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Autore: Moriko_    31/07/2018    2 recensioni
Quattro divinità, tre momenti, un solo avvenimento: il compleanno del Kaiōshin di un Universo lontano.
[Saga del Torneo del Potere] [Missing Moments]
[Song-fic scritta sulle note di "Mai così felice" di Federica Carta]
Genere: Fluff, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gowasu, Zamasu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Ta-daaan, rieccomi qua!
… Sì, ci sono ancora. Purtroppo, di recente non ho lo stesso tempo libero che ho avuto fino a poco tempo fa, perciò non sono più presente come prima… ma ci sono ancora, e ogni tanto torno con qualche storia. Perché l’Universo 10 ha bisogno di più fanfiction e per questo cerco di lasciare il più possibile il mio modesto contributo - anche se forse non è necessario. ^^”
La storia che state per leggere è… particolare. Oggi ricorre il secondo anniversario della prima comparsa di Gowasu nell’anime di Super perciò, dato che non sappiamo il giorno preciso della sua nascita e c’è questa “tradizione” di festeggiare i compleanni ricordando la loro prima apparizione nella serie ufficiale… congratulazioni, sommo Gowasu: auguri di buon compleanno!
Avvertimenti: i soliti. Cioè… è vero che questa volta è una storia molto tranquilla… ma, dato che sono accennati eventi relativi al Torneo del Potere, a tutti coloro che devono ancora iniziare questa saga sarebbe vivamente consigliato di non proseguire con la lettura, perché sono presenti dei piccoli spoiler.
Come avrete già intuito, la fanfiction si concentrerà sul tema del compleanno del Kaiōshin del Decimo Universo, raccontando tre momenti pre-compleanno indipendenti l'uno dall'altro… e con una piccola sorpresa sul finale.
Ultima nota: la storia presenta delle citazioni provenienti da una canzone di Federica Carta, “Mai così felice” che, tra tante canzoni che ascolto ogni giorno, è stata la “prescelta” come song-fic per l’occasione di oggi e ha dato l’ispirazione per il titolo della storia. “Tell me how the swallows can defy the sky” è la traduzione in Inglese della prima frase della canzone, “Dimmi tu come fanno le rondini a sfidare il cielo…”.
Detto questo - e non avendo nient’altro da aggiungere - vi auguro buona lettura.

Nota: La sempre più paziente stellaskia… no, non ha semplicemente creato quest’immagine che accompagna il titolo. È la sorpresa che ha voluto fare per Gowasu, perciò oggi la ringrazio doppiamente per il suo contributo.
E non l’ho minacciata questa volta… ok, forse. XD




Tell me how the swallows can defy the sky.



“Dimmi dove le stelle cadono
Dove i sogni finiscono
Perché è lì che noi non moriremo mai
E no, che non sei solo
Siamo anime stonate, perse in viaggio”




Il loro primo incontro era avvenuto al palazzo del grande Zen’ō.
Ciò che agli occhi del Kaiōshin del Decimo Universo, Gowasu, aveva colpito maggiormente di quella piccola figura dall’aspetto angelico, Cus, non era la sua incredibile somiglianza con suo padre.
Era la sua spontaneità.
Dai suoi occhi color lavanda si potevano scorgere l’innocenza, la gioia di vivere e la voglia di cogliere ogni buona occasione per divertirsi.
A Gowasu era bastato un semplice sguardo - e una stretta di mano - per intuire tutto ciò. Era certo che sarebbe andato d’accordo con lei, perché entrambi avevano lo stesso obiettivo: quello di prendersi cura di un Universo dove ogni cosa doveva essere in armonia.

Millenni dopo, i due si erano ritrovati sotto un cielo segnato da una scia di comete. Quel magnifico spettacolo di metà estate, su un pianeta simile alla Terra del Settimo Universo, aveva dato occasione a Gowasu di interrogare l’Angelo sul suo futuro.
Il saggio, ormai sulla soglia della vecchiaia, era ben consapevole del fatto che Cus sarebbe sopravvissuta dopo la sua scomparsa e di quella del suo Hakaishin, e lui stesso sapeva che, anno dopo anno, secolo dopo secolo, si stava lentamente avvicinando quel momento. Credeva che sarebbe stato drammatico per tutti, in modo particolare per l’angioletta che nel frattempo si era molto affezionata alle sue divinità.
Per questo motivo, sotto quel cielo stellato, i due si scambiarono la promessa che si sarebbero divertiti fino alla fine. «Perché, dove i sogni finiscono, è lì che noi non moriremo mai… e non saremo mai soli,» gli aveva sussurrato Cus, per poi avanzare una curiosa proposta all’anziano Kaiōshin.

