riposare mio marito. Sa, è appena tornato da un lungo viaggio. Questa signorina aveva fretta di conoscere il suo papà >>.
La donna anche se mezza intontita gli lancia un’occhiata eloquente. E Los ammutolisce, facendosi rosso come un semaforo. << E c’è da crederlo, eh sì >>. Poi torna a guardare Nina, che lungi dall’essere infastidita sembra tenersi a stento dallo scoppiare a ridere, anche per riguardo alla ferita. << La porto subito >>.
<< Grazie >>. Appena la porta si richiude Aiolos riprende tanta presenza di spirito da scoccarle un’occhiata di traverso. << Per un attimo ho creduto ti mettessi a riderle in faccia. Ma non ti dà fastidio? >>.
<< Cosa? Che mio marito sia bello da far girare la testa? Non ci penso proprio. Pensa a cosa dicono tutti quelli che ci vedono insieme: “ Ma che ci avrà trovato, in quella lì? L’avrà intortato facendosi mettere incinta” >>. Nina ha un’aria divertita. E insieme orgogliosa, come se in quell’ammirazione trovasse una conferma che a Sagitter risulta incomprensibile.
E’ lui quello fortunato. Anche troppo. << Impossibile che pensino una cosa del genere. Semmai il contrario >>.
Nina avvampa di piacere, scostandosi i capelli dalla spalla. << Sei troppo buono, Los. Non ce la fai a pensare male del prossimo >>.
<< Invece sì, sai? Non hai idea di quante cose inconfessabili ho pensato di Kanon, prima che … stessimo insieme per la prima volta. Credo sia stato proprio questo a farmi dare una mossa >>.
<< Santo Kanon, allora. Poveretto, non è proprio il massimo a cui potesse aspirare per sapere di essere stato utile, ma insomma. Basta che sia servito >>. Nina sorride. << Sono settimane che non fa altro che annunciarmi che meravigliosa sorpresa stia preparando per Ariadne. Sono proprio curiosa di sapere che cos’è >>.
Aiolos non ce la fa a reprimere una smorfia. << Ha rotto, con queste sorprese. Un giorno o l’altro gliene farò una io, e si ritroverà con una freccia dove non batte il sole >>.
Nina fa una faccia incredula. Poi ride, tenendosi la pancia. << No! Sei ancora geloso! Anche adesso? >>.
<< Non credo di poterne fare a meno. A differenza di te, non mi sta bene che altri guardino mia moglie >>.
<< Anche se sai che ha occhi solo per te? >>. Gli tende una mano, che Los stringe nella propria. << E non potrebbe essere diversamente, soprattutto ora che mi ha donato una figlia splendida? >>.
<< Casomai sei tu ad averla donata a me >>. Guarda la piccola, che riposa quieta nella culletta. Poi la porta si riapre e la donna arranca dentro, armata di una sdraio richiusa.
<< Aspetti, la aiuto >>.
<< Che cavaliere >>, sentenzia l’infermiera, e Nina ridacchia. << E’ fortunata ad avere un marito così, signora >>.
<< Glielo stavo giusto facendo notare. Ma lui a me non crede >>.
<< Pure modesto! Ah, ce ne fossero di più uomini così, a questo mondo >>. Los apre la sdraio, sforzandosi di non guardare Nina che immagina se la stia godendo un mondo, anche se dovrebbe riposare. << Mio marito non fa altro che lamentarsi, e trovare da ridere su ogni cosa >>.
<< Ah, ma anche questo non scherza. Solo che di solito azzittisco l’audio, e mi accontento di guardarlo >>.
Aiolos quasi si richiude nella sedia, alzando gli occhi al cielo. << I vantaggi di avere un uomo bello >>.
<< Indubbiamente >>.
<< Riposi, signora. Ha una bimba adesso di cui occuparsi. Anche se immagino … che suo marito si prodigherà in tutti i modi possibili per aiutarla >>. Storce la bocca. << Mai una volta che il mio si degni almeno di salirmi la spesa in casa. Questione di fortuna >>.
<< Nahh, non è fortuna. Basta saperli prendere. Bastone e carota, come i cavalli >>.
Aiolos inarca un sopracciglio. Ci sta proprio prendendo gusto, la sua Nina. << Be’, buonanotte. Chiami pure, se occorre qualcosa >>.
