(taegi)
La porta venne aperta. Le luci esterne si permisero di accomodarsi senza alcun invito a farlo. Ombre sul pavimento in linoleum, sporco di polvere e briciole di un qualcosa che nessuno avrebbe mangiato – neanche sotto tortura. Una farfalla notturna uscì da quel luogo barricato e stantio, in fuga dal dispotismo attuato nella penombra dall’attuale e temporaneo proprietario di quella stanza. Silenziosità inconsueta.