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Autore: Master Chopper    01/08/2018    3 recensioni
Un'altra misteriosa Hope's Peak Academy sembra essere apparsa, a qualche anno dalla morte di Junko Enoshima e dalla vendetta della Future Foundation. I suoi studenti sembrano aver vissuto una vita normale, fino a quando circostanze misteriose li trascinano in una prigione nel cielo dove sembra non esserci via d'uscita.
L'unica strada è verso l'alto, non si può più toccare terra. Cosa li attende sopra le nuvole: la speranza o solo un'immensa disperazione?
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Naegi, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Danganronpa FF Project'
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Danganronpa  FanFiction

Limbo of Despair

Chapter 2: OCKHAMS RAZOR

(Part 5)  Investigation Time

 

 

Era iniziato.

Lo Ultimate Memory sbatteva le palpebre cercando di non farsi accecare dalle lacrime, per quanto avrebbe preferito non vedere mai più da quel momento in poi.

Nemmeno gli uccelli cinguettavano a quell’altezza, perché lassù, nella torre, nessuno poteva salvarlo dalla disperazione.

 

“ Questa cosa è da malati mentali !” Ringhiò sommessamente Kumagai Yone, tremando mentre serrava i pugni con tutta la sua forza.

“ Non uno… ma due omicidi.” Ripeteva ormai da qualche secondo Ebisawa Shoko, con lo sguardo perso nel vuoto per lo shock.

“ Ci eravamo ripromessi che nulla del genere sarebbe accaduto di nuovo !” I singhiozzi colmi di dolore e tristezza di Nishizaka Iki rimbombarono nella vuota piscina.

- È vero. Ma quanto può valere qui una promessa del genere ?- Si domandò a quel punto Nashi, sentendo il proprio corpo pesante ma la mente incredibilmente leggera.

Pensò di star sul punto di svenire, quando al suo fianco Yonamine Genjo emise un debole gemito.

 

“ Si sta riprendendo.” Disse la Ultimate Toxicologist, improvvisata dottoressa per l’attore svenuto.

Il ragazzo aprì gli occhi lentamente, venendo inondato dalla luce dei riflettori.

“ Cosa… ?” Fu sul punto di chiedere, ma di colpo il suo sguardo si incupì.

“ No …” Gemette ancora, portandosi una mano davanti alla faccia ed iniziando a stropicciarsi le palpebre nervosamente.

Tutti compresero che stesse ricordando il motivo per il quale era svenuto.

“ Cos’hai visto, Yonamine ?” Gli domandò allora Kigiri, accovacciandosi al suo fianco.

Non c’era un secondo da perdere, e lo Ultimate Actor era stato il primo tra loro ad individuare il cadavere di Arima.

“ Nulla !” Mormorò il ragazzo di risposta, con la voce rotta dai singhiozzi di pianto.

“ C’era qualcun altro quando sei arrivato ?” Insistette la ragazza, senza intensione di lasciarlo al silenzio.

- Arrivato ?- Ripeté Nashi nella sua mente, per la prima volta girandosi a guardare l’attore.

“ Nessuno… ho solo visto il telo protettivo che si stava ritirando.” Confessò lui, tra le labbra quasi del tutto serrate.

 

“ Ora che ci penso il telo si stava ritirando già quando noi siamo uscite dall’ascensore.” Rifletté ad alta voce Amari Sako, indicando il dispositivo simile ad un rullo, che sul bordo opposto aveva appena terminato di ritirare a sé il telo.

“ Lo fa in automatico quando qualcuno arriva in piscina tramite l’ascensore.” Le spiegò Nishizaka a fatica, mentre ancora cercava di recuperare fiato per parlare.

“ Sapete anche se il telo ricopre la vasca in automatico ?” Domandò a quel punto Takejiro, il quale per la prima volta aveva mostrato un tono interessato.

Le ragazze ci rifletterono su a lungo, per poi scuotere la testa in segno di diniego.

“ Quindi è stato calato apposta per coprire il corpo …” Ne evinse Kigiri.

“ Innanzitutto …” Jitsuke Zetsu, deglutendo a vuoto per cercare di farsi passare l’arsura che gli bloccava il respiro, fissò con tristezza il corpo in fondo alla piscina.

“ Dovremmo tirarlo fuori da lì.”

Sguardi colmi di tensione e nervosismo si agitarono tra gli studenti.

 

Persino Nashi, rimasto in ginocchio fino ad allora senza esprimere alcuna emozione, rabbrividì al sol pensiero di sfiorare il cadavere di un suo amico.

Un corpo che fino al giorno prima era capace di sorridere, aiutare, ed in qualche modo rendere quella loro prigionia più facile e piacevole. Arima era il ragazzo che si era alzato per tutti quei giorni con il compito di imbandire la tavola, ed era anche stato l’unico ad allestire il salone grazie al suo talento.

Lo Ultimate Event Planner sarebbe mancato a tutti, e questo il bruno lo comprese dagli sguardi dei suoi amici che lentamente si convincevano dell’idea proposta da Jitsuke.

Lasciare un loro compagno di classe in quella piscina sarebbe stato solo crudele e disumano, per quanto fosse difficile toccare il suo corpo senza vita.

“ Lo faccio io.” Propose lo Ultimate Memory con un rivolo di sudore che gli colava lungo la tempia.

“ Stai scherzando?! Saranno tre metri di profondità, non ce la farai mai a portarlo su da solo !” Cercò di fermarlo Kumagai Yone, quando la sua preoccupazione venne interrotta da una terza voce.

“ Ti aiuto.” Si aggiunse Zetsu con due occhi freddi come pietre dietro i suoi occhiali.

I ragazzi si sfilarono la camicia e la felpa per evitare di venir appesantiti dall’acqua, ed insieme si tuffarono.

 

La discesa verso il fondale sembrò più lunga di quanto lo fosse in realtà.

Già dopo qualche secondo il bruno iniziò ad avvertire la pressione serrarsi attorno alle sue orecchie, come se la sua testa stesse venendo avvolta e stritolata. La profondità però risplendeva della luce dei riflettori sul tetto della struttura, lanciando bagliori azzurri sui volti diafani dei ragazzi.

Lui era lì.

La sua giacca grigia era appiattita sul suo corpo come una seconda pelle, mentre i capelli blu nascondevano la nuca, schiacciata sulle mattonelle del suolo.

