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Autore: _astronaut_    29/07/2018    0 recensioni
||SPOILER AVENGERS:INFINITY WAR||
"Se non uccide, fortifica", dicono.
E' proprio così?
Raccolta di One-Shots tutte tra loro collegate per creare una storia più lunga narrata dal punto di vista di Tony e degli altri personaggi; se non avete ancora visto il film, non leggete (siate saggi, non rovinatevi la visione di uno dei film più emozionanti dell' MCU!). Enjoy!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Whispers

Canzone consigliata: Whispers – Passenger (scusate sempre il formato T.T sarà così finché sarò via)

CAROL

Percepisco un clima di leggera tensione tra i passeggeri del jet wakandiano, dopo quelle che oramai sono due ore di viaggio, e credo che la causa sia proprio il dio che al momento è seduto di fronte a me e sembra volermi leggere nel pensiero.

Non ho paura di lui, nel suo sguardo non vedo la vena di follia da cui Fury, Coulson e Barton mi avevano messo in guardia: davanti a me vedo solo due grandi laghi verdi pieni di piccole pagliuzze dorate, che mi scrutano con interesse. Le labbra dell’uomo, sottili, sono tese in un sorrisetto ironico, e i capelli neri e lunghi sono tirati dietro le orecchie, sfiorano i vestiti blu scuro che Loki indossa.

“Sei una Midgardiana interessante” dice a un tratto quando Tony, Natasha e Steve si sono appartati lontano da noi.

Bel modo di iniziare una conversazione penso con un pizzico di divertimento.

“Grazie” ridacchio lievemente, non sapendo gestire il velato complimento che mi è appena stato fatto.

“È la verità” ammette con un sorriso che mi fa arrossire – ahimè "Tu non hai paura"

"Dovrei averne?" domando, calma, mostrandogli la gemma del tempo ben incastonata nel guanto che indosso.

Lui non risponde, mi scruta.

"Non mi conosci" dice dopo un po'.

"Si può rimediare" sorrido, poi sento il mio cuore battere pericolosamente forte quando noto i suoi occhi illuminarsi di quella che, a mio parere, sembra proprio gioia mista a speranza.

Chiamo Natasha, chiedendole di darmi il cambio, in maniera tale da riuscire a ricompormi un attimo. Che effetto mi sta facendo, Loki? Il mio cuore palpita pericolosamente nel mio petto, e guardandomi allo specchio della toilette vedo le mie pupille dilatate di interesse, le mie gote arrossate, le mie mani un po’ sudate.

Autocontrollo! Hai una missione da portare a termine!

Esco poco dopo e, sguardo a terra, mi dirigo nuovamente verso la sala comandi, persa nei miei pensieri, guardando distrattamente il pavimento di metallo che scorre velocemente sotto i miei piedi.

Neanche a farlo apposta, vado a sbattere contro un corpo – Tony? Steve? No, diamine, Loki! – che per evitare che cada mi prende al volo stringendomi a sé. Il suo corpo è un po’ freddo, decisamente più freddo dei normali corpi terrestri.

“Sei stanca. Dovresti dormire" mormora a voce bassa, gentile. 

“Non sono stanca” ribatto staccandomi, conscia di risultare poco credibile anche alle mie stesse orecchie “E occhio a dove vai! Hai rischiato di far cadere una donzella!" lo rimprovero bonariamente.

“Okay, Carol” ghigna furbescamente “Ma per me dovresti comunque concederti qualche ora di sonno, non mi hai nemmeno visto arrivare”

“Avevo lo sguardo a terra, ovvio che non ti ho visto” replico imbarazzata.

“Non mi hai nemmeno sentito” incalza con un sorrisetto divertito.

“Ero persa nei miei pensieri!” balbetto “E tu perché stai venendo di qua?” riparto alla carica.

Lui ridacchia. “Devo andare in bagno”

Non posso fare a meno di venire contagiata dal suono musicale della sua risata, poi mi ricompongo.

“E’ la prima porta a destra” lo informo.

“Vedrò di non perdermi” ammicca e si allontana, lasciando dietro di sé un lieve profumo di pino e di neve.

Scuoto la testa, sorridendo un po’, poi mi rimetto ai comandi senza dire una parola.