«Dato che domani è il suo compleanno, cosa ne dice se aprisse un canale KaiōTube? Va molto di moda negli ultimi tempi, ed è qualcosa di molto divertente!»



***


“Siamo così, solo due anime ingombranti
In combattimento
Noi, fatti così, sopravvissuti anche stavolta
Un violento inverno”




Quante volte Gowasu e il suo Dio della Distruzione erano stati in pericolo?
Tante, troppe volte. Spesso era l’elefantiaco Hakaishin del Decimo Universo, col suo carattere irruento e la sua corta pazienza, a cacciarsi nei guai con avversari di ogni sorta.
Ma negli ultimi tempi era proprio il Kaiōshin ad aver rischiato di finire i suoi ultimi giorni in modo violento e improvviso: le ultime vicende, legate alla figura di colui che stava considerando come il discepolo prediletto, aveva messo più volte a repentaglio la sua vita in diverse linee temporali. Così, quando il Distruttore era venuto a conoscenza di tutto ciò, ma soprattutto del fatto che il saggio aveva viaggiato nel tempo per rischiare nuovamente di essere ucciso, la prima reazione che aveva avuto era l’andare su tutte le furie.

E, dopo le vicende del Torneo del Potere, nel corso del quale entrambi erano stati cancellati e infine riportati in vita, Rumsshi iniziò a pensare di essere un sopravvissuto.
Non doveva essere stato un caso che Gowasu aveva rischiato la vita qualche mese prima, morendo a tradimento per mano del suo apprendista.
Non doveva essere stato un caso che la loro squadra era stata sconfitta in breve tempo nel Torneo del Potere, in modo tale da essere stati cancellati dall’esistenza.
Era evidente che, da qualche parte nei Dodici Universi, qualcuno li stava odiando a tal punto che stava desiderando la loro scomparsa definitiva; tuttavia, nonostante fossero così scomodi e ingombranti, loro due erano sempre riusciti a superare qualsiasi difficoltà.
Per questo… quel giorno l’Hakaishin aveva deciso di recarsi sul pianeta dei Kaiōshin di notte fonda, accertandosi che Gowasu stesse ancora dormendo. Lasciò un biglietto sul tavolo rosso dell’atrio dove quotidianamente il saggio trascorreva la maggior parte del suo tempo, con all’interno le seguenti parole:

“Il violento inverno che ci ha avvolto in questi mesi ci ha reso due sopravvissuti. Perciò ti auguro di non pensare che questo sia l’ultimo compleanno che festeggerai… perché in caso contrario ti picchierò a sangue!”


***


“So solo, che tra miliardi di persone
Ora tu sei la mia casa
E nonostante il tempo sia così feroce
Io non sono stato mai così felice”




Seppur per breve tempo, al fianco dell’anziano Kaiōshin vi era anche un apprendista forte e valoroso che, nel corso della loro storia, Gowasu aveva iniziato a considerare come il prediletto tra tutti.
Il vegliardo aveva conosciuto Zamasu secoli addietro, proprio sul pianeta dal quale il giovane stava monitorando il settore Nord del suo Universo. La prima cosa che il saggio si ricordava di quell’incontro era il suo sorriso.
Sorrideva. Sorrideva a Gowasu mentre, con una certa timidezza e devozione, gli stava stringendo la mano, felice della proposta che l’anziano Kaiōshin gli aveva appena rivolto.
E il medesimo sorriso era presente anche quando, mesi dopo, nel vederlo felice e rilassato nella loro dimora, Gowasu aveva chiesto il perché di quella gioia al suo discepolo, e quest’ultimo gli aveva così risposto:

«Sono felice… perché qui mi sento a casa. È come se qui avessi trovato una seconda famiglia...»

Un pensiero involontario ma sincero, frenato da un’improvvisa urgenza di preparare un tè che era già stato servito qualche minuto prima.
«Ah! Sommo Kaiōshin, non si ricorda? Tra qualche giorno è il suo compleanno, ed è mio dovere sorprenderla con qualche nuova delizia! Ora, se vuole scusarmi, devo assolutamente e inderogabilmente tornare nelle cucine…»
Gowasu fu sorpreso dal bizzarro atteggiamento del suo apprendista, per poi scoppiare a ridere non appena si accertò della sua assenza.
In effetti non era proprio da Zamasu l’essere così schietto e sentimentalista!