Gli studenti si guardarono un’ultima volta, nonostante il fiato stesse venendo a mancare ad entrambi.

- Scusami se sto esitando… Arima.- Con la colpevolezza nel cuore, lo Ultimate Memory socchiuse gli occhi ed afferrò un braccio di quello che era stato un suo compagno di classe.

Il contatto con la carne rigida e pesante lo fece trasalire, ma percepì subito come Zetsu stesse già cercando di tirarlo a galla. Lui non poteva di certo rallentare ancor di più quella delicata procedura.

Il corpo di Arima Robun sarebbe servito come indizio importante per le indagini? Questo non gli era dato saperlo.

- La mia unica certezza… qui ed ora… - Pensò mentre risaliva verso la luce più intensa, allontanandosi dai meravigliosi riflessi azzurri per emergere in un mondo molto più tetro.

-È che qualcuno ha ucciso due miei compagni di classe.-

 

Emergendo, i ragazzi spalancarono le bocche in preda al panico, cercando di immagazzinare quanta più aria possibile. Ne erano rimasti senza in acqua per molto tempo, e lo sforzo di trasportare un corpo immobile non era stato di certo facile.

Ancora boccheggiando, trasportarono il cadavere verso i loro compagni, ed appoggiandolo sul bordo della piscina riuscirono per la prima volta a scorgere il volto fino ad allora nascosto.

“ Yaaah !!” Strillò terrorizzata Lilith Kurenai, portandosi le mani davanti al volto, ora pallido.

Persino i più coraggiosi di loro non rimasero impassibili davanti alla visione che si prospettò in quell’istante.

“ È… è davvero… lui ?” Balbettò senza fiato Akagi Aozame, sentendosi montare dentro un senso di disgusto e terrore mai provato prima.

“ Sì. Per quello che ne è rimasto.” Rispose con amarezza Kigiri Yoko, abbassando lo sguardo e chiudendosi in se stessa per qualche secondo.

 

La carne del volto di Arima si era gonfiata come una massa informe e violacea, ricoprendone gli occhi e gli zigomi fino a renderlo quanto di più diverso dal suo vecchio profilo affilato e magro.

“ La deformazione post-annegamento rende così il corpo umano… questo significa che di certo è qui da molto tempo.” Rifletté con tono mesto Fujima Wakuri, inginocchiandosi al fianco del cadavere

 

“ Se volete davvero scoprire chi ha ucciso questi due, sicuramente auto-commiserarvi e voltare lo sguardo non vi aiuterà !”

Al sentire quel tono freddo e spietato, gli occhi degli studenti si riversarono contro una sola persona: Takejiro Kurisu, lo Ultimate Liar.

Tuttavia il corvino, rimasto in disparte con le mani nelle tasche ed il solito cappuccio calato sulla fronte, reagì con un’occhiata confusa.

“ E-Ehi? Cosa avete da guardare, io non ho detto niente !” Si difese, essendo stato colto alla sprovvista da diversi sguardi in cagnesco.

“ Ma come… non sei tu il tipo che dice questo genere di cose ?” Si grattò la testa con confusione Umezawa Gaho.

“ Lo stronzo qui è uno solo, si sa.” Annuì accondiscendente Nishizaka Iki, facendo gonfiare una vena sul collo dello Ultimate Liar, offesissimo.

“ E invece vi dico che è stato quello lì !” Rivelò infine, indicando qualcuno non molto distante da lui.

 

Tutti allora seguirono il suo dito, ritrovandosi a guardare con i loro ventiquattro occhi una persona in particolare.

“ Yo-Yo-Yonamineee ?!” Esclamò stupefatta Amari Sako, facendo rizzare le sue orecchie finte da gatta come due spilli.

“ Ehm… ma non sarebbe molto IC.” Mormorò Zayasu Korin, al che gli altri lo guardarono confusi.

“ Vuol dire In-Character.” Rivelò allora, sospirando.

“ Comunque sia… non è da Yonamine dire queste cose. E poi il tono di voce era diverso !” Nashi cercò di giustificare il compagno, incapace di credere che Yonamine potesse esprimere un commento del genere.

Lo Ultimate Actor, intanto, era rimasto immobile come una statua, con lo sguardo perso nel vuoto al di sotto di sé. Attese per quella che sembrava un’eternità prima di parlare.

 

“ Avete qualche problema? Pensate che non abbia ragione se vi dico che ci serve iniziare l’investigazione per sopravvivere ?!” Assumendo un tono di voce molto più basso e rauco, assieme ad un’espressione truce, il giovane attore si calò il basco sulla fronte.

Di colpo emanava un’aura di freddezza ed ostilità, tenendo a distanza tutti quelli attorno a sé.

- Cosa ?!- Fu tutto ciò che Nashi riuscì a pensare.

“ Co-Come …” Umezawa iniziò a ruggire stringendo i pugni, come mai nessuno lo aveva visto fare.

“ Arima e Mitsuko erano nostri compagni! Dacci almeno il tempo di metabolizzare la loro morte !” Lo anticipò l’attore, imitandone il tono rabbioso e spalancando gli occhi, improvvisamente diventati colmi di dolore e sofferenza.

Lo Ultimate Stuntman rimase allibito. Le parole gli erano state rubate di bocca, e per di più con un’imitazione perfetta di come avrebbe terminato la frase.

“ Stai calmo, dannazione !” Proseguì l’attore, questa volta con una voce più esplosiva, ma anche spezzata dalla sofferenza.

“ Brutto stupido, ti sembra il momento di litigare ?” Abbassando lo sguardo con aria frustata, il ragazzo sembrò essere improvvisamente diventato Kumagai Yone, l’unica ragazza capace di riprendere l’impulsivo stuntman.

“ Che diavolo gli sta succedendo ?” Si chiese la vera Ultimate Contorsionist.

“ Credo che in fondo tutti noi abbiamo intenzione di scovare il colpevole di questi due omicidi… per questo sarebbe meglio iniziare le indagini prima che il tempo scada.” Portandosi un indice al mento ed attenuando la voce per renderla molto leggera, ma al contempo fredda, Yonamine sembrava star imitando proprio Kigiri.