E’ simpatico

“Potrei dirti qualcosa” inizia Natasha con sguardo malizioso e un po’ diffidente “Ma non ho intenzione di influenzare il tuo giudizio sulla sua persona, dato che per ora, non hai mai sbagliato. Tu non conosci nessuno di noi, eppure ti fidi. Siamo persone molto diverse tra loro, e…”

“Siete anche diverse da come eravate in passato” mormoro “Quindi perché questo non dovrebbe essere successo anche a lui? So cosa ha fatto a New York, Barton mi ha informata… Ma perché non dargli una seconda possibilità?”

Natasha sorride appena. “Stavo appunto per dirti questo. Io, Steve e Tony non ci fidiamo di lui, anche se tu, Thor e Bruce sì. Abbbiamo bisogno di tempo, suppongo. Ma se mai aveste ragione… Be’, vi offrirò un caffè”

Ridacchio. “Macchiato, con due cucchiaini di zucchero”

“Meglio sulla Terra” dice Natasha “Qui nello spazio non penso siano particolarmente bravi a farlo”

Annuisco, concentrandomi di nuovo sulla guida del nostro super jet.

“Se vuoi ancora un cambio, dimmelo” mi dice la Vedova “So tenere testa a Loki"

Sorrido pacatamente “Semmai più tardi. Grazie, Nat”
Lei sorride, poi se ne va di nuovo nella piccola stanza assieme a Steve e Tony.

“Non dai ascolto nemmeno a Romanoff?” domanda una voce alle mie spalle.

Senza che possa impormi di non farlo, sobbalzo. “Non comparirmi alle spalle. Mi fai spaventare!”

Lui ride, sereno, e si risiede comodamente. “Non è fantastico?” domanda poco dopo.

Lo guardo con la coda dell’occhio: seduto un po’ scomposto, ma preservando comunque un non so che di raffinato ed elegante, guarda fuori dai grandi vetri del jet il paesaggio che scorre attorno a noi, stelle, piccoli asteroidi, detriti di astronavi distrutte da chissà quanto tempo. 

I suoi occhi riflettono mille puntini luminosi mentre il suo viso viene baciato dalla luce cosmica, che delinea sui suoi zigomi alti ombre che non fanno altro che esaltarne i lineamenti affilati ed eleganti.

“Sì. Meraviglioso”

Il paesaggio, ovviamente

Lui fa per prendere parola, ma si ferma. Riprova, si blocca nuovamente. Sbuffa spazientito.

“Non ho paura di te, Loki, né ho intenzione di giudicarti. Se vuoi dirmi qualcosa, puoi dirmela senza farti alcun problema”

Sorride. “No. E’ che…” inspira “Niente”

Alzo le spalle, sorridendo tranquillamente, percependo il suo fastidio nel non riuscire a intavolare una conversazione senza farmi scappare a gambe levate. Non deve avere avuto un passato facile, con le persone, se ora faceva fatica ad aprirsi con una persona che - oggettivamente - di inquietante aveva ben poco e che non lo guardava con diffideza, ovvero me. “Riposati, il viaggio è ancora lungo”

“Non ti lascio da sola a pilotare, anche perché gli altri si sono appena addormentati”

“Come lo sai?” domando curiosa.

“Ascolta” sussurra chiudendo gli occhi.

E io gli obbedisco. Non sento più il chiacchiericcio sommesso dei tre, sento solo un profondo silenzio, interrotto solamente dal respiro pesante dei due uomini che, probabilmente spossati dopo la battaglia avuta con degli alieni a tre teste per accaparrarci la gemma, finalmente hanno trovato un po’ di pace in un posto che, sapevano, era sicuro.

“Se solo non fossi adulta e non stessi guidando un jet a velocità impressionanti” inizio “Andrei a fargli qualche scherzetto”

“Potrei farlo per te” propone con uno sguardo vivace, da bambino, che mi fa sentire un esercito di farfalle nello stomaco. È bello vederlo sorridere,

“Meglio di no. Potrebbe arrivarti un gancio da parte di Rogers che ti farebbe passare la voglia di scherzare per i prossimi cent’anni”

“Oh, nulla di cui preoccuparsi, sono un dio” sdrammatizza incrociando le gambe sulla poltroncina.

“Che è morto più di una volta” incalzo con un sorrisetto.

“Per questo nulla mi spaventa più” risponde beffardo.

Sorrido. “Proprio niente?”

