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Autore: sissi149    01/08/2018    3 recensioni
Spin-off de "La ballata di Yomiuri Land".
Una questione rimasta in sospeso nella Ballata è quella della vera storia di Yoshiko. Ma la storia di Yoshiko è anche la storia di Hikaru. E di molti altri, a volte inaspettati, personaggi. Attraverso gli anni, scopriremo cosa è accaduto ai due e alle loro famiglie.
Genere: Drammatico, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Nuovo personaggio, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Poemi di Yomiuri Land'
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Inizio Agosto, Anno 2741 dal Trionfo della Dea

 

Per un viaggiatore in arrivo all'entrata principale, al tramonto, la Cittadella offriva uno spettacolo capace di lasciare senza fiato, col sole che lentamente calava alle spalle della Fortezza Musashi, in posizione dominante sull'abitato, e colorava il cielo di arancione e rosso. Per Hikaru, la scena era seconda solo alla vista dell'alba che sorgeva dai monti della Corona di Machiko.

Percorse gli ultimi metri che lo separavano dalle Guardie della Porta, gli infaticabili Tachibana, prima di smontare dal palafreno grigio che l'Arcidruido gli aveva messo a disposizione per il viaggio di ritorno. Era un poco impacciato nei movimenti, non si era ancora abituato a portare la sua nuova veste da Druido, più stretta di quella sacerdotale, ma dotata di un ampio drappeggio sulla spalla sinistra. La prima volta che l'aveva indossata aveva dovuto essere aiutato da ben due degli Attendenti dell'Arcidruido, tra cui il severo Sacerdote Fujita che stava svolgendo il suo periodo di servizio nella cerchia ristretta della massima autorità.

“Sacerdote Matsuyama! Siete tornato, finalmente!” Lo salutò Masao Tachibana, riconoscendolo all'istante.

Il fratello proseguì:

“Entrate pure! Non abbiamo bisogno di controllarvi.”

Hikaru ringraziò con un cenno del capo, guidando con le briglie il cavallo attraverso l'arco del portone.

“Vi ringrazio per l'accoglienza. È bello essere a casa! Che la pace della Dea sia con voi.”

Si diresse verso le stalle attigue agli alloggi dei Guardiani della Porta, dove venivano ospitati anche molti degli animali dei visitatori.

“Vi posso lasciare in custodia l'animale? Vorrei che riposasse almeno una notte prima di trovare il modo di rimandarlo all'Hokkaido. Io raggiungerò il Tempio a piedi.”

“Nessun problema.” Rispose Kazuo, facendo cenno al garzone di aprire la porta.

Alloggiato il palafreno con un'abbondante dose di acqua fresca e qualche mela, Matsuyama gli diede un'ultima carezza.

“Grazie per avermi portato fino a qui. Ora riposa.”

Le strade della Cittadella erano meno brulicanti di gente rispetto ad altri momenti della giornata, tuttavia chi lo incontrava si fermava a salutarlo affettuosamente e lui ricambiava con uguale calore. Dall'alto planò vicino a lui Memuro, l'aquila che aveva sostituito Furano dopo la sua dipartita durante la Battaglia della Cittadella.

“Anche tu sei contento di essere tornato?”

Memuro emise un verso di approvazione e poi ripartì verso i campi per godersi un volo al caldo, lontano dalle nevi quasi perenni della città-scuola.

Hikaru proseguì verso il Tempio, ripensando all'anno appena trascorso, a quanto aveva imparato e, soprattutto, alle conversazioni che aveva avuto modo di scambiare con l'Arcidruido. Una in particolare attirava spesso la sua attenzione: era avvenuta un paio di mesi dopo l'inizio del suo nuovo percorso di studi.

Era seduto sul parapetto del muro anteriore della città-scuola ad osservare le montagne ed i primi fiocchi di neve che facevano timidamente capolino.

“Sacerdote Matsuyama, ti vedo sempre molto pensieroso.”

La voce del capo dell'ordine l'aveva fatto sobbalzare e scattare in piedi per esibirsi in un inchino formale.

“Arcidruido, buon pomeriggio.”

“Stai pure seduto, ragazzo.”

