Un miagolio di protesta si insinuò nel suo sogno di cibo esotico dal profumo speziato e vagamente piccante. Disturbato dal suono insistente, Alec riemerse dal sogno, realizzando di non essere a Taipei, ma in un letto grande, con lenzuola di seta nere, morbide e scivolose. Aprendo un occhio, scorse il presidente Miao ai piedi del suo lato del letto reclamare la sua razione mattutina di coccole. O forse di cibo. Probabilmente di cibo. No, sicuramente di cibo.
Con un sospiro aprì entrambi gli occhi e si girò sulla schiena, allungando la mano verso l’altro lato del letto. Con due dita scivolò delicatamente lungo la spina dorsale dell’uomo che dormiva accanto a lui, meravigliandosi come al solito di quanto fosse liscia la pelle di quel vecchietto. Si girò sul lato per poter accostare il suo viso alla nuca dello stregone e poterlo così abbracciare con l’altro braccio.
“Buongiorno Magnus” disse, per poi depositargli un bacio lieve dietro l’orecchio.
“Mmm iorno” biascicò l’altro in risposta, girandosi verso di lui, rimanendo a pancia in sù ancora ad occhi chiusi. Alec fece scivolare una mano lungo il petto glabro del suo compagno, disegnando con le dita gli addominali, fino a raggiungere il ciuffo di peli scuri che partiva dall’ombelico. Giocando distrattamente con quei ciuffi, ripensò a quel periodo della sua vita in cui non poteva nemmeno sognare una cosa del genere, figurarsi viverla. Magnus era tutto ciò che aveva sempre voluto; ed ora era lì con lui, per lui.
Il ragazzo tornò a guardare il bel volto dello stregone e vide che lo stava fissando con sguardo ardente. Un lampo passò tra di loro, lampo che si sarebbe trasformato in qualcosa di più fisico, di più malizioso, se il presidente Miao non avesse interrotto la passione, saltando sul letto e piazzandosi in mezzo a loro, strillando la sua fame ai due amanti.
Magnus ridendo prese in braccio il gatto, dando poi un bacio ad Alec, alzandosi dal letto e dirigendosi verso la cucina, rimproverando la bestiola per il suo pessimo tempismo. Alec dal canto suo, per quanto lievemente contrariato, si abbandonò nuovamente sul letto, pensando che in quel momento non avrebbe voluto niente di più, niente di diverso.
 
La mattina all’istituto passò pigra e lenta; nessuna particolare novità, nessun evento degno di nota. Aveva trascorso la mattina a ripensare al suo risveglio, a cosa avrebbe potuto fare con lo stregone se il presidente Miao non avesse avuto fame. In particolare fantasticava sulla pelle liscia di lui, ripensava al calore del suo corpo e dello sguardo che Magnus gli aveva lanciato. A distrarlo solo una segnalazione di strani movimenti in un edificio a sud della città. Voci, bisbigli, niente di preciso. Alec decise di mandare in ricognizione due shadowhunter per capire meglio di cosa parlassero quelle voci, raccogliere indizi e seguire eventuali piste.
Raggiunta l’ora di pranzo, riuscì ad evitare il polpettone di Izzy, adducendo una banale scusa, qualcosa del tipo “Devo dare da mangiare al gatto, altrimenti finisce che non ci lascia in pace”. Chissà come gli era venuta quell’idea. In realtà non vedeva l’ora di salutare Magnus e trascinarlo in camera; voleva assolutamente riprendere il discorso da dove l’aveva interrotto..