Passa un po’ di tempo prima che lui, in un sussurro, ammetta la sua più grande paura. “Essere lasciato solo”

Lo guardo con dolcezza, spiazzata dalla sua confessione, distogliendo per qualche istante lo sguardo dalla immaginaria strada da seguire, notando il viso contratto in una smorfia di fastidio in seguito a ciò che si è appena reso conto di aver fatto “Ma a te non interessa, giustamente” muove la mano in aria, quasi a scacciare una mosca, quasi a riempire quella piccola crepa che inconsciamente sono riuscita ad aprire nel muro che si è costruito attorno al cuore.

Scuoto la testa, per niente d’accordo con la sua affermazione, trovandomi poi a pensare che Loki sia, definitivamente, bello.

Bello di una bellezza sfuggente, complicata, tanto palese quanto celata, bello come un raggio di sole dopo un temporale, complicato come un’equazione di traiettoria, intrigante come un messaggio criptato, complesso come un puzzle da mille pezzi, sfaccettato e affilato quanto un diamante grezzo, ma non per questo meno aggraziato di un gatto che si acciambella con un movimento fluido sulla pancia della padrona, meno leggero di un bacio dato a fior di labbra…

“Sbagli” mormoro, impedendo ai miei pensieri di andare alla deriva, poi mi metto in contatto personale con la cabina di pilotaggio della Milano, per non disturbare i tre Vendicatori appisolati.

“Qui Wakanda 1, tutto va bene. Voi?”

“Tutto regolare” risponde Nebula “Mancano cinque ore a destinazione, il tragitto è tutto dritto”

“Imposto pilota automatico?” domando aprendo lo schermo per le coordinate

“Sì” dice, e mi detta una sfilza di numeri “Accoppia la navicella alla nostra con i sensori di posizione, così non ci allontaniamo e in caso di deviazione di rotta, o di corpi estranei in avvicinamento, parte l’allarme”

“Ricevuto” eseguo tutto ciò che mi dice con precisione fino a quando mi arriva un suo stanco: “Tutto calibrato perfettamente. Appuntamento radio tra due ore. Noi ora riposiamo un po’, siamo tutti stanchi”

Annuisco. “A dopo”

Tolgo l’auricolare e mi stropiccio gli occhi, sbadigliando subito dopo.

“Qualche problema?” domanda Loki con premura girando la poltroncina verso di me.

“No. Possiamo dormire due ore senza timore che accada nulla di male” dico sgranchendomi le gambe dopo essermi sganciata la cintura.

“Avete delle cabine?” chiede alzandosi a sua volta.

Annuisco. “Sì, sono di là, le tre cabine chiuse sono quelle di Romanoff, Rogers e Stark”

“Vai, allora” mi appoggia una mano sulla spalla, ritirandola poco dopo, quasi si fosse scottato “Qua ci penso io, tranquilla”

Lo guardo profondamente. “Sai pilotare una navicella?”

“Per chi mi hai preso?” domanda fingendosi scandalizzato “Voi umani siete secoli indietro rispetto alla nostra tecnologia!”

Io mi risiedo sulla mia poltroncina e mi giro verso di lui, interessata. “Dimmi allora, com’era Asgard?” domando con un sorriso curioso.

Lui sorride di rimando. “Fantastica. Penso ti sarebbe piaciuta, sai?” volta lo sguardo verso l’Universo “C’era tanta vegetazione, era circondata da cascate, Heimdall la proteggeva con i suoi occhi che potevano vedere tutto… E poi c’era il palazzo, interamente decorato d’oro e di metalli che voi sulla Terra non possedete…” sospira, perso per un secondo in pensieri un po’ tristi.

“E’ un peccato che sia stata distrutta” mormoro, cogliendo la vena di nostalgia nella sua voce sommessa e calma “Tu e Thor avete perso tutto”

Sospira. “Non tutto, sai. L’uno ha ancora l’altro. E questo per il momento ci basta”

Allungo istintivamente una mano verso la sua e la stringo, incurante della freddezza della sua pelle; Loki mi guarda profondamente, quasi ad ammonirmi di non toccarlo più senza il suo consenso.

Intimorita, faccio per interrompere il contatto, ma lui aumenta la presa, sorridendomi.