Hikaru aveva obbedito e si era fermato ad osservare il nuovo Arcidruido, molto più giovane dell'uomo che l'aveva consacrato Sacerdote.

“So che il mio predecessore aveva un'altissima considerazione di te ed anche il Sacerdote Sasaki mi ha parlato molto bene, al punto da spingermi ad accettare la tua richiesta senza riserve.”

“I miei maestri sono stati troppo buoni. Io cerco di adempiere il mio dovere al meglio delle mie possibilità.” Aveva risposto, pur ripensando con gratitudine a Sasaki che ancora una volta aveva fatto tanto per lui.

“Tuttavia ti sento molto tormentato. Cosa ti turba? Paura di aver sbagliato ad intraprendere il percorso per diventare Druido?”

Di fronte alla massima autorità religiosa Hikaru non aveva saputo celare ciò che non aveva rivelato nemmeno al vecchio maestro.

“Io amo la Dea con tutto me stesso...”

“Ma ami anche una persona.” Aveva concluso per lui l'Arcidruido.

“Sì. No. Non lo so. - Hikaru aveva nascosto il viso tra le mani in un attimo di disperazione – Non comprendo del tutto i miei sentimenti.”

L'Arcidruido gli aveva appoggiato una mano sulla spalla.

“Non sarà la Dea a fornirti questa risposta: solo tu puoi interpretare i tuoi sentimenti. In fondo noi Sacerdoti siamo uomini come tutti, solo con un rapporto più diretto con la Divina Machiko. Soffriamo e gioiamo come ogni persona. Ci innamoriamo o crediamo di esserlo.”

Matsuyama era rimasto in silenzio per qualche istante.

“Sento tutti i giorni la sua mancanza, vorrei averla sempre al mio fianco. È sufficiente perché sia amore?”

“Forse. Avrai le idee chiare al termine del tuo percorso di studi. Sai – L'Arcidruido aveva iniziato a raccontare – io avevo intrapreso il cammino per diventare Druido anche per poter sposare la fanciulla che credevo di amare, ma l'anno di lontananza mi ha fatto capire quanto fosse debole il mio legame con lei. Usa questo periodo, oltre che per studiare, per comprendere la natura del tuo attaccamento a questa persona, per comprendere al meglio te stesso, Sacerdote Matsuyama.”

Terminato il racconto, L'Arcidruido si era avviato lasciandolo solo a meditare sulla natura delle parole che aveva appena udito.

Quasi senza accorgersi, Hikaru era giunto alla piazza Principale, stranamente deserta, ed al Tempio. Nel cielo e tutt'attorno i colori del tramonto risplendevano più vividi che mai. Osservò la facciata del luogo di culto e prese un profondo respiro, cercando di catturare tutta l'aria che poteva: finalmente era a casa!

Give me again all that was there,

Give me the sun that shone,

Un suono melodioso attirò la sua attenzione verso le fioriere: una donna stava annaffiando i fiori davanti all'ingresso del Tempio e si accompagnava nel lavoro cantando.

Give me the eyes, give me the soul,

Give me the lad that's gone.

Avrebbe riconosciuto quella voce ovunque, senza bisogno di osservare oltre. L'improvvisa accelerazione del cuore nel petto gli diede la conferma di trovarsi davanti a Yoshiko. Era ancora più bella di come la ricordava: indossava un abito estivo di colore giallo che le lasciava scoperte le braccia, mentre i capelli neri erano raccolti in una semplice treccia che le scendeva su una spalla. Nell'atmosfera del tramonto sembrava il personaggio di un'antica leggenda, una visione celestiale, un dono della Dea. Se ancora avesse avuto dei dubbi, li avrebbe dissolti in un solo istante.

Si avvicinò con calma, assimilando ogni dettaglio della scena, per imprimersela nella memoria.

“Yoshiko.” La chiamò quando fu sufficientemente vicino.

La donna si voltò e spalancò gli occhi. Matsuyama le lasciò appena il tempo di riconoscerlo che l'afferrò per la vita e la sollevò, iniziando a ruotare sul posto, mentre il secchio con l'acqua rotolava alla base di una colonna. Rideva felice come non gli accadeva da troppo tempo.

“Sono così felice di essere tornato!”