***




Ormai erano trascorsi millenni dal primo incontro delle divinità del Decimo Universo. Loro erano riusciti a superare ogni ostacolo, riuscendo spesso a raggirare quello più grande: Zen’ō, il Re del Tutto. E anche i più recenti, la ribellione di Zamasu e il Torneo del Potere, avevano messo a dura prova il loro stare insieme ancora per qualche secolo.
Avevano vissuto a lungo, insieme, senza mai essere separati. Avevano imparato a rialzarsi sempre e ad andare sempre più in alto, quasi come le rondini che sembrano sfidare il cielo.
Dopo la cancellazione e il conseguente ritorno del loro Universo, i tre si erano ritrovati sul pianeta del sommo Kaiōshin per festeggiare lo scampato pericolo.
In realtà, per Cus e Rumsshi quella fu anche l’occasione per fare una sorpresa a Gowasu perché, forse non a caso, dovevano anche celebrare il suo compleanno. Di avvenimenti di questa portata l’anziano saggio ne aveva trascorsi tanti in loro compagnia… tuttavia, quel giorno era diventato quello più speciale e prezioso della sua longeva vita proprio per la ragione dello scampato pericolo, per più di una volta nel giro di soli pochi mesi.
L’anziano Kaiōshin non era presente nel momento in cui le altre divinità stavano organizzando il tutto, e sapeva solo che al suo ritorno i tre dovevano celebrare la loro salvezza alla fine del Torneo organizzato dagli Zen’ō; per tale motivo, quando rientrò sul suo pianeta, Gowasu fu abbastanza sorpreso di vedere l’atrio del suo Tempio adornato da colorati festoni dalle mille forme, la sua musica preferita proveniente da alcune casse posizionate negli angoli di quel luogo e, accanto al tavolo dove vi erano i suoi dolci preferiti e un tè fumante pronto per essere servito, i suoi compagni che lo stavano attendendo entrambi con un pacchetto in mano, avvolto in scintillante carta regalo e adorno di un bel fiocco.
Con un sorriso Cus e Rumsshi accolsero il suo arrivo, mentre il Kaiōshin cercò di trattenere le lacrime di gioia che stavano per inumidire i suoi occhi.
Facendo cadere la maschera della formalità data dal suo ruolo, corse verso di loro e li strinse in un caldo abbraccio.

«Buon compleanno, sommo Gowasu!»




A/N [Ovvero: angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]
Ok, lo ammetto: ho dovuto modificare leggermente una parola dal testo della canzone per adattarla ad un personaggio maschile. (Quel “Io non sono mai stata così felice” mi sembrava un po’ strana affiancata a Zamasu… chiedo perdono. ^^”)
Per il resto, tornando alle questioni più serie: ho in progetto di scrivere altro materiale sull’Universo 10, ma non solo. Allo stesso tempo spero che, con l’arrivo della saga del Torneo del Potere in Italia, ci saranno più storie sulle divinità e i personaggi - non solo dell’U10 ma anche degli altri Universi (sì, anche loro meritano tantissimo. ^^)
Lancio un appello molto positivo a chiunque si sia spinto fin qui con la lettura. Se siete scrittori o avete intenzione di pubblicare qualche storia, sia su Goku e compagni che su altri personaggi… non esitate a farlo. Un anno fa mi sono lanciata in questo mondo pubblicando il mio primo racconto su un personaggio secondario, che ho imparato ad amare nel corso del tempo… e, oggi, quella storia ha ben quattro recensioni. Un traguardo degno di nota, considerato che la storia prendeva in considerazione una scena del manga di Super (perciò maggiormente nascosto agli occhi dei più).
Da parte mia, continuerò ad “infestare affettuosamente” questo fandom finché avrò idee su Gowasu e tutta la sua allegra combriccola… e, come ho già detto qualche tempo fa, sono lieta di aver iniziato a scrivere su di lui in modo più allegro e gioioso rispetto agli inizi. Perché lui non è solo la quintessenza della tristezza, è anche ben altro (vedi Episodio 91 per esempio, yep!)
Infine, come per “Alive, together”, anche questa fanfiction è stata scritta molto di getto, perciò vi chiedo scusa per eventuali errori presenti nel testo.
Grazie a tutti coloro che sono giunti fino a qui, alla prossima!
--- Moriko
   
 
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