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Autore: _doubled_    28/07/2018    1 recensioni
SEQUEL DI "EL FUEGO Y EL MAR"
Mi avevi promesso che non ti saresti mai dimenticato di ciò di cui ho bisogno e che avresti passato il per sempre al mio fianco, eppure adesso mi hai lasciato da solo, con tutte le mie debolezze che nessun altro capisce, a parte te.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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4. Sensi di colpa

Legenda personaggi:
Lorenzo Galieni
Andrea, Fada, Fadani
Simone De Pisis
Andrea, Lisu, Lisandri
Jacopo Galieni
Alice Ferrari


GALIENIS POV

«Ehi, non so se te l'ha già detto Simone, ma lui e Andrea continuano a litigare, oggi il Lisu mi ha detto che stamani si è arrabbiato perché Simone ha occupato il bagno per un'ora, non capisco, Andrea lo sa che è normale per lui; secondo me, il vero motivo è un altro, litigano sempre per colpa nostra: ad Andrea non sta bene che Simone sia sempre con te e a Simone non sta bene che Andrea sia sempre con me» raccontai, sedendomi sul letto, accanto a mio marito, non appena il Lisu uscì dalla stanza dell'ospedale, «mi manchi da morire, svegliati idiota, che cazzo stai aspettando? Sono passati due mesi, non ce la faccio più senza di te: mi mancano i tuoi riccioli morbidi, mi mancano i tuoi occhi azzurri, mi mancano i tuoi baci, mi manca la tua voce e la tua risata, mi mancano i tuoi abbracci rassicuranti, mi manca saperti al mio fianco ogni volta che sto male, mi manca la tua allegria e la tua spensieratezza, mi manca vivere con te, in casa nostra».

Mi dovetti fermare perché stavo piangendo troppo, avevo bisogno di uscire da lì e di allontanarmi da Fada, così corsi fuori, togliendomi i guanti, il camice e i calzari, e gettandoli nel cestino, poi lasciai la stanza filtro e raggiunsi la sala d'attesa. Andrea, che era seduto lì, si alzò spaventato e si avvicinò a me: «Lory, che succede?» domandò.

Mi appoggiai col viso nell'incavo del suo collo e continuai a piangere, così Andrea mi abbracciò per calmarmi; quando smisi di singhiozzare, alzai il volto e mi ritrovai vicinissimo al suo. In quel momento avevo bisogno di qualcuno e volevo fargli capire che per me era importante che lui fosse lì e che da solo non sarei più riuscito ad andare avanti, quindi, senza pensare, posai le mie labbra sulle sue; subito mi staccai, rendendomi conto di ciò che avevo appena fatto: «Scusami» borbottai, allontanandomi.

Andrea mi stava guardando, confuso e allarmato, senza dire una parola, così continuai: «Simone aveva ragione, stai passando troppo tempo con me, torna da lui, non voglio rovinare anche voi».

«Tu non stai rovinando niente, è solo colpa nostra, stai tranquillo, non è successo niente» mi confortò.

«Grazie, Andre, per tutto» mormorai, «ora vai a casa, c'è mio babbo con zia Alice e Manuele».

«Va bene, ci sentiamo dopo» mi salutò, andandosene.

Mi diressi verso il bagno per risistemarmi, poi raggiunsi mia zia: doveva fare la chemio e, visto che mio padre doveva lavorare, le avrei fatto compagnia io, aiutandola anche con il bambino. Quando la vidi, mi sembrò ancora più stanca della volta precedente: era dimagrita, era pallida, aveva le occhiaie profonde e il viso scavato, in testa portava una bandana per coprire la perdita dei capelli, eppure era ancora bellissima.

«Ciao pa', ciao Ali» li salutai, andando ad abbracciare delicatamente la zia, poi presi il piccolo Manu tra le mie braccia e lo strinsi a me.

«Come stai, Lory?» chiese Alice.

«Potrei stare meglio, ma sono stato peggio, credo» sospirai.

«Lory, puoi stare qui con la zia e Manu, finché non ha finito la chemio, così io continuo a preparare quel caso su cui sto lavorando?» si intromise mio padre.

«Vai pure, pa'» lo rassicurai, sedendomi su una sedia accanto alla zia e posando Manuele sulle mie ginocchia, rivolto verso di me.

Jacopo non trovava più tempo per il suo lavoro, doveva fare ogni cosa soprattutto di notte, in quelle poche ore in cui io riuscivo a dormire senza urlare per gli incubi; infatti i miei farmaci non stavano funzionando granché, per questo la mia psichiatra aveva deciso di provarne di nuovi.