Fujisawa sorrise in risposta, le guance che si coloravano di rosso durante il volteggio improvvisato. Solo quando i suoi piedi toccarono terra si guardò attorno allarmata:

“Hikaru, siamo in piazza, potrebbero vederci!”

Matsuyama non l'ascoltava, perso nei suoi occhi.

“Sposami, Yoshiko!”

“Co... cosa? - La donna riuscì solo a balbettare in risposta, spiazzata dallo strano modo in cui aveva ricevuto la proposta – Sei appena tornato, è un anno che non ci vediamo e...”

Si stava affannando a trovare una giustificazione. Non che i suoi sentimenti fossero mutati dalla partenza del cugino, solo non capiva più nulla, il mondo le vorticava intorno ed il cuore minacciava di esploderle nel petto.

Hikaru le afferrò le mani e pazientemente le spiegò:

“Mi conosci da tutta la vita, che bisogno c'è di aspettare ancora? Sai che uomo sono, sai che posso renderti felice. Hai molte più garanzie con me che con un matrimonio combinato. Oppure, hai conosciuto qualcun altro?”

Yoshiko scosse violentemente la testa.

“Ci sono stati altri pretendenti, ma nel mio cuore c'è sempre stato posto solo per te. Io sarei onorata di poter diventare tua moglie.”

“L'onore sarebbe il mio. Ti amo.”

I loro volti si avvicinarono per suggellare la promessa.

 

 

Il Sacerdote Oda stava uscendo dal Tempio dopo aver riposto tutte le suppellettili usate durante la preghiera conclusa da poco. Doveva riaccompagnare a casa Lady Fujisawa che si era trattenuta ad innaffiare i fiori. La cugina di Hikaru era sempre molto gentile con lui ed era stata un valido aiuto durante l'anno: la buona volontà doveva essere una caratteristica di famiglia. Aveva appena raggiunto le colonne del porticato quando aveva visto Hikaru arrivare dall'altro lato della piazza. Gli sarebbe corso incontro, se non lo avesse visto con lo sguardo puntato alle fioriere ed a Yoshiko, così si era appoggiato col fianco destro alla colonna ed a braccia incrociate aveva assistito a tutta la scena ed alla relativa dichiarazione.

Sapeva che quei due gli avevano nascosto qualcosa: nei pochi giorni dell'anno precedente che erano stati tutti e tre insieme non aveva potuto fare a meno di notare certi sguardi che passavano tra loro. Poi, il modo in cui Yoshiko parlava di Hikaru in sua assenza non aveva fatto altro che aumentare i suoi sospetti.

I due cugini parevano essersi dimenticati di essere allo scoperto e stavano per scambiarsi un bacio, le loro labbra stavano per sfiorarsi.

Lo sguardo di Kazumasa venne attirato da un gruppetto di soldati che stava giungendo alla piazza.

“Ci mancava solo la ronda della Guardia Reale! - pensò, lasciando in tutta fretta la sua posizione e spostandosi in modo da farsi incontro agli uomini e bloccando la visuale delle fioriere. Iniziò a salutare con un tono più alto del consueto – Vice Capitano Iazawa, che la pace della Dea sia con voi! Il Capitano vi ha mandato in ronda questa sera?”

Il vociare del Sacerdote Oda riscosse Hikaru che rapidamente si allontanò dalla donna, mentre quest'ultima quasi si tuffò verso la fioriera, fingendo di lavorare attorno alla piantina.

Dopo pochi istanti vennero raggiunti da Kazumasa, abbastanza alterato:

“Per amor della Dea, Hikaru! Capisco che tu sia innamorato senza possibilità di guarigione, ma almeno contieniti in pubblico.”

Matsuyama chinò il capo, consapevole di essere stato troppo imprudente: era appena tornato, molti non avrebbero riconosciuto le vesti da Druido né tanto meno avrebbero saputo che gli sarebbe stato concesso sposarsi, in più essere visti baciare la propria cugina poteva creare uno scandalo su molteplici livelli.

“Sacerdote Oda – intervenne Yoshiko – ci perdoni. Un anno di separazione è stato lungo da sopportare.”

“Non è opportuno parlarne qui. Entriamo tutti in casa.”