“Non fraintendere il mio sguardo, Carol Danvers” mormora, quasi mi abbia letto nel pensiero “Non ricordo cosa significhi ricevere gesti d’affetto”, ed ecco un altro piccolo pezzo di Loki che, senza forse accorgersene, si è fatto scappare dal controllo della sua brillante mente.

“Non…” balbetto “Non fa niente. Imparerò a capirti” sorrido, ricambiando la stretta, e non voglio affrettare i tempi o bruciare le tappe, ma per un momento, un bellissimo momento, mi sento una normalissima ragazza di 25 anni, non un super agente che deve evitare ogni coinvolgimento emotivo durante una missione. 

Anche perché Loki è così… come dire? Attraente? Sì, decisamente. Ma non solo a livello fisico, anche a livello intellettuale e della personalità, non riesco a essere distaccata. E’ qualcosa di strano, qualcosa che non riesco a comandare, ad avere sotto controllo, ma le carezze lievi che sta facendo al dorso della mia mano, mi avvolgono in un piacevole tepore. E non sento di avere la forza, in questo momento, di allontanarlo, o di non lasciarmi andare, di non essere semplicemente Carol.

E’ da un po’ di tempo che non mi concedo un po’ di leggerezza 

Lui sorride, sincero, e mentre giocherella distrattamente con le mie dita, continua a descrivermi Asgard, le stanze da ballo, il salone d’ingresso, e cullata dalla sua voce profonda e sognante, non mi rendo neanche conto di aver chiuso gli occhi, e mi sveglio solo quando sento un suono diverso da quelli che avevo imparato a riconoscere.

Spalanco gli occhi. E’ passata un’ora e mezza circa da quando sono caduta tra le braccia di Morfeo, e Loki si è appena alzato dalla sedia per cercare di rispondere a quella che, a tutti gli effetti, è una chiamata.

Dalla Terra, maledizione!

“Facility a Wakanda 1, mi sentite?” sento poco dopo la voce di Barton “Ripeto: Facil…”

“Vi sentiamo forte e chiaro!” rispondo piena d’angoscia “Cosa succede?”
“Carol!” sento Barton sospirare di sollievo “State bene?”

“Sì, sì, stiamo bene. Che è successo?”
“Dei terremoti stanno scuotendo New York, non sappiamo l’origine, Friday ci avverte, ma non riusciamo ad evacuare in tempo le zone. L’ultimo ha raso al suolo metà del Queens”

In quel momento fanno capolino nella stanza Stark, Rogers e Romanoff, svegliati dal frastuono. 

Il più scosso è proprio Stark, che si mette subito a interrogare Clint.

“Sopravvissuti?” domanda Tony, il respiro spezzato.

“Nessuno. Hanno estratto solo cadaveri, per il momento. Tony, penso che l’invasione aliena e lo sconvolgimento operato da Thanos stiano avendo effetti collaterali”

“Voi state bene?” domanda Natasha “Nate? Rhodes?”

“Tutto okay” risponde Clint senza nascondere il sollievo “Grazie al cielo”

“Scott Lang?” domando io “Sua figlia? La Vespa?”

In quel momento la voce di Gamora si sovrappone a quella di Clint, e capisco che qualcosa sta andando storto.

Molto storto

“Fascio di asteroidi in avvicinamento!” urla Gamora “Sganciatevi immediatamente o verremo travolti!”

Cause all I need is a whisper, in a world that always shouts



Angolino disagiato
Essscusate, non riuscivo a non scrivere qualcosa su Carol e Loki. E’ un po’ fluff, ma un po’ di tenerezza quel birbante se la merita. PEEEEERO’, sono malvagia quindi la prossima gemma è ben protetta da uno spesso fascio di asteroidi che minerà la nostra – più o meno allegra – compagnia.
Sarà che mi sento come i nostri eroi, la sera, quando sciami di zanzare fanno un banchetto sulle mie gambe, ma l’idea di un bello slalom tra grossi massi mi è subito piaciuta. E poi, ricordate Bruce? “Una corsa a ostacoli fra detriti cosmici?", qualche capitolo fa? Be’, che dire, è stato accontentato. 
Grazie a chi ha letto fin qui e chi ha recensito, grazie anche ai lettori silenziosi.
Sentitevi sempre liberi di farmi sapere cosa ne pensate, la vostra opinione è importante!
A domenica prossima!

_astronaut_
   
 
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