Era un giorno come tanti altri in città, il sole splendeva alto nel cielo, gli uccellini cantavano, le persone erano intente a svolgere le loro mansioni quitidiane. James invece, come molti altri nella sua fascia di eta, si trovava in giro a bighellonare su una piattaforma di realtà virtuale, più precisamente in una sorta di piazza. Una piazza composta da una fontana, posta al centro, le cui acque non rispettavano le leggi della fisica; delle panchine, ognuna di forma, colore e dimensioni diverse, poste come gli schizzi di uno starnuto abbastanza umido; infine degli alberi, per rendere il tutto più ecologico. Anche una ragazza era lì in quella piazza quello stesso giorno, ma non era allegra e spensierata come James; era triste, si sentiva sola, indesiderata e mancava di autostima e gioia di vivere. Fortunatamente la vide James, che smise di lanciarsi dagli alberi, per scoprire a che distanza dal suolo la piattaforma di faceva fare un log out istantaneo per evitare danni collaterali. Gli si avvicinò, la salutò con un gesto amichevole e le chiese come stava, anche se sapeva già la risposta, che infatti fu che stava male. Allora la provo a consolare, dicendole cose belle, e anche cose divertenti, per farla ridere un po’. Per puro caso riuscì nel suo intento, e non solo; lei si senti così bene che qualcosa nel suo cuore scattò; era forse amore? Impossibile, si sono conosciuti da poco e già lei lo ama. Parlarono per tutta la serata e, quando il sole virtuale stava per calare, o meglio, stavano per entrare in modalità notturna, lui decise di invitarla a casa. Dopo una serie di comandi complicati per la gente comune, si tele trasportarono a casa sua, dove consumarono una notte di amore virtuale, nonostante le pecche nella grafica dei personaggi.
Dopo quella “lunga” notte, si scambiarono gli ID virtuali, per un futuro contatto e si disconnessero, per trovarsi sul letto di casa, con una sorta di casco da motociclista addosso e una fame assurda; era infatti ora di cena, ramen istantaneo comprato al negozio di alimentari sotto casa. E così si addormentò con ancora il gusto giapponese sul palato.