Feci saltellare mio nipote sulle mie gambe e lui rise divertito; in quel momento della mia vita tutto era bruttissimo, ma Manuele no, lui portava gioia a tutti noi, anche in periodi come quello.

«È più tranquillo con te che con Jacopo, come riesci a non farlo piangere? A volte non ci riesco neanche io» ridacchiò la zia.

«Non lo so, mi vuole bene! E io ne voglio tanto a lui» ammisi, abbracciandolo e coccolandolo.

«Saresti un padre perfetto, di' a Fada di muoversi a svegliarsi, ché dovete costruirvi una famiglia» continuò.

A quel punto, le immagini di me e Andrea insieme al nostro bambino mi inondarono la mente, e dovetti applicare le tecniche di rilassamento che la psicoterapeuta mi aveva insegnato per non avere una crisi davanti a mia zia e con Manuele in braccio; con mia sorpresa, ci riuscii e ristrinsi a me il piccolo, poi cambiai discorso: «Chi cucina stasera? O prendiamo le pizze?» chiesi.

«Scegli tu, però mangia, mi raccomando, io e tuo padre dopo andiamo a fare la spesa».

«Promesso» dissi, «prendete il pollo».

Passammo un altro po' di tempo a chiacchierare, finché non arrivò Linda -l'infermiera- a togliere la flebo ad Alice, così la accompagnai da mio babbo e io decisi di tornare da mio marito. Come sempre, indossai i calzari, il camice e i guanti, poi entrai nella sua stanza, dove trovai Simone, che, appena mi vide, si asciugò le lacrime: «Non sapevo che stessi arrivando, vi lascio soli, scusami» farfugliò.

«No, aspetta, volevo solo salutare Fada, perché stavo per andare via, mi accompagni a casa? Sono da solo» proposi, avvicinandomi al letto.

«Certo, ti aspetto fuori» affermò, «ci vediamo, Andrew» aggiunse, poi, uscendo.

«Amore, zia Alice ha detto che ti devi svegliare perché dobbiamo metter su famiglia, dobbiamo adottare un bambino, voglio vederti con nostro figlio in braccio, sareste bellissimi» sussurrai, accarezzandogli la fronte, «e poi dovresti vedere Manuele, sta crescendo benissimo».

Gli diedi un bacio sulla guancia e raggiunsi Simone in sala d'attesa: «Andiamo?» chiesi.

«Sì» sorrise, e ci avviammo fuori.

Per la maggior parte del tragitto rimanemmo in silenzio: non capivo perché Simone non parlasse, mentre io ero divorato dal senso di colpa per il bacio che avevo dato ad Andrea quel pomeriggio; da una parte speravo che non gliene avesse ancora parlato, ma dall'altra volevo che il Lisu mettesse subito le cose in chiaro col suo ragazzo, perché con me non c'era niente davvero. Avrei voluto raccontarglielo io, ma preferivo che lo facesse Andrea, e, comunque, avevo anche paura della reazione che avrebbe potuto avere Simone, non potevo perdere un amico in quel momento, per qualcosa che non esisteva.

«Ma Andrea? Non era con te?» domandò Simo, rompendo il silenzio.

«Sì, ma è andato via già da un po', non so dove sia, mi dispiace».

«Ah, okay, provo a scrivergli, non si è fatto più sentire da stamani» mi informò, tirando fuori il cellulare, «oh! Un suo messaggio!».

«Che dice?» chiesi, preoccupato.

«Dice che vuole vedermi, per parlarmi, sicuramente vorrà fare pace per la litigata di oggi» spiegò, felice.

Sperai che fosse così, anche se ero quasi convinto che Andrea gli avrebbe detto tutto e che Simone mi avrebbe odiato per sempre; questo, infatti, non avrebbe fatto altro che alimentare i suoi dubbi su me e il Lisu, e lui non ci avrebbe mai perdonati. Cominciai ad andare in panico e il mio amico se ne accorse: «Lory, siamo quasi arrivati, resisti, non ti lascio da solo, Andrea può aspettare» mi rassicurò.

«Grazie» bisbigliai, appena giungemmo a casa, «ora puoi andare, starò bene».

«No» impose, «rimango finché non arriva qualcun altro».

Gli sorrisi e ci sedemmo sul divano; stavo bene lì con Simone, e non volevo che tutto quello finisse per uno stupido bacio; speravo davvero che Andrea riuscisse, in qualche modo, a risolvere tutto, credevo in lui.

 

NdA

Ciao a tutti! Perdonateci l'imperdonabile ritardo, ma siamo state molto impegnate con la sessione estiva. Tornando alla storia, si sta complicando tutto sempre di più, come pensate che andrà' fateci sapere!
Un bacio,
Sofia e Luna

   
 
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