Una volta raggiunta la stanza al piano superiore, Kazumasa si gettò esausto su una sedia.

“Non so se ti rendi conto di cosa mi hai appena costretto a fare: io che ti faccio una ramanzina, cose da fine del mondo!” Alzò le braccia con fare plateale.

Anche senza volerlo, Hikaru scoppiò a ridere: in fondo Kazumasa era sempre il solito burlone.

“Mi sorprende che il mio Tempio sia ancora in piedi dopo un anno che è affidato a te.” Ribatté il Druido, stando allo scherzo.

“In effetti ho superato le aspettative di tutti.”

Il Sacerdote Oda si rialzò ed abbracciò fraternamente l'amico.

“Lascia che ti faccia i complimenti per essere riuscito a diventare Druido. Ti sta molto bene la nuova veste.”

“Se solo non fosse terribilmente scomoda in certi momenti.”

Yoshiko aveva assistito alla scena con occhi sgranati. Nonostante stesse cominciando a conoscere alcune stranezze ed esuberanze del Sacerdote Oda, non era abituata a vedere Hikaru interagire in maniera così scherzosa, almeno non da dopo aver preso i voti. Dall'altra parte, però, era venuta a sapere da Kazumasa di alcune avventure piuttosto bizzarre, come una valanga umana, se non ricordava male.

Matsuyama fece cenno a tutti di sedersi attorno al tavolo.

“Delle questioni amministrative parleremo dopo, ora voglio solo riposare e godere l'essere di nuovo qui. È stato un anno più duro del previsto. Ti fermi a cena da noi?” Domandò in fine rivolto a Yoshiko.

La donna non aspettava altro che il permesso di fermarsi.

“Mi farebbe molto piacere.”

Kazumasa si alzò.

“Vado a mandare un messaggio alla vostra cuoca, Lady Fujisawa, affinché non si preoccupi.”

“Speriamo che Obira trovi la strada, non come quando sei arrivato e lei ti ha raggiunto con tre giorni di ritardo.” Hikaru scherzò sulla poca capacità di orientamento nei lunghi viaggi dell'aquila di Kazumasa. Questo ribatté abbastanza seccato

“Non mi pare che Memuro ti sia alle calcagna.”

“È arrivato con me, sta facendo un volo nei prati qui attorno.”

“Va bene, mi arrendo.”

Il Sacerdote Oda imboccò le scale e scese al piano inferiore alla ricerca di inchiostro e pergamena. Yoshiko ridacchiò.

“Era sempre così nei quattro anni che avete passato all'Hokkaido?”

Il Druido arrossì per la piccola stoccata.

“Eravamo molto complici. Solitamente erano Kazumasa e Masanori a punzecchiarsi e a me toccava fare da mediatore. Avere qui uno di loro è come fare un salto nel passato.”

“Ma il passato non può tornare.”

L'affermazione di Fujisawa fu un sussurro a fior di labbra, appena percepibile.

“No, sono successe troppe cose nel frattempo e noi siamo cambiati con esse. È inevitabile.”

Yoshiko allungò le braccia sul tavolo, mentre una lacrima scendeva solitaria su una guancia.

“Mi sei mancato tantissimo, certi giorni credevo di impazzire. Lo avrei fatto se non avessi avuto la musica.”

Hikaru sospirò, sporgendosi ad accarezzare il volto di Yoshiko per cancellare le tracce della sua sofferenza.

“Anche tu mi sei mancata, più di quanto avrei mai immaginato.”

“Insomma! Non vi si può lasciare da soli nemmeno un istante?” Kazumasa annunciò in modo chiassoso il suo ritorno insieme ad un cesto di verdure che in breve tempo iniziò ad affettare.

I due innamorati si allontanarono e finché non fu pronta la cena regnò il silenzio.

Fu il Sacerdote Oda a rompere il ghiaccio:

“Cosa avete intenzione di fare ora?”

Yoshiko alzò lo sguardo dal piatto con fare interrogativo, spingendo l'uomo a spiegarsi.

“È vero che Hikaru in quanto Druido ora non ha problemi a sposarsi, ma voi restate sempre cugini, sono in parecchi a considerare scandalose unioni con questo grado di parentela.”