“ Non vogliamo che il killer la faccia franca. Giusto ?” E con le ultime parole, l’attore si rivolse alla Ultimate Criminologist, la quale era rimasta impassibile di fronte a questa imitazione.

 

“ Credi di essere simpatico recitando le nostre parti in questo modo ?” Sbuffò cinicamente Ebisawa Shoko, aspettandosi una risposta dall’attore.

Questa volta, però, il ragazzo rimase in silenzio, nuovamente con lo sguardo perso nel vuoto.

“ Recitazione… non mi piace questa parola.” Con una voce calma e sospesa nell’aria, l’attore riprese a parlare.

“ Preferisco il termine inglese “to play”, in quanto è anche un sinonimo del verbo giocare. La recitazione è un gioco, in fin dei conti.”

“ E tu credi che questo sia un gioco? E pensare che sarei io quello stronzo …” Borbottò Takejiro, ancora offeso per la parola di prima.

“ Un meraviglioso gioco dove il compito è trovare il costume giusto per il ruolo che vuoi.” Scoprendosi il capo e pettinandosi ordinatamente i corti capelli di lato, Yonamine iniziò ad imitare il tono accomodante di Arima Robun.

“ Non sono tipo da Metodo Stanislavkij… credo sia inutile spendere giorni per cercare di entrare in un personaggio che altri hanno scritto e creato.” Con la schiena ingobbita ed un’espressione cupa negli occhi, invece, era diventato Mitsuko Atsuki.

“ Comprendere un personaggio è più come doverti cavare un occhio per recuperare la chiave di un meccanismo che altrimenti ti ammazzerebbe in pochi secondi.” Per via della citazione fuori luogo e dell’entusiasmo negli occhi mentre ne parlava, fu facile associarlo ad Amari Sako.

“ Dove vuoi andare a parare ?” Lo interruppe Nishizaka Iki, leggermente infastidita da quella situazione.

“ Intendo dire… !” Di colpo il ragazzo si avvicinò al suo volto, con gli occhi spalancati e colmi di terrificante innocenza, come spesso capitava di fare a Fujima Wakuri.

 

“ Che tutto quello che sto facendo è cercare di comprendere quale tra le vostre menti abbia potuto escogitare questi omicidi. Potrebbe rivelarsi un’impresa molto facile, d’altronde si dice che tu non possa giudicare una persona senza prima aver visto l’interno della sua casa… ehm, ovviamente vi chiedo scusa per l’intrusione inaspettata !”

E dopo aver terminato quel discorso alterando il suo modo di parlare più e più volte, il ragazzo si avvolse nuovamente la sciarpa attorno alla bocca ed indossò il suo cappello. Il silenzio era stato ripristinato.

“ Bhaaa! Mi sta andando in pappa il cervello, per favore cambiamo discorso !” Si lamentò Jitsuke Zetsu, massaggiandosi le tempie per tornare concentrato.

 

“ E invece no !” Senza interrompere quell’atmosfera frenetica, Monokuma appare in mezzo agli studenti con la sua voce squillante ed infantile.

“ Mancava solo lui …” Commentò Akagi Aozame, iniziando a strofinarsi la faccia con un fazzoletto per asciugarla dal sudore, causato senza dubbio dal suo stato inquieto.

L’orso peluche non sembrò far caso a quelle parole, e dopo aver squadrato a lungo tutti gli studenti, spalancò la bocca  in un’espressione sorpresa.

“ Wow! Addirittura due morti in un solo giorno! Questa cosa è destabilizzaaante …”

“ Tsk! Non aspettavi altro, vero ?” Ringhiò ferocemente Takejiro Kurisu.

“ A dir la verità sì, ho detto una bugia. Per stupirmi ci vuole Ben Affleck…”

“ Questa citazione è così underground che in altre circostanze mi sarei senza dubbio eccitata… ma non è questo il caso.” Mormorò con voce dura Amari Sako.

Monokuma intanto stava dando in escandescenze.

“ Basta interrompermi! Sono venuto qui per dirvi che sui vostri e-Handbook c’è una sorpresa adatta a questo nuovo caso. E basta! Io me ne vado…”

Oltraggiato, l’orso bianco e nero scomparve come suo solito, lasciando nella piscina una fastidiosa sensazione di oppressione.

 

“ Avanti… controlliamo questi affari schifosi.” Sibilò rassegnata la Ultimate Web Personality, afferrando il dispositivo che tanto aveva criticato nei giorni precedenti.

“ Che ci abbia installato Osu ?” Sperò lo Ultimate Rhytm Game Player, sospirando addolorato quando scoprì che le sue preghiere non erano state ascoltate.

Una nuova schermata ora era apparsa sul display, riportando una scritta in caratteri cubitali:

“ Monokuma File ”

Una pixel art di Monokuma affiancava l’ultima lettera.

“ Che cosa dovremmo farci ?” Umezawa Gaho si grattò la testa nervosamente, ma fortunatamente l’applicazione rispose alla sua domanda dopo uno squillo.

Su tutti gli schermi ora la schermata era cambiata, trasformandosi in un documento di testo affiancato da diverse immagini. Gli studenti ebbero un brivido quando compresero che le suddette immagini altro non erano che fotografie dei compagni che avevano perso quel giorno.

Era presente anche una mappatura dei loro corpi, dove in fucsia erano evidenziate le zone danneggiate.

Mitsuko presentava tagli su tutto il volto, con l’eccezione di uno squarcio sulla testa, poco sopra l’orecchio destro. Arima invece riportava una colorazione blu dei suoi polmoni, indice dell’annegamento.

I ragazzi lessero allora le poche scritte sul documento.

 

 Vittima: Mitsuko Atsuki.

Il corpo è stato ritrovato nella libreria del Secondo Piano.

L’ora del decesso è circa le 7:00.

La causa della morte è una profonda ferita da arma da taglio sul cranio, causata da un falcetto per l’agricoltura. Il suo cuore si è fermato alle 6:30.

L’altra pagina invece:

Vittima: Arima Robun.

Il corpo è stato ritrovato nella piscina del Secondo Piano.

L’ora del decesso è circa le 6:50. La causa del decesso è annegamento.

 

“ Mi sembra tutto abbastanza ovvio.” Ebisawa Shoko rilesse più volte il Monokuma File, ogni volta riportando lo stesso sguardo deluso.