<< Grazie. Buonanotte anche a lei >>. L’infermiera chiacchierona se ne va, lasciandoli di nuovo soli.
<< Hai finito? >>, sbotta Aiolos,
<< Chi, io? Ma se ho appena cominciato >>.
Los scuote la testa, baciandole la guancia. E’ pallida, ma fresca. << Dormi, devi riposare. Hai tanto tempo per prendermi in giro come ti pare >>. Si sdraia sulla sedia, più per convincere Nina che per sé. Gli occhi vanno sempre ora alla moglie, ora alla figlia.
<< Solo per questo ti do retta >>. Nina chiude gli occhi, ma in viso ha il sorriso sereno di chi ha fede nel domani.
E si addormenta. Povera cara.
Los invece non ci riesce. Continua a guardare la culla, casomai la bimba abbia bisogno di qualcosa.
Ma Ariadne dorme anche lei tranquilla, come se abbia ormai compiuto la propria missione, nascere proprio in questo giorno. E adesso si stia concedendo il meritato riposo.
Los ha giusto il tempo di chiedersi cosa stia facendo adesso suo fratello, a casa. Ma è consapevole che c’è Shura con lui, e anche se avesse un crollo emotivo pari al suo, il compagno non lo lascerà da solo.
Confortato, si addormenta anche lui.
Quando si ridesta è ancora presto. Si tira su dalla sdraio e il suo primo pensiero è per Ariadne, che dorme ancora. Sembra quasi non voglia nemmeno mangiare, dopo la poppata della sera non ha più preso nulla.
E s’inquieta. Sarebbe forse il caso di svegliarla?
Però è tanto serena, mentre dorme. Ogni tanto succhia il ciuccio che le ha preso qualche settimana prima, giallo e arancio con delle minuscole api disegnate sopra.
D’un tratto lo risputa, e Los tende la mano a rimetterglielo tra le labbruzze piene, simili a quelle della madre.
Ma non ne ha il tempo. le piccole manine di Ariadne si muovono alla cieca sul velluto della tutina arancione, cercano e trovano lo scomparso, e lo riportano alla boccuccia, senza neppure emettere un versetto, o schiudere gli occhietti. Riprende a succhiarlo tranquilla, dormendo.
Aiolos è impietrito. Una bimba di nemmeno un giorno è in grado di farlo?
Non ha il tempo di darsi una risposta. Nina si stiracchia, aprendo quegli occhi cerulei, inimitabili. << Ehi. Ciao >>.
<< Ciao >>. Non le dice subito di quel che ha visto, forse si è trattato di un’allucinazione. Ha anche lui da recuperare, e parecchio, di sicuro.
<< Hai dormito? >>.
<< Sì, no. In effetti non lo so. Mi sento ancora rincoglionita. Inizio a temere che gli effetti dell’anestesia non passeranno tanto in fretta. Potrei non essere più tanto sveglia, d’ora in poi >>.
<< Me ne farò una ragione >>. Los le posa un lieve bacio sulla fronte. << Vado a darmi una lavata, okay? >>.
<< Sì >>. Nina si fa incerta, esitante. Aiolos non può non domandarsene la ragione: è la prima volta, dopo tanto, che la vede così. E le mani gli tremano, prima ancora che se ne renda conto coscientemente. << E poi … torna qui. Credo … che il dottore … voglia parlare con te >>.
<< Perché? >>.
<< Vai, Los. Poi vieni qui >>. Il suo tono è perentorio. Ma le iridi argentee baluginano di un vago smarrimento.
Che se ne siano accorti anche gli altri, di Ariadne? Se così fosse non sarebbe un gran male. Lia è venuto al mondo già dotato del cosmo, e a soli quattro anni sapeva fare cose strabilianti.
Ma Nina è tesa, e non ha l’aria di una a cui abbiano detto che sua figlia è straordinaria. << Vai, Los. Ne parliamo quando arriva il dottore >>.
Los si lascia convincere. Entra nel bagno, aprendo l’acqua nel lavabo, sciacquandosi la faccia.
Qualunque cosa sia, non può essere così terribile.
Non se riguarda sua figlia.
 
   
 
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