Matsuyama appoggiò le posate e scambiò un fugace sguardo di intesa con Fujisawa per essere certo di avere la sua approvazione.

“Noi non siamo realmente cugini, anche se l'abbiamo scoperto da circa un paio d'anni. Esistono dei documenti che lo provano, dovremo chiedere ai Principi di renderli pubblici.”

Hikaru ripensò a quando avrebbe voluto che quei documenti sparissero, ma il Principe Jun si era opposto con fermezza ritenendo che un giorno avrebbe potuto essere utile averli a disposizione. Si domandò quanto Sua Altezza stesse vedendo lontano.

“Allora non ci sono problemi!” Kazumasa batté le mani al colmo dell'entusiasmo, sembrava un bambino.

Yoshiko ed Hikaru scoppiarono a ridere divertiti per quella genuina manifestazione.

“Vorrei poterti sposare subito.” Sussurrò la donna alzandosi e raggiungendo Matsuyama da dietro.

Il Druido rispose malizioso.

“Beh, volendo abbiamo il Sacerdote.”

Sentendosi chiamato in causa Oda si irrigidì e cercò di dissuadere con tutte le sue forze la coppia dal proposito.

“No, no! Non crediate che io sia disposto a farvi sposare in una cucina come due fuggitivi!”

“Kazumasa, calmati. - intervenne placido Hikaru – So benissimo che in questa maniera rischieremmo voci malevole. Inoltre non voglio sposarmi di nascosto, voglio poter amare mia moglie alla luce del sole.”

Anche Yoshiko annuiva convinta.

“Se dicessi a Midori che mi sono sposata con mio cugino le farei venire un infarto, tradizionalista come è. Meglio attendere che i Principi svelino il mio segreto, ormai non ho più paura, posso affrontare qualsiasi cosa con Hikaru al mio fianco.”

Kazumasa si rilassò visibilmente, poiché aveva seriamente temuto che l'amico, preso dalla fretta, commettesse un passo falso che gli avrebbe impedito di godere appieno della felicità che meritava. Nel periodo in cui aveva servito nei villaggi sui monti aveva imparato che il sostegno e la benevolenza di coloro che doveva guidare erano fondamentali per la buona riuscita del proprio lavoro.

“Parlando seriamente, ricordami chi ha l'autorità per celebrare il matrimonio di un Druido.”

Hikaru soppesò le parole.

“Un Sacerdote solo non basta, ci vorrebbe un altro Druido o l'Arcidruido in persona, ma dubito che si muoverebbe dall'Hokkaido. I Drudi più vicini si trovano a parecchi giorni da qui, dovrei fare delle ricerche.”

Il Sacerdote Oda saltò in piedi, preda di un'improvvisa ispirazione.

“Se non vi dispiace aspettare, diciamo un mese, ho io la soluzione! In fondo avete aspettato anni. Lasciate fare a me! Avrete un matrimonio bellissimo!”

Scappò fuori dalla stanza, in direzione della propria camera e vi si chiuse dentro, lasciando entrambi esterrefatti.

“Ho paura di scoprire cosa abbia in mente.” Esalò Hikaru.

La porta si riaprì per un breve istante.

“Buonanotte. Ci rivediamo domani per la preghiera del mattino.”

Yoshiko si coprì la bocca con una mano, per nascondere un risolino.

“Quanto meno una persona che sarà felice per noi siamo sicuri che ci sia!”

Hikaru la raggiunse.

“E non gli ho ancora detto che l'Arcidruido ha deciso di farlo fermare permanentemente come mio assistente. Speriamo che ora non ci interrompa più.”

Finalmente poterono scambiarsi il bacio che avevano a lungo atteso dal momento in cui si erano rivisti. Mentre la baciava, l'uomo l'attirò a sé per far aderire i loro corpi il più possibile, per cercare di sentirsi nonostante i numerosi strati di stoffa.

 

 

 

Hikaru ricordava di aver visto poche volte il Tempio di Machiko così gremito: certo, la folla non era paragonabile a quella accorsa per il matrimonio reale di due anni prima, ma gli stava dando una forte dimostrazione di affetto.