“ In realtà qui c’è un dettaglio importante che non potevamo sapere !” Lo corresse Jitsuke Zetsu, con un tono completamente rivitalizzato rispetto a prima.

“ Sto parlando dell’ora del decesso! Prima non avevamo idea di quando fossero stati uccisi Arima e Mistuko, ma ora invece sappiamo che è accaduto alle 6:30 e alle 7:00.”

La speranza di avere un indizio in più si contrastava con il pensiero che quell’aiuto fosse stato dato loro proprio da Monokuma, ma gli studenti dovettero sopportare quella scomoda verità.

 

“ Adesso invece sono le …” Rifletté Amari Sako, alzando lo sguardo verso l’orologio poco sopra l’ascensore.

“ Cosa?! Le 10:10 ?” Esclamò quando lesse l’orario, facendo assumere un’espressione confusa a molti dei presenti.

“ Eeeh?! È già passata un’ora e non sappiamo niente dell’assassino !” Urlò disperato Yonamine Genjo, mettendosi le mani tra i capelli.

“ E ora che parte stai interpretando ?” Chiese con una punta di sarcasmo Takejiro, ricevendo solo un lungo silenzio dallo Ultimate Actor.

“ Non può essere passata un’ora. Se controlliamo infatti sul nostro e-Hanbook …” Rasserenò Kigiri con la sua voce piatta, mostrando così il proprio schermo agli altri.

L’orario riportato era 9:10.

L’orologio da muro mostrava una differenza di ben un’ora dall’orario riportato su tutti i dispositivi prodotti da Monokuma.

“ Visto che tutti noi riportiamo la stessa ora, mentre l’orologio della piscina no …” Iniziò a teorizzare Jitsuke, con espressione corrucciata.

“ Vuol dire che qualcuno ha modificato l’orario di quell’orologio !” Esclamò Nashi, terminando la frase dell’amico.

Eppure qualcosa gli parve strano nell’affermazione appena realizzata.

La distanza tra l’orologio ed il pavimento era poco più dell’altezza dell’ascensore, ovvero due metri ed una decina di centimetri.

- Solo qualcuno di molto alto avrebbe potuto prendere l’orologio e modificare l’orario.- La sua bassa statura gli procurò un leggero sollievo, forse perché almeno non sarebbe stato tra i sospettati.

 

“ Ma perché cambiare l’ora ?” Si chiese Kumagai Yone, inarcando un sopracciglio.

“ Anche se fosse stato Monokuma per farci uno scherzo, non avrebbe comunque senso.”

“ Non credo sia stato Monokuma… quanto l’assassino.” Le rispose Fujima Wakuri, con un sorriso sornione stampato sul viso.

- L’orario dell’orologio della piscina è stato spostato in avanti di un’ora, presumibilmente dall’assassino. Un dettaglio di cui tenere considerazione.- Si appuntò mentalmente Nashi, prima di sorvolare con lo sguardo il resto della piscina.

“ Cerchi altri indizi, Nashi ?” Gli domandò allora Lilith, notando il suo sguardo serio e concentrato.

Così tanto serio e concentrato, che quando la rossa gli parlò lo colse alla sprovvista, facendolo sussultare in modo molto poco composto.

“ Ehi !” Squittì il ragazzo, sorprendendo così la stessa ragazza.

“ Ehm… dicevo… sì. Mi chiedevo se qui ci fossero altri indizi. Dopotutto, come dice il Monokuma File, questo è il luogo del delitto di Arima.” Rispose dopo essersi ripreso, al che Lilith annuì.

“ Però non dobbiamo dimenticarci che il luogo del decesso di Mitsuko è in libreria.” Aggiunse la ragazza timidamente, provando a rendersi utile persino in una situazione tanto macabra.

 

In quella sua convivenza nella torre le era stato tenuto nascosto il significato del piano di Monokuma, fino a quello stesso giorno. Lo Ultimate Memory temeva che la ragazza si sarebbe sentita tradita dai suoi compagni che le avevano nascosto la verità per tutto quel tempo, eppure la Ultimate Majokko dimostrava ancora una volta la sua grande forza di determinazione.

Ricordò nuovamente le parole di incoraggiamento che gli aveva detto qualche giorno prima:

Sei l’unico che ha il coraggio e la determinazione per poter risollevare gli animi di tutti noi…”

Erano state le stesse parole che gli avevano permesso di aprirsi a Mitsuko, e di svelare i suoi veri sentimenti sulla fiducia.

Non avrebbe mai tradito entrambe le ragazze, e proprio la morte della Ultimate Hexer ora gli infondeva forza e coraggio nella speranza di cui parlava Lilith.

 

“ Non sembra che qui ci sia altro… se non il meccanismo per calare il telo protettivo sulla vasca.” Osservò sbrigativamente i due pulsanti sulla parete.

Quello verde serviva a calare il telo, mentre quello rosso lo riavvolgeva per scoprire la piscina.

Premendo quello verde, un debole rumore meccanico risuonò nello spazio vuoto, seguito da un ronzio simile ad un mulinello che si riavvolge.

Come un’ombra nera, la copertura iniziò molto lentamente a calarsi sull’acqua.

“ È davvero una procedura molto lenta.” Commentò Zayasu Korin, inginocchiandosi sul bordo vasca per toccare il telo. Il suo dito affondò, tendendo il tessuto.

“ Sembra abbastanza elastico.” Aggiunse con aria pensierosa, venendo osservato da Nashi.

 

“ Qui non c’è altro. Sembra che il grosso dell’investigazione si svolgerà fuori.” La voce gracchiante ed altezzosa di Yonamine Genjo sorprese gli studenti, mentre lo Ultimate Actor spalancava la porta per venir inondato dalla luce solare del mattino da poco sorto.

“ Io non sono così.” Nashi sentì Kigiri mormorare in disparte, lanciando un’occhiata fredda all’attore.

Segretamente divertito dal vedere la Ultimate Criminologist offesa per la prima volta, il ragazzo cercò di consolarla.

“ Sì, forse non sta nemmeno interpretando te.” Dopotutto la ragazza dai capelli lilla era una sua amica, e la sua preziosa alleata durante i famigerati Class Trial grazie al suo talento innato nello scovare i criminali.

Forse si sentiva minacciata dalla competizione di Yonamine, in quanto lui poteva sfruttare i suoi stessi ragionamenti a proprio vantaggio.

La ragazza guardò Nashi, cercando di comprendere se fosse sincero o meno. Dopodiché sospiro, esasperata.

“ L’importante è che sia utile durante l’investigazione…”

Il ragazzo non riusciva a non trovare buffo il modo dell’amica di riprendere compostezza. Probabilmente avrebbe riso se lo sguardo serio di Kigiri non gli facesse così tanta paura.

“ Se ci pensate però è interessante come abbia sfoderato il suo talento da attore proprio in questa situazione.” Si affiancò Zetsu, con aria rilassata ed un sorriso divertito stampato sul volto.

“ Dev’essere vero che …”

“ …gli esseri umani, in quanto animali, si evolvono per adattarsi alle difficoltà della vita.” Proprio Yonamine lo interruppe, imitando il suo tono di voce ed inforcando un paio di occhiali con aria professionale.

“ Ehi! Io non faccio così !” Urlò di risposta lo Ultimate Hypnotist, anch’egli adesso intollerante alle imitazioni.

 

L’esterno del secondo piano era sgombro da qualsiasi cadavere, però nessuno poteva dimenticarsi come fosse iniziata lì l’atmosfera di tensione precedente alla scoperta dei loro compagni morti.

“ L’erba è macchiata di sangue. Deve senza dubbio appartenere a Mitsuko.” Yonamine rifletteva tra sé e sé, accarezzando un ciuffo d’erba appesantito dal sangue.

“ E perché non al suo assassino ?” Lo interruppe Kumagai Yone, inclinando la testa di lato.

L’attore si voltò verso la Ultimate Contorsionist con il tipico sguardo apatico che presentava quando non stava interpretando nessun personaggio.

“ Poniamo il caso che Mitsuko sia riuscita a difendersi. Magari aveva lei il falcetto, ha combattuto e poi l’assassino si è appropriato dell’arma… in questo modo basterà cercare dei graffi o dei segni di lotta su ciascuno di noi.”

Propose la bionda, al massimo della sua serietà.

Tuttavia, l’attore sventolò la mano e mostrò un’espressione annoiata.

“ Bhe, non credo sia come dici tu. Questo perché Arima non ha alcun graffio o altro…” Terminò con uno sbadiglio, in perfetto stile Ebisawa Shoko.

“ Cosa ?!” Esclamò sorpresa la ragazza.

“ Sì, hai capito bene. Credo che Arima possa essere stato l’assassino.”

In quel momento il trio Nashi, Lilith e Zetsu, i quali avevano ascoltato la conversazione, si avvicinarono all’attore.

 

“ A-Aspetta Yonamine, non ti sembra di esagerare? Vuoi forse dire che Arima ha ucciso Mitsuko per poi togliersi la vita ?” Lo fermò lo Ultimate Memory, in completo disaccordo con le accuse del compagno di classe.

Yonamine di tutta risposta non lo degnò di uno sguardo, ma continuò a contemplare l’erba.

“ Perché no? Era l’unico presente qui, insieme a Mitsuko. Probabilmente si è tolto la vita depistandoci con l’orologio modificato per farci accusare la persona sbagliata. Un suicidio folle per condannarci tutti…”

“ Basta !” Questa volta Nashi lo interruppe dal proseguire, costringendo l’attore a voltarsi per guardarlo in faccia.

Il bruno lo fissava a sua volta con gli occhi fissi su di lui, segno che non avrebbe ceduto. Rimasero immobili, guardandosi per qualche interminabile secondo di silenzio.

“ Ascolta, Nashi…” L’attore non lo aveva mai chiamato per nome, così il ragazzo rimase confuso dal sentirsi parlare in modo così diretto.

Sfilandosi il cappello, Yonamine gli rivolse per la prima volta uno sguardo non più freddo e distante come i precedenti, ma molto più umano. I suoi occhi erano rilassati, così come la voce che sfoderò.

“ Tutto ciò che sto facendo è semplicemente rendermi utile. Se fossi lo stesso Yonamine Genjo del precedente Processo di Classe, inutile e terrorizzato, non me lo perdonerei mai… so bene quanto è grande la posta in gioco, però devo provare ad andare avanti con le mie deduzioni.”

Lo Ultimate Memory comprese in parte cosa l’altro gli volesse dire.

Durante le investigazioni del primo omicidio non avrebbe saputo cosa fare se non ci fosse stata Kigiri. Probabilmente l’attore si era sentito ispirato dalla ragazza tanto quanto lui, al punto da venire inondato dal suo stesso spirito di iniziativa.

- Non sta facendo nulla di sbagliato, dopotutto.- Comprese, al che gli scappò un leggero sorriso.

 

“ Hai ragione. Confronteremo le nostre deduzione al Processo di Classe, allora.” Annunciò, felice di sapere che la speranza ormai dimorasse anche nel cuore del suo amico.

L’attore ebbe una strana reazione nel vederlo così contento: dapprima ebbe una specie di tic all’occhio, e mentre cercava di nasconderlo calandosi ancor di più il cappello sulla testa, parve stringersi sempre di più nei propri indumenti per nascondersi.

Lo Ultimate Memory rimase confuso da quella reazione, ma decise di non fare perdere altro tempo allo Ultimate Actor.

 

Un altro dettaglio lì presente era il sangue sulla statua di Monokuma, poco prima dello strapiombo.

“ E pensare che proprio Arima è caduto da qui, qualche giorno fa.” Rifletté Zetsu, ricordando il primo incontro con Lilith.

“ Arima è sempre stato così gentile.” La Ultimate Majokko si lasciò sfuggire un triste sorriso, ricordando come lo Ultimate Event Planner l’avesse rassicurata al suo arrivo.

Era così spaventata allora, mentre lui aveva rischiato la sua vita pur di metterla al sicuro.

“ Mancherà a tutti… così come Mitsuko.” Aggiunse Zetsu, posando una mano sulla spalla della ragazza per rassicurarla. Erano tutti sulla stessa barca, e condividevano lo stesso dolore.

Nashi era l’unico a non essersi aggiunto a quella conversazione, il che parve strano ai due studenti.

“ Nashi ?” Cercò di richiamarlo l’amico dai capelli verdi, ma il ragazzo non rispose.

- Perché proprio lì sopra ?- Si chiedeva intanto, fissando il sangue che macchiava il piatto sorretto dalla statua.