Nei suoi anni di servizio aveva celebrato parecchi matrimoni, conosceva la funzione a memoria, sapeva con precisione cosa sarebbe dovuto avvenire in ogni istante. Stare dalla parte dello sposo, invece, era un'incognita. Nervosamente si sistemò il drappeggio sulla spalla, ancora litigava con quel tipo di abito. Data la sua carica particolare era stato infranto il cerimoniale che prevedeva per gli sposi l'azzurro: avrebbe affrontato il rito con indosso la normale veste druidica arancione.

Alle sue spalle sentì dei bisbigli:

“Hikaru è una celebrità da queste parti!”

“Kazumasa, almeno oggi, risparmiati!” Masanori si massaggiò le tempie, cercando di concentrarsi sul dovere che lo attendeva.

“Sei sempre così rigido, Lord Kato!”

Hikaru si voltò e bloccò la risposta piccata che sicuramente Masanori aveva pronta.

“Vi ricordo che è stata una vostra idea quella di concelebrare la funzione, vedete di riuscire ad andare d'accordo.”

Il Druido ritornò a scrutare verso la folla e verso la porta d'ingresso, da dove sarebbe arrivata Yoshiko, sperando di aver dato una calmata ai due Sacerdoti, poiché non voleva rischiare che la cerimonia saltasse ora che tutto era predisposto.

Aveva ancora viva dentro di sé la sorpresa di due sere prima: stava cercando Kazumasa per farsi rivelare cosa avesse in mente per rendere valido il matrimonio in assenza dell'Arcidruido o di un Druido e l'aveva trovato intento a conversare con Masanori, giunto da oltre confine. I vecchi compagni di studio gli avevano spiegato che l'autorità di un Sacerdote non era sufficiente a celebrare il matrimonio di un Druido, ma quella combinata di due Sacerdoti lo permetteva. Kato gli aveva assicurato che c'era già stato un precedente documentato in tal senso. Al colmo della gioia, Matsuyama li aveva abbracciati forte, non avrebbe mai osato immaginare che il proprio matrimonio con la donna che amava sarebbe stato celebrato dai suoi due migliori amici.

L'arrivo del coro delle Ancelle di Machiko diede il via alla cerimonia. Dietro il corteo Yoshiko procedeva radiosa nel suo abito azzurro, scortata dal Maestro Watanabe visibilmente commosso: per lui la cerimonia aveva un doppio significato, era l'ultima in cui il Coro avrebbe cantato preparato da lui, poi avrebbe ceduto il testimone alla giovane donna che stava per sposarsi.

Non appena Hikaru vide la sua futura moglie seppe con certezza di essere stato benedetto dalla Dea. Sentì un soffio caldo su una delle guance e lo interpretò come una carezza della Divina Machiko, che sempre gli era stata accanto.

Accolse Yoshiko col consueto bacio sulla fronte ed insieme si voltarono verso i Sacerdoti.

Masanori e Kazumasa alzarono le braccia insieme ed impartirono la prima benedizione: ora nulla avrebbe più potuto andare storto, Yoshiko ed Hikaru si sarebbero appartenuti per sempre e nulla avrebbe più potuto separarli.





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Questo capitolo è pieno di note conclusive! XD
I nomi delle due aquile, dopo quello toponomasti di Furano, sono quelli du due località realmente esistenti in Hokkaido: li ho scelti dalla cartina di google maps.
La canzone che canta Yoshiko è "The skye boat song" ed è una canzone tradizionale scozzese relativa alla fuga di Charles Edward Stuart, qui nella versione del testo di Robert Louis Stevenson. I quattro versi da me scelti recitano: dammi ancora ciò che c'era là / Dammi il sole che risplendeva / Dammi gli occhi, dammi l'anima / Dammi il ragazzo che è andato. Se volete sentirla vi propondo la versione rielaborata come sigla della serie Outlander ambientata in Scozia. In questa versione, alla parola lad (ragazzo)è stata sostituita lass (ragazza). clicca qui


Nei progetti iniziali questo capitolo doveva essere diverso, ma poi Kazumasa ha iniziato a voler fare prima il wedding planner, poi il guardone, ed ha assunto la forma definitiva. Doveva anche essere l'ultimo, ma Yoshiko ed Hikaru hanno ancora un colpo di coda in serbo. ;)
  
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