 

Le ultime stanze rimaste erano la classe 5-C e la libreria.

Lì, sul pavimento il sangue formava una striscia informe, segno che qualcuno doveva aver trascinato di peso il cadavere della Ultimate Hexer.

La meccanica ricordò a Nashi l’omicidio di Domen, dove Iwayama aveva spostato il suo cadavere nella claw machine.

- In quell’occasione ovviamente Iwayama si era sporcato i vestiti, così se  n’era disfatto… chissà cosa ha fatto stavolta il killer ?-

Il sangue si interrompeva proprio dove lo scaffale era crollato, riversando i libri sul corpo di Mitsuko Atsuki.

Il falcetto, arma del delitto confermata persino dal Monokuma File, era ancora lì.

I ragazzi notarono come il sangue della ragazza si fosse riversato persino sul legno crollato e sulle pagine, rendendo le macerie simili ad una carcassa insanguinata.

 

“ Che senso ha avuto portarla qui ?” Si domandò Fujima Wakuri, già presente nella stanza ed intenta ad osservare l’accaduto.

I ragazzi la guardarono incuriositi, cercando di comprendere cosa volesse dire.

“ Intendo… se c’era sangue nel giardino, e persino sulla statua… perché trascinarla fin qui? E per di più, perché rovesciarle sopra una libreria ?”

Le parole della Ultimate Toxicologist fecero illuminare gli occhi di Nashi, il quale aveva appena compreso un dettaglio importante.

“ Non le ha rovesciato addosso la libreria.” La corresse, guardando con massima concentrazione la scena del delitto.

Il corpo della Ultimate Hexer non era stato seppellito dallo scaffale, ma solo dai libri. Infatti i resti del mobile erano spezzati e sparpagliati al di sotto di lei.

“ Piuttosto è come se si trovasse dietro la libreria. Probabilmente alcuni di questi pezzi di legno rotti lo erano in precedenza, formando una nicchia necessaria per l’ingresso di un corpo.”

“ Aspetta Nashi! Vuoi forse dire che Mitsuko si è nascosta dietro la libreria ?” Chiese Zetsu, confuso.

“ No.” Rispose l’amico, secco.

“ Piuttosto, giudicando dalla striscia di sangue… credo che l’assassino l’abbia trascinata inizialmente qui, nascondendola dietro questa libreria. Però in seguito i suoi piani devono essere cambiati, così …”

Non terminò la frase. Costruire teorie su teorie non sarebbe servito a nulla senza unire tutti i tasselli del puzzle.

- Devo rilassarmi. Devo essere come Kigiri.-

 

Con metodica calma estrasse il suo e-Handbook, e grazie alla funzione delle note iniziò ad appuntarsi tutti gli indizi, aggiungendoci commenti e considerazioni.

Vedendolo così impegnato, Zetsu e Lilith esitarono a parlargli, per poi accennare un breve:

“ D’accordo Nashi… se hai bisogno di noi controlliamo ancora qui fuori.”

Tanto era concentrato, il ragazzo nemmeno li sentì uscire, così quando si chiuse la porta spalancò gli occhi dalla sorpresa.

“ Ehm …” Balbettò, imbarazzato per la brutta figura che doveva aver fatto.

Fujima intanto aveva raccolto il pendente di ossidiana di Mitsuko, avvicinandosi per mostrarglielo.

“ Dev’essersi staccato durante l’assalto.” Osservò, indicando la cordicella recisa di netto.

Il bruno annuì, rispecchiandosi nella pietra liscia e levigata.

“ Fujima, tu hai sentito per caso qualcuno uscire dalla sua camera stamattina? Magari proprio Mitsuko, essendo tua vicina nei dormitori ?” Provò a chiederle il ragazzo, sperando in una risposta capace di portare avanti l’investigazione.

Gli sarebbe bastato anche solo l’orario in cui la ragazza era uscita dalla sua camera.

 

“ Uhm…” La ragazza dai capelli arancioni rifletté a lungo, per poi esclamare, illuminata da un ricordo:

“ Effettivamente ho sentito qualcosa di strano, stamattina. Era una… puzza.”

“ Una puzza ?” Ripeté confuso Nashi.

“ Sì. Mi sono svegliata per colpa di quella! Era poco prima delle 7:30.” Aggiunse cordiale la ragazza.

Il ragazzo rimase confuso da quella dichiarazione.

- Io sono uscito dalla mia camera per quell’ora... ma non mi è parso di sentire nessun’odore strano. Forse è perché la mia camera è situata lontano da quella di Fujima.-

Vedendolo così chiuso nei suoi pensieri, la Ultimate Toxicologist avvicinò la sua faccia a quella del ragazzo, puntandolo con i suoi grandi occhi brillanti e sorridendo.  

“ Non so se la cosa ti stia eccitando o meno… però sappi che quell’odore non proveniva da me, bensì da fuori la mia stanza !” Trillò, con un’inquietante voce infantile.

Il ragazzo divenne pallido, allontanandosi di mezzo metro con le mani davanti a sé.

“ Ma perché dovrei pensare queste cose ?!”

 

Dopo qualche altro minuto, lo Ultimate Memory uscì dalla libreria con un pensiero fisso nella testa.

- Ognuno di noi si sta creando le proprie convinzioni su come si sia svolto l’omicidio… però solo una sarà quella che potrà salvarci tutti. Andrò avanti per raggiungere la verità… è questo che ho promesso a Yonamine.-

Individuò l’attore poco lontano da dove gli aveva parlato prima, così lo raggiunse.

- E a proposito di Yonamine …-

 

“ Trovato niente, Nashi? È passata quasi mezz’ora dall’inizio dell’investigazione, non ci rimane molto tempo.” Osservò il ragazzo non appena lo vide, controllando nervosamente l’orario.

“ Yonamine, ho una domanda da farti.” Lo Ultimate Memory ignorò la domanda e persino la scarica di paura che gli procurò sentire quanto poco tempo fosse rimasto.

Sentendolo così allarmato Yonamine smise di dedicarsi all’investigazione, e con un sopracciglio inarcato si fermò ad ascoltarlo.

“ Fai pure …”

“ Ho bisogno di sapere perché stamattina sei stato l’ultimo ad arrivare e anche perché non sei voluto salire con noi nell’ascensore.” Disse tutto d’un fiato il bruno, venendo seguito da un lungo silenzio dopo che ebbe finito di parlare.

Lo Ultimate Actor era rimasto con gli occhi spalancati dopo quella richiesta, immobile. Pareva quasi una statua, come quella che lo sovrastava.

“ Non posso risponderti.” Concluse, cercando di liquidarlo.

“ No, Yonamine! Devo saperlo.” A costo di afferrarlo per un braccio, Nashi dovette fermarlo.

“ Sei stato tu a dire tutti dobbiamo andare avanti, proprio perché la posta in gioco sono le nostre vite. Ho bisogno di saperlo… per favore.”

Forse aveva alzato un po’ troppo la voce, e un po’ gli dispiaceva farlo con un amico, però era stata la sua determinazione a parlare.

Yonamine non rispose, ma Nashi percepì come il suo corpo stesse tremando. Preoccupato lasciò la presa, al che l’attore tenne lo sguardo abbassato, nel silenzio.

- Forse gli ho fatto male.- I sensi di colpa stavano già attaccando il ragazzo, quando le parole tornarono ad uscire dalla bocca di Yonamine, deboli e appena sussurrate.

 

“ Al mio risveglio ho trovato la porta della mia camera aperta… ed il mio e-Hanbook era sparito.” Ammise con tono colpevole, trovando comunque difficoltà a rivelarsi in quel modo.

“ Cosa? Qualcuno è riuscito ad entrare in camera tua ?” Ripeté preoccupato Nashi, ricevendo come risposta solo un silenzioso segno di assenso.

“ Capisco… per questo non sei potuto entrare nel bagno e…”

Il ragazzo si fermò, interrompendosi con la bocca ancora aperta. Comprese immediatamente cosa ci fosse di sbagliato, così socchiuse il suo sguardo fino a rendere i propri occhi, ora duri come pietre, appena due fessure.

“ Perché mi stai mentendo, Yonamine ?”

Nuovamente non ricevette risposta, ma poté giurare di aver scorto il volto dello Ultimate Actor, coperto da cappello e sciarpa: era assolutamente terrorizzato.

- Non mi aiuterà mai di questo passo. Forse al Processo di Classe riuscirò a capire cosa mi sta nascondendo.- Comprese.

Non disse più nulla, e lasciò l’attore da solo mentre andava a rivolgersi altri suoi compagni.

 

 

Trovò Nishizaka Iki appoggiata alla porta della piscina, china su se stessa e con un piede sollevato.

La sentì imprecare contro qualcosa, così le si avvicinò incuriosito.

“ Tutto bene, Nishizaka ?” Domandò, ricevendo come risposta un grugnito seccato.

“ Guarda queste scarpe nuove! Per colpa di quello schifo di vernice nell’ascensore me le sono rovinate per sempre! Capisci quanto è costosa la tela ?”

Sentendo la Ultimate Web Personality lamentarsi senza dargli alcuna spiegazione, al ragazzo non restò altro che guardare.

In questo modo notò come la suola e anche parte delle scarpe della ragazza dai capelli rosa fossero macchiate di bianco.

“ Hai detto… nell’ascensore ?”

“ Sì. Quando siamo entrate non l’ho vista minimamente ma era tutta sul pavimento.”

Il ragazzo le chiese di mostrarle l’ascensore della piscina, così la ragazza glielo permise.

- Solo le ragazze possono aprire questo ascensore con i loro e-Handbook…- Si ripeté Nashi mentre le porte si aprivano.

 

Effettivamente sul suolo dell’ascensore erano presenti dei piccoli schizzi di vernice biancastra, ora seccata al suolo. Nishizaka doveva aver sfortunatamente calpestato la chiazza più grande.

“ Controllate la vernice ?” Chiese loro Kigiri, appena apparsa alle loro spalle.

Anche lei stava prendendo appunti sul suo e-Handbook, e con una semplice occhiata Nashi scorse quanto fossero numerosi in confronto ai suoi.

“ Sì, questa maledetta vernice.” Rettificò Nishizaka.

Il ragazzo comprese che un dettaglio così fuori luogo non poteva essere completamente senza un motivo, e forse quella vernice nascondeva qualcosa.

“ Kigiri, posso vedere il tuo stivale, per favore ?” Domandò allora alla ragazza dai capelli lilla, cercando di risolvere questo suo dubbio.

“ Cos’è oggi, la giornata dei fetish di Nashi ?” Trillò scherzosa Fujima Wakuri, di passaggio.

“ Non è come …” Il ragazzo si schiaffò una mano in faccia, esasperato.

 

Dopo essersi levata la stivale, la Ultimate Criminologist constatò come anche lei avesse calpestato la vernice.

“ Deve appartenere al barattolo di vernice negli oggetti che abbiamo requisito ieri. L’ho appena controllato ed è stato quasi del tutto svuotato. Persino un telo grigio manca …”

“ E anche il falcetto.” Aggiunse Nashi, ricordando gli oggetti spostati al sicuro il giorno prima.

La criminologa annuì, tornando poi concentrata sulla macchia secca sullo stivale.

Con un dito, fortunatamente ricoperto dal guanto, grattò via la vernice.

Un dettaglio misterioso attirò subito l’attenzione dei presenti: nel grumo solidificato, ora spaccato, erano presenti delle tracce di sangue, anch’esso secco.

“ Dev’essere finita a contatto con del sangue… o forse con qualcosa macchiata proprio di quello.” Osservò Nishizaka.

“ Se hai detto che manca il telo dall’inventario, forse è stato proprio quello.” Ipotizzò Fujima.

“ Se qualcuno ha portato la vernice sia sopra che sotto, allora deve essere per forza passato dal salone.” Comprese Nashi, seppur non riuscendo ad immaginarne il motivo.

“ E noi sappiamo chi ha visto gli spostamenti di tutti nel salone, questa mattina.” Kigiri sfoderò un sorriso soddisfatto, segno che stava andando tutto come voleva lei.

 

“ Eh? Volete sentire la registrazione della puntata di oggi ?” Ripeté Ebisawa Shoko, ricevendo un energico “sì” da Kigiri e Nashi.

“ Dopotutto sei stato il primo a svegliarti stamattina per adempiere al tuo lavoro, no ?” La ragazza aveva bene a mente la dedizione che lo Ultimate Radio Host stava riponendo in quei giorni al suo programma radiofonico.

Ebisawa, arrossendo lusingato, gonfiò il petto come avrebbe fatto un pavone con la sua coda.

“ Bhe… bhe. Si può dire che è vero.”

“ A che ora hai iniziato oggi, Ebisawa ?” Domandò Nashi.

“ Alle 6:00. Appena mi è stato possibile uscire dalla camera avevo già tutta l’attrezzatura preparata.”

L’orario in cui gli studenti dovevano rimanere nelle loro camere andava dalla mezzanotte alle sei del mattino, qualsiasi uscita fuori orario sarebbe stata considerata trasgressione alle regole del Killing Extra-Curricular Course.

 

“ Con le tue registrazioni allora potremo avere l’orario in cui ciascuno di noi è entrato in Salone.” Gli spiegò allora lo Ultimate Memory, al che il ragazzo dai capelli ricci con sempre le cuffie addosso sospirò.

“ D’accordo. Tieni, questa è la scaletta… nel caso possa servirvi.” E mentre inseriva una micro-SD nel suo e-Handbook, gli passò un foglio.

Nashi lo lesse rapidamente, notando come ci fossero segnati gli argomenti di discussione per orario, e anche le canzoni presenti nella puntata.

Puntata Numero 3:

Musica-Dalle 6 alle 6:30: Compilation di Black Cherry.          

Argomento- Chiacchiere mattutine / Cosa è successo negli ultimi giorni.

Musica-Dalle 6:30 alle 7: Compilation di Summer Tree.

Argomento- Consigli su come impiegare il proprio tempo.

Musica- Dalle 7 alle 7:30: Compilation di Begrave.

Argomento- Frequently Asked Questions

Musica- Dalle 7:30 alle 9: Sayakers

Argomento- Interviste agli Ultimate Students.

 

“ Ecco la registrazione. Vi avviso che l’ho editata in fretta, eh…” Annunciò lo Ultimate Radio Host, riproducendo la puntata mentre i due si erano inginocchiati al suo fianco.

Il programma si aprì con la voce calda di Ebisawa che annunciava l’inizio e salutava il suo pubblico, ovviamente formato dagli studenti lì rinchiusi.

Per circa tre ore di fila il ragazzo aveva continuato a parlare, ma a causa del tempo ridotto, fece ascoltare loro solo determinate parti.

Ricordandosi a memoria gli orari, trovò alcuni intermezzi nella puntata in cui si sentiva un leggero rumore di cardini che si muovevano.

“ La porta del Salone !” Comprese Nashi.

“ Il primo ad entrare è stato Arima, alle 6:10.” Spiegò Ebisawa, seguendo il timer.

“È andato in bagno e da allora non l’ho più visto.”

Proseguendo con l’ascolto, Kigiri notò qualcosa di strano.

“ Si sente la porta aprirsi per dodici volte. Togliendo te, noi siamo in tredici… questo vuol dire che ti sei perso l’ingresso di qualcuno.”

Sentendo quelle parole il conduttore radiofonico divenne paonazzo, incespicando nelle parole.

“ Ma n-no… forse l’audio saltava un po’.” Provò a giustificarsi, venendo però impalato dallo sguardo accusatore della criminologa.

“ Qui.” La ragazza portò la registrazione nella parte interessata.

“ Dopo un’ora dall’inizio della puntata si sentono solo dieci minuti di canzoni dei Begrave. E solo durante questi dieci minuti si sentono entrare le prime persone, escluso ovviamente Arima.”

“ Probabilmente Mitsuko ti ha superato di qualche secondo. Mi ha detto che di mattina presto andava sempre su al Secondo Piano.” Aggiunse Nashi per correttezza.

“ Comunque sia, mancano ben venti minuti, in un lasso di tempo che va presumibilmente dalle 7 alle 7:20, quando hai anche iniziato a rispondere alle domande.” Concluse Kigiri, incrociando le braccia al petto.

Era chiaro che pretendesse delle risposte dal ragazzo, il quale adesso tremava terrorizzato per via dell’aura terrificante che emanava.

 

“ Che state facendo, ragazzi ?” Lilith era apparsa in mezzo ai tre, sporgendosi accanto a Nashi.

Kigiri non attese oltre, sospirando con amarezza.

“ Vi auguro buona fortuna. Ci vediamo dall’altra parte.”  Disse enigmatica, poco prima che un suono si propagasse in tutto il Secondo Piano.

Gli schermi presenti sulle pareti si accesero in ogni stanza, riportando l’immagine sorridente di Monokuma, disteso su di una poltrona mentre sorseggiava un cocktail da una cannuccia.

“ Mi sono stancato di aspettare !” Ringhiò ferocemente con la sua voce stridula, al punto da sembrare molto ridicolo.

“ Andate tutti nell’ascensore per la stanza del Processo di Classe! Inizia il divertimento… Upupupu !”

La comunicazione si interruppe così. Quattordici studenti carichi di rimorso, obbligati a compiere una scelta che avrebbe causato la morte di uno di loro.

Come se già quattro morti non fossero abbastanza.

 

Quando Nashi fu sul punto di arrendersi a quel triste destino, vide qualcosa con la coda dell’occhio scattare verso la piscina.

Era Yonamine Ganjo, il quale scomparve fuori dal suo campo visivo prima che potesse richiamarlo.

Attraversato da una carica di adrenalina, decise di seguirlo correndo quanto più veloce potesse, ma non riuscì più a rivederlo.

La piscina era deserta.

 

 

 

Angolo Autore:

Welcome back! Taaanto atteso capitolo, lo so.

Purtroppo per i miei lettori sono convinto che d’estate non abbia senso svenarsi per avere una costanza nella pubblicazione, in quanto in questo periodo un sacco di utenti non sono molto attivi.

Il prossimo capitolo fortunatamente non dovrebbe tardare molto, quindi vi consiglio di rileggere i precedenti tre o quattro per avere una visione più chiara dell’insieme.

Secondo voi chi è stato l’assassino, o gli assassini? Addirittura potrebbe trattarsi davvero di un suicidio?

Aspetto le vostre opinioni.

Intanto, alla prossima!

P.S: Vi ricordo che l'immagine è ingrandibile dopo averla aperta in un'altra scheda.

